Domanda: La sofferenza è necessaria per il progresso spirituale?

Sri Chinmoy: Secondo la mia convinzione personale, secondo la mia stessa realizzazione, la sofferenza non deve essere glorificata. No! Soffriamo perché ci identifichiamo con l'ignoranza. Quando siamo nel mondo vitale, soffriamo. Quando siamo nel mondo emotivo, soffriamo. Quando facciamo qualcosa di sbagliato, soffriamo. Dio non ci sta imponendo la sofferenza; lungi da ciò. Ma se abbiamo fatto qualcosa di sbagliato e la Legge Cosmica ci offre sofferenza, allora dobbiamo sentire che questo è qualcosa di cui abbiamo bisogno per il nostro progresso. Quando facciamo qualcosa di giusto, anche allora a volte soffriamo. Il mondo non ci capisce; il mondo ha difficoltà a vedere la verità in noi e noi soffriamo.

Dobbiamo sapere che siamo venuti nel mondo per compiere la Volontà di Dio. Se è Volontà di Dio che subiamo la sofferenza, allora dovremo accettarla. Ma pregando Dio e meditando su Dio, possiamo cambiare la sua Volontà. Se facciamo la cosa giusta, se agiamo divinamente, allora Egli minimizzerà la nostra sofferenza o potrebbe eliminarla del tutto.

Se arriva la sofferenza, dobbiamo affrontarla; dobbiamo accettarla come un'esperienza sulla nostra strada. Ma non dobbiamo aumentare la nostra sofferenza per fare ulteriore progresso. Non dobbiamo glorificare la sofferenza per fare progresso più elevato. Non devo tagliarmi le braccia o il naso per andare dal mio Eterno Padre. Non devo provarGli quanto ho sofferto per raggiungerLo. È il mio Padre amorevole e devo avvicinarmi a Lui con tutto il mio amore.

Perché soffriamo? Soffriamo perché non ci identifichiamo con la nostra gioia interiore. C'è molta gioia nel nostro essere interiore, ma non ci identifichiamo consciamente o anche inconsciamente con la gioia che abbiamo dentro. Molte volte ci identifichiamo consapevolmente e deliberatamente con la sofferenza esteriore. Poi siamo presi nella cella della sofferenza e non vogliamo uscirne. In quel momento la sofferenza entra in noi e svolge il suo ruolo e noi la amiamo. Allora siamo impotenti.

Nella vita spirituale, ci sono molte qualità non divine che si aggiungono alla nostra sofferenza: paura, dubbio, ansia, preoccupazione, depressione, gelosia e così via. Quando siamo vittime del dubbio o della paura, soffriamo senza pietà. Ma di questa sofferenza siamo noi stessi responsabili. Dio ci ha dato la fede necessaria per sapere che ci ama, ci pensa e medita su di noi. Allora perché dovremmo dubitare di Dio o della nostra stessa esistenza?

Un aspirante deve sentire che Dio pensa sempre a noi, indipendentemente dal fatto che noi Lo pensiamo o no. Ma se non siamo cercatori, allora non potremo mai avere quella sensazione. Penseremo che poiché non stiamo pensando a Dio, allora naturalmente anche Dio non sta pensando a noi. Questa è la nostra realizzazione. Ma quando seguiamo la vita spirituale arriviamo a sapere che Dio pensa a noi infinitamente più di quanto noi pensiamo a noi stessi. Stando così le cose, non dobbiamo essere vittime della paura, del dubbio e dell'ansia, che contribuiscono tutti alla nostra sofferenza.

La nostra filosofia è questa: da luce cresceremo in più luce, luce abbondante, Luce infinita. Dalla gioia cresceremo in altra gioia, Gioia infinita. Andremo avanti e non indietro. Non rimarremo nella stanza buia della sofferenza. Andremo solo avanti nella stanza che è luminosa.