Trasformazione, liberazione, rivelazione, manifestazione6

Cari cercatori, cari fratelli e sorelle, desidero fare un breve discorso sulla trasformazione, la liberazione, la rivelazione e la manifestazione - quattro sublimi realtà nella nostra vita di aspirazione.

L'animale in noi ha bisogno di una trasformazione immediata. L'umano in noi ha bisogno di una liberazione cosciente. Il divino in noi ha bisogno di una rivelazione perfetta. Il Supremo in noi ha bisogno di manifestazione completa. Per vedere Dio abbiamo bisogno di trasformazione. Per essere invitati da Dio abbiamo bisogno di liberazione. Per essere amati da Dio abbiamo bisogno della rivelazione. Per essere resi immortali da Dio abbiamo bisogno della manifestazione.

La trasformazione del corpo ci mostra quanto possiamo essere puri. La liberazione del vitale ci mostra quanto possiamo essere dinamici. La rivelazione della mente ci mostra quanto possiamo essere vasti. La manifestazione del cuore ci mostra quanto possiamo essere divini. Possiamo essere puri come l'alba. Possiamo essere dinamici come un guerriero divino. Possiamo essere vasti come il cielo. Possiamo essere divini come l'anima. La trasformazione sta camminando lungo la strada dell'Infinito. La liberazione sta marciando lungo la strada dell'Immortalità. La rivelazione corre lungo la strada dell'Eternità. La manifestazione sta volando velocissimamente verso la Realtà sempre trascendente.

Quando siamo liberati dal vincolante passato e trasformati, non rimaniamo nella gabbia del corpo; iniziamo a vivere nel palazzo dell'anima. Quando siamo trasformati, cambiamo le nostre amicizie. La notte dell'ignoranza non è più nostra amica. Invece, luce di conoscenza diventa il nostro vero e caro amico. Quando siamo trasformati cantiamo un canto diverso. Smettiamo di cantare il canto del finito. Cantiamo il canto dell'Eterno per diventare l'Infinito.

Quando siamo liberati dalle maglie dell'ignoranza, arriviamo a realizzare ciò che siamo eternamente: Dio il sognatore, Dio l'amante e Dio il realizzatore. In quel momento, vogliamo rivelare noi stessi. A meno che e finché non abbiamo rivelato la nostra divinità, non possiamo provare l'esistenza di Dio sulla terra. Il mondo può pensare che tutte le nostre esperienze sublimi siano allucinazioni mentali, nebbie chimeriche e atti di autoinganno a meno che non possiamo rivelare la Divinità di Dio dentro di noi. Ma quando possiamo rivelare la nostra divinità interiore agli altri, loro vedranno che la nostra barca di sogno ha toccato la Sponda della Realtà. E quando manifestiamo la nostra divinità interiore, in quel momento la Sponda d'Oro dell'Aldilà si stabilisce saldamente nel qui-e-ora.

Trasformazione. Nell'antico passato, i cercatori dell'Altissimo non si preoccupavano tanto della trasformazione della natura, della trasformazione fisica, vitale ed emotiva. Si preoccupavano solo della propria realizzazione. Essi realizzarono l'Altissimo, ma nonostante ciò, la loro natura fisica rimase swnza luce, oscura, imperfetta.

Liberazione. Nell'antico passato, molte anime liberate si preoccupavano solo della propria liberazione. A loro non importava la liberazione del mondo in generale. Sentivano che, poiché era così difficile per loro ottenere la liberazione, anche tutti gli altri avrebbero dovuto lavorare sodo. Inoltre, sentivano che tutti avrebbero realizzato Dio, tutti sarebbero stati liberati nell'Ora scelta da Dio, e che non era compito loro accelerare quest'Ora.

Rivelazione. Nell'antico passato, i cercatori della più elevata grandezza non si curavano della rivelazione. Pensavano che se avessero rivelato ciò che avevano realizzato, allora c'erano tutte le possibilità che l'ignoranza del mondo avrebbe catturato la loro luce di conoscenza e altezza di saggezza. Avevano paura di rivelare la loro divinità interiore. Essi realizzarono la Verità più elevata, ma non vollero condividerla con il resto del mondo perché la paura, la paura dell'ignoto, torturava la loro esistenza interiore.

Manifestazione. Nell'antico passato, i cercatori della più elevata grandezza, le anime liberate, i grandi Yogi, non si curavano della manifestazione. Sentivano che qui sulla terra nulla vale la pena di manifestarsi, perché nulla può durare per sempre. Sentivano che questo pianeta è la dimora del dolore, della sofferenza, quindi perché cercare di stabilire qualcosa di divino qui in modo permanente? Sentivano che non c'era alcuna certezza, nessuna garanzia che questo mondo sarebbe stato trasformato nel flusso della divinità; quindi, non si curavano della manifestazione.

Ma il cercatore di oggi vuole la perfezione dentro, la perfezione fuori. A meno che e finché il corpo non è perfetto, il vitale non è perfetto, la mente non è perfetta e il cuore non è perfetto, sentiamo che la perfetta perfezione è ben lontana. Il processo è lungo e arduo, ma una volta che riusciamo in questo compito sublimemente significativo, raggiungiamo la Sponda d'Oro dell'Aldilà.

Il motto dello stato dell'Oregon è "L'Unione". Qui siamo tutti cercatori. Un cercatore è colui che pratica la spiritualità. Ora, la spiritualità ha una parola segreta e sacra da offrire: la parola è Yoga. Yoga significa unione consapevole con Dio. Sono davvero felice che il motto di questo stato racchiuda lo stesso ideale del respiro della spiritualità, che è lo Yoga. Occorre stabilire l'unione tra il finito e l'Infinito, tra l'uomo imperfetto di oggi e il Dio perfetto di domani.

Come stabiliamo la nostra unione cosciente con Dio? Ci sono vari modi per farlo. In primo luogo, possiamo ridurre al minimo i nostri bisogni terreni e quindi impegnarci per aumentare i nostri bisogni celesti. Poi dobbiamo piangere interiormente per Dio, come un bambino piange per sua madre. Il Signore Supremo soddisferà il nostro pianto interiore di aspirazione. Due concetti governano il mondo in lungo e in largo: desiderio e aspirazione. Il desiderio ci lega; l'aspirazione ci libera. Il desiderio ci fa sentire che siamo del finito e siamo costretti ad essere per il finito. L'aspirazione ci dice che siamo dell'Eterno e per l'Infinito. Infinito, Eternità e Immortalità non sono termini vaghi, ma realtà divine che stanno cercando di emergere in modo che possiamo diventare il Dio di domani.

Oltre a piangere interiormente, dobbiamo anche sentire consapevolmente che Dio ha bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno di Dio. Come normali esseri umani abbiamo bisogno di Dio per soddisfare i nostri brulicanti desideri. Quando diventiamo cercatori spirituali, abbiamo bisogno di Dio solo per una cosa: scoprire la nostra più elevata Altezza trascendentale, la nostra più profonda Profondità trascendentale. E le scopriamo quando realizziamo Dio. Ora, proprio come abbiamo bisogno di Dio per la nostra realizzazione, così Dio ha bisogno di noi per la Sua stessa Manifestazione. Deve manifestarsi in e attraverso di noi. Lui era uno; quella era la Sua realizzazione del Silenzio. Voleva diventare molti; quella era la Sua manifestazione del suono. Quando raggiungiamo la Sua Realizzazione ed Egli ottiene in e attraverso di noi la Sua Manifestazione, sorge la perfetta Perfezione. Quando sentiamo che siamo di Dio e per Dio, vediamo che siamo del Silenzio che tutto pervade e per il Suono cosmico che tutto appaga. In quel momento siamo totalmente liberati, rivelati e trasformati.

Ogni cercatore rappresenta una promessa a Dio. La promessa è la sua stessa trasformazione fisica. Vuole liberare la sua vita terrena e libera la sua vita terrena grazie all'illimitata Compassione del sommo Assoluto Supremo. La promessa a Dio di ogni cercatore è di manifestare Dio sulla terra nel Modo di Dio. Il cercatore adempie la sua promessa solo quando dona a Dio con gioia, allegria e incondizionatamente ciò che ha e ciò che è. Ciò che ha è un anelito interiore, e ciò che è è ignoranza. Quando dona a Dio devotamente, con tutta l'anima e incondizionatamente la sua realizzazione: l'anelito interiore, e la sua realtà presente: l'ignoranza, allora il cercatore è trasformato, liberato, rivelato e manifestato nel Modo di Dio.


FFB 113. Portland State University, Portland, Oregon, 22 aprile 1974 — 10:00.