Successo e progresso5

[Estratto dall'introduzione del Dr John Philip Posey, Professore Associato di Storia e Direttore del Non-Western Core Programme: "Sono stato felice che un leader religioso piuttosto eminente fosse nel Midwest per tenere una serie di conferenze qui. Sembrava interessato a venire in Indiana, quindi ho colto al volo l'occasione. Ero un po' preoccupato che questo mercoledì mattina non sarebbe stato il momento giusto per portare troppe persone a una conferenza, ma in qualche modo le mie illusioni sono state infrante…"]

Dottor Posey, le sono molto grato per le sue gentili parole. Da ieri sera, il suo cuore di magnanimità ha toccato molto profondamente il mio cuore. In silenzio prego il Padre Onnipotente di concederle il Suo Amore e le Sue Benedizioni più elette. La vita umana è una serie di esperienze. Sei anni fa, mentre ero a Porto Rico, sono andato in una cappella e sono stato insultato e sgridato con veemenza dalla Madre Superiora. Qual è stato il mio crimine? Che ero indiano, indù, e sono entrato in una cappella cristiana. Ma oggi al St Joseph's College gioisco della gentilezza di tutti i presenti. Entrambe le esperienze le offro ai piedi del Padre Onnipotente.

Io sono un cercatore. Sono un devoto fratello dell'umanità. Cerco di servire il Padre Onnipotente in ciascuno dei miei fratelli e sorelle. E se qualcuno lo chiede, la mia qualifica principale è che sono un umile amante dell'umanità. Care sorelle e cari fratelli, cari cercatori della Verità Infinita, siamo tutti a bordo di una barca. Il nome di questa barca è la Barca-Sogno di Dio, e il nostro pilota è il Signore Supremo. Ci sta conducendo sulle rive dell'Aldilà d'Oro. Desidero fare un breve discorso sul successo nella vita di desiderio e sul progresso nella vita d'aspirazione.

Noi vogliamo il successo; noi abbiamo bisogno di progresso. Quando viviamo nel mondo del desiderio, brulicante desiderio, vogliamo il successo. Sentiamo che è tutto. Ma quando viviamo nel mondo dell'aspirazione, ci rendiamo conto che ciò di cui abbiamo realmente bisogno è il progresso, il progresso continuo e costante.

Il successo ci dà nome e fama. Il progresso ci dà un'ispirazione più alta, una fede più profonda e una sicurezza più forte.

Il nostro successo è subito rivendicato da molti. È rivendicato anche da coloro che non hanno avuto nulla a che fare con il suo avvento. Ma il nostro progresso è custodito da una sola Persona, il nostro eternamente amato Padre Supremo.

Il successo è la canzone del possesso. Vogliamo possedere il mondo, ma con nostra grande sorpresa vediamo che prima di poter possedere anche solo una persona sulla terra, siamo stati spietatamente posseduti e legati dal mondo in generale.

Possesso, ambizione e successo esteriore vanno di pari passo. La forza dell'ambizione ci offre finalmente il successo. Ma la forza della resa al Padre Onnipotente ci concede il progresso, che è ciò che il Supremo vuole dalle nostre vite.

Quando l'ambizione diventa la nostra amica del cuore, quando il nostro essere interiore è sovraccaricato di determinazione, raggiungiamo il successo. Ma dobbiamo renderci conto che nella vita spirituale quando offriamo e arrendiamo la nostra ambizione alla Sorgente, facciamo un vero progresso. E in questo progresso troviamo la vera realizzazione. Quando riusciamo in qualcosa nel mondo esteriore, sentiamo di averlo fatto nonostante l'opposizione del mondo intero. Riteniamo che è in virtù delle nostre capacità che abbiamo raggiunto il successo desiderato. Ma quando facciamo progresso - non importa in quale campo - nei più intimi recessi del nostro cuore arriviamo a sentire che il mondo intero ci ha aiutato, che ogni individuo sulla terra ci ha aiutato in un modo o nell'altro secondo le sue capacità.

Un uomo di successo, nel momento in cui raggiunge il successo, inizia a sommare tutte le difficoltà e i pericoli che ha incontrato prima che il successo sorgesse nella sua vita. Un uomo di progresso, nel momento in cui fa progresso nella sua vita di esperienza o nella sua vita di realizzazione, inizia a contare tutte le benedizioni che ha ricevuto dall'Alto. Infine, si rende conto che la porta dell'opportunità è contrassegnata sia da "spingi" che da "tira". Mette da parte la sua vita di schiavitù, la sua vita di ignoranza, la sua vita di innumerevoli imperfezioni. Attira giù da Sopra la Pace, la Luce e la Beatitudine in misura illimitata - lentamente, costantemente, devotamente e infallibilmente.

La rinuncia è progresso. Rinunciamo alla nostra vita d'ignoranza, alla nostra vita di brulicanti dubbi. Qui desidero ricordare il messaggio della tradizione delle Upanishad:

"Isavasyam idam sarvam...
  Il mondo intero è di proprietà del Signore Supremo. Non abbiamo fame dei beni degli altri. Nella rinuncia è la soddisfazione eterna: nella rinuncia si beve il Nettare-Delizia dell'Assoluto."

Il progresso è come un loto che sboccia petalo dopo petalo. Ogni volta che nasce un petalo, sentiamo che una nuova dedizione, una nuova speranza, una nuova padronanza di sé sorgono nella nostra vita al servizio dell'aspirante umanità.

Successo e progresso a livello umano sono due cosiddetti rivali. Il successo vuole compiacersi secondo la propria capacità di ricettività. Il progresso vuole compiacere Dio incondizionatamente a Modo Suo. La mia esperienza mi dice che il successo ha vita breve, ma allo stesso tempo dubbia e precaria. La mia realizzazione mi dice che il progresso ha una vita eterna e trascendente. Raggiungiamo la meta di oggi garzie al nostro progresso, che è fondato sull'aspirazione, il nostro anelito interiore che aumenta. Ma poi, la meta di oggi diventa il punto di partenza di domani. Domani dobbiamo partire per una meta più alta. Ogni volta che raggiungiamo una meta, la nostra aspirazione ci dice che è solo il punto di partenza per una meta più alta, più significativa e più fruttuosa. Siamo in procinto di trascendere costantemente la nostra realtà. E la Realtà sempre trascendente è la Sponda d'Oro dell'Aldilà sempre trascendente.

L'uomo imperfetto di oggi, l'uomo privo di luce di oggi, cresce nell'uomo perfetto e pienamente illuminato di domani solo quando sente che il progresso è l'unica cosa di cui ha bisogno. Ogni volta che saliamo su un gradino più alto della scala del progresso, otteniamo automaticamente il successo, il successo interiore. Ma se corriamo dietro al successo, c'è ogni possibilità che possiamo adottare mezzi ripugnanti e fare cose non divine, perché siamo in competizione con altri con i quali non abbiamo ancora stabilito un senso di inseparabile unità. Quando vogliamo il progresso, sentiamo che se dobbiamo competere con qualcuno o qualcosa, i nostri nemici sono dentro di noi: paura, dubbio, ansia, preoccupazione, insicurezza.

Per raggiungere la Meta più elevata, dobbiamo avere fede in grande misura, sia in noi stessi che nel Padre Onnipotente. Se non abbiamo fede nel Padre Onnipotente tutto in una volta, nessun problema. Nella Sua infinita Bontà, Egli ci illuminerà, ci guiderà, ci perfezionerà e ci completerà nell'Ora da Lui Scelta. Ma se perdiamo la fede in noi stessi o se manchiamo di fede nella nostra vita di aspirazione e dedizione, allora saremo divorati dalla tigre dell'ignoranza. In quel momento nessuno verrà in nostro soccorso.

Noi e Dio dobbiamo avere fede reciproca. La nostra fede in Dio ci farà diventare i Suoi strumenti scelti. La sua fede in noi ci ispirerà a manifestarLo totalmente, senza riserve e perfettamente qui sulla terra. La nostra fede in Lui ci darà ciò di cui abbiamo disperatamente bisogno: la realizzazione. La sua fede in noi Gli darà l'opportunità di manifestarSi in e attraverso di noi. Abbiamo bisogno di Lui per la nostra più alta realizzazione; Egli, per la Sua infinita Bontà, ha bisogno di noi per la Sua divina Manifestazione.

La fede è l'unica cosa che ci fa sentire parte integrante dell'Eternità, dell'Infinità e dell'Immortalità. Eternità, Infinità e Immortalità non sono termini vaghi. Sono realtà che crescono e risplendono nel cuore del cercatore genuino. Quando abbiamo fede in grande misura, il Signore Supremo ci assicura che in e attraverso di noi manifesterà la Sua perfetta Perfezione.


FFB 34. Conference Room 1, Halleck Building, St Joseph's College, Rensselaer, Indiana, 13 febbraio 1974 — mattina.