Esperienze interiori7

Cari fratelli e sorelle, qui siamo tutti cercatori della più alta Verità e Luce trascendentali. Proprio perché siete stati così gentili da venire qui oggi per vedere il cercatore in me, desidero condividere con voi alcune mie esperienze interiori.

La mia prima e più importante esperienza è la scoperta dell'importanza del cuore spirituale. Questo cuore aspira costantemente a salire in alto, più in alto, altissimo per raggiungere l'apice più elevato di Verità e Luce. Questo cuore è il cuore dell'unità inseparabile: unità con voi, con Dio, con il mondo in generale. Dentro questo cuore, il cercatore in me ha scoperto tre amici intimi e amici eterni: amore, devozione e resa. Questo amore è amore divino. Questa devozione è devozione divina. Questa resa è resa divina.

L'amore umano lo sappiamo tutti. È un canto di tentazione, un canto di frustrazione, un canto di distruzione. Ma l'amore divino è il canto dell'aspirazione, il canto della realizzazione, il canto della perfezione e, infine, il canto della Soddisfazione suprema qui in terra e là in Cielo.

La devozione umana è il canto dell'attaccamento, conscio o inconscio. Non c'è praticamente luce nel canto dell'attaccamento. Ma quando abbiamo la devozione divina, che è la devozione che offriamo all'Altissimo per diventare tutt'uno con la sua Luce e Delizia, il cercatore in noi diventa l'Amante divino. In quel momento, il cercatore in noi dedica tutta la sua vita e tutto il suo essere a una realtà più alta e più appagante, all'Amato Supremo e alla Causa suprema. È devoto solo alla Verità, Luce, Bellezza e Delizia che abbondano in misura infinita nel cuore della Coscienza universale. Il suo canto gli offre la gioia più profonda, che sente nei recessi più intimi del suo cuore. Il canto della devozione lo conduce al mare di Nettare-Beatitudine.

Il terzo eterno amico che ho scoperto nel cuore è la resa divina. Questa resa non è imposta; questa non è la resa di uno schiavo al suo padrone, che è fondata sulla paura. La resa divina di cui parlo è il sentimento di unità con l'Altissimo. Questa resa è fondata sull'unità, l'unità inseparabile. Il non illuminato in noi sta piangendo per entrare nell'illuminato in noi e diventare esso stesso totalmente illuminato. Il finito è divenuto consapevole della propria esistenza infinita sul più alto piano di coscienza; quindi, il finito aspira a diventare coscientemente tutt'uno, inseparabilmente uno, con la propria realtà più alta: l'Infinito. Questa resa non è imposta; è spontanea, volontaria e allegra. La resa divina ha scoperto che il dono di sé al Divino non è altro che il divenire in Dio.

Il cercatore in me ha scoperto un albero cosmico. Questo albero cosmico ha molti, molti rami, ma i tre rami più significativi sono amore, devozione e resa. Quando saliamo sull'albero e proviamo a sederci sul ramo dell'amore, vediamo la Porta di Dio, la Porta del Suo Cuore, che si apre immediatamente per noi. Quando saliamo un po' più in alto e ci sediamo sul ramo della devozione, vediamo qualcuno all'interno della Stanza di Dio che ci fa cenno di entrare. E infine, quando saliamo ancora più in alto e ci sediamo sul ramo della resa, vediamo di nuovo qualcuno che ci fa cenno. Ma questa volta non è un rappresentante di Dio; è Dio stesso. Dio stesso esce e ci fa segno di entrare nella sua stanza. Ci dice: "Figli miei, ora avete visto in Me la perenne Verità, Luce e Beatitudine. Ecco la mia corona. Ecco il mio trono. Questi sono tutti per te. Ti crogioli nei piaceri dell'ignoranza da tempo immemorabile. C'è stato un tempo in cui hai affermato che l'ignoranza era tua. Ora è il momento di rivendicare Me, la Mie infinite Luce, Pace e Beatitudine, come tue. È tempo di rivendicare Me come tuo diritto di primogenitura."

Una vita d'amore divino ci dice chi è Dio.
Una vita di devozione divina ci dice dov'è Dio.
Una vita di resa divina ci fa sedere sul Trono di Dio e indossare la Corona di Dio.

Il cercatore in me ha scoperto la via del cuore. C'è un altro sentiero: il sentiero della mente. Ci sono persone che vogliono seguire quella strada, ma là si incontrano molti rischi. Quando si percorre quel sentiero, alcuni cosiddetti amici fanno la sua conoscenza: paura, dubbio, ansia e preoccupazione. Questi cosiddetti amici alla fine si rivelano dei veri nemici. All'inizio, il dubbio fa sentire al cercatore che se può dubitare di tutto e di tutti nel mondo, allora può svolgere il ruolo di giudice supremo. Il cercatore si rende presto conto, tuttavia, che la sua facoltà di dubitare non lo ha reso un giudice supremo; ha solo creato un cancro maligno in lui.

La paura, in un modo complicato, vuole far sentire al cercatore che lo sta avvertendo e mettendolo in guardia. Ma il cercatore alla fine arriva a rendersi conto che la paura sta solo bloccando la sua mente e tormentando il suo intero essere. Non ha fatto nulla di male, quindi perché dovrebbe avere paura di qualcosa o di qualcuno? Solo un criminale, solo qualcuno che ha fatto qualcosa di sbagliato, deve avere paura. Così il cercatore viene a sapere che il messaggio di paura non ha validità; allora la paura diventa impotente.

Le preoccupazioni e le ansie fanno sentire il cercatore che ne ha bisogno per stare all'erta. Gli fanno sentire che il motivo per cui è così colpito da preoccupazioni e ansie è perché si preoccupa per i suoi desideri esteriori e interiori. Ma ahimè, arriva il momento in cui il cercatore che sta seguendo il sentiero mentale si rende conto che non sono l'ansia o la preoccupazione a mostrare la reale premura per i suoi desideri esteriori e interiori o per l'umanità. Quando siamo nel fisico, possiamo dire che le preoccupazioni e le ansie mostrano la nostra premura per gli altri. Ma quando siamo nell'anima, scopriamo che la vera premura è il sentimento di unità, l'unità del nostro sé espanso e illimitato con le varie parti del nostro stesso essere e con il resto del mondo.

La vera sollecitudine per noi stessi risiede nella nostra consapevolezza cosciente della nostra unità integrale con il corpo, il vitale, la mente, il cuore e l'anima. In questo momento, abbiamo stabilito un'unità fisica dalla pianta dei nostri piedi alla sommità della nostra testa. In tutte le nostre membra sentiamo unità. Quando i nostri piedi e le nostre mani fanno male, sentiamo dolore su tutto il nostro corpo. Allo stesso modo, se il nostro potere cerebrale ha ottenuto qualcosa, se abbiamo superato un esame universitario, allora immediatamente tutta la nostra coscienza corporea diventa piena di gioia, delizia e orgoglio. Come mai? Proprio perché tutto il nostro corpo ha stabilito un'unità inseparabile con la mente. Questo stesso tipo di unità che esiste nel fisico lo dobbiamo stabilire con tutte le parti del nostro essere — fisico, vitale, mente, cuore e anima. Se riusciamo a farlo, avremo una reale sollecitudine per la nostra stessa esistenza. Ma se vogliamo avere premura per il mondo, dobbiamo sapere che la sollecitudine genuina deve venire dal nostro sentimento di unità inseparabile e indispensabile con la nostra esistenza infinita, con i nostri innumerevoli fratelli e sorelle.

Quando viviamo nel cuore, la nostra strada è breve. Quando viviamo nella mente, la strada è lunga; inoltre ci sono un bel po' di teppisti che vengono a derubarci. Se siamo molto coraggiosi e potenti e abbiamo una volontà indomabile, allora possiamo camminare con successo lungo il sentiero della mente. Ma se camminiamo lungo il sentiero del cuore, scopriamo che è al tempo stesso il modo più sicuro ed efficace, perché è il sentiero dei figli divini. Quando seguiamo il sentiero del cuore, diventiamo automaticamente figli divini. Quando diventiamo figli divini, seguiamo spontaneamente il sentiero del cuore. Se seguiamo il sentiero della mente, sentiamo di poter realizzare tutto da soli; abbiamo bisogno di pochissimo aiuto o praticamente nessun aiuto dall'Alto. Sentiamo che siamo noi coloro che agiscono, che possiamo fare tutto. Ma un bambino non sente mai di essere colui che agisce. Sente sempre che sua madre e suo padre faranno di tutto per lui. Ha la sensazione di aver stabilito la sua unità con i suoi genitori. Basta un sorriso del bambino per regalare ai genitori un piacere infinito. Nel sorriso del bambino, il Regno dei Cieli viene immediatamente portato sulla terra. Un pianto del bambino è sufficiente per far sì che i genitori raccolgano tutto il loro potere di amore, compassione e premura. Costruisce subito un ponte tra il Cielo e la terra. Il bambino piange nel soggiorno e la madre esce di corsa dalla cucina, perché sente che è suo dovere venire a compiacere il bambino. Il pianto del bambino divino ha il potere di unire terra e cielo.

Sono i bambini che fanno progresso costante. Vivono nel mondo dei sogni e i sogni non sono altro che realtà in divenire. I sogni di oggi sono le realtà di domani. L'essere umano imperfetto di oggi sarà l'essere umano perfetto di domani. La debolezza di oggi è la forza di domani. Un bambino è la Barca di Sogno di Dio oggi. Domani non solo raggiungerà la Sponda d'Oro, ma diventerà anche la Sponda stessa. Questa è la via del cuore che il cercatore in me ha scoperto.

Cari fratelli e sorelle, ho voluto condividere con voi le esperienze che ho vissuto. Ora le ho offerti al cercatore in ognuno di voi con l'amore più profondo del mio cuore, la più profonda gratitudine della mia anima e con il mio sentimento di inseparabile unità con ciascuno di voi.


MRP 48. Friends' House, Ship Street, Brighton, Inghilterra, 15 luglio 1974.

Sri Chinmoy, I miei Petali di Rosa, parte 4, Sri Chinmoy Lighthouse, New York, 1974