Domanda: Non medito mai consciamente sulla mia anima; medito solo sul Supremo: è un errore?

Sri Chinmoy: Non c'è niente di sbagliato se ti concentri sul Supremo! Forse il Supremo è un po' più elevato della tua anima!

Quante persone anche solo pensano, quotidianamente, alla propria anima, per non parlare di sentirne l'esistenza, che è infinitamente più difficile? Molte persone entrano in un tempio o una chiesa, ma quanti danno importanza all'altare? Alcuni ci lavorano, altri camminano qua e là nel tempio, ma quanti anche solo guardano l'altare? Il corpo è il nostro tempio, e dentro al corpo c'è l'anima, l'altare; ma non prestiamo alcuna attenzione all'anima. Molti miei studenti, per non parlare degli altri esseri umani, non sono consapevoli della loro anima e non pensano ad essa neanche un secondo in tutto il giorno. Però l'anima è la nostra ricchezza interiore più preziosa, è la ricchezza interiore più preziosa del nostro corpo, vitale, mente, e cuore.

Il più delle volte facciamo come i corvi: quando il corvo mangia, tiene gli occhi chiusi: sente che se lui non può vedere gli altri, questi non potranno vedere lui. Gli esseri umani agiscono allo stesso modo: siccome il nostro terzo occhio è chiuso e non vediamo la nostra anima, pensiamo che nessuno ci stia osservando, ma qualcuno lo sta facendo, con gli occhi bene aperti, e quegli è l'anima. L'anima non è addormentata, ci osserva costantemente, se abbiamo poca fede nell'esistenza dell'anima, possiamo dire che ci sta osservando segretamente; ma non è così: ci osserva apertamente, solo che non la vediamo.

Dato che sentiamo che non c'è nessuno dentro di noi ad osservarci, lasciamo che sia la nostra mente, o il nostro vitale agitato, a governarci. Lasciamo che la nostra coscienza fisica ci costringa a fare tante cose non-divine, sentendo che solo la nostra mente o il nostro vitale siano consapevoli del nostro comportamento, ma, indipendentemente da cosa il corpo, il vitale, la mente, e il cuore vogliano fare in e attraverso di noi, se sentiamo che c'è un terzo testimone che ci osserva — infinitamente più elevato e infinitamente migliore — saremo costretti a comportarci bene. Nella vita umana ordinaria, se un bambino sa che il padre lo sta guardando, cerca di non comportarsi male, se lo fa, sa che suo padre potrebbe punirlo; ma se il bambino pensa che suo padre è in ufficio o fuori città, farà tutto quello che vuole.

Ancora, è possibile che qualcuno faccia sentire a se stesso che si sta comportando male in segreto e che l'anima non stia osservando, ma si inganna solamente. L'anima lo osserva in ogni momento, ma non agisce subito: attende il momento giusto per illuminarlo o per punirlo ancora, la punizione stessa è illuminazione.

Così, se crediamo nell'esistenza dell'anima, prenderemo la nostra vita esteriore più seriamente, dato che sappiamo di non avere il permesso di fare certe cose. E se non crediamo nell'anima, se non sentiamo la necessità di compiacere l'anima, per noi allora non c'è alcuna vita spirituale.

Questo corpo se ne andrà, questo vitale se ne andrà, questa mente se ne andrà, ogni cosa ci lascerà, tranne l'anima. L'anima prende il corpo per trasformarlo e per manifestare la Luce divina, poi, dopo quaranta, cinquanta, sessanta, settanta, o ottant'anni, torna nella sua regione. Se il corpo, vitale e mente hanno fatto cose positive, l'anima porta con se la quintessenza dei loro raggiungimenti; ma se non hanno fatto nulla di buono, non prende niente dal corpo, vitale o mente. Il cuore di solito fa alcune cose buone, così da esso l'anima può portare qualcosa. Poi, dopo qualche tempo, l'anima prende un nuovo corpo, vitale, mente e cuore.