I problemi matrimoniali non finiscono mai, Parte I9

Sessant'anni fa in una piccola città della California c'era un Maestro spirituale che aveva cento discepoli. Un giorno un giovane, un discepolo, andò dal Maestro e disse: "Maestro, Maestro, voglio ucciderla!"

"Chi vuoi uccidere?" chiese il Maestro.

"Quella nepalese!"

"Cosa ti ha fatto?"

"Incredibile e insopportabile! Frequenta altri uomini. Maestro, tu sai che ci siamo separati qualche anno fa perché non andavamo d'accordo. Ma anche se non siamo più sposati, ci tengo ancora a lei!"

"Ora che sei separato da lei, che diritto hai di occuparti della sua vita personale?"

"Legalmente non ho alcun diritto. Ma moralmente e spiritualmente, sento di averne il diritto."

"Non hai alcun diritto. Sei legalmente divorziato da lei. Tu hai la tua vita e lei ha la sua."

"Ma Maestro, mi addolora così profondamente che lei si incontri con altri uomini!"

"Figlio mio, si è aperto un nuovo capitolo sia nella tua vita che nella sua. Non puoi seppellire il triste passato nell'oblio? Tu dici di avere obblighi morali e spirituali nei suoi confronti. È assurdo da parte tua accarezzare un'idea del genere a questo punto. Lei appartiene a Dio, e anche tu appartieni a Dio."

"Maestro, è vero che io appartengo solo a Dio. Ma lei appartiene a Dio e anche ad alcuni uomini. Non avrei mai saputo che potesse essere così poco-divina. Maestro, perché non la cacci via dal tuo ashram?"

"Se la caccio via, prima o poi dovrò farlo anche con la maggior parte dei miei discepoli, se non tutti. Cacciar via non servirà a niente. Anche cacciare i suoi fidanzati non servirà a niente. Mandar via tutti i miei discepoli, tutti i miei discepoli privi di aspirazione che sono nel mondo emotivo, non servirà a nulla. Tu e lei siete ugualmente colpevoli: lei per la sua vita emotiva e tu per il tuo attaccamento indebito, infondato e irrealistico a lei. Dovresti essere devoto solo a Dio. Non dovresti essere attaccato a nessuno."

"Ma Maestro, ogni mattina lei rovina la mia coscienza. Ogni mattina quando inizio a meditare, lei entra nella mia mente. Cattura tutto il mio essere e rovina tutta la mia aspirazione."

"Lei entra nella tua mente o tu entri tu nella sua coscienza?"

"Ti assicuro, Maestro, è lei che entra in me."

Il Maestro scoppiò a ridere: "Senti da che pulpito viene la predica!"

"Non penso a lei, Maestro. È lei che pensa a me e non riesco a liberarmi di lei. È lei che bussa alla mia porta mentale. Per pura cortesia apro la porta e quando la faccio entrare mi sento completamente perso."

"Sciocco! È la tua cortesia o è la tua debolezza che ti fa aprire la porta e la fa entrare?"

"Maestro, se è la mia debolezza, allora come mai non mi hai dato la forza per superare questa debolezza? Sono stato tuo discepolo per così tanto tempo. Soffro molto della mia vita emotiva, della mia vita di attaccamento."

"Soffri perché non vuoi rinunciare a quel tipo di vita."

"Maestro, è molto facile per te dirmi di rinunciare alla mia vita emotiva e vitale."

"Non dico che sia un compito facile, ma se ci provi puoi farlo."

"Maestro, ci sto provando da così tanto tempo. Ora vedo che non c'è speranza, non c'è scampo per me."

"Figlio mio, la speranza c'è tutta. E non devi scappare. Non sei un ladro. Rafforza la tua vita di aspirazione, ed ecco! tutte le tue debolezze scompariranno."

"Maestro, l'aspirazione è una cosa e la tentazione è un'altra. Per tua grazia ho imparato questo. E sei tu che ci hai insegnato che il potere dell'aspirazione è infinitamente più forte del potere della tentazione. Ma come mai la tentazione vince così spesso? Maestro, mi sembra che tu sbagli nella tua valutazione dell'aspirazione e della tentazione."

"Figlio mio, non sbaglio minimamente. Con il tuo potere di aspirazione realizzi Dio l'Onnipotente. Con il tuo potere di tentazione realizzi esseri umani deboli e mortali. Puoi quindi vedere quale potere è infinitamente più grande."

"Maestro, ora capisco perché dici che il potere dell'aspirazione è infinitamente più grande del potere della tentazione. Ma come mai non mi hai dato il potere di aspirazione in misura enorme, in modo che io possa realizzare Dio l'Onnipotente, l'Onnisciente e l'Onnipresente?"

"Figliolo, il potere dell'aspirazione te l'ho dato. Quel potere sta crescendo in te. A poco a poco la sua capacità sta aumentando. È semplicemente una questione di tempo, e poi la tua aspirazione funzionerà in modo molto potente, a pieno regime.

"Figliolo, il tuo problema non è la tua ex moglie nepalese. Il tuo problema è il tuo attaccamento alla vita di piacere ignorante. Una volta che avrai rinunciato alla tua vita di piacere, che è una vita di distruzione, la vita di soddisfazione busserà alla porta del tuo cuore. Tu non sei il corpo; sei l'anima. Tu non sei l'anima; sei la Meta. Dimentica la coscienza del corpo e diventerai la delizia dell'anima. Ricorda sempre la gioia dell'anima e raggiungerai l'altezza di Dio."

"Allora getterò immediatamente il mio fardello nepalese nel tuo mare di compassione, Maestro!"

"Figliolo, sono così felice che tu lo stia facendo! In cambio ti porterò nel mare dell'Illuminazione a nuotare con me."

"Maestro, sono così felice che realizzerò Dio prima della nepalese."

"Figliolo, dal momento che la tua 'realizzazione che ha a che fare con la nepalese' non finirà mai, come ti aspetti che io ti conceda la Realizzazione di Dio?"

"Maestro, Maestro, perdonami! Ora sono interamente tuo. Non voglio che nessuno si frapponga tra noi."

Il Maestro lo benedisse con tutta la gioia e l'orgoglio del suo cuore e disse: "Anche la nepalese ha il diritto di rivendicare Dio come proprio. Quindi non devi metterti tra Dio e la nepalese."

"No, non lo farò, Maestro. Ti do la mia parola d'onore."

"Figliolo, allora ti assicuro con la mia anima che:

L'Amore di Dio sarà tuo, La Luce di Dio sarà tua, L'Orgoglio di Dio sarà tuo, La Perfezione di Dio sarà tua, Tutta tua.


MSR 7. 16 gennaio 1974

Sri Chinmoy, Il Maestro si arrende, Vishma Press, New York, 1974