Scena 8

(Maria e Giuseppe sono in una locanda.)

MARIA: Giuseppe, Ti avevo detto di non preoccuparti. Ora abbiamo una bella stanza in una grande locanda. Non siamo più in una stalla. Qui io e te potremo prenderci cura del nostro dolce divino bambino abbastanza facilmente.

GIUSEPPE: Maria, avevi ragione. Hai ragione. Hai sempre ragione.

MARIA: Quello di cui io e te abbiamo bisogno è la pazienza. È tutto.

(Entrano i tre saggi.)

UOMINI (inchinandosi al bambino): O re, o Signore del mondo, oggi non siamo sulla terra. Siamo ora nel settimo paradiso della delizia. Nessun dono divino abbiamo da offrirti. Sii lieto di accettare i nostri doni terreni di oro, profumo, incenso e mirra.

GIUSEPPE: O ospiti divini, per favore passate questa notte qui.

UOMINI: Grazie, Giuseppe. È molto gentile da parte tua.

(Maria dà loro da mangiare. Vanno a dormire in un angolo della stanza, Giuseppe in un altro angolo e Maria e il bambino in un terzo angolo. Dopo alcuni istanti una voce divina risveglia i tre saggi.)

VOCE: Andate a casa. Non tornate da Erode.

(Escono i tre saggi. Appare un angelo che sveglia Giuseppe e Maria.)

ANGELO: Giuseppe, tu, tua moglie e tuo figlio dovete partire immediatamente per l'Egitto. Altrimenti Erode troverà presto il tuo bambino qui e lo ucciderà.

(Maria prende il bambino in braccio. Escono tutti.)

Sri Chinmoy, Il Figlio, Agni Press, 1973