I problemi matrimoniali non finiscono mai, Parte II10

"Settant'anni fa, in un villaggio indiano, viveva un Maestro spirituale che aveva solo trenta discepoli. Li aveva divisi in sei categorie secondo il loro livello spirituale. In ogni gruppo c'erano sia uomini che donne.

Un giorno una discepola appartenente al primo gruppo venne dal Maestro piangendo. Il Maestro le chiese: "Kaushiki, cosa ti è successo? Perché piangi così pietosamente?"

Kaushiki disse: "Maestro, oggi il mio cuore è tutto sincerità. Oggi la mia mente è tutta confessione."

"Ma sai che non sono un prete cristiano" disse il Maestro. "Non accetto confessioni. Non credo in quel tipo di confessione."

"Ma Maestro, non credi nell'illuminazione?"

"Certo che ci credo."

"Allora, Maestro, per favore illuminami oggi."

"Certamente ti illuminerò. Dimmi di cosa soffri."

"Maestro, dieci anni fa ho lasciato mio marito per correre molto più velocemente nella vita spirituale. Mio marito ed io avevamo provato a correre insieme, ma non riuscivamo a correre verso la nostra meta alla stessa velocità. Non lo biasimo in alcun modo; semplicemente non ha funzionato bene, anche se abbiamo cercato in tutti i modi di correre insieme il più veloce possibile. Molto spesso ci dici, Maestro, che la vita matrimoniale è una vita di doppia forza e doppia capacità. Una volta che due persone si sposano, hanno quattro occhi, quattro mani, quattro gambe, tutto in doppia quantità. Insieme possono correre più veloci verso la meta. Ma purtroppo a volte capita che due delle quattro gambe si indeboliscano o si feriscano senza una ragione apparente. Le due gambe buone possono simpatizzare pienamente con le gambe deboli; ma arriva un momento in cui le gambe buone perdono tutta la loro empatia, premura e pazienza. Diventano disgustate dalla loro deplorevole situazione e trovano estremamente difficile restare con le gambe difettose. Sentono che questa esperienza dell'unione di due anime può ritardare il loro progresso spirituale verso la Realizzazione ultima. Quindi decidono che la separazione è di gran lunga la soluzione migliore, anzi l'unica, se vogliono correre verso il loro obiettivo piuttosto che condurre una vita di stagnazione."

Il Maestro disse: "Sono così orgoglioso della tua saggezza, Kaushiki, ma come mai stai soffrendo anche adesso? La saggezza che hai condiviso con me in questo momento ha affascinato tutto il mio essere. Sono così contento di te e così orgoglioso di te. Ma dimmi, cosa ti fa piangere così amaramente? Dimmi, e vediamo se posso esserti d'aiuto."

"Maestro, dieci lunghi anni fa ho lasciato mio marito, ma anche adesso non riesco a dimenticarlo. Maestro, come sai non sto in alcun modo incolpando mio marito. Quando le tristi esperienze della nostra vita comune entrano nella mia mente, tutto il mio essere rabbrividisce all'idea stessa dell'unione. Ma ciò che in realtà mi infastidisce ora, è un senso di colpa perché la mia mente vaga, consciamente e inconsciamente, a proposito e a sproposito, su altri uomini. Ora, quando sono in uno stato d'animo profondamente contemplativo, vedo chiaramente che mio marito non era in alcun modo inferiore a questi uomini a cui ora sono interessata. Ma quando sono in una coscienza comune, quando sono tentata dal mondo dei desideri e perdo il senso della discriminazione, sento che il nuovo sarà di gran lunga migliore del vecchio. Non importa quanto buono o superbo possa essere il vecchio, anelo al nuovo. Ma so che il nuovo bisogno, non sempre offre un vero appagamento nella vita.

"Come mai, Maestro, non riesco a conquistare il mio cuore emotivo e la mia mente dubbiosa, il mio vitale distruttivo e corpo letargico? A volte sento di poter andare avanti da sola e correre più veloce come un cervo, e a volte l'insicurezza del mondo intero mi cattura il cuore, e mi arrendo impotente al mondo del diluvio di emozioni!"

Il Maestro benedisse la sua cara discepola e disse: "Apprezzo e ammiro profondamente la tua sincerità. Ora desidero dirti una cosa, mia Kaushiki. È vero che hai lasciato tuo marito perché hai capito che avresti potuto andare più veloce se fossi rimasta sola. Questa è stata la tua realizzazione, e non lo nego. È anche vero che a volte non hai bisogno di nessuno tranne che del tuo Pilota Interiore, il Supremo. Ho ragione?"

"Sì, Maestro, hai ragione al cento per cento. Molte volte nella mia vita durante questi ultimi dieci anni, ho sentito di aver bisogno di una sola persona, che è la mia sicurezza, che è il mio tutto, e questo è il Pilota Supremo nel mio cuore."

Il Maestro disse: "Ora ti dirò perché le tue sofferenze non sono finite. La tua sofferenza non è finita perché la tua mente orgogliosa a volte ti fa sentire che sebbene tu non abbia bisogno di nessuno, il mondo ha bisogno di te. Non vuoi ammirare gli altri, perché senti di avere più qualità positive di loro. Ma segretamente vuoi che gli altri ti guardino e ammirino la tua bellezza, la tua capacità, il tuo amore, la tua devozione, la tua resa a Dio. Da un lato, è al di sotto della tua dignità essere tutt'uno con loro e apprezzarli e amarli. Dall'altro, segretamente, come un mendicante, desideri il loro apprezzamento e ammirazione.

"Io ti dico, figlia mia, in questo mondo, o dai e prendi, o non dai e non prendi. Se vuoi apprezzamento e ammirazione dal mondo, se ritieni che sia l'unico modo per essere felice e rendere la tua vita significativa e fruttuosa, allora devi anche dare apprezzamento e ammirazione al mondo. Se invece non vuoi dare al mondo alcuno dei tuoi apprezzamenti, e allo stesso tempo non aneli ad avere alcun apprezzamento dagli altri, allora arriverai a sentire che Dio è tutto per te e che tu sei tutta per Dio. Non hai bisogno di alcun essere umano che ti dia gioia o che riceva gioia da te. Dio solo è la tua gioia e tu sei la gioia di Dio. Allora, ti dico, non soffrirai mai di tentazioni e frustrazioni."

"Ci sono due modi per raggiungere la Meta: attraverso l'accettazione totale oppure attraverso il ritiro cosciente, purificato e illuminato, il ritiro dal mondo dei sensi. Ritiro non significa autodistruzione. È solo dal tumulto emotivo che ci ritireremo. Non lo faremo per paura, non per disgusto, non per senso di smarrimento, ma per una scelta consapevole, purificata e illuminata. Questo è un modo per raggiungere la Meta; e l'accettazione totale è l'altro. Quindi, figlia mia, fai la tua scelta."

Revisione della traduzione: agosto 2023


MSR 10. 22 gennaio 1974

Sri Chinmoy, Il Maestro si arrende, Vishma Press, New York, 1974