Parte VI — Il nostro sentiero

Il nostro sentiero1

La nostra è fondamentalmente la via del cuore e non della mente. Questo non significa che critichiamo la via della mente. Lungi da ciò. Sentiamo soltanto che il sentiero del cuore ci conduce verso la nostra meta più velocemente. Supponiamo che io voglia andare in un posto distante cinquecento chilometri da qui. Ho la possibilità di raggiungere la mia destinazione sia camminando che prendendo l'aereo. Indubbiamente raggiungerò la mia destinazione molto più velocemente se prendo l'aereo. In modo simile, se usiamo il cuore che aspira e non la mente che dubita, raggiungeremo la nostra meta molto più velocemente.

Il cuore è tutto amore, la mente molto spesso è piena di confusione. Quando diciamo 'cuore' ci riferiamo al cuore spirituale, che è inondato dall'amore divino. Il cuore è straordinariamente significativo, perché in esso si trova la presenza vivente dell'anima. Vero, la coscienza dell'anima permea il corpo intero, ma la sua vera sede si trova nel cuore. L'anima possiede ogni cosa: Pace, Luce e Beatitudine in misura infinita. Noi otteniamo queste qualità divine dentro il cuore direttamente dall'anima. E dal cuore possiamo portarle alla mente, al vitale, e al fisico vero e proprio.

Dio è estremamente semplice. Siamo noi che pensiamo a Lui come a qualcuno di molto complicato. Dio parla il più semplice dei linguaggi, solo che non Lo comprendiamo. Siamo tutti sordi. Siamo stati sordi per millenni. Povero Dio, ci parla costantemente, instancabilmente, ma noi non abbiamo il tempo di ascoltarlo.

La nostra via è quella della semplicità. Un bambino è semplice. Ama sua madre. Non ha bisogno di amare nessun altro, la madre è il suo intero mondo. Dedica se stesso alla madre. Se ella gli chiede di fare qualcosa, lui l'ascolta. Un bimbo è così semplice che cerca di fare tutto il possibile per accontentare la madre, e nel fare questo compie la cosa giusta e raggiunge la sua meta più elevata.

Nella vita ordinaria se qualcuno ama un altro individuo, passa con quello la maggior parte del tempo, dedica il suo tempo prezioso a quella persona. Se si tratta del vero amore umano, non dell'amore divino, ma umano, a volte ci si asserve ai desideri dell'altro, anche se sono assurdi. Ci si asserve perché si è creato un legame interiore ed esteriore basato sull'amore. Così, se si ama un'altra persona, si è pronti a sacrificare per essa anche il proprio prezioso buon senso.

Nella vita spirituale la cosa è completamente differente. L'amore divino non ci lega mai. Al contrario, esso ci espande e ci libera. Quando vediamo e sentiamo che stiamo venendo liberati, interiormente sentiamo un 'obbligo divino' a fare qualcosa per il nostro Pilota Interiore. Come possiamo rimanere indifferenti a Colui che ci ha donato ogni cosa, che ci ha portato il messaggio dell'Amore divino e della Compassione? Sarebbe possibile per noi non offrirgli qualcosa in cambio? Se rimaniamo nella vita esteriore, cerchiamo solo di afferrare e di possedere ogni cosa, anche quello che appartiene agli altri; ma se viviamo nell'anima, cerchiamo di dare costantemente tutto quel che abbiamo e tutto quel che siamo, al nostro Pilota Interiore.

Amore divino significa donare se stessi; ma il semplice dare, il semplice offrire qualcosa non è sufficiente: dev'essere fatto con entusiasmo e con intensa necessità interiore. Noi diamo al Pilota Interiore che è in noi e negli altri. Mentre diamo qualcosa, dobbiamo sentire che stiamo dando al divino nell'altra persona, al Supremo dentro di lui, che in questo momento ha bisogno del nostro aiuto.

Quando offriamo amore divino a qualcuno, dobbiamo farlo con gioia e con tutta l'anima; ma mentre diamo, non dobbiamo sentire di fare un favore all'altra persona, che dato che siamo in una posizione di aiutarla, le siamo superiori. No! dobbiamo sentire che Dio ci ha dato una grande opportunità di essergli di servizio, e dobbiamo essere grati a quella persona, che ci ha offerto l'opportunità di aiutare o servire il Supremo in lei. Dobbiamo sentirci grati per esser diventati i Suoi strumenti eletti, quando Lui avrebbe anche potuto scegliere qualcun altro. Dobbiamo mostrare costante gratitudine per il fatto stesso di essere stati usati dal Supremo. Questo genere di devozione è il nostro servizio di dedizione.

Segue poi l'abbandono. Quest'abbandono non è la sottomissione di uno schiavo al suo padrone. Un padrone comune trova difetti nello schiavo, mentre sente di essere sempre perfetto. Ma nel caso del Supremo, non è così. Quando si occupa di noi, sente che le nostre imperfezioni sono le Sue imperfezioni. Quando trova dei difetti nella nostra natura, sente che sono tutti Suoi difetti. A meno che e finché non saremo perfetti, Dio stesso non si sentirà perfetto. Dio è onnisciente, onnipotente ed onnipresente, è vero; ma quando si tratta della perfezione che dev'essere manifestata sulla Terra, Dio sente di essere ancora imperfetto in me, in te, in tutti. Il messaggio della perfetta perfezione non è ancora sorto sulla Terra. Noi ci abbandoniamo a Dio con tutto il cuore, sapendo perfettamente che ciò che abbiamo è quasi niente e ciò che siamo è quasi niente. Se diamo a Lui la nostra nullità, diveniamo uno strumento eletto del Supremo e consentiamo alla Sua Perfezione di crescere in noi.

Amore, appagamento e Dio stanno sempre assieme. Dio non sarà mai soddisfatto con qualcosa d'incompleto, non realizzato, non appagato e non manifestato. Egli vuole da noi la Realizzazione, la Rivelazione, la Manifestazione e la Perfezione. Se queste cose non avvengono in questa vita, allora dovremo prendere molte più incarnazioni; ma Dio non permetterà mai a nessuno di rimanere non Realizzato ed incompiuto. Oggi è il tuo momento di Realizzare Dio; domani sarà il momento del tuo amico di Realizzare Dio; dopodomani sarà il momento per qualcun altro di Realizzare Dio. Per ogni uomo c'è un momento, che chiamiamo 'l'Ora prescelta di Dio'. All'Ora prescelta di Dio, la persona è destinata a Realizzare Dio.

Sentiamo che la nostra via è più facile e più efficace nel senso che non abbiamo la necessità di leggere migliaia di libri per sapere qual è la Verità. Non dobbiamo esercitare la mente ogni giorno per sapere a cosa assomigli la Verità. No! La Verità è dentro di noi ed anela a venire alla luce, ma purtroppo abbiamo tenuto la porta chiusa e non consentiamo alla Verità di manifestarsi. Come possiamo allora far uscire la Verità dalla sua prigione? Devo dire ancora una volta: tramite l'Amore. Amore per chi? Amore per Dio. E chi è Dio? Dio è la parte illuminata, più elevata, in noi. Dio non è nessun altro e nient'altro che questo.

Io ho una testa e due piedi. Diciamo che la mia testa rappresenta la parte più alta in me e i miei piedi la parte più bassa, la mia ignoranza. Io so che la parte più alta e la più bassa mi appartengono entrambe. La parte più bassa deve entrare nella più alta per essere trasformata, liberata ed appagata. La parte più alta deve entrare nella più bassa per essere rivelata e manifestata.

Nella nostra via il senso di identificazione è assolutamente necessario. La parte più alta deve sentire la sua totale unità con la parte più bassa. La parte più bassa deve sentire la sua totale unità con la più elevata. È inutile dire che la parte più alta sente sempre la sua unità con la più bassa. È la parte più bassa che trova estremamente difficile essere una sola cosa con la più elevata, a causa della sua paura, dei suoi dubbi, della sua gelosia, e così via.

Che tipo di impegno è necessario per seguire la nostra via? Non è lo stesso tipo di impegno che si deve avere in altre organizzazioni spirituali o culturali. In queste organizzazioni si può dover pagare una quota regolare; ma quando vi chiedo di impegnarvi, si tratta di qualcosa di diverso.

Dico che se vedete qualcosa in me, se vedete o sentite la Luce dentro di me, allora se volete seguire la nostra via potete farlo. Non ci saranno richieste di denaro. Non dovete darmi cinque o dieci dollari e nessun'altra cosa del genere. No! Qui si tratta della vostra aspirazione, di quanto sinceri e costanti potete essere nella vostra vita spirituale. Se non siete sinceri, non sarete in grado di correre velocemente, ma se siete sinceri e dedicati, correrete molto velocemente. L'impegno che chiedo sulla nostra via è la regolarità nella meditazione e nell'aspirazione, un sincero anelito interiore. Non chiedo nient'altro a nessun discepolo.

La nostra via, la via del cuore, è anche la via dell'accettazione. Dobbiamo accettare il mondo. Se entriamo in una caverna dell'Himalaya o siamo seduti sulla cima di una montagna, ed aneliamo per il nostro raggiungimento e la nostra soddisfazione personali, non stiamo facendo nulla per il mondo. Sarebbe come se io mangiassi a mio piacimento e lasciassi senza cibo e a digiunare i miei fratelli. Questo non è bene. Se sono un vero essere umano, devo vedere i miei fratelli che mangiano assieme a me. Solo se mangiamo insieme avremo vera soddisfazione.

Allo stesso modo, nella vita spirituale, i veri Maestri spirituali sentono che è loro sacro dovere nutrirsi di fronte all'umanità condividendo con essa il cibo spirituale. Ora, se l'umanità nel suo insieme non vuole mangiare come dovrebbe, se molti sono ancora addormentati e non sentono ancora la fame spirituale, cosa può fare il Maestro spirituale? Ma se ci sono alcuni cercatori sinceramente affamati, il Maestro dice loro: "Il cibo è pronto, mangiamo tutti insieme!"

Nella nostra via di accettazione dobbiamo sapere che la Terra è molto lontana dalla perfezione, ma finché non accettiamo la coscienza della Terra, come possiamo perfezionarla? Se qualcuno ha un dolore, devo massaggiarlo: solo allora il dolore scomparirà. Allo stesso modo, se la Terra è imperfetta in un certo luogo, devo toccarla con la mia aspirazione e attenzione premurosa. Solo allora potrò trasformarla. Fintantoché la coscienza della Terra non è pienamente Realizzata, io cercherò di rimanere sulla Terra per essere di servizio all'umanità con la mia coscienza interiore.


Questo è un discorso che Sri Chinmoy tenne per descrivere il nostro sentiero.