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Il marito e la moglie furono benedetti con un figlio. Pregarono il Maestro di dargli un nome, e il Maestro rivolse loro un ampio sorriso. Pensavano che il sorriso indicasse il consenso del Maestro e che nel prossimo futuro il Maestro avrebbe dato al bambino un nome spirituale. Ahimè, aspettarono un mese, due, tre, quattro, cinque mesi. Poi dissero al Maestro: "Come mai non mantieni la tua promessa? Ci hai detto che avresti dato un nome spirituale a nostro figlio."

Il Maestro disse: "Quando l'ho detto? Quando e dove?"

"Non hai usato parole ma il tuo sorriso è stato più che sufficiente per convincerci che volevi dargli un nome."

Il Maestro disse: "La tua intuizione non ha reso giustizia al mio sorriso. Non sarò in grado di dargli un nome."

Entrambi se ne andarono, pazzi e furiosi. Ma la forza divina, la Compassione del Supremo, non li lasciò. Perciò, interiormente pregavano il Maestro e venne un momento in cui tornarono da lui. Quindi il Maestro diede immediatamente un nome al bambino. In questo modo il Maestro perse e riconquistò tre discepoli.