Domanda: La sofferenza aumenta la fame interiore?4

Sri Chinmoy: Quando la fame interiore aumenta attraverso la sofferenza, ti dico che questa fame non dura. Questa fame sarà soddisfatta dopo poco tempo e poi di nuovo entrerai nella vita dell'ignoranza e sarai subito assalito da più sofferenza. La vera fame aumenta costantemente attraverso la gioia interiore, la soddisfazione interiore. In quel momento stai costantemente trascendendo te stesso.

Quando uno soffre, in quel momento Dio diventa reale per lui. Ci sono molti atei; per loro non c'è Dio. Ma quando i loro figli si ammalano ed sono in situazione critica, immediatamente invocano Dio o la Luce o qualche Potere. Qualcuno sta passando oltre la cortina dell'Eternità, quindi sentono che è tempo di invocare un potere superiore, una luce superiore, qualcosa che non hanno e che viene da qualche altra parte. Invocano qualcosa e quel qualcosa è Dio. Sono atei assoluti; non credono affatto in Dio. Ma in quel momento Dio entra in scena solo perché stanno soffrendo. Ma nel momento in cui la loro sofferenza finisce, la vita di tentazione o vita d'ignoranza li coglie e dimenticano Dio.

Quindi, se dobbiamo andare da Dio attraverso la sofferenza, alla fine verrà la tentazione e ci porterà via. Se sentiamo di dover andare a Dio tagliandoci le braccia o le membra, se sentiamo che quando soffriamo, in quel momento Dio ci ascolterà, stiamo commettendo un errore deplorevole. La via positiva per andare da Dio è attraverso l'amore, attraverso la gioia. Lo amiamo costantemente; ecco perché stiamo ricevendo gioia. Solo perché siamo nella gioia, Lo amiamo. Se vogliamo aumentare il nostro anelito interiore, allora dobbiamo amare di più Dio ed essere allegri interiormente ed esteriormente. È attraverso l'allegria costante che aumenta il nostro amore per Dio. Rimanendo sempre in uno stato di malinconia non faremo progresso. Stiamo solo cercando di attirare la simpatia del mondo e diventare un oggetto di pietà. Ma non è così. Il modo giusto è avere sempre una gioia spontanea. Dalla Delizia siamo venuti al mondo, nella Delizia cresciamo e, alla fine del nostro viaggio, nella Delizia ci ritiriamo. Questa è la nostra filosofia.

La gioia e l'allegria non sono una vita di piacere. No! È la consapevolezza cosciente della nostra divinità interiore. Quando siamo felici, quando siamo davvero felici, stiamo facendo vero progresso. Attraverso la sofferenza si può progredire, ma prima di progredire si maledice Dio. "Lui è felice, lei è felice, tutti sono felici. Come mai io soffro?" Quindi, prima di invocare effettivamente la luce, molto spesso fraintendiamo Dio, lo critichiamo e troviamo difetti in Lui. Ma quando siamo felici, in quel momento non critichiamo Dio. Al contrario, mostriamo la nostra gratitudine. Ci ha reso felici, mentre ci sono molti che sono ancora infelici perché si crogiolano nei piaceri dell'ignoranza. Quando diventiamo un cuore felice, andiamo avanti, ci immergiamo nel profondo, voliamo. In quel momento facciamo notevole progresso. Il progresso è nel movimento, e questo movimento arriva solo quando abbiamo gioia e diventiamo gioia.


SPO 10-19. Risposte alle domande dopo il discorso Visione del Cielo e realtà terrena.