I sandali del Maestro

Il re Shivaji era così felice di servire il suo Maestro nel tempio. Dopo qualche tempo, il suo Maestro gli chiese: "Vuoi restare qui permanentemente?"

"Sì, è quello che voglio," rispose il re. "Non tornerò nel mio regno."

"Ma io voglio che tu torni nel tuo regno," disse Ramdas.

Il re Shivaji era perplesso. "Non vuoi che io abbia questo tipo di felicità? Ti prego, credimi, non voglio il mio regno. Voglio stare qui ai tuoi piedi. Lascia che qualcun altro si prenda cura del mio regno. Voglio restare qui. Voglio essere tuo servitore per sempre."

Ramdas disse: "No, devi tornare indietro."

Alla fine, Shivaji fu costretto ad accettare il comando del suo Maestro. Mentre se ne andava, implorò Ramdas: "Non puoi darmi almeno i tuoi sandali? Li metterò sul trono."

Ramdas diede volentieri al re i suoi sandali. Poi disse: "Verrò ogni tanto a visitarti. Ma ricorda: tu non sei il re. Tu sei un semplice strumento. Io sono il re."

Shivaji si inchinò e rispose: "Se tu sei il re, allora sono completamente pronto a tornare indietro. Poiché sono stato tuo schiavo qui, sono pronto a tornare nel mio regno e là essere tuo schiavo. Interiormente mi guiderai, e farò tutto nel modo in cui vuoi tu."

È così che Shivaji tornò a governare il suo regno. Prese i sandali del suo Maestro e li mise sul trono con l'assoluta fede che lo avrebbero guidato e protetto in ogni momento. La stessa cosa accadde anche nella vita del nostro primo Avatar, Sri Ramachandra. Quando Sri Ramachandra fu costretto ad andare in esilio per quattordici anni, suo fratello Bharat prese i suoi sandali e li mise sul trono come simbolo che si sarebbe preso cura del regno solo fino al ritorno di Rama.

Sri Chinmoy, Shivaji, Agni Press, 1997