L'universalità della religione

Perché abbiamo bisogno della religione? Abbiamo bisogno della religione perché vogliamo andare al di là del finito per poter comunicare con l’Infinito. Questo non solo è possibile, ma è anche inevitabile, perché in noi esiste un essere cosciente che vede la Realtà di Dio nella sua totalità.

La religione è un’esperienza spontanea e mai una conoscenza teorica, un’esperienza eminentemente pratica, di cui possiamo servirci coscientemente in ogni momento della nostra esistenza materiale.

La religione non è mai pervenuta all’uomo dall’esterno, ma è scaturita dalla più profonda necessità del suo essere interiore. Nel momento in cui questo essere interiore emerge e si guarda attorno, sente l’onnipervadente Immanenza di Dio e quando guarda in alto, sente la Trascendenza di Dio che tutto supera come suo divino patrimonio.

La religione ha due vite: quella esteriore e quella interiore: essa offre quella esteriore al cercatore nello stadio preliminare della sua aspirazione vitale ed emozionale; offre quella interiore alla meditazione universale e alla realizzazione di Dio.

La religione nel fisico è un inconscio implorare Dio, nel vitale, un ceco sforzo di possedere Dio, nella mente, una costante battaglia per conquistare Dio, nel cuore, un cosciente pianto per sedere nel Grembo di Dio e nell’anima, un veliero di Coscienza che anela a fare la spola tra le rive del sempre trascendente Infinito e della sempre fiorente Immortalità.

L’immoralità vuole far decadere la religione, ma Dio dice alla religione: “Non temere, figlia mia, ti do la forza indomabile della morale.” L’egoismo vuole soffocare la religione, ma Dio le dice: “Non temere, figlia mia, ti sto ponendo nella sempre crescente vastità dell’Universalità.” La morte vuole divorare la religione, ma Dio le dice: “Non temere, figlia mia, sto facendo di te l’incarnazione dell’Immortalità.”

Scienza e religione. La gente afferma che scienza e religione sono sempre ai ferri corti, questo non è necessariamente vero, la scienza fa la sua parte spiegando dinamicamente il Dio immanente. Anche la religione fa la sua parte interpretando divinamente il Dio trascendente. La scienza tratta il mondo fisico, mentre la religione tratta il mondo interiore e spirituale. La mente è lo studente e la Natura è l’insegnante della scienza. Il cuore è lo studente e l’Anima è l’insegnante della religione.

Filosofia e religione. La filosofia e la religione sono intime amiche. La filosofia raggiunge il suo acme di perfezione quando è ispirata dalla fede, dalla visione, dall’esperienza e dalla realizzazione di una sublime religione. Con l’aiuto di una consapevole e solida filosofia, la religione si libera dai ceppi della superstizione, dalla stranezza e dalle fantasticherie.

Moralità e spiritualità nella religione. La moralità nella religione è un regolare viaggio verso una vita ideale. Questo viaggio a volte sembra non aver fine, tuttavia rappresenta un’approssimazione rispetto all’ideale visualizzato, alla Meta. La spiritualità nella religione è pienamente consapevole della propria implicita Infinità, essa porta il singolo aspirante nella Dimora vivente di Dio. L’Infinità che la spiritualità rivela nella religione è realizzata attraverso uno spontaneo bisogno interiore. Per l’aspirante religioso, la speranza si fa certezza, lo sforzo diviene conquista e la forza di volontà riceve l’Appagamento assoluto.

Individualità e Universalità. Universalità non significa, né potrebbe significare una totale estinzione della fiamma viva dell’individualità nel cuore dell’uomo. Al contrario, quando l’individuo si trascende nel continuo processo di universalizzazione, si stabilisce con sicurezza nei più profondi, vasti ed elevati reami della Luce, della Pace e della Forza. Soltanto allora egli diviene il suo vero Sé, il suo Sé eterno. Senza dubbio, all’inizio sente uno spiacevole conflitto tra individualità e Universalità, ma questa sua sensazione non dura per sempre, perché questo stesso conflitto ha in sé la possibilità di una concordia sicura, di una pura unione di trascendenza unica.

Fede religiosa. La religione senza fede è come un corpo morto. La fede religiosa è un’esperienza che trasforma e non solo una mera idea. La fede possiede la chiave magica per la scoperta di se stessi. La scoperta di sé è la genuina scoperta della Realtà. La fede partecipa attivamente all’Amore, all’Armonia e alla Pace divine, infine essa trasporta la religione nell’onnipervadente Delizia dell’Aldilà.

Peccato e religione. Il concetto di peccato è effettivamente molto presente nella religione, cos’è il peccato? Non è altro che un’esperienza di imperfezione. Questa imperfezione esiste semplicemente perché la creazione è ancora in stato di compimento. La perfezione deve discendere nella creazione, è una questione di tempo. La creazione è azione, movimento costante, in avanti, verso l’alto e verso l’interno. L’evoluzione è il canto immortale che perpetuamente viene cantato dalla creazione. Il peccato di oggi è imperfezione personificata, la virtù di domani è perfezione incarnata.

Il finito e l'Infinito, sono le due cose che comprendono l’intera creazione di Dio. Quando io, il finito, mi elevo, avviene la mia auto-realizzazione. Quando Dio, l'Infinito discende, avviene la Sua Auto-Manifestazione. Quando entro in Lui, l’Altissimo, Egli mi dona la Sua Unità. Quando Egli entra in me, nella mia parte inferiore, io gli offro la molteplicità che Egli stesso mi affidò quando la mia anima discese sulla terra, al fine di rivelarLo e completarLo.

Tutte le religioni sono in essenza una sola cosa, inscindibile. Ogni religione è un percorso infallibile che conduce alla Verità eterna ed è una vera e propria manifestazione di quella Verità. La religione non cambia, ma le religioni devono subire continue vicissitudini nella loro forma esteriore, secondo i costumi, le abitudini, i rituali, le circostanze e gli ambienti con cui hanno a che fare. "Uniti resistiamo, divisi crolliamo." Questa massima spesso citata, può essere applicata adeguatamente a questo discorso. La forza unica di tutte le religioni conosce il segreto supremo secondo cui nessuna religione deve essere giudicata inferiore. Senza la forza dell’unione, nessuna religione può andare a testa alta. La religione è una, ma si esprime attraverso molte forme, attraverso le innumerevoli religioni.

Sono profondamente orgoglioso di essere qui nella Chiesa Universalista, il mio cuore proclama la verità che la religione universale è il centro di tutte le religioni e che la sua realizzazione non è monopolio di nessuno in particolare. Ogni individuo, indipendentemente da casta, credo o nazionalità, può realizzare questa religione universale se ha l’immaginazione dinamica, l’ispirazione creativa e l’appagante aspirazione per assimilare lo spirito di tutte le religioni.

Io sono induista e sono orgoglioso del mio Induismo. Il mio Induismo, il sanatana dharma, la religione eterna, mi ha insegnato: “Aham Brahma”, "Io sono il Brahman, l’Uno senza un secondo." Tu sei cristiano e sei orgoglioso del tuo Cristianesimo. La tua religione divina ti ha insegnato: "Io e mio Padre siamo una cosa sola." Se sono un induista nel senso più puro del termine, devo essere anche un cristiano convinto, perché nel profondo, dentro di me, quello che vedo, sento e divengo, è la Verità universale. Cos’è la Verità? La Verità è il nostro Padre divino. Un bambino non si preoccupa se il suo padre fisico è chiamato fratello da uno, zio da un altro, nipote da qualcun altro ed amico da una quarta persona. Egli è ugualmente felice per ogni approccio diverso verso suo padre.

Similmente, quando religioni diverse si avvicinano alla Verità, che è il nostro Padre Divino, ognuna nel proprio modo, dobbiamo essere estremamente felici, perché ciascuna religione vuole la Verità e solo la Verità.