La crescita spirituale di vostro figlio

Sii spontaneo come un bambino

Sii spontaneo come un bambino.
Un bambino non cerca
di acquisire niente di innaturale.
Non cerca di essere qualcuno
o qualcos’altro.
Si avvicina a Dio in modo naturale.

A un bambino dovrebbe essere insegnata la spiritualità dal primo momento che vede la luce del giorno. Quando il bambino piange per la prima volta, la madre dovrebbe chiedersi perché piange. È perché il bambino vede per la prima volta il mare-ignoranza e ne è spaventato, o perché ha perso la luce e la delizia di cui era abituato a gioire?

Se la madre sente che è il mare-ignoranza a spaventare il bambino, interiormente deve dire al figlio che il mare-ignoranza ha una vita breve e che presto lui nuoterà nel mare-saggezza e gioirà della suprema soddisfazione. Se la madre sente che è la separazione dalla Luce-Paradiso ad avere spinto il bambino a piangere, interiormente deve dire al figlio che Dio non è solo in Paradiso ma anche sulla terra. Deve dire al bambino che Dio lo ha mandato sulla terra per soddisfare uno scopo speciale. In entrambi i casi, la madre deve parlare alla realtà interiore del figlio, che è l’anima.

Anche esteriormente si può iniziare il viaggio spirituale del bambino in tenera età, anche a sei mesi. Il bambino può non saper parlare ma, per esempio, se sei un cristiano puoi mostrargli un’immagine di Cristo. Dio esprime se stesso attraverso la bellezza, perciò puoi anche mostrargli qualcosa di bello, ad esempio un fiore, un bambino sa apprezzare la bellezza di un fiore. In quel momento per il bambino il fiore è Dio. Più avanti, quando il bambino può parlare, fa che dica “Dio” varie volte come preghiera. Quando sarà più grande, gli si può insegnare una meditazione più elevata.

Doni a tuo figlio la sola reale libertà quando gli dai la verità, la realtà. La vera libertà non è nel prendere a botte qualcuno o nell’andare in giro come un vagabondo. No! La vera libertà è nel fare ogni cosa come Dio vuole che sia fatta, questa è la libertà. Dio è tutta luce, tutta libertà, e se Lo ascoltiamo, gioiremo della vera libertà.

Qualche volta i genitori mi chiedono come possono spiegare a un bambino la preghiera e meditazione che loro avvertono come astratte, ma per un adulto, preghiera e meditazione non sono astratte, quando preghiamo giungiamo le mani e aneliamo interiormente per Qualcuno che è sopra di noi o dentro di noi. Se vuoi spiegare la preghiera ad un bambino, non provare a convincerlo solo con l’aspetto fisico, digli che la preghiera è qualcosa di assolutamente diverso dal solo giungere le mani e guardare in alto. Digli che la preghiera è qualcosa che deve fare interiormente, ma se vuole vederla o sentirla, deve congiungere le mani. Puoi dire a un bambino che la preghiera è qualcosa che sentirà quando congiungerà le mani e parlerà con Dio. Quando giungerà le mani e sentirà qualcosa dentro, sia esso amore o dolcezza o tenerezza, per lui la preghiera non sarà più qualcosa di astratto, ma una realtà.

Per la meditazione, il bambino deve sedersi calmo e tranquillo. Quando si siede in questo modo, immediatamente inizierà a sentire che medita. Questa azione concreta lo porterà dentro a qualcosa che inizialmente poteva sembrargli astratta. Puoi insegnare ad un bambino attraverso l’azione esteriore, ma non dimenticare di dare importanza al sentimento interiore. Quando inizia a sentire gioia, pace e amore e gradualmente diventa queste cose con la forza della sua meditazione, come potranno rimanere cose astratte? Il suo corpo per lui non è astratto perché si identifica con esso. Qualunque cosa con cui si identifichi, lo dichiara suo. Se identifica se stesso con la preghiera e la meditazione, sentirà pace, gioia, amore e così via e, una volta sentite queste cose, darà loro una forma e non resteranno più astratte.

Preghiera e meditazione sono come due strade. La preghiera è sempre fatta per il nostro bene, per la nostra vita, per le persone care che ci sono vicine nel nostro piccolo mondo, ma la meditazione è per il mondo intero. Quando meditiamo bene, sentiamo l’unità con la nostra realtà espansa e appaghiamo non solo noi stessi ma anche il mondo intero. La preghiera è necessaria e la meditazione è necessaria. Quando prego, io parlo e mio Padre ascolta. Quando medito, mio Padre parla ed io ascolto, quando preghiamo saliamo verso Dio; quando meditiamo Dio scende da noi, in definitiva è la stessa cosa.

Sin dall’infanzia, ci insegnano a pregare Dio per ogni cosa. I nostri genitori ci insegnano come pregare, ma non ci insegnano per cosa pregare. Dicono: “Prega Dio per ogni cosa che tu voglia.” Così iniziamo a pregare: “O Dio, per piacere fammi arrivare primo all’esame”, “O Dio, fammi arrivare per primo alla corsa”, e così via. Quando iniziamo a pregare per questo genere di cose non c’è fine.

Invece i genitori dovrebbero dire ai propri figli: “Prega Dio per rendere la tua mente calma e tranquilla così sentirai pace e beatitudine ovunque. Prega nel cuore.” Sfortunatamente i genitori non lo dicono, così sin dall’infanzia, i bambini pregheranno per ogni stupida cosa. Tuttavia, è certamente meglio pregare Dio per ogni stupida cosa, che non pregarlo affatto.

La cosa migliore è meditare. Se i bambini imparano come meditare, non svilupperanno l’abitudine che Dio appaghi tutti i loro desideri. Dovreste dire ai vostri figli: "Se mediti la tua mente sarà calma e tranquilla. Sarai totalmente uno con la vastità dell’Infinito e Dio diventerà tuo Amico.