Due discepoli

(Due discepoli in una camera dell'ashram del loro Maestro.)

PRIMO DISCEPOLO: Te l'ho detto, te l'ho detto, te l'ho detto!

SECONDO DISCEPOLO: Cosa mi hai detto?

PRIMO DISCEPOLO: Te l'ho detto che il nostro Maestro non ha niente! Niente! Non ha potere spirituale, non ha potere occulto. Sa solo parlare. Parla di Realtà Trascendentale, di Coscienza Universale, e di tutto ciò che è in grado di fare con il suo potere occulto; ma sono tutte bugie. Sa parlare e noi sappiamo ascoltare, ma non ha nulla, nulla. Guarda come soffre di reumatismi da tre mesi a questa parte! Se solo avesse uno iota di potere occulto avrebbe potuto curarsi!

SECONDO DISCEPOLO: Il mio cuore mi dice che lui ha la capacità di curarsi, ma che Dio gli sta chiedendo di avere quest'esperienza.

PRIMO DISCEPOLO: Dice che prende su di se il nostro karma, ma noi non abbiamo fatto nulla. Io non ho fatto nulla di sbagliato. Tu e gli altri discepoli non avete fatto nulla di sbagliato! La realtà è che ci incolpa quando lui fa qualcosa di sbagliato. Chissà cos'ha fatto di sbagliato nel mondo interiore! Ecco perché riceve una punizione, ed esteriormente incolpa noi.

SECONDO DISCEPOLO: Non ci ha mai incolpati. Ed io gli credo quando dice che prende il nostro karma.

PRIMO DISCEPOLO: Gli credi? Allora credigli! Rimani con lui e soffri! Muori con lui!

SECONDO DISCEPOLO: Morirò con lui. Non solo morirò con lui, ma morirò per lui.

PRIMO DISCEPOLO: Dio ha creato due tipi di persone sulla Terra, uno per ingannare e l'altro per essere ingannato, un tipo per esser mascalzone ed un altro per essere sfruttato.

(Entra il Maestro. Il primo discepolo inizia ad allontanarsi. Il secondo tocca i piedi del Maestro.)

MAESTRO: (al primo discepolo) Così tu sai che io non ho alcuna capacità, che io mi vanto solamente? Io non sono il Maestro giusto per te. Farai la cosa migliore andando da un altro Maestro, o aspettando che il giusto Maestro venga a te. Lasciami, torna a casa e vivi in pace.

(Al secondo discepolo) Tu credi in me. È mio dovere guidarti ed aiutarti. Ora dimmi, senti veramente che io prendo la tua ignoranza e imperfezione nel mio corpo? O dici questo perché hai studiato la mia filosofia e i libri scritti da altri?

Hai letto di Ramakrishna, il quale portò via l'impurità, l'imperfezione, e l'ignoranza dei suoi discepoli, e soffrì così tanto! Moltissimi Maestri spirituali hanno detto di aver fatto la stessa cosa. Pensi che io parli così solamente perché così tanti di loro lo hanno detto? Pensi che io parli soltanto, o pensi veramente che io prenda queste cose da te?

SECONDO DISCEPOLO: Maestro, so cosa prendi da me. Ogni giorno prendi da me insincerità, oscurità, impurità, invidia, dubbio, insicurezza, e molte altre imperfezioni. Dove vanno? Io le do a te. Esse vengono a te. Non m'importa anche se nessun altro sulla Terra ci crede; anche se tu mi dicessi che non lo fai, che è il tuo karma, non ci crederei. Io so che Dio ti sta dando quest'esperienza per il mio bene. Se io avessi attraversato questa particolare esperienza, forse sarei morto.

MAESTRO: Figlio mio, ci sono due ragioni per cui soffro. Una ragione è che prendo realmente su di me i fardelli, le imperfezioni, le qualità non-divine dei miei discepoli intimi. Questo è ciò che il Supremo desidera da me.

Ci sono due modi per prendere questo karma. Un modo è prenderlo su se stesso e soffrire, e l'altro modo è gettare le imperfezioni del discepolo nella Coscienza Cosmica; ma la via più facile, infinitamente più facile, è prendere il karma su di me. È una via diretta. Tu soffri e io ti 'tocco' direttamente e porto via la tua sofferenza.

L'altro modo è come portarti in un altro luogo, nella Coscienza Universale. La Coscienza Cosmica può essere vista come un contenitore di rifiuti. Prendo le vostre impurità e imperfezioni e ne faccio un mucchio, poi devo portare lì questo mucchio e gettarlo via. Ma nell'altro modo ti tocco semplicemente e, proprio come una calamita, porto via le tue sofferenze, i tuoi dolori, le tue qualità non-divine. Questo modo è più semplice ed è per questo che faccio così. Dio vuole che io faccia così.

Dico a Dio: "Dio, i miei figli mi amano così tanto, mentre io non li amo, io non li compiaccio." Allora Dio mi dice: "Guarda come soffri per loro. Guarda il tuo amore, figlio mio, come li ami sinceramente e devotamente. Tu senti che nella perfezione dei tuoi figli si trova la tua perfezione, il che è assolutamente vero. Loro ti amano semplicemente perché sentono che se riescono a possedere te, possiederanno tutto. Ti amano per averti. Tu li ami in modo da poterli condurre a Me. Li ami perché senti che se li porti a Me hai compiuto la tua parte. Amandoti per loro stessi, essi sentono di aver compiuto la loro parte. E quando tu li ami, quando li conduci a Me, al tuo Altissimo, senti di aver compiuto la tua parte."

Inoltre, Dio mi ha dato un'altra ragione per soffrire. Molte persone vengono a me solo con desideri, desideri, desideri; vengono da me solo per appagare i propri desideri, ma quando vedono che sono paralizzato dal dolore, che anch'io sono soggetto alla sofferenza e alla malattia, che sono debole come loro, dicono: "È un invalido indifeso. Come può aiutarci? Come può essere migliore di noi?" Sentono che la cosa migliore è andare da qualcun altro che possa aiutarli, e molti vanno via. La verità, in questo caso, è che Dio vuole che queste persone mi lascino. Quando queste persone mi lasciano, la mia nave diventa più leggera e può allora correre verso la Meta molto più velocemente. Dio vuole che le persone che non aspirano lascino il loro Maestro e rendano la nave del Maestro più leggera.

Così, questi sono i motivi per i quali soffro. Quando un discepolo sincero vede che sto soffrendo per lui, dice: "Se amo veramente il mio Maestro, dovrei dargli solo gioia!" Perciò il discepolo fa una promessa, una promessa interiore: "Io voglio che lui sia costantemente fiero di me. Nulla mi darà più gioia che vedere che il mio Maestro è sempre orgoglioso di me!" In questo modo il discepolo non compie più nessuno sbaglio e il Maestro diventa felice e orgoglioso di lui.

(Il primo discepolo tocca i piedi del Maestro.)

PRIMO DISCEPOLO: Maestro, per così tanto tempo sono stato una creatura infedele ed inumana; da oggi in poi sarò il tuo discepolo devoto e fedele!

SECONDO DISCEPOLO: Maestro, sono stato un devoto e fedele discepolo per molto tempo; oggi mi hai raccontato il segreto della tua sofferenza. Da oggi mi sento una parte consapevole ed importante di te; mi considero un tuo braccio; Maestro, la tua compassione è l'unica salvezza della mia vita.

PRIMO DISCEPOLO: Maestro, il tuo perdono è l'unica salvezza della mia vita.

MAESTRO: (al primo discepolo) Riconoscendo la tua stupidità, la tua ignoranza, hai portato alla luce la tua divinità.

(Al secondo discepolo) Riconoscendo me, la mia Verità spirituale, hai manifestato la Divinità di Dio sulla Terra, hai manifestato la Volontà di Dio sulla Terra.