Parte I — Discorsi

Il Guru e le forze ostili1

Mentre ero di fronte a te oggi durante la meditazione e stavo per benedirti nel mondo interiore, c'è stato un tremendo attacco. Una forza ostile molto forte stava per attaccare il mio caro X. Mentre lo guardavo, l'ho notato. Immediatamente ho preso quella forza in me stesso per alcuni secondi e poi l'ho lanciata nella Coscienza Universale.

Dico a tutti voi, a meno che non si sia pienamente realizzati, non si dovrebbe accettare nessun discepolo o recitare la parte di un Guru. La forza stava seguendo X, ma subito l'ho presa perché è così devoto, così devoto, così vicino. L'ho presa qui e poi l'ho gettata nella Coscienza Universale. Ho questo potere. E dov'è la Coscienza Universale? È in mio possesso. Ma se qualcun altro avesse cercato di affrontare quella forza, sarebbe immediatamente svenuto o avrebbe fatto qualcosa di estremamente spaventoso. Per favore, perdonatemi, vi sto solo dicendo che trattare con i discepoli senza essere pienamente realizzati è commettere il più grande errore. Inoltre, è una grande ingiustizia per i discepoli.

Molto spesso, quando mi trovo di fronte ad alcuni discepoli, consciamente o inconsciamente questi mi scagliano delle frecce. Se entraste nel mondo interiore, vedreste che tutto il mio corpo sanguina copiosamente. In realtà, nuoto in un mare di sangue. Lo faccio, ma immediatamente ho il potere di lanciare tutte queste frecce nella Coscienza Universale. Se non avessi avuto il potere, a quest'ora sarei stato nell'altro mondo. Tutti i Maestri spirituali devono avere questo potere se hanno accettato i discepoli nel vero senso della parola. Se non hanno accettato nessun discepolo spirituale, se hanno accettato solo esseri umani come membri della loro organizzazione, allora possono avere migliaia e milioni di seguaci e non c'è alcuna responsabilità da parte loro.

Molte volte, prima che un discepolo stia per essere attaccato, la forza arriva e mi colpisce il più forte possibile. Come mai? Perché la mia identificazione, la mia unità con il discepolo è così intensa. È proprio come quando qualcuno vuole picchiare il bambino davanti alla madre, perché il bambino ha fatto qualcosa di sbagliato. Immediatamente viene la madre e dice: "So che mio figlio ha fatto qualcosa di sbagliato, ma non picchiate mio figlio. È mio. Battete me invece." Anche nel mio caso, faccio lo stesso con i miei figli spirituali. Ma questo vale solo per coloro che mi hanno accolto pienamente e senza riserve. Altrimenti, nonostante le mie migliori intenzioni, il Supremo non mi permetterà di fare nulla per voi.


PA 1. Discorso ai discepoli durante una riunione del Centro il 24 marzo 1968