Si deve seguire la propria natura

(Un sant'uomo sta nuotando nel fiume, un uomo seduto pigramente sulla riva lo guarda. Il sant'uomo vede uno scorpione proprio davanti a sé. Provando pena per la povera creatura, lo afferra e molto lentamente e con dolcezza lo pone a terra. Mentre lo fa, lo scorpione lo punge gravemente. L'uomo inizia a gemere dal dolore.)

SANT'UOMO: Desideravo salvarti e l'ho fatto. È questa la ricompensa? Ad ogni modo, ho fatto il mio dovere.

(Pochi minuti dopo lo scorpione cade nuovamente nel fiume. Lo spettatore continua ad osservare.)

SANT'UOMO: Ah, povera creatura, soffri di nuovo, sento il tuo dolore.

(Solleva nuovamente lo scorpione e lo mette sulla riva; ancora una volta lo scorpione lo punge, questa volta ancor più gravemente. L'uomo grida per il dolore atroce.)

SPETTATORE: Sei uno sciocco! Perché l'hai fatto? Hai già sbagliato una volta e hai ripetuto lo sbaglio una seconda volta!

SANT'UOMO: Amico mio, cosa posso farci? La mia natura è amare, la mia natura è salvare. La natura dello scorpione è odiare, la natura dello scorpione è pungere. Devo seguire la mia natura e lo scorpione deve seguire la sua. Se cadrà di nuovo nell'acqua io lo tirerò fuori ancora, non importa quante volte cadrà. Io sarò punto, griderò e gemerò, ma non rinnegherò la mia natura che è amare, salvare, e proteggere gli altri.

(Immediatamente lo spettatore corre nel fiume per toccare i piedi del sant'uomo).

SPETTATORE: Tu sei il mio insegnante, tu sei il mio Guru. Ho cercato, anelato per un Guru. Oggi ho trovato in te il mio vero Guru. Poiché sono tuo discepolo, d'ora in poi se lo scorpione cadrà nel fiume, sarò io a riportarlo a terra.

(Il discepolo canta.)

Amar bhabana
Amar kamana
Amar eshana
Amar sadhana
Tomar charane
Peyechhe ajike thai
Moher bandhan hiyar jatan
Timir jiban shaman shasan
Halo abasan nai nai ar nai

[I miei pensieri,
i miei desideri,
la mia aspirazione,
le discipline della mia vita,
ai tuoi piedi
hanno trovato oggi il loro rifugio.
Il legame degli attaccamenti tentatori
e delle sofferenze del mio cuore,
la vita di oscurità e la tortura della morte,
non vedo più, non sento più.]

(L'uomo aiuta il suo Guru ad uscire dal fiume. Il Guru ora siede sulla riva ed osserva la scena. In pochi minuti lo scorpione cade nuovamente nel fiume. Il discepolo lo afferra e lo mette sulla terraferma, ma lo scorpione non lo punge.)

DISCEPOLO: Maestro, com'è possibile che io non sia stato punto? Pensavo che anch'io lo sarei stato. Tu sei stato punto due volte senza pietà: non capisco.

MAESTRO: Figlio mio, proprio non capisci? Devo dirtelo? Mi crederai?

DISCEPOLO: Per favore, parla! Ti crederò, Maestro!

MAESTRO: Anche lo scorpione ha un'anima, e la sua anima ha detto allo scorpione che se ti avesse punto, anziché metterlo sulla riva lo avresti ucciso istantaneamente. Lo scorpione sapeva che tu non avresti accettato la sua puntura e non avresti tollerato la sua ingratitudine. Da te lo scorpione non aveva alcuna sicurezza della sua salvezza. Lo scorpione non ti ha punto perché sentiva questo. Nel mio caso, l'anima dello scorpione sapeva che non lo avrei mai ucciso, non importa quante volte mi avesse punto; lo avrei semplicemente preso e messo sulla terraferma per la sua salvezza. Anche nel mondo di ogni giorno le persone combattono, litigano, e minacciano gli altri solo quando vedono che i loro rivali sono deboli o che non vogliono combattere. Se incontrano qualcuno più forte di loro, rimangono silenziosi.

DISCEPOLO: Maestro, hai dei discepoli?

MAESTRO: Ho moltissimi discepoli.

DISCEPOLO: Cosa fai con loro?

MAESTRO: Io do e prendo, e prendo e do. Prendo il loro veleno ogni giorno e do loro il nettare. Prendo la loro aspirazione e do loro la Realizzazione. Prendo da loro ciò che hanno, ignoranza, e do loro ciò che ho, saggezza. Loro mi danno la sicurezza della mia Manifestazione e io do loro la sicurezza della loro Realizzazione.

Abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Tu hai bisogno di me cosicché puoi svuotare in me la tua impurità, imperfezione, oscurità ed ignoranza; ed io ho bisogno di te in modo che possa colmarti con il mio tutto, con ogni cosa che è dentro di me. Questo è il modo in cui ci appaghiamo l'un l'altro. La tua natura è darmi ciò che hai: impurità, oscurità, imperfezione, limitatezza, legame e morte. La mia natura è darti ciò che ho: Purezza, Amore, Gioia, Luce, Beatitudine, e Perfezione. Quando la tua natura entra nella mia natura e la mia natura entra nella tua, entrambi siamo totalmente manifestati e totalmente appagati. Questo è il modo in cui il cercatore e l'insegnante appagano l'Eterno Pilota, il Supremo.