1968

Un nuovo anno sorge. Entrano in noi un nuovo anno, una nuova aspirazione, una nuova dedizione e una nuova realizzazione. Entriamo nel Supremo con una nuova gioia, una nuova conquista e un nuovo atteggiamento di costante resa. Siamo sempre affezionati al nuovo. Domani, a Capodanno, quel nuovo rinnovamento entrerà in noi. Cosa possiamo aspettarci da domani? Ci aspettiamo ciò che non abbiamo in questo momento: libertà dalla schiavitù, libertà dalla limitazione, libertà dalla malattia, libertà dalla morte. La nostra aspettativa non è sufficiente. Oltre alle nostre aspettative, dobbiamo coltivare nel profondo di noi la ferma determinazione che le otterremo, che siamo destinati ad avere tutte queste qualità divine.

Dico sempre: "Il passato è polvere". Ancora una volta ripeto: "Il passato è polvere". Perché? Il passato non ci ha dato ciò per cui stavamo lottando. Quindi il passato non serve a niente. È il presente e il futuro d'oro che entra nel presente, che ci fa sentire quello che saremo - anzi, quello che siamo veramente. Non siamo figli del passato, ma figli del glorioso futuro.

Ci sono molte cose che vogliamo fare, che vogliamo ottenere. Ma purtroppo non siamo stati in grado di raggiungerle. Perché? Perché la nostra aspirazione non è intensa, la nostra determinazione non è ferma, il nostro anelito, il nostro anelito interiore, non è genuino. Eppure non c'è fine al progresso che possiamo fare, e ogni nuovo anno arriva e si trova di fronte a noi per ricordarci proprio questo fatto: che non c'è fine al nostro progresso, sia progresso interiore che progresso esteriore.

Come possiamo trascendere noi stessi? Possiamo trascendere noi stessi nel momento in cui sentiamo che l'auto-realizzazione o la conquista del sé è il nostro diritto di nascita, la nostra eredità divina. Non è che qualcuno debba venire e imporre su di noi questa eredità divina.

Dobbiamo lasciare da parte, mettere da parte, cacciare via il dubbio, uno dei nostri più grandi nemici. Il dubbio non ci permette di andare avanti o indietro di un centimetro. Quando vogliamo guardare avanti, il dubbio dice: "No, non sei così bravo." E quando vogliamo guardare indietro, una sorta di sottile dubbio ci dice di nuovo: "No, non puoi essere così cattivo." Il dubbio non ci permette mai, mai di vedere la verità, di sapere dove ci troviamo effettivamente. Siamo proprio di fronte a Dio. E dove siamo seduti? Siamo seduti nel Grembo del Supremo.

Piangiamo! Il mondo ha bisogno di cercatori che piangeranno come un bambino per la Madre. Abbiamo dimenticato come piangere. Sappiamo come parlare, come imporre la verità agli altri, come convincere gli altri di ciò che abbiamo acquisito o di ciò che abbiamo imparato. Da oggi in poi, piangiamo dal più intimo recesso del nostro cuore, per possedere Lui per rivelare Lui. Senza il Supremo, non esistiamo. È una stoltezza imperdonabile da parte nostra quando diciamo che esistiamo senza di Lui. No, non esistiamo, non potremo mai esistere nemmeno per un secondo senza di Lui. Se davvero, sinceramente, con tutto il cuore ti interessa la verità, allora la mia fervente richiesta è di andare nel profondo e cercare di scoprire la tua divinità.

Sono qui per essere il tuo schiavo eterno. Laverò la polvere dei tuoi piedi nel momento in cui sentirai di essere pronto a piangere, piangere con tutto cuore per il Supremo.

Tutti noi qui presenti, tutti veri membri della nostra famiglia spirituale, dobbiamo, una volta per tutte, mettere da parte il dubbio. Dobbiamo sentire sempre che siamo figli del Supremo. Stiamo crescendo insieme, stiamo realizzando il Supremo insieme. Il Supremo sta entrando in noi per ispirarci a tuffarci nel più profondo, a volare nel più alto, a correre verso il più lontano.

Nel Nome del Supremo, benedico tutti i presenti qui e tutti coloro che sono nella mia barca, che hanno bisogno del mio aiuto, della mia guida, della mia assistenza. Non è solo per un anno ma per sempre, per l'eternità. Sarò un servitore amorevole e devoto, uno schiavo, per tutti voi che avete a cuore il Supremo e il Supremo solamente. Se uno dice o sente che il Supremo è suo, allora in quel preciso momento quella persona può essere certa che io sono qui per essere al suo immediato servizio.

Per me non può esserci gioia più grande, né orgoglio più grande, che servire i cercatori della verità. E questa è la promessa della mia anima a ciascuno di voi alla vigilia del nuovo anno.