L'umano e il divino5

Cari cercatori della più alta Verità, desidero fare un breve discorso sull'umano e sul divino.

La nostra essenza esteriore è umana; la nostra essenza interiore è divina. Il mondo umano è il mondo del desiderio. Il mondo divino è il mondo dell'aspirazione. Nel mondo dei desideri, quando otteniamo qualcosa, gridiamo immediatamente: "Eureka, l'ho trovato! Questo è cìò." Ma nel mondo divino, quando otteniamo qualcosa, diciamo a noi stessi: "C'è qualcos'altro di cui ho bisogno, qualcosa di più alto, più profondo, più illuminante e più appagante." Questo senso di insoddisfazione non è cattivo o non divino. Questo tipo di insoddisfazione ci fa sentire che siamo destinati a crescere in qualcosa di infinitamente più elevato di quello che siamo ora.

Diritto umano e diritto divino. Il diritto umano ci dice che osiamo difendere i nostri diritti. Questo è il motto dello Stato dell'Alabama: "Osiamo difendere i nostri diritti". Ora perché vogliamo difendere i nostri diritti? Perché sentiamo che le nostre competenze e capacità non sono adeguatamente apprezzate e ammirate, che siamo in una certa misura sfruttati. Pertanto riteniamo che sia nostro dovere vincolante difendere i nostri diritti. Il divino in noi ci dice anche che dobbiamo osare per difendere i nostri diritti. Ma in questo caso, è nostro diritto divino offrire il nostro messaggio interiore al mondo in generale, il nostro diritto divino di dire all'ignoranza che apparteniamo solo al Supremo. Siamo del divino e siamo per il divino. Non possiamo mescolarci con l'ignoranza e non dobbiamo lasciarci divorare dall'ignoranza. È vero, ci siamo crogiolati nei piaceri dell'ignoranza per millenni. Ma ciò non significa che non eserciteremo il nostro diritto divino di andare nel profondo e portare in primo piano la Luce infinita per inondare il mondo della sofferenza e delle tenebre.

L'umano in noi vuole scoprire se c'è qualche Verità, Luce e Divinità negli altri. È dubbio che altri abbiano queste qualità. Ma il divino in noi sa che la Verità, la Luce e la Divinità sono ovunque. Non sono monopolio di nessun individuo; ognuno ha nel profondo di sé Pace, Luce e Beatitudine in misura infinita.

L'umano in noi vuole vedere il volto della realtà, in modo di poter cambiare la realtà secondo i propri desideri. Il divino in noi vuole vedere il volto della realtà in modo di poter crescere nell'immagine stessa della Realtà trascendentale.

L'essere umano in noi anela costantemente al successo, più successo, abbondante successo. Ma il divino in noi vuole progresso, progresso costante, interiore ed esteriore. Questo progresso è fondato interamente sul dono di sé, e il dono di sé è il precursore del divenire in Dio.

L'umano in noi vuole possedere il mondo in modo da poter utilizzare il mondo a modo suo. Ahimè, con suo estremo dolore vede che prima di possedere il mondo, il mondo lo ha già posseduto senza pietà. Il divino in noi vuole offrire al mondo la sua stessa esistenza; vuole illuminare il mondo con il suo amore e la sua dedizione disinteressata. Ecco, vede che prima di illuminare il mondo, il mondo lo ha illuminato totalmente.

L'umano in noi vuole realizzare Dio il Potere in modo di poter dominare sul mondo. Il divino in noi ha bisogno del Dio tutta Bontà. L'umano in noi prega Dio e medita su Dio e spera di far discendere Dio per soddisfare i suoi brulicanti desideri. L'umano in noi prega Dio per la propria soddisfazione. Ma il divino in noi prega e medita affinché Dio possa utilizzarci a Modo Suo, in modo divino, in modo supremo.

L'umano in noi vuole passare dalla porta del corpo alla stanza dell'anima. Vuole passare dal corpo all'anima attraverso il vitale, la mente e il cuore. Il divino in noi vuole fare la stessa cosa, ma al contrario. Vuole andare dall'anima al cuore, dal cuore alla mente, dalla mente al vitale, dal vitale al corpo. Il divino in noi sente che poiché l'anima ha la Luce, dobbiamo prima entrare nella stanza dell'anima e da lì entrare nelle altre stanze, che sono oscure, non illuminate e non divine.

Quando l'umano in noi diventa sincero, ci rendiamo conto del fatto innegabile che abbiamo bisogno di trasformazione: la trasformazione del corpo, la trasformazione del vitale, la trasformazione della mente e la trasformazione del cuore.

In questo momento, il corpo si crogiola costantemente nei piaceri dell'ignoranza, consapevolmente e deliberatamente. Ma verrà un tempo in cui questo stesso corpo cercherà di aspirare e cercherà di servire il divino, qui in terra e là in Paradiso.

In questo momento, il vitale in noi è aggressivo e distruttivo, ma questo stesso vitale un giorno aspirerà a diventare dinamico e progressivo. In questo momento il vitale in noi dirà, come Giulio Cesare, "Veni, vidi, vici": sono venuto, ho visto, ho vinto. Ma questo stesso vitale, quando riceverà l'illuminazione, dirà: "Sono venuto nel mondo per amare il mondo, per abbracciare il mondo, per diventare tutt'uno con il mondo."

In questo momento, la mente in noi sospetta il mondo, giudica il mondo, dubita del mondo. Ma la stessa mente, quando piangerà per l'illuminazione nel prossimo o lontano futuro, si renderà conto che è venuta al mondo per perfezionare l'ignoranza del mondo e illuminare gli altri. Ma prima di illuminare gli altri, sentirà la necessità dell'autoilluminazione; si renderà conto che la sua capacità di perfezionare gli altri dipende interamente dalla propria perfezione. Così la mente prima si perfezionerà e poi offrirà la sua perfezione al mondo che aspira.

In questo momento, il cuore in noi è insicuro, debole e impotente. Vede il Vasto, ma non vuole stabilire la sua inseparabile unità con il Vasto, proprio perché è molto spaventato. Ma quando il cuore umano si trasformerà nel cuore divino, spalancherà le sue porte al mondo in generale e là tutta l'umanità troverà un rifugio. Il cuore diventerà inseparabilmente una sola cosa con la creazione di Dio. Divenendo tutt'uno con l'intera creazione di Dio, sentirà di aver realizzato la sua promessa all'anima e la sua missione sulla terra. La sua promessa era che avrebbe ricevuto la luce dell'anima in misura illimitata, e la sua missione era servire consapevolmente l'umanità con questa luce.

Anche l'anima ha fatto una promessa, una promessa a Dio e all'uomo. L'anima ha fatto a Dio la solenne promessa che manifesterà la divinità sulla terra; e all'umanità l'anima ha promesso che libererà il corpo dalle maglie dell'ignoranza. Qui "corpo" significa la coscienza corporea, che include il fisico, il vitale, il mentale e lo psichico. L'anima è tenuta a compiere le sue promesse a Dio e all'uomo.

Ogni essere umano diventa uno strumento cosciente di Dio quando entra sinceramente nella vita spirituale, la vita di aspirazione e dedizione. Prima di allora, è nel mondo dell'ignoranza, il mondo del sonno. Ma l'impossibilità che incombe in questa vita umana non deve e non può rimanere per sempre con noi. La nostra vita di ignoranza alla fine sarà trascesa. La nostra essenza, nel profondo di noi, è divina e ciò che abbiamo dentro è destinato a venire alla ribalta nell'Ora scelta da Dio.

L'umano in noi vuole scoprire la Luce; il divino in noi vuole rivelare la Luce, che sente di avere sempre avuto. Quando l'umano in noi aspira, vuole crescere e diventare. Ma il divino in noi sa costantemente che esiste eternamente.

L'umano in noi si realizzerà solo quando accetterà consapevolmente i dettami della nostra divinità interiore. Il divino in noi si realizzerà solo quando trasformerà, illuminerà e perfezionerà l'umano in noi. Attraverso la trasformazione dell'umano in noi e la manifestazione del divino in noi, cresciamo nella perfetta Perfezione.

L'umano in noi prega:

Hiranmayena patrena satyasyapihitam mukham
tat tvam pusan apavrinu satyadharmaya dristaye

"Il Volto della Verità è ricoperto da un brillante globo dorato. Toglilo, o Sole, affinché io che sono devoto alla Verità possa contemplare la Verità."

Il divino progressivo in noi dice:

Vedaham etam purusam mahantam
aditya varnam tamasah parastat

"Ho conosciuto questo Grande Essere, splendente come il sole oltre i confini della tenebrosa oscurità."

E il Trascendentale, il Divino che tutto pervade in noi, dice:
"Lui l'Assoluto e noi l'aspirante coscienza siamo inseparabilmente uno."


FFB 80. Student Center Ballroom, University of South Alabama, Mobile, Alabama, 27 febbraio 1974 - 20:00.