Domanda: So che nella vita spirituale dovrei sentirmi sempre ottimista, ma a volte mi sento frustrato o triste. Quando mi sento così, ho fallito in qualche modo?

Sri Chinmoy: Questa esperienza non è necessariamente un fallimento agli Occhi di Dio, ma un ritardo nel nostro viaggio spirituale. Dovremmo sempre vedere la luce in noi, con noi e intorno a noi perché è nella luce che la coscienza svolge il suo ruolo nel modo più soddisfacente. Quando siamo allegri, quando siamo ottimisti, la luce può entrare in noi per restare.

È vero che se la sofferenza e il dolore sono intorno a noi e dentro di noi è molto difficile vederne il lato positivo. Ma ho visto nella mia vita e in quella dei miei discepoli che più andiamo in profondità, più è facile per noi rimanere nella luce. La sofferenza, il fallimento e la depressione non ci disturbano quando siamo nella luce. Se appaiono, dovremmo vederli come esperienze, non come nemici che vogliono allontanarci dal sentiero della realizzazione. La maggior parte di noi prova una sorta di sottile piacere nella sofferenza e nel dolore. A volte invitiamo anche inconsciamente la sofferenza nel piano interiore. Poi, quando quella sofferenza si manifesta a livello esteriore, malediciamo Dio, gridando: "Perché devo soffrire così tanto?" Ma in realtà godiamo delle nostre sofferenze in modo sottile.

La frustrazione e la depressione non possono mai, mai aiutarci. Quando piangiamo, non deve essere per frustrazione e depressione. Dobbiamo piangere dal profondo del nostro cuore, con l'intensa fiamma crescente dell'aspirazione. Questo è il pianto che ci porta all'Altissimo. Le persone spirituali devono essere ottimiste perché devono avere fede nella Luce di Dio. Dobbiamo cercare di rimanere nella luce e non nella notte o nelle tenebre. Se rimaniamo nella luce, non ci può essere alcun senso di fallimento e frustrazione.

La vita stessa è luce, ma non sappiamo guardare la vita nel modo giusto. Nel momento in cui guardiamo la vita pensiamo che sia qualcosa di transitorio, che ci dà un'esperienza di frustrazione. Sentiamo che è come un sogno. Ma se guardiamo la vita da un'angolazione corretta, sentiremo che fa parte della Vita eterna. Prima della nascita c'è la vita; nella nascita, nella creazione, c'è la vita. Dopo la morte c'è pure la vita, la Vita eterna. Quando sentiamo che esiste la Vita eterna e che questa vita sulla terra è una mera porzione della continuità della Vita eterna, allora non possiamo avere alcun senso di fallimento e depressione.

È facile per noi vedere cosa sta succedendo nel fisico o nel vitale. Ma è difficile per noi vedere cosa sta succedendo nel cuore o nell'anima. Una volta che possiamo vedere questo, vediamo che è tutto delizia. Dalla delizia siamo venuti all'esistenza; nella delizia cresciamo; e nella delizia ci ritiriamo alla fine del viaggio della nostra vita. Se riusciamo a distogliere la mente dalla nostra sofferenza vitale e a gettarla nel mare dell'anima, vedremo che non c'è più frustrazione, non più tristezza e non più sconfitta.