Shani

In India abbiamo un Dio molto importante chiamato Saturno. Lo chiamiamo anche Shani. Preghiamo gli altri Dei Cosmici dicendo: “Dacci ricchezza, dacci successo.” Nei diversi giorni della settimana adoriamo i pianeti, le stelle e le divinità cosmiche, perché vengano a noi con la loro abbondanza interiore ed esteriore.

Ma a questo particolare Dio diciamo: “O Shani, non fare caso a noi! Non portare il tuo sguardo su di noi!” Noi preghiamo che questo Dio non venga nella nostra casa e che non faccia caso a nessuno dei nostri cari in famiglia. Perché? Quando questo particolare Dio guarda ad una famiglia, immediatamente accade qualcosa di brutto. Quando Saturno viene nella nostra famiglia, sul piano fisico ci sarà qualche calamità: i nostri cari moriranno, perderemo dei soldi, o accadrà qualche catastrofe. Ecco perché in India diciamo “non venire!”

Dobbiamo sapere che è solo il nostro desiderio umano a farci pregare in questo modo. La nostra aspirazione divina non potrebbe mai far questo. La preghiera umana vuole possedere ed essere posseduta dal mondo, dai suoi parenti e dai suoi cari.

Questo è il nostro desiderio umano. Ma Shani viene e ci dà la rinuncia; crea le condizioni delle avversità umane e ci impone l’austerità. Porta finanche via da noi le persone più care. Gli esseri umani ordinari troveranno difficile abbracciare questo tipo di privazione, ma quando un cercatore vuol raggiungere l’Altissimo, chiede a Shani e Rudra di accelerare il viaggio verso la Meta Trascendentale. Prega perché facciano il loro lavoro divino e taglino tutti gli attaccamenti. Shani e Rudra vogliono che noi ci liberiamo dalle maglie dell’ignoranza: ecco perché anelano costantemente alla perfezione in e attraverso di noi. È precisamente perché ci piace vivere nell’ignoranza, che noi esseri umani abbiamo paura di Rudra e Shani.

In accordo alla tradizione indiana, c’è uno speciale ‘sabato’, in inglese saturday, saturday è ‘saturnday’, in cui invochiamo Saturno e lo lodiamo prima di mangiare. Preghiamo: “Per favore non venire, non venire. Per favore non venire mai a casa nostra. Ecco perché ti preghiamo”. Quando il giorno è passato, quando sentiamo che non verrà da noi, prendiamo come ‘prasad’ un particolare tipo di riso grezzo, mescolato con latte, banana e cocco. Ma qui, siamo tutti cercatori. Lo preghiamo di darci la liberazione e di liberarci dall’attaccamento. Perciò lo invocheremo nel suo aspetto più elevato.