Il potere di un sorriso di felicità

Oggi vedo che due discepoli sono davvero infelici, ed uno lo è a metà. Questo è il mio destino, anche nel ‘Giorno del Padre’ essi rimangono tristi! Le persone che sono infelici non sono brave, non sono brave, non sono brave! Io le prego di essere felici, felici, felici nel ‘Giorno del Padre.’

Come posso rendere tutti voi felici?

È un’impresa impossibile, ma per favore cercate di essere felici, felici, felici. Se, di quando in quando, non siete contenti di me, almeno cercate di perdonarmi e di essere contenti oggi. Oggi io sono contento di tutti, oggi non ho alcuna lamentela da fare nei vostri riguardi, e se voi avete qualcosa da ridire di voi stessi, liberatevene, almeno per oggi, perdonatevi. Se voi non vi perdonate, nessuno vi perdonerà, se siete arrabbiati con voi stessi, saggiamente, perdonatevi, e se siete arrabbiati con me, perdonatemi e siate felici, siate felici. Io soffro quando i miei figli spirituali non sono felici. Siate felici, siate felici, sorridete, sorridete, sorridete! Il potere di un sorriso di felicità non verrà mai adeguatamente valutato.

Una volta vi era un matematico, che era completamente assorbito nella sua matematica. Il figlioletto gli si avvicinò e si mise davanti a lui, il padre non gli prestò attenzione per molto tempo, pensava che se ne sarebbe andato, che sarebbe stato noioso per il bambino starlo a guardare, e che quindi sarebbe andato via. Passarono cinque, dieci minuti ed il bimbo rimaneva lì, in piedi.

Finalmente, il padre disse a se stesso: “Gli darò dieci centesimi, forse è venuto per avere dei soldi.” Così il padre diede dieci centesimi al figlioletto, ma il bimbo continuò a rimanere là, in piedi. Poi il padre disse a se stesso: “Gliene darò venticinque” ma il bimbo continuò a stare lì in piedi, allora il padre gli diede un dollaro, ma non funzionò.

Il padre pensò poi, “Oh, non ha bisogno di denaro, ha bisogno di una caramella” così aprì un cassetto del suo scrittoio, e diede al bimbo una gran quantità di caramelle, una grande manciata, ma, anche così, il figlioletto non si mosse. Il padre cominciava ad irritarsi e gli disse: “Che cosa ti succede? Ti ho dato del denaro, ti ho dato delle caramelle eppure anche così tu non te ne vai. Che cosa vuoi veramente?”

Il figlioletto rispose: “Fino a quando non mi dai quello che voglio, non me ne andrò.”

Il padre era indispettito: ”Ora parli come un filosofo, che cosa vuoi che io non ti posso dare?”

Allora il figlio disse: “Sono venuto qui solo per ricevere da te un sorriso.”

“Sciocchino - esclamò il padre - stavi aspettando solo di avere un sorriso da me?”

Così il padre gli fece un largo sorriso ed il bimbo lo ricambiò, sorrise al padre, quindi corse via. Quando il bimbo se ne andò, il padre sentì che qualcosa dentro di lui era scomparso, e di che cosa si trattava? Per tutto il giorno si era sentito depresso e deluso per non essere stato capace di risolvere dei problemi matematici complessi, ma quando aveva sorriso al figlio, all’improvviso, un’onda di ispirazione e di Grazia divina discese e fu in grado di risolvere i suoi problemi di matematica. Aveva perso così tanto tempo. Dapprima non era stato capace di risolvere i problemi, poi, quando vide suo figlio, si sentì sempre più irritato, chiedendosi perché suo figlio non se ne andava, nonostante avesse ricevuto sempre più denaro. E neppure i dolci avevano funzionato! Che cosa funzionò? Un piccolo sorriso che egli diede al figlio ed il sorriso che aveva ricevuto in cambio dal figlio.

Dio era entrato nel figlio di quell’uomo e ne fece uno strumento per chiedergli di sorridere. Ogni forma depressiva ed il veleno della frustrazione, che il padre si portava addosso, scomparvero, quando sorrise a suo figlio ed il figlio lo ricambiò. Così il padre ottenne tutto: tutti i suoi problemi vennero risolti! Questo fu il potere miracoloso di due sorrisi.

Ora, quando io vi sorrido, se anche voi mi sorridete, entrambi siamo perfetti. Quando io vi sorrido, io sono perfetto, ma quando voi non mi sorridete, voi siete imperfetti, e quando poi voi sorridete, ma io non vi sorrido, sono io imperfetto. Devo dire, però, che per lo più, io sono perfetto, nel senso che io sorrido, indipendentemente da cosa succede dentro di me, mentre voi non lo fate, quando siete depressi, delusi ed arrabbiati con voi stessi, o con me. Per lo più sono io che adotto l’approccio migliore, perché io sorrido, sorrido, sorrido. Quando sono in meditazione profonda, allora rimango serio, altrimenti, quando passate davanti a me, o prendete il prasad, io vi sorrido e vi sorrido.

Riguardo al sorridere, io vi ho sorriso infinitamente, infinitamente, infinitamente di più di voi, sono io il vincitore in questa gara! Se volete essere voi i vincitori, lo potete essere sorridendo, sorridendo, sorridendo. Se sorridete, la depressione e il veleno della frustrazione, che vi portate dentro in profondità, sparirà e verrà sostituito dal mio amore, dal mio affetto, dal mio orgoglio e dalla mia gratitudine. Quando vi liberate dalla depressione e dalla frustrazione, quando mi sorridete, ricevete in cambio così tante cose da me.