La bellezza9

"La bellezza è la purezza del mio corpo. La bellezza è l'umiltà del mio vitale. La bellezza è la serenità della mia mente. La bellezza è la magnanimità del mio cuore. La bellezza è la sincerità della mia vita."

Come cercatore, quando sviluppo queste qualità divine, divento tutta bellezza. Un bambino è bello, un fiore è bello, una fiamma è bella. Quando ho un cuore da bambino, Dio mi parla. Quando la mia vita diventa un fiore di gratitudine, ho l'opportunità di cantare con Dio il Suo Canto universale. Quando la mia vita diventa un'ascendente fiamma, gioco con Dio e prendo parte coscientemente al Suo Gioco cosmico.

La bellezza sta nel dare. La bellezza sta nel ricevere. La bellezza è nel dare e solo nel dare. La bellezza è nel ricevere e solo nel ricevere. Quando dono, vedo che prima di aver dato qualcosa, il Cielo sta già sorridendo attraverso la mia offerta, il mio dono di me stesso. Quando ricevo, vedo che la terra sorride dentro e attraverso di me. Quando do e do, vedo che Dio, il divino Pilota, si offre all'umanità che aspira in me e attraverso di me. Quando ricevo e ricevo, vedo che Dio l'Infinita Compassione sta entrando in me ed espande la mia coscienza legata alla terra, trasformandola infine nella Realtà libera del Cielo.

Quando invoco l'anima e divento tutt'uno con l'anima, ho la capacità di rivelare la Sorgente nell'Ora scelta da Dio. In quel momento, ho un messaggio molto significativo da offrire ai miei fratelli e sorelle del mondo:

"Vedaham etam purusam mahantam...
  Ho conosciuto questo Grande Essere, splendente come il sole oltre i confini della tenebrosa oscurità."

Quando ho raggiunto questa capacità, la mia stessa anima risplende della fulgida bellezza di quell'unico grande Essere.

Quando invoco il cuore, divento tutt'uno con il cuore e cerco di offrire la ricchezza del cuore al mondo in generale, vedo una nuova bellezza crescere dentro di me e fluire intorno a me. In quel momento il mio messaggio è:

Twameva mata pita twameva…

Tu sei la Madre.
Tu sei il Padre.
Tu sei l'Amico.
Tu sei il Compagno.
Tu sei La Conoscenza.
Tu sei Ricchezza.
Tu sei il mio Tutto.
Tu sei il mio Signore Supremo.

Questo messaggio, che offro al mondo, è fondato sull'unione del mio cuore con il mio Pilota Interiore. Questa è la sensazione più dolce e, allo stesso tempo, più convincente di inseparabile unità con il Pilota Interiore. Quando stabilisco la mia inseparabile unità con il mio Pilota Interiore, Lo sento come mia Madre e Padre dell'Eternità; come mio Amico e Compagno da tempo immemorabile; e come mio Signore Supremo, il mio ​​Tutto. Questa è la bellezza del cuore che un cercatore incarna, rivela e manifesta qui sulla terra.

Quando invoco la mente e divento tutt'uno con la mente, offro la ricchezza della mente grazie alla mia preghiera piena di sentimento.

Aum bhur bhuvah svah…

Questo è il Gayatri Mantra, la preghiera per la mente, per l'illuminazione della mente. Questo è l'impareggiabile mantra o incantesimo indiano. Tutti gli altri mantra dell'India sono derivati ​​da questo. Questa è la preghiera più elevata che i veggenti indiani dell'antico passato realizzarono e offrirono all'aspirante umanità.

Abbiamo già scoperto la bellezza nell'anima, la bellezza nel cuore e la bellezza nella mente. Ora dobbiamo scoprire la bellezza nel vitale. Quando nasce la bellezza nel vitale, diventiamo energici, dinamici, progressivi e appaganti. In quel momento preghiamo il Supremo di inondare il nostro vitale di potere infinito, potere divino, il potere che costruisce, non il potere che spezza; il potere che ci dà energia, il potere di cui il vitale ha bisogno per la piena manifestazione della divinità sulla terra. Il messaggio del potere divino che offro al mondo è:

Tejo asi tejo mayi dhehi…

Invoco il tuo spirito ardente.
Il tuo vigore virile invoco.
Invoco il tuo potere e la tua energia.
Invoco la tua furia di battaglia.
La tua mente conquistatrice io invoco.

Questo potere nel vitale è la bellezza del vitale per la manifestazione di Dio qui sulla terra.

Cerco anche di invocare la coscienza del corpo e di diventare tutt'uno con il corpo che aspira per scoprire la bellezza nel corpo. Per questo, prego il Supremo di concedermi una salute sana e un corpo che aspira. Questa è la preghiera del mio corpo:

Tach chaks ur debahitam…

Possiamo noi, per cento autunni, vedere quell'Occhio lucente, ordinato da Dio, sorgere davanti a noi…

In questo caso cento anni significano un'estensione di tempo infinita o indefinita. Se abbiamo una lunga vita di aspirazione sulla terra, allora possiamo realizzare Dio, rivelare Dio e manifestare Dio. Abbiamo bisogno di una lunga vita di aspirazione, dedizione, devozione e resa. Questa è la bellezza nel corpo e del corpo, per l'anima e per Dio, il Supremo.

Se vogliamo scoprire più bellezza qui nella coscienza della terra, dobbiamo realizzare ciò che è essenziale e ciò che non è essenziale. Un altro messaggio molto significativo dei veggenti delle Upanishad è:

Neti, neti

Non questo, non quello.

Ignoranza, no! Oscurità, no! schiavitù, no! Limitazione, imperfezione, no! Non abbiamo bisogno di loro. Abbiamo bisogno di fede, coraggio, umiltà, purezza, sincerità e tutte le qualità divine. Rinunciamo alle parti non illuminate in noi e invochiamo le parti che sono illuminate, la coscienza che è illuminata. Non questo; non l'ignoranza che ora rivendichiamo come nostra e che ci rivendica come suoi, ma luce, la luce che ci rivendica come suoi e la luce che noi rivendichiamo come nostra.

C'è anche una Bellezza suprema. La Bellezza suprema è nella nostra cosciente, inseparabile unità con il Supremo. Questa suprema Bellezza la scopriamo grazie al nostro dono di noi stessi consapevole, costante e incondizionato. Quando osiamo dire: "Non la mia volontà, ma la tua sia fatta," allora possiamo anche dire: "Io e mio Padre siamo uno." Quando diciamo sinceramente: "Sia fatta la tua volontà," in quel momento la Bellezza suprema si rivela in noi e attraverso di noi. E quando diciamo: "Io e mio Padre siamo uno," in quel momento la Bellezza suprema trova la sua manifestazione completa sulla terra qui e ora.

Ho tenuto un breve discorso sulla bellezza. Ora io e i miei studenti canteremo una canzone bengalese sulla bellezza.

[Questa è una traduzione della canzone cantata da Sri Chinmoy e dai suoi discepoli. Le parole e la musica sono state scritte da Sri Chinmoy.]

/Sundara odia sundara tumi
nandana bana majhe…/

Sei bello, più bello, bellissimo,
Di bellezza senza pari nel giardino del Paradiso.
Giorno e notte possa la Tua Immagine dimorare nel profondo del mio cuore.

Senza di te i miei occhi non hanno visione;
Tutto è illusione, tutto è sterile.
Tutt'intorno a me, dentro e fuori,
Sento la melodia di pene tenebrose.
Il mio mondo è pieno di dolori atroci.

O Signore, o mio bel Signore,
O mio Signore della Bellezza, in questa vita, anche per un fugace secondo,
Possa io essere benedetto con il dono di vedere il Tuo Volto.

Smettila di spingere! La tua notte-ignoranza è troppo pesante.
Smettila di tirare! La luce-conoscenza di Dio è troppo vasta.
Spingere è frustrazione.
Tirare è una tentazione.
Preparati lentamente, costantemente e infallibilmente.
Tua sarà la Meta delle mete.


FFB 116. 23 aprile 1974, 9:30 Montana Rooms, The Student Center, University of Montana, Missoula (Montana)