Intellettuale contro spirituale4
Egli è intellettuale. Cosa significa? Significa che il peso della sua testa supera di gran lunga il peso del resto del suo corpo.Tu sei spirituale. Cosa significa? Significa che il peso del tuo cuore supera di gran lunga il peso del resto del tuo corpo.
C'è una differenza impressionante tra la sua testa e il tuo cuore. La sua testa abbastanza spesso non ama il suo corpo. La sua testa sminuisce le capacità del corpo e i bisogni del fisico. Ma tu hai una storia diversa da raccontare. Il tuo cuore ama il tuo corpo. Il tuo cuore ispira il tuo corpo ad amare Dio. Per le sue esperienze personali il tuo cuore dice al tuo corpo che c'è solo un modo per essere felice e realizzato ed è amare Dio e servirlo in ogni modo.
Sebbene la sua testa non si preoccupi di Dio la Luce infinita, l'Energia infinita, la Compassione infinita, la Delizia infinita, tuttavia la sua testa vuole catturare Dio, misurare Dio, legare Dio, scrutare Dio. È impossibile, ma la sua testa vuole rompere e fare a pezzi Dio, l'Albero Cosmico in evoluzione.
Ma il tuo cuore non vuole catturare Dio, legare Dio e misurare Dio, perché il tuo cuore sa che Dio è infinito, Dio è immortale. Il tuo cuore vuole solo amare Dio e consegnare la sua stessa esistenza a Dio e solo a Dio. Il tuo cuore piange per Dio e cerca di vivere in Dio.
Dentro la sua testa c'è l'intelletto. Questo intelletto vuole che il mondo baci la polvere dei suoi piedi. Vuole dimostrare che la sua esistenza sulla terra è qualcosa di significativo e prezioso.
Dentro il tuo cuore c'è la luce che cerca di illuminare il mondo dentro e fuori. Dentro il tuo cuore c'è l'amore che unifica il mondo interiore con il mondo esteriore. Dentro il tuo cuore c'è la delizia che immortala la tua esistenza qui in terra e là in Cielo.
Essendo un uomo intellettuale, egli cerca di informare il mondo in generale. Essendo un uomo spirituale, tu cerchi di trasformare il mondo dentro di te e intorno a te.
Un uomo intellettuale cerca di costringere il mondo intorno a lui a vedere cosa può fare l'intelletto. Un uomo spirituale cerca di offrire al mondo che lo circonda solo ciò che Dio vuole che egli offra e riveli.
Il mio amico intellettuale e il mio amico spirituale svolgono i rispettivi ruoli. Il mio amico intellettuale mi affascina; il mio amico spirituale mi illumina. Il mio amico intellettuale ha tutto il tempo del mondo per criticare le mie mancanze. Il mio amico spirituale mi perdona giorno dopo giorno e accetta i miei errori come propri. Il mio amico spirituale mi accetta così come sono. Lentamente, costantemente e infallibilmente il mio amico spirituale mi porta nel mondo dell'auto-trascendenza, dove alla fine divento inseparabilmente tutt'uno con l'Amato Supremo.
L'intelletto ha un amico intimo: la mente raziocinante. Questa mente raziocinante è purtroppo molto spesso assalita dalla mente dubbiosa e sospettosa. La mente della distruzione ha libero accesso alla mente sospettosa. Nella mente raziocinante raramente c'è felicità. Nella mente dubbiosa e sospettosa la felicità non si trova mai. Al contrario, là notiamo la danza della distruzione, della distruzione totale.
La spiritualità ha un vero amico: la fede. Questa fede dimora nei recessi più intimi dei nostri cuori. Questa fede incarna Dio, rivela Dio e manifesta Dio. Nell'incarnazione cosciente di Dio, la nostra fede ci porta alla nostra prima destinazione. Nella rivelazione di Dio la nostra fede ci porta alla nostra seconda destinazione. Nella manifestazione di Dio, la nostra fede ci porta alla nostra terza e ultima destinazione.
Nella nostra vita quotidiana, nelle nostre multiformi attività comuni, ciò di cui abbiamo bisogno è l'intelligenza. Quando facciamo un passo avanti nella nostra vita esteriore, vediamo che abbiamo bisogno dell'intelletto. Se non abbiamo intelligenza, non possiamo sopravvivere. Se non abbiamo intelletto, non possiamo vedere la verità nei minimi dettagli. Sia l'intelligenza che l'intelletto sanno cos'è l'ignoranza, ma non cercano consapevolmente di uscire dalla notte dell'ignoranza.
Nella nostra vita interiore abbiamo un amico intimo: l'intuizione. L'intuizione è la vita dell'anima; l'intuizione è il treno espresso che accelera il nostro viaggio verso Dio. Ancora una volta, la fiamma dell'intuizione brucia il passato. Brucia la nostra vita precedente non divina. Illumina la nostra vita presente. Porta in primo piano il futuro remoto dentro di noi. Con il nostro potere intuitivo creiamo una nuova vita dentro di noi. Con il nostro potere intuitivo cresciamo nell'immagine stessa del nostro Amato Supremo.
Un cercatore della più alta Verità non ha bisogno della cosiddetta intelligenza. Né ha bisogno del cosiddetto intelletto. Ciò di cui ha bisogno è di un anelito interiore. Grazie al suo anelito interiore può facilmente avere libero accesso al mondo dell'intuizione. E dentro l'intuizione si espandono salvezza, liberazione e perfezione.
L'intelligenza che otteniamo dalla conoscenza dei libri non può aiutarci a scoprire la nostra realtà più intima. Non può aiutarci a raggiungere l'apice più alto. È il nostro anelito interiore che ci aiuta a tuffarci nel regno più profondo della nostra coscienza, che ci aiuta a salire alla coscienza sempre trascendente.
In India Sri Ramakrishna e altri Maestri spirituali di prim'ordine non si curavano della conoscenza terrena o dell'intelletto. Piangevano solo per Dio, come i bambini, e l'intuizione divenne la loro amica immediata, la loro amica costante ed eterna. Anche qui in Occidente il Cristo aveva a sua disposizione l'intuizione. Con il suo potere intuitivo realizzò suo Padre e distribuì la Luce di suo Padre al mondo intero. L'intelletto è di fondamentale importanza quando il fisico in noi non vuole più rimanere immerso nel letargo, nella notte più buia. L'intelletto è un gradino iniziale nella scala in evoluzione della coscienza. Ma il gradino dell'intuizione è infinitamente più elevato del gradino dell'intelletto.
Un cercatore della Verità ultima può iniziare il suo viaggio dalla conoscenza e dall'intelletto, oppure può iniziare il suo viaggio direttamente dall'intuizione. Il suo anelito interiore può portarlo facilmente al piano dell'intuizione senza entrare nel mondo intellettuale.
Il mio maestro-intelletto alla fine mi dice che non conosce la risposta. Il mio maestro-spiritualità mi dice che sa tutto. Mi dice un'altra cosa: mi dice che solo Dio sa tutto in lui e per mezzo di lui.
Il mio amico intellettuale è un gigante mentale. Vuole divorare il mondo. Anche il mio amico spirituale è un gigante, un gigante colmo d'anima. Il mio amico gigante colmo d'anima vuole alleggerire il fardello imponderabile di Dio, il fardello incommensurabile di Dio. Vuole alleggerire Dio secondo la sua capacità, secondo il potere della sua ricettività, che Dio gli ha concesso per la Sua infinita Bontà.
Un gigante spaventa il mondo e vuole divorare il mondo. Un altro gigante vuole porre fine ai tormenti atroci del mondo, vuole cambiare radicalmente volto e destino del mondo affinché qui sulla terra il Regno dei Cieli diventi una realtà viva.
Alla fine il gigante intellettuale sarà trasformato in un gigante spirituale. Quando veniamo trasformati, sentiamo che questo nostro mondo non ha bisogno e non può rimanere sempre nel sogno dell'ignoranza - che non ha bisogno e non può crogiolarsi coscientemente nei piaceri dell'ignoranza per sempre. Nella trasformazione del fisico la realtà dell'Aldilà ci rivendica come propri. Nella trasformazione del vitale le nostre qualità animali aggressive si trasformano nel dinamismo della luce dell'anima. Nella trasformazione della mente il finito perde la sua stessa ragion d'essere nella Luce e nella Delizia dell'Infinito.
EBJ 4. 30 aprile 1975.↩