Domanda: A volte, quando vediamo la condizione del mondo, e la mancanza di aspirazione dell'umanità, è difficile rimanere felici.
Sri Chinmoy: È difficile restare felici, perché il mondo soffre, ma dobbiamo ricordare che abbiamo un nostro mondo interiore. Se Dio vuole che noi piantiamo alcune nuove piante nel nostro giardino-del-cuore, o vuole che lo innaffiamo, o che lo puliamo, o che gli diamo il concime, è questo ciò che dobbiamo fare. Allo stesso modo, se Lui ci chiede di fare qualcosa nel mondo esteriore, di manifestarlo, dovremmo svolgere quel lavoro. Non importa cosa Dio ci chieda di fare, faremo del nostro meglio, ma poi dobbiamo arrenderci.Stiamo cercando di cambiare il volto del mondo, il destino del mondo, ma il mondo non lo vuole, cerchiamo di dare saggezza a qualcuno, ma lui ci fraintende e ci critica, cosicché dobbiamo obbedire ad una sola Persona, il nostro Pilota Interiore. Se Lui ci chiede di dare qualcosa ad una persona, lo faremo, se in cambio tale persona ci deride o ci critica, se il nostro dono non viene accettato, non è un nostro problema: il nostro compito è quello di abbandonarci al Pilota Interiore.
Quando preghiamo e meditiamo, dobbiamo scoprire la Volontà di Dio ubbidendo agli Ordini di Dio. Dobbiamo scoprire cosa Lui vuole da noi, dopodiché, è sufficiente che riusciamo ad eseguire la Volontà di Dio, in misura della nostra capacità e con la massima sincerità.
Ci guardiamo intorno e ci aspettiamo che il mondo cambi da un giorno all'altro, ma non succede cosí: i nostri vicini di casa, i nostri cari, non cambiano. Noi faremo del nostro meglio, potremmo essere fraintesi esteriormente, ma interiormente possiamo offrire pensieri positivi. Se esteriormente non cambia niente, che possiamo fare? Se è Volontà di Dio, continueremo, se non lo è, smetteremo. Possiamo restare felici solo eseguendo la Volontà di Dio. Se Dio dice: "Fai questo!", noi lo faremo, e poi ce ne "dimenticheremo." Se Dio dice: "Non far questo!", noi semplicemente non lo faremo.
La nostra felicità deve venire dal nostro servizio a Dio nell'umanità. Quando stiamo di fronte all'umanità, non dobbiamo dimenticare che stiamo servendo l'umanità precisamente perché Dio è dentro di essa. Se Dio, che è nell'umanità, sa quanto sinceramente abbiamo cercato di farlo, e se è compiaciuto del nostro sincero sforzo, dovremmo essere felici indipendentemente dai risultati.
La nostra difficoltà sta nel fatto che lavoriamo con impegno, offriamo conferenze, cerchiamo di rendere migliore il mondo, ma sentiamo che quest'ultimo sta solo peggiorando, ma solo Dio sa se il mondo sta davvero migliorando o peggiorando. Dio vuole da noi solo il nostro impegno sincero. Se pensiamo ai risultati, se pensiamo che ogni cosa è rimasta pessima proprio come prima, allora ci diremo: "A che serve pregare Dio?" Se non serviamo Dio per Dio stesso, se pensiamo che lo stiamo facendo per noi stessi, siamo destinati allora ad esserne frustrati. Se serviamo Dio per Dio, anche se non abbiamo successo, anche se non raggiungiamo il cosiddetto successo esteriore, a Dio non importa: Lui vuole solo vedere se noi stiamo seguendo il suo Comando sinceramente. In tal modo, se riusciamo a mantenere solida e sicura la nostra connessione con Dio, riusciremo a restare felici.