Cosa mi ha insegnato la vita?5

Cosa mi ha insegnato la vita? La vita mi ha insegnato come escludere e includere, come escludere l'irrealtà e come includere la realtà. Quando sento che sono di Dio e per Dio, divento la realtà appagante. Quando sento che sono di me stesso e per me stesso, divento l'irrealtà autoingannevole.

La realtà svela, rivela e compie.
L'irrealtà vela, nasconde e uccide.
La realtà si espande e trascende.
L'irrealtà piange e muore.

Cosa mi ha insegnato la vita? La vita mi ha insegnato la coscienza, il buon senso e il senso di Dio. Il mio cuore utilizza la coscienza; perciò, il mio cuore è puro e coraggioso. La mia mente utilizza il buon senso; quindi, la mia mente è chiara e diretta. La mia anima utilizza il senso di Dio; perciò la mia anima è divina e perfetta.

La vita mi ha insegnato come vivere e imparare, come imparare e vivere, come vivere e vivere, come imparare e imparare. Quando vivo e imparo, cerco di saltare sul ramo più alto dell'albero invece di arrampicarmi direttamente dai piedi. Quando imparo e vivo, prima faccio la cosa prioritaria: cammino e poi corro. Quando vivo e vivo senza prima imparare la lezione interiore e scoprire la vera essenza della mia vita, inganno deliberatamente il divino in me e il divino negli altri. Quando imparo e imparo, espando costantemente la mia coscienza legata alla terra e trascendo la mia realtà legata alla terra.

La vita mi ha insegnato come imparare, disimparare e reimparare. Io imparo. Imparo il canto del dovere divino. Compiendo il dovere divino, so che adempio il divino in me, il Supremo in me. Imparo il canto del cuore da bambino, perché so che se ho un cuore da bambino, avrò sempre l'entusiasmo e l'impulso interiore di realizzare il divino imparando e scoprendo la Realtà stessa.

Ogni volta che imparo qualcosa, cammino in avanti verso la mia Meta predestinata, la mia Meta trascendentale. Quando apprendo che la mia vita è Dio la Luce, allora durante la mia preghiera e meditazione colma d'anima sento che Dio la Pace Infinita, Dio la Luce Eterna, Dio la Vita Immortale mi rivendicano nei più intimi recessi del mio cuore come Suo. In quel momento, io rivendico l'Infinito di Dio come la mia lunghezza, l'Eternità di Dio come la mia altezza e l'Immortalità di Dio come la mia profondità, la profondità del mio essere silenzioso. In quel momento divento consapevolmente tutt'uno, inseparabilmente, eternamente uno, con il Pilota Interiore, l'Assoluto Supremo.

Io disimparo. Io disimparo il canto dell'importanza personale e dell'autoesaltazione. Come cercatore, devo disimparare anche molte altre cose. La mia mente è piena di informazioni e vuota di illuminazione. Se la mia mente è piena di informazioni, allora mi sento un asino che porta un carico pesante sulla schiena. Quello di cui ho bisogno non è l'informazione del mondo, ma l'illuminazione del mondo. Quindi prima devo disimparare queste informazioni del mondo, perché per ottenere l'illuminazione del mondo ho bisogno di una mente di chiarezza, una mente di luminosità. Inoltre, devo disimparare la capacità della mente fisica. La mente fisica mi insegna come dubitare, come sospettare, come sminuire e come legare me stesso e gli altri. Quando dubito degli altri con la mia mente fisica, non guadagno nulla; allo stesso tempo, essi non perdono nulla. E quando dubito di me stesso, scavo immediatamente la mia stessa fossa.

Io imparo di nuovo. Io reimparo il canto dell'unione con Dio, della consapevole unione con Dio. Quando sono in Paradiso, sono l'anima. Là Dio ed io siamo una sola cosa, inseparabilmente una. Ma quando io, come anima, entro nell'arena del mondo e assumo un involucro fisico, allora entro nel mondo della schiavitù, della limitazione, dell'oscurità e dell'ignoranza. Là divento la coscienza del corpo. Se prendo la coscienza del corpo come la mia realtà, allora non posso imparare nulla dalla vita, perché la coscienza del corpo è limitata, senza luce, oscura, impura, non divina. Ma quando penso a me stesso come alla Realtà dell'Anima, ho l'opportunità di reimparare la verità che Dio e io siamo eternamente tutt'uno.

La vita mi ha insegnato come esaminare l'essenza del silenzio di Dio e del suono di Dio. Quando uso i miei occhi umani per esaminare la Realtà di Dio, sono totalmente perso. Ma quando uso il mio cuore per esaminare la Realtà di Dio, il mio cuore vede immediatamente la vera Realtà, grazie alla sua totale identificazione con la Realtà. Gli occhi fisici sono molto spesso fuorviati, ma il cuore interiore non può essere fuorviato. Il cuore interiore è il rappresentante diretto dell'anima che illumina, che è tutt'uno con la Sorgente. Finché uso la mente fisica, vedo gli altri come altri; ma quando uso il cuore che aspira non c'è tu, non lui, non lei, solo Io — l'Io Universale, e non l'ego limitato. Quindi, quando uso il mio cuore, divento la Realtà. Ma quando uso la mia mente o i miei occhi fisici, sono abbastanza spesso ingannato e rimango insoddisfatto.

Quando non aspiro, la mia vita mi insegna la frustrazione e spingo e tiro. Spingo la mia vita verso qualcosa, ma alla fine mi rendo conto che questo qualcosa è un nulla senza scopo. Mi tiro verso la piccola, gracile coscienza dell'ego, e vedo che mi sono tirato verso una realtà vuota. Ma quando non spingo né tiro, offro semplicemente la mia esistenza nella sua totalità al Pilota Interiore, consapevolmente divengo ciò che sono eternamente: la Coscienza di Dio.

Come cercatore, so che la mia vita mi ha insegnato come amare e chi amare. Come amare? Devotamente, con tutta l'anima e incondizionatamente. Chi amare? Dio nell'uomo e l'uomo in Dio. Quando amo Dio nell'uomo devotamente, con tutta l'anima e incondizionatamente, divento tutt'uno con Dio l'Unità. Quando amo l'uomo in Dio, divento tutt'uno con Dio la Molteplicità. Uno è la Fonte; molte sono le manifestazioni dell'Uno. L'albero ha bisogno di rami; i rami hanno bisogno dell'albero. Amando Dio, il cercatore in me diventa l'albero stesso, e amando l'uomo, diventa i rami.

La vita ha insegnato al cercatore in me come dedicarmi alla mia parte superiore e alla mia parte inferiore. Quando la parte inferiore in me si dedica alla parte superiore, la parte superiore ottiene ulteriore forza per la sua manifestazione. Quando la parte superiore si dedica alla parte inferiore del mio essere, la parte inferiore ha l'opportunità di trasformarsi.

La vita ha insegnato al cercatore in me come arrendersi. Mi arrendo con tutta l'anima, devotamente e incondizionatamente alla mia realtà superiore. Questa realtà superiore racchiude e incarna ogni cosa come sua, quindi quando mi arrendo divinamente, sento che la parte non illuminata di me si sta arrendendo alla parte completamente illuminata di me. Quando l'Ora di Dio suona e il non illuminato diventa completamente illuminato, e l'illuminato diventa pienamente manifesto, allora tutto il mio essere diventa totalmente divino e perfetto.

Quando vivo la vita animale, vedo l'oscurità tutt'intorno e sento che questa oscurità è la mia unica realtà. Quando vivo la vita umana, vedo un briciolo di luce e sento che un giorno potrò bagnarmi in un mare infinito di Luce. Quando cerco di condurre la vita divina, sento che il mio Pilota Interiore mi ha già aperto la strada per camminare lungo il sentiero verso la Sua Realtà ultima. In quel momento, sento che la Barca dei Sogni di Dio mi sta portando alla Sua Sponda della Realtà - la Sponda d'Oro dell'Aldilà sempre trascendente.

L'anima mi dice che la vita è perfezione. Non stiamo viaggiando dall'imperfezione alla perfezione, ma dalla minore perfezione alla maggiore perfezione, alla perfezione più grande. Nel processo di evoluzione, la vita è un continuo progresso. Questo progresso è la perfezione che mira alla più elevata Perfezione Assoluta. Quando la vita è iniziata dal mondo minerale, è stato l'inizio della perfezione della vita. Ma non c'è fine al nostro progresso. La perfezione di oggi è il punto di partenza per la perfezione più alta, più profonda, più illuminante e più appagante di domani.

La vita mi ha insegnato qualcosa di sublime: che non sono indispensabile; solo il Supremo in me è indispensabile. La vita vuole offrirmi la felicità, e la vera felicità sta solo in questa scoperta. Quando qualcuno sente che solo il Supremo in lui è indispensabile, allora la sua vita è tutta felicità.

Infine, la vita mi ha insegnato la cosa più importante: che Dio e io abbiamo bisogno l'uno dell'altro. Io ho bisogno di Dio per la mia perfetta perfezione, e Dio ha bisogno di me per la Sua totale Manifestazione sulla terra. Questa è la lezione suprema che la vita deve insegnare e la sto offrendo a ogni cercatore qui presente.

Gentilezza

Ieri ho scoperto la gentilezza in me stesso.
Oggi vedo quanto sono bello e colmo d'anima.
Ieri ho scoperto la gentilezza nell'umanità.
Oggi vedo quanto sia significativa e feconda l'umanità.


FFB 112. Memorial Chapel, Stanford University, Stanford, California, 19 aprile 1974 - 20:00.