Domanda: Puoi spiegarci la tua filosofia di amore, devozione e resa incondizionata?

Sri Chinmoy: Conosciamo tutti l'amore umano. L'amore umano è possedere ed essere posseduti. Sentiamo che oggi o domani avremo qualcuno, ma con nostro grande stupore, scopriamo che prima di possedere quella persona noi stessi siamo spietatamente posseduti da quella persona. Una volta posseduto qualcuno, sentiamo che stiamo strangolando quella persona in nome dell'amore, o siamo noi stessi già strangolati in nome dell'amore. L'Amore divino, invece, non è possesso. L'Amore divino è solo espansione. Il vero amore è totale unità con l'oggetto amato e con il Possessore dell'Amore. Chi è il Possessore dell'Amore? Dio. L'amore è il legame interiore che collega l'uomo a Dio. Dobbiamo sempre avvicinarci a Dio attraverso l'amore. L'amore è il primo passo. Il secondo passo è la devozione. Il terzo passo è la resa incondizionata, l’abbandono.

Nel mondo umano, la devozione è attaccamento. Riteniamo che se siamo attaccati a qualcuno, allora otterremo Pace, Luce e Beatitudine da quella persona in grande misura, ma alla fine arriviamo a renderci conto che il nostro attaccamento è a dir poco la nostra ignoranza. Riteniamo che se siamo attaccati a un essere umano, otterremo ciò che ha e ciò che è, ma, purtroppo, ciò che ha, è oscurità e ciò che è, è ignoranza. E quando è attaccato a noi, non sentiamo di essere in grado di dargli alcuna luce. Quindi l'attaccamento è qualcosa che ci allontana costantemente dalla nostra realtà. Tuttavia, se abbiamo vera devozione, devozione per una causa superiore, per una realtà superiore, per la luce dentro di noi, per la verità sopra di noi, in quel momento la Verità più alta può operare dentro e attraverso di noi. L'attaccamento è al mondo che ci circonda, il mondo pieno di ignoranza, ma quando siamo devoti, entriamo in un mondo superiore per far scendere Pace, Luce e Beatitudine dall'Alto e mettere in primo piano la nostra divinità interiore. Questa è devozione.

Poi arriva l’abbandono. Possiamo arrenderci al nostro capo, che è ugualmente ignorante e che dominerà su di noi, oppure uno schiavo può ascoltare il suo padrone per paura. Questo è un tipo di resa, ma la resa spirituale è diversa. Non deriva dalla compulsione, viene spontaneamente dalla nostra gioia, gioia interiore. Nell’abbandono a Dio, divento tutt'uno con l'Infinito e sento l'Infinito come la mia realtà.

C'è una grande differenza tra l’arrendersi alla pigrizia o all'assoluta incapacità, e la resa dinamica, che è sovraccarica di aspirazione. Se per pigrizia o incapacità diciamo: “Mi sono arreso. Ora non devo fare nulla," questo non è abbastanza. La nostra resa deve essere dinamica, aspirando costantemente a crescere o fondersi nell'Infinito. La nostra resa deve essere consapevole e spontanea. Quando ci arrendiamo consapevolmente e spontaneamente all'infinita Verità, Pace, Luce e Beatitudine, diventiamo un canale perfetto affinché queste qualità si manifestino in e attraverso di noi sulla terra. In Occidente, la resa è stata fraintesa. Qui la resa, o abbandono, è vista come sottomissione a qualcosa o a qualcun altro. È vista come una perdita di individualità, un'estinzione dell'individualità, ma questa visione della resa spirituale è un errore. Se vogliamo davvero essere un tutt'uno con l'Infinito, l'Ultimo, lo Sconfinato, allora dobbiamo entrarci. È come la piccola goccia che arrende la sua individualità ed entra nella sua sorgente, il vasto oceano. In quel momento, non perde nulla. Diventa l'oceano stesso. Quando entriamo nel Definitivo, non perdiamo la nostra cosiddetta piccola individualità. Al contrario, diventiamo l'Infinito stesso. Grazie alla nostra totale unità, noi e l'Infinito diventiamo indivisibili.

Quando ci arrendiamo a Dio, sentiamo che Dio è la nostra esistenza più illuminata. La differenza tra uomo e Dio è questa: l'uomo è Dio che deve ancora realizzare totalmente chi è, e Dio è l’uomo che si deve ancora manifestare pienamente. L'uomo è Dio, è sicuramente Dio, ma non ha realizzato pienamente chi è. Dio è l’uomo, ma non si è ancora pienamente manifestato sulla terra. Quando cediamo la nostra esistenza terrena alla divinità dentro di noi, arriviamo a renderci conto che l'uomo e Dio sono una sola ed identica cosa.