Domanda: Dal momento che ritieni che gli aspiranti spirituali dovrebbero prestare più attenzione al cuore che alla mente, presumo che il tuo sentiero sia principalmente un sentiero del cuore. Puoi per favore dirmi in che modo il tuo sentiero tende a focalizzare l'attenzione dell'aspirante sul cuore?

Sri Chinmoy: Amore, devozione, resa: questa è il nostro sentiero. L'amore è il primo gradino, la devozione il secondo e la resa è il terzo e ultimo gradino della nostra scala spirituale. Come sai, il cuore è la sede dell'amore. L'amore umano è immediatamente seguito dalla frustrazione, ma l'amore divino è un'espansione della nostra coscienza. L'amore umano significa solo una cosa: possedere ed essere posseduti. L'amore divino significa un'altra cosa: illuminare ed essere illuminati, liberare ed essere liberati. Quando cerchiamo di possedere gli altri, siamo immediatamente posseduti. Quando cerchiamo di illuminare e liberare gli altri, noi stessi siamo illuminati e liberati.

Nell'amore umano osserviamo una cosa significativa. Quando amiamo qualcuno, cerchiamo di trascorrere il nostro tempo prezioso con quella persona in particolare, o pensando a lei. Ci dedichiamo alla persona. Anche nella vita spirituale, se amiamo veramente Dio, o qualche Maestro spirituale, allora naturalmente avremo l'impulso interiore di offrirgli il nostro puro amore e di consacrarci a Lui attraverso la nostra aspirazione e dedizione. Altrimenti, quello che abbiamo non è vero amore. Anche l'amore umano offre gratuitamente il suo servizio per compiacere la persona amata. Nella vita spirituale questa offerta di sé deve essere molto più intensa. Dovremmo essere pronti a dare tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo a Dio, al nostro Maestro spirituale, al sentiero che stiamo seguendo. Questa totale offerta di sé è devozione.

Ma la completa liberazione arriva solo con la resa alla Volontà dell'Infinito. Arrendendo la nostra esistenza finita all'Infinito, diventiamo coscientemente tutt'uno con l'Infinito. Non stiamo entrando in un estraneo o uno straniero; l'Infinito è il nostro potere non realizzato. Il finito è sempre stato la parte non realizzata e non manifestata dell'Infinito. Come esseri umani comuni siamo finiti, ma come strumenti divini coscienti non possiamo mai essere finiti, perché dentro di noi la luminosa Divinità del Supremo è venuta alla ribalta.

Dobbiamo provare il sentimento del vero amore per il Supremo in noi. Poi dobbiamo sapere che solo nella sincera auto dedizione il nostro amore trova la sua espressione. Ma per raggiungere il vero appagamento costantemente ed eternamente, dobbiamo vedere e sentire la nostra vera unità con l'Assoluto. Il cuore ha la chiave segreta per aprire la porta dell'identificazione e permetterci di vedere la nostra unità con Dio. Una volta che sentiamo la nostra unità con l'Assoluto, dobbiamo rendere questa unità totale, permanente ed eterna. Per questo abbiamo bisogno del messaggio divino della resa. La nostra resa implicita, senza riserve, inseparabile, eterna, incondizionata al Supremo è assolutamente necessaria per la realizzazione di Dio. L'amore è la prima necessità. La devozione è la seconda necessità. La resa è la terza e ultima necessità. Questi tre passi ci porteranno rapidamente, in sicurezza e con certezza alla nostra Meta trascendentale.