Parte IV
Question: Domanda: Cosa possiamo fare per vivere al nostro massimo potenziale?4
Sri Chinmoy: Per vivere al nostro massimo potenziale, dovremmo dar valore alla vita di aspirazione. Possiamo avere solo due vite, non tre o quattro: una è la vita di desiderio, l'altra è la vita di aspirazione. L'una ci lega. L'altra ci libera dall'ignoranza.In ogni istante Dio ci offre la libertà di fare una scelta. Quando Dio ci dà questa libertà, spessissimo se non sempre, facciamo la scelta sbagliata; ma possiamo chiedere a Dio: "Per favore, scegli Tu per me." Poi, quando Dio fa questa scelta, dobbiamo dire immediatamente: "Questa era proprio la decisione che volevo prendere!" In forza della nostra identificazione con la Volontà di Dio, dobbiamo sapere che la Sua è la scelta giusta.
Dobbiamo sempre sentire che c'è Qualcuno più saggio di noi. La nostra difficoltà è che pensiamo sempre di sapere tutto. Sentiamo che nessuno ne sappia quanto noi, specialmente riguardo alle nostre vite. Diciamo: "Dopotutto è la mia vita! Chi altro può sapere come sto soffrendo?"
Ma dobbiamo aver fede in Qualcun altro, e questo Qualcun altro è il nostro Sé più elevato, Dio. Naturalmente questo Qualcuno è solo un'estensione di noi stessi. Egli è il nostro grande Sé. Dobbiamo sempre sentire che c'è Qualcuno che riceve più gioia di noi, dai nostri stessi pensieri e azioni positivi. Se sono azioni divine, Dio ne riceve infinita gioia. Se sono azioni negative, ne riceve solo sofferenza.
Se è per noi difficile identificare il nostro sé più basso con il nostro Sé più alto, cerchiamo almeno di sentire che c'è Qualcun altro che ha infinitamente più conoscenza di noi. Ogni individuo dovrebbe interpretare la parte dello studente. Se io sono uno studente, dovrebbe esserci anche un insegnante. Quest'ultimo ne sa più di me, perciò vado da lui; in caso contrario, se uno studente non studia né con un insegnante privato né con uno della scuola, sarà molto difficile per lui fare progresso: a meno che non aspiri ogni giorno per ore ed ore, e la Guida interiore non gli dia il messaggio di che cosa fare. Per vivere al nostro massimo potenziale, dobbiamo sempre credere in Qualcuno che ci dia la luce che separi la nostra vita-di-desiderio dalla nostra vita-di-aspirazione.
C'è anche un altro modo di vivere al nostro massimo potenziale. La maggior parte delle persone vogliono possedere il mondo. Invece di cercare di possedere il mondo, dovremmo pregare Dio perché Lui possegga noi. Dio è in noi, Dio è con noi, e Dio è per noi. Dobbiamo pregare Dio: "Mio Signore, possiedimi in modo tale che io non possa essere fuori dalla Tua Vista neanche per un secondo. Possiedimi, possiedimi!" Qui la parola 'possiedimi' significa 'considerami Tuo'. Stiamo in realtà dicendo a Dio: "Mio Signore, stai costantemente affermando che sono Tuo, ma purtroppo io non sto facendo lo stesso con Te. Permettimi di affermare che Tu sei mio!" Tutti i nostri problemi possono essere risolti se solo pensiamo che Dio ci abbia dichiarati Suoi fin dall'inizio della Creazione. Lui ci ha creati, ed ora ha tutto il diritto di affermare che Gli apparteniamo. Allo stesso modo, possiamo dire a Dio: "Dato che siamo la Tua Creazione, abbiamo tutto il diritto di considerarti nostro".
Il padre considera il figlio come proprio. Anche il figlio ha il diritto di considerare il padre come suo proprio; ma quando c'è separazione tra le idee del padre e quelle del figlio, sorgono innumerevoli problemi. Cosicché è molto facile vivere al nostro massimo potenziale, se ubbidiamo a Qualcun Altro. Questo Qualcun Altro è il nostro Più Alto Sé, ma è molto difficile identificarci con il nostro Più Alto Sé, se viviamo nella vita di desiderio. Se sentiamo che qualcun altro ci sta dando il messaggio, gli crederemo.
In molti casi, durante l'adolescenza, i giovani non ubbidiscono ai loro genitori: cercano invece di uniformare la loro vita a quella dei loro amici. Se i loro amici fanno qualcosa, loro cercano di fare lo stesso; ma nella vita spirituale cerchiamo di ubbidire a Dio, nostro Padre, e di uniformare la nostra vita alla Sua espressa Volontà. Fintantoché non realizziamo che Dio altri non è che il nostro Più Alto Sé, dovremmo sentire che Lui è Qualcuno che ha infinitamente più conoscenza di noi.
Quando vi guido o vi consiglio di fare qualcosa, dovete sentire che io ho più conoscenza di voi. E poi dovete sentire: "Colui che ha più conoscenza di quanto io ne abbia di me stesso, sarà certamente uno con me nella mia sofferenza." Nella vita ordinaria qualcuno può essere più saggio di te e potrebbe darti consigli, ma non si identificherà con te nella tua sofferenza; ma data l'unità tra il Maestro spirituale e il discepolo, il Maestro si sente estremamente triste quando vede che il discepolo si strugge con problemi mentali, problemi vitali, o altri problemi. Il Maestro sente: "Quest'anima è venuta da me per l'illuminazione! Ha portato con sé i suoi cuore, mente, vitale, e corpo, ed ora questi membri della famiglia sono divenuti disubbidienti." Quando la mente, il vitale, il corpo, o tutti e tre, si comportano male, non è triste solo colui che li ha portati, ma anche colui che dovrebbe illuminare il cuore, la mente, il vitale e il corpo è impossibilitato ad agire in ed attraverso quella persona.
Per raggiungere il nostro più alto potenziale dobbiamo reclamare Il Più Alto come nostro proprio. Se sono un cittadino ordinario ed il re mi considera come suo, allora davvero mi inonderà con il suo amore, attenzione premurosa, benedizioni, gratitudine, e orgoglio. Se sono il principe, avrò ancora diù diritto di considerare mio padre, il re, come mio proprio. Esattamente allo stesso modo, dovremmo pensare alla nostra relazione con Dio come alla relazione tra principe e re.
Cosicché, cerca sempre di identificarti con Qualcuno che sei sicuro abbia più conoscenza di te. Nella vita obbediamo sempre a qualcuno, che stia dentro in profondità, o fuori di noi. C'è forse un momento in cui non facciamo come ci dice qualcuno? Tale 'qualcuno' può essere una persona fisica, o può essere la mente o il vitale o il cuore.
Quando riceviamo un messaggio da dentro di noi, non abbiamo tempo di pensare da dove venga. Può darsi che esso venga dall'anima, oppure può arrivare dal cuore, dalla mente, o dal vitale. Il messaggio arriva così velocemente, che lo prendi come una tua scoperta: non vedi che forse è la tua mente che te lo sta fornendo, invece che il cuore o l'anima.
Quindi devi fare delle distinzioni. Hai ricevuto un messaggio, ed ora affermi che esso è 'tuo'. Anche se il messaggio è venuto dalla tua mente, vitale, o cuore, pensi sia una tua idea. Se è un pensiero negativo, devi sentire di avere un coltello o una pistola o una spada nella forma di pensiero. Dopodiché cosa farai? Il tuo cuore dirà: "Gettalo via! Non ne hai bisogno. Non devi ammazzare nessuno con la tua spada o con la tua pistola!" La mente dirà: "Tienilo! Se qualcuno vorrà ammazzarti, potrai allora usarlo!" Ma devi sapere che il modo di fare della mente non è il modo giusto: guardando al lato negativo, la mente ha già invitato le forze negative, le forze anti-divine, le forze distruttive. Dobbiamo guardare solo al lato positivo, il lato puro della vita. Non appena arriva un desiderio, dobbiamo sentire che si tratta di una spada, un coltello, una pistola, o una bomba atomica, e dobbiamo buttarlo fuori immediatamente.
Per appagare il tuo potenziale più alto devi essere il giudice dei tuoi stessi pensieri. Dato che sei il giudice, userai il tuo discernimento. Poi dirai: "Sono solo un giudice. Un giudice deve obbedire al presidente della corte suprema". In questo caso il Presidente è Dio. Dio cercherà sempre di modellarci rendendoci i migliori strumenti possibile, per compiacerlo nel Suo proprio Modo. Ci sono miliardi di persone sulla Terra: perché Dio sceglie chi seguirà la vita spirituale? Ci sono innumerevoli persone che non hanno accettato la vita spirituale, perché allora Dio si è preso il disturbo di portare te nella vita spirituale?
Nella vita spirituale, proprio come in una scuola, alcuni vanno bene mentre altri no. Se studio una materia, non userò forse il mio genio per cercare di diventare un ottimo studente? Non cercherò forse di diventare il primo della classe? Per diventare un cercatore eccellente, pensa ai giorni migliori della tua vita: quanto amore, devozione, e abbandono avevi per il Supremo! e poi cerca di andare oltre. Pensa sempre alle cose positive che hai fatto per Dio, per il Supremo, per il tuo Maestro, e non permettere alle nuvole della depressione di impedire al tuo Sole interiore di venire in luce.
Se resti nella vastità, non sarai influenzato da nulla. Il tuo nome significa 'acqua'. L'acqua simboleggia una vasta distesa di coscienza. Dobbiamo vivere in quella vastità. Senz'acqua non possiamo vivere: il corpo umano ha una grande percentuale d'acqua! il resto del nostro corpo è poca cosa a confronto. In Bengala diciamo che l'acqua ha un secondo nome, 'vita', perché senz'acqua non si può vivere: allo stesso modo, come cercatorì spirituali dobbiamo sentire che senza la vastità della spiritualità non possiamo vivere.
Dobbiamo prendere la vita spirituale nel modo più serio possibile. Se prendiamo molto sul serio la nostra vita spirituale ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, non faremo nulla di sbagliato inconsciamente. È proprio perché i cercatori non prendono la vita spirituale seriamente, che entrano nel mondo vitale, il mondo romantico, il mondo di desiderio; ma se prendiamo seriamente la nostra vita spirituale, non possiamo fare cose anti-divine, anti-aspirazione, non ispirative, nemmeno per un secondo.
È assolutamente necessario prendere sul serio la vita spirituale. Dio ci ha creati, noi viviamo qui sulla Terra per sessanta o settant'anni o anche più. Ogni individuo è un Sogno di Dio. Quando il giardiniere pianta un seme nel terreno, non si aspetta forse che dopo alcuni mesi il seme cresca? Dopodiché avrà una pianta, poi un alberello, ed infine un albero banyan. Esattamente allo stesso modo, quello di crearci è stato il Sogno di Dio. Ora Lui vuol vedere quel Sogno fiorire in una realtà. Se noi non diamo valore a quel Sogno, come potrà Dio mai vederne la realtà?
Pensa sempre a te stesso come ad un Sogno d'oro del Supremo. Dio vuole che quel Sogno sia manifestato come realtà. Perché questo avvenga, dobbiamo offrirci a Dio. Come cercatore, tu hai fatto tantissime cose notevoli. Compila una lista di tutte le cose che hai fatto; ne sarai sorpreso, dirai: "Quante cose positive ho fatto, e quante poche cose negative!" Quando le metterai a confronto, riderai della tua stessa stupidità per aver sentito di essere un cercatore di nessun valore. Potrai dire: "Ho fatto tal cosa per il mio Guru, ho fatto tal altra cosa per il mio Guru." Anche se hai fatto cento cose negative, il fatto stesso che tu abbia seguito la via spirituale è infinitamente più importante delle tue cento cose negative. Dalla vita del desiderio sei venuto alla vita dell'aspirazione. Che salto! È un salto di livello. Non è come un salto in lungo olimpionico di nove o dieci metri: è come aver coperto centinaia di miglia! Una volta che entri nella vita spirituale, devi sentire di aver coperto centinaia, migliaia di miglia. Per questo grande salto che hai fatto, Dio ti perdonerà centinaia di errori.
In aggiunta al grande salto, nel corso degli anni, quante cose positive hai fatto! Molte volte ho apprezzato qualcosa che hai fatto, o ti ho offerto un sorriso. Sappi che si trattava del mio sorriso sincero. Quando ti guardo in modo concentrato e ti offro un sorriso molto potente, tale sorriso possiede solida forza che dura per tre o quattro settimane, o anche un mese. Devi prendere tale sorriso come qualcosa di molto prezioso, come un'arma molto potente contro la tua depressione, frustrazione, ed ogni tipo di sentimento negativo.
Tutti hanno problemi, tutti lottano. Per quanti anni un mio discepolo ha sofferto di depressione! Ora, partecipando ai nostri 'play' ha conquistato la depressione in larga misura. Come? Prendendo il lato positivo. Restando depresso, stava solo indebolendo la sua vita interiore. Allo stesso modo, ogni volta che pensiamo a cosa abbiamo fatto di male, dobbiamo sentire che di già ci stiamo indebolendo. Ogni volta che vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo sentire l'energia, il dinamismo, e la capacità di un leone ruggente.
Dobbiamo sempre prendere la vita in questo modo. Se ciò che hai fatto è scoraggiante, dimenticalo. Hai fatto moltissime cose positive. Portale in primo piano. Dopodiché sarai sorpreso, sarai stupefatto. I tuoi sbagli non sono nulla, nulla, nulla, a paragone delle cose positive che hai fatto nel corso degli anni.
Come puoi raggiungere il tuo massimo potenziale? Pensando al Più Alto e meditando sul Più Alto. Se voglio arrampicarmi fino alla cima dell'albero, devo dar valore all'albero. Devo dar valore alle foglie, ai fiori, e ai frutti dell'albero. Dopodiché, se do valore all'albero, cercherò di divenire ciò che vedo nell'albero. E poi riuscirò a salire.
Dobbiamo sempre dar valore a ciò che vogliamo divenire. Solo se do valore a qualcosa vi presterò attenzione. Se do valore alla mia forza fisica e alla mia salute, al mattino farò il mio allenamento. Anche qui, se diamo valore alla vita spirituale, faremo ciò che è necessario. Ogni volta che do valore a qualcosa, lo faccio. Se do valore alla corsa, non importa quali siano le condizioni atmosferiche, uscirò ad allenarmi. Se do valore alla mia vita spirituale, farò sempre la preghiera e la meditazione, e farò le cose necessarie nella vita spirituale.
In ogni momento della nostra vita dobbiamo dar valore a qualcosa, apprezzare a fondo qualcosa, in modo da poter crescere in quella realtà, altrimenti la nostra vita sarà soltanto un atto di aspettativa. L'aspettativa dev'essere attivamente e dinamicamente appagata attraverso l'esercizio: esercizio fisico, esercizio mentale, esercizio vitale, esercizio spirituale.
Per tornare alla tua domanda, pensa solo a quante cose positive hai fatto. Scrivile e rileggile, studiale, dopodiché dirai: "Mio Dio, ero proprio così! Che c'è ora che non va in me? Perché mai mi sono auto-creato questo problema mentale?"
Una volta, Swami Vivekananda divenne molto triste perché non aveva le più alte esperienze interiori che aveva prima. Cosicché meditò e si concentrò solo sulle sue più elevate esperienze. Io dico sempre che l'immaginazione è una realtà in se stessa, ma in un altro mondo. Se riusciamo ad entrare coscientemente in quel mondo, da lì la realtà discende. In forza della sua immaginazione, Swami Vivekananda entrò nel mondo della sua più alta esperienza. Poi andò al di là di essa.
Anche tu puoi cercare di ricordare quante volte hai avuto la tua più alta meditazione; tra quelle volte, scegli una sola meditazione che fu assolutamente la più alta. Poi vai su e su e su. Vedrai che lì sei davvero divenuto ciò che vuoi divenire. Dov'è il tuo più alto potenziale? Non qui sul piano fisico, ma sulla cima dell'albero. In forza della tua più alta meditazione, una volta raggiungesti una determinata altezza, così sublime! Tutte le tue qualità e capacità sublimi sono state mantenute, su quel livello. Ora devi portarle qui giù. Finché non le porti giù non riuscirai a dire di aver appagato il tuo più alto potenziale.
Ti ripeto di nuovo di pensare a quante cose positive hai fatto. Nella vita spirituale non esiste il 'sacrificio'. Puoi dire: "Ho fatto tali grandi sacrifici per il mio Guru." Anche solo dicendo la parola sacrificio ricevi gioia ed orgoglio divini; ma, ancora, quando instauriamo la nostra unità con qualcun altro, non esiste alcun sacrificio; prima di aver fatto ciò però, se vuoi mantenere un senso di separazione ("Il mio Guru è fatto così, io in un altro modo"), allora vedi quante centinaia di volte nel corso degli anni hai fatto sacrifici per il tuo Guru. Se pensi a queste cose, anche questo ti darà forza.
Dal punto di vista più elevato il sacrificio non esiste. C'è solo unità, unità; ma se non riesci a restare nella tua coscienza più elevata, usa la parola sacrificio. Scrivi tutti i diversi sacrifici che hai fatto. Dirai: "Ho fatto così tanto per il mio Maestro!" Questo ti darà immensa gioia. Questa gioia è la tua forza.
Di nuovo, puoi dire: "Ahimé, il mio Maestro non ha fatto nulla per me. Io ho fatto così tanto per lui, per mesi e mesi." E così l'umano in te sarà depresso, dirai: "È ingrato!" A quel punto, puoi dire: "Ok, che non mi dia nulla. Non sono un mendicante. Io darò e darò e darò solamente". Quest'attitudine si presenta quando c'è amore. Quando c'è vero amore, diamo e diamo e diamo.
Hai fatto molti sacrifici. Se senti che io non ti stia dando nulla o che la tua anima non ti stia dando nulla in cambio, dici a te stesso: "Il mio ruolo sarà di dare soltanto." Infine verrà il tempo in cui realizzerai che la capacità di fare ciò che hai fatto è in realtà arrivata da Qualcun Altro, dal tuo Più Alto Sé, dal tuo Guru, dal Supremo. Per ora, se vuoi mantenere la tua volontà individuale, trasforma tale volontà individuale in una volontà divina, finché non verrà il tempo in cui tale volontà divina diventerà completamente uno con la Volontà immortale del Supremo.
Per usare il tuo potenziale assoluto, guarda sempre al tuo albero della vita nel suo insieme. Cerca di vedere quante volte tu abbia osservato bellissimi fiori e frutti squisiti. Se una volta li vedesti, come mai non puoi vederli di nuovo ora? Quando li avevi, certamente davi loro valore. Devi dare grandissimo valore a tutte le cose positive che hai fatto nel corso degli anni. Guarda quante cose positive hai fatto, e quanti sacrifici hai fatto! Vedrai una lista senza fine di quello che hai compiuto. Le cose negative a cui stai pensando, le cose che non aspirano, le cose legate al desiderio, vedrai che non ci sono più. Dato che stai dando valore al Reale in te, il Reale in te ti farà vedere che l'irreale a paragone è completamente insignificante.
Più diamo valore al Reale in noi, più diamo valore alle buone cose che abbiamo fatto, più forti diventiamo. Quando diventiamo forti, più forti, ancora più forti, allora le cose legate al desiderio, non ispirative, che abbiamo fatto o che stiamo pensando di fare, diverranno insignificanti. Quando pensi alle cose positive che hai fatto, stai invocando la luce del Sole. Le altre cose sono come una piccola grotta. La luce del Sole è vasta, vastissima, illumina il mondo intero. A chi importa della piccola, oscura, buia grotta, quando puoi gioire del Sole radiante?
La vita è un costante braccio di ferro. Uno è il lato dell'oscurità, l'altro è quello della luce. In questo braccio di ferro sarai sorpreso di vedere quante volte sei stato dal lato della luce, mentre spingevi la tua ignoranza verso la sua trasformazione. Forse senti di aver preso a volte le parti dell'oscurità. No, pensa sempre a quante cose positive hai fatto, e a quante ne stai per fare. Quelle cose positive sono come l'oceano, e le cose negative sono alcune gocce.
SCA 1039.-it Domanda posta a New York l'11 febbraio 2001.↩