Parte II — Scoperta di sé e padronanza del mondo

Scoperta di sé e padronanza del mondo2

La scoperta di sé è un movimento interiore. La padronanza del mondo è un movimento esteriore.

La scoperta di sé è un viaggio interiore. La padronanza del mondo è un viaggio esteriore.

La scoperta di sé è un'avventura interiore. La padronanza del mondo è un'avventura esteriore.

La scoperta di sé è un'esperienza interiore. La padronanza del mondo è un'esperienza esteriore.

La scoperta di sé è una perfezione interiore. La padronanza del mondo è una perfezione esteriore.

Movimento, viaggio, avventura, esperienza e perfezione.

Il movimento interiore è la visione della vita-silenzio. Il movimento esteriore è la visione della vita-suono.

Il viaggio interiore conosce la meta anche molto prima di arrivare alla meta. Il viaggio esteriore conosce la meta solo quando ha raggiunto la meta.

L'avventura interiore è ispirata dall'aspirazione e sostenuta dalla dedizione. L'avventura esteriore è ispirata dall'immaginazione e supportata dalla determinazione.

L'esperienza interiore è: Dio e io siamo tutt'uno; siamo eternamente uno. L'esperienza esteriore è: Dio non necessita e non può rimanere per sempre un anelito lontano; Lui è a portata di mano e se lo cerchiamo siamo destinati a vederLo, sentirLo e crescere in Lui.

La perfezione interiore è 'Io sono'. La perfezione esteriore è 'io ho'.

Il viaggio interiore alla scoperta di sé incontra sulla strada un avversario che si chiama dubbio. Il dubbio ritarda indefinitamente la nostra scoperta di noi stessi. Il viaggio esteriore della padronanza del mondo incontra sulla strada un avversario chiamato paura. La paura ritarda indefinitamente la nostra padronanza del mondo. Il dubbio cerca di distruggere il seme cosmico dentro di noi. La paura non ci permette di vedere né il seme cosmico né l'albero cosmico.

Abbiamo bisogno di meditazione e abbiamo bisogno di concentrazione. Per la scoperta di noi stessi ciò di cui abbiamo bisogno è la meditazione, una vita di meditazione. Per la padronanza del mondo ciò di cui abbiamo bisogno è la concentrazione, il potere della concentrazione. La nostra meditazione desidera ardentemente la realtà dell'Infinito. La nostra concentrazione desidera l'immediatezza della realtà. La concentrazione vuole qualcosa qui e ora, in un batter d'occhio. La meditazione vuole tutto lentamente, costantemente e infallibilmente. La concentrazione dà la massima importanza alla velocità, mentre la meditazione dà la massima importanza al silenzio.

La scoperta di sé ci mostra una strada. Questa strada è tra l'involuzione del nostro spirito e l'evoluzione della vita. Lo spirito è coinvolto nella materia e ora sta cercando di evolversi. C'è una strada tra l'involuzione dello spirito e l'evoluzione della vita. Questo è ciò che impariamo dalla scoperta di sé. Ora, c'è un'altra strada significativa, la strada tra la nostra rivelazione e la nostra manifestazione qui sulla terra. Questa strada è la strada della padronanza del mondo. Riveliamo ciò che abbiamo dentro e poi manifestiamo la nostra rivelazione. Come lo facciamo? Lo facciamo con la forza della nostra padronanza del mondo. Camminiamo lungo la strada tra la nostra rivelazione e la nostra manifestazione quando abbiamo la padronanza del mondo.

Colui che ha scoperto il suo Sé più alto è uno strumento di Dio, cosciente e illuminato. Colui che ha acquisito il dominio del mondo è pure uno strumento di Dio, cosciente e appagante. Colui che ha realizzato Dio nel mondo interiore è senza dubbio uno strumento migliore nel mondo interiore di colui che ha acquisito la padronanza solo del mondo esteriore. Ma colui che ha acquisito la padronanza del mondo esteriore è uno strumento di dedizione migliore nel mondo esteriore di colui che ha acquisito la scoperta di sé solo nel mondo interiore.

Ci sono alcune figure spirituali che danno più importanza alla scoperta di sé che alla padronanza del mondo, mentre ci sono altre che danno più importanza alla padronanza del mondo che alla scoperta di sé. Entrambi hanno ragione a modo loro. Sentono che la scoperta di sé è aspirazione e la padronanza del mondo è dedizione. Ma aspirazione e dedizione dovrebbero andare insieme. Di nuovo, quando ci immergiamo nel profondo, sentiamo che nell'aspirazione si profila anche il respiro vitale della dedizione; similmente, nella dedizione si profila anche il soffio vitale dell'aspirazione. Sono tutt'uno. Dovrebbero essere inseparabili, come il dritto e il rovescio della stessa moneta. Colui che ha scoperto il più alto in se stesso, colui che ha scoperto la sua Sorgente e allo stesso tempo ha acquisito la padronanza del mondo, è senza dubbio uno strumento senza pari sia qui sulla terra che là in Cielo.

Per diventare uno strumento perfetto nel mondo interiore e nel mondo esteriore, bisogna praticare sia l'aspirazione che la dedizione. L'aspirazione è la ricchezza interiore, la realizzazione interiore e il segreto interiore. La dedizione è la ricchezza esteriore, la conquista esteriore e il segreto esteriore. Entrambe sono di fondamentale importanza. Ma al momento dell'inizio della vita spirituale il cercatore deve praticare prima l'aspirazione, poi la dedizione. Quando il cercatore è nella vita spirituale da un po' di tempo, può praticarle entrambe contemporaneamente. In quel momento vede che sono come anime complementari. Ma proprio all'inizio, all'inizio del viaggio, è sempre meglio che il cercatore presti la massima attenzione alla sua aspirazione, per poi dedicarsi in seguito. Una volta che è al sicuro nella sua aspirazione, allora è di fondamentale importanza che anche lui pratichi la dedizione di sé.

Quando aspiriamo, quando ci dedichiamo, alla fine scopriamo ciò che siamo eternamente: il nostro Sé eterno. E quando ci dedichiamo, otteniamo la padronanza del mondo. È attraverso la nostra padronanza del mondo che possiamo ispirare i nostri concittadini, i nostri fratelli e sorelle del mondo, ad entrare nella vita dell'aspirazione e della scoperta di sé.


SDW 8. 11 febbraio 1976, 15:30