Le chiavi mancanti

C'era una volta un Maestro spirituale che aveva una realizzazione molto elevata ma, nella sua vita quotidiana, era un po' smemorato o ciò che si potrebbe chiamare divinamente distratto.

Un giorno il Maestro perse le chiavi della sua stanza. Disse al suo discepolo: "Vasant, hai visto le mie chiavi?"

"No, Maestro," rispose il discepolo, "ma vedrò se riesco a trovarle per te."

"Sì, bambino carissimo, cercale. E prendi Renu per aiutarti. Ti sarò davvero grato, bravo ragazzo, se riesci a trovare le mie chiavi."

Renu e Vasant cercarono le chiavi del Maestro mentre il Maestro aspettava fuori dalla porta della sua camera chiusa a chiave.

"Oh, Renu," disse infine Vasant, "il povero Maestro sta soffrendo così tanto nell'attesa delle sue chiavi. Spero sinceramente che le troveremo presto."

"Sì, Vasant, sono molto triste che il Maestro non possa entrare nella sua stanza. Diamo un'occhiata più da vicino. Devono essere qui da qualche parte."

Renu corse al piano di sopra dal suo Maestro e disse: "Per favore, dimmi, Maestro, sei uscito di casa oggi? Hai portato le chiavi con te da qualche parte?"

"No, sono stato qui tutto il giorno." Poi, si fermò. "Oh sì, sì, sono uscito. Sono andato a fare una passeggiata questo pomeriggio. Forse le chiavi sono nella tasca del mio cappotto. Per favore, vai a dare un'occhiata nelle mie tasche."

In effetti, le chiavi erano là e Renu corse e le diede al suo Maestro. Poiché il Maestro aveva perso mezz'ora a cercare le sue chiavi, ora sarebbe arrivato in ritardo per la meditazione che avrebbe dovuto condurre quella sera nella città, che era a poche miglia dal suo ashram.

Dopo essersi cambiato i vestiti, il Maestro salì in macchina e Renu lo portò nella sala di meditazione. Dopo alcuni minuti di autostrada, Renu chiese: "Maestro, hai infiniti poteri occulti e spirituali. Com'è che non puoi usarli per trovare qualcosa quando è perso? E non avresti potuto soltanto entrare nella stanza senza degnarti di aprire la porta?"

"Sì, bambino mia, è vero, ma faccio finta. Se perdo le chiavi e la mia stanza è chiusa, mi comporto come un mendicante e voi andate a cercare le mie chiavi così che io possa entrare nella mia stanza. Posso entrare senza le chiavi; ho la capacità di entrare con il mio fisico grossolano, ma non infrango la legge cosmica. Posso farlo ma non lo faccio; è proibito. È come una promessa. Quando prometti al tua persona più cara che non farai una cosa particolare, poi non la fai mai. Il Supremo ed io siamo tutt'uno, ma mi ha chiesto di non usare il mio potere occulto su questo tipo di cose. Quante centinaia di volte ho dimenticato di portare le chiavi con me quando vado da qualche parte e poi siamo in tale difficoltà finché non trovo le chiavi o trovo un modo per aprire la porta."

"Ma, Maestro, così spesso sei inutilmente ritardato e disturbato da questo genere di cose."

"Sì, mio carissimo figlio, posso facilmente evitare queste cose, ma non lo faccio. A volte quando perdo o non trovo le cose, rido e rido interiormente perché so che se volessi, potrei facilmente scoprire dove sono. Avevo quella capacità già all'età di quattordici anni. Ma solo perché ho promesso al Supremo che non lo farò, non lo faccio. Lui gioca con me e, come un burattino, faccio quello che Lui vuole! A volte Perdo qualcosa e alla fine devo arrivare alla conclusione che è persa per sempre. Poi devo comprare qualcos'altro per sostituirla."

"Maestro, ti ricordi quando abbiamo cercato il tuo orologio da polso? Per ore e ore l'abbiamo cercato; poi l'hai trovato. Alla fine ti sei ricordato dov'era o alla fine hai usato il potere occulto?"

"Non è che mi ricordassi dov'era; tutt'altro. In quel caso ho solo usato il potere occulto e l'ho ottenuto. Dopo aver sprecato quattro ore, è stata la Volontà del Supremo che usassi il mio potere occulto e lo trovassi."

"Oh, Maestro, se tu usassi il tuo potere occulto tutto il tempo, diventeresti davvero famoso per i tuoi miracoli. La tua missione si espanderebbe dall'oggi al domani e non dovresti lavorare così duramente per manifestare il Supremo."

"Sì, diventerei un venditore di miracoli e allora la tua aspirazione discenderebbe davvero! Mostrare costantemente miracoli senza uno scopo divino è sbagliato, e guardare miracoli solo per curiosità è altrettanto sbagliato. Il divino in te non vuole che tu veda miracoli solo per soddisfare la tua curiosità. Il divino in te vuole che tu aspiri sinceramente e svolga il ruolo che il Supremo ha scelto per te nella Sua Manifestazione divina. Non siamo qui per mostrare le nostre capacità agli altri, ma per fare come il Supremo comanda, poiché Egli è la fonte delle nostre capacità."