Domanda: Come possiamo sentire che la nostra obbedienza è spontanea e gioiosa, anziché forzata?

Sri Chinmoy: L'obbedienza forzata non ci darà mai gioia! Una volta in America gli schiavi neri erano costretti a servire i loro padroni bianchi… potevano mai essere felici? In India ci sono ancora dei 'coolies' [wikipedia: " lavoratore indiano o cinese provenienti dai villaggi più poveri pagati poco e di rado…"]. Pensi che ricevano gioia spontanea dalla loro obbedienza? Otteniamo gioia spontanea solo quando ci identifichiamo con la persona a cui stiamo obbedendo.

Quando ci identifichiamo con la nostra mente e facciamo ciò che essa ci dice, immediatamente riceviamo un certo tipo di gioia o felicità… Poniamo che la mente ci dica che è il momento giusto per andare a correre perché l'aria ora è fresca… dato che ci siamo identificati con la mente, andiamo fuori a correre con gioia. Ma supponiamo che in quel momento il cuore dica: "No, dato che il clima è fresco e la mente è tranquilla, è il momento giusto per leggere i libri di Guru o per cantare dei canti spirituali." Se in quel momento siamo identificati con il cuore, otterremo gioia spontanea leggendo libri spirituali o cantando canti spirituali.

Anche se riceviamo un certo tipo di felicità quando ci identifichiamo con la mente e facciamo ciò che la mente ci dice, quel tipo di felicità non è vera gioia. Quando la mente ci chiede di fare qualcosa, molto spesso crea in noi milioni di dubbi. Ora ci dice di fare una cosa, e il momento dopo non ne è più convinta e ci dice di fare qualcos'altro. Ora ci dice di aver fede nella nostra vita spirituale, e noi siamo felici della nostra fede, il momento dopo ci crea dei dubbi e noi riceviamo gioia dal dubitare della nostra vita spirituale. Identificandoci con la giocoleria della mente, possiamo con furbizia avere felicità spontanea — ora dubitando di Dio, e appena dopo dalla nostra fede in Dio — ma questo non ci darà mai vera gioia.

Cosicché, dobbiamo usare la nostra saggezza, e capire con cosa identificarci e chi considerare come nostra guida: la mente o il cuore. Ora la mente ci comanda di fare qualcosa, ma poco dopo ritorna con dubbio ed esitazione… e mentre noi dubitiamo ed esitiamo, la mente è altrove, a godersi il nostro dubitare ed esitare. Non ci aiuta in alcun modo, non fornisce alcuna determinazione. Allo stesso tempo invece il cuore non solo ci dice di fare la cosa corretta, ma ci aiuta a farla, a fare la cosa che accelererà il nostro progresso spirituale e che avvicinerà l' 'Ora di Dio'. È quindi dall'identificazione con il cuore e dall'ubbidire al cuore che possiamo ricevere gioia spontanea.

Il cuore ci dice di pregare e meditare, e la gioia che riceviamo dalle nostre preghiere e meditazioni, è vera gioia. È vero che non possiamo pregare e meditare per ventiquattr'ore al giorno, perché lavoriamo e portiamo avanti tutte le nostre attività… ma durante il giorno possiamo ricordare la gioia che abbiamo ricevuto dalla nostra meditazione mattutina. Al mattino siamo rimasti nel cuore-giardino per un certo tempo, poi siamo entrati per così dire nella nostra mente-giungla: ma anche da qui possiamo ricordare la bellezza e il profumo provati al mattino nel nostro cuore-giardino, ed essi ci daranno grandissima gioia.