Il Maestro si arrende1

"Maestro, Maestro! Almeno oggi vorrei che tu fossi sincero con me. Ultimamente hai solo scherzato con me. Ti prego di essere sincero e serio oggi."

"Quando sono stato insincero con te, figlio mio?"

"Maestro, perdonami. Quello che intendevo dire, è che di solito non vai in profondità dentro di te per rispondere alle mie domande."

"Figlio mio, le mie risposte dipendono dal tipo di domande che mi fai. Dipendono interamente dal tipo di domande che mi fai."

"Va bene, Maestro, oggi ti farò alcune domande molto serie. La mia prima domanda è: quanti anni o incarnazioni ci sono voluti al tuo Maestro per realizzare Dio?"

"Sette lunghe incarnazioni."

"Sette lunghe incarnazioni? Non posso crederci!"

"Chi vuole che tu ci creda? Chi ti sta chiedendo di crederci?"

"Scusami, Maestro. La mia seconda domanda è: quanti anni o quante incarnazioni hai impiegato tu, per realizzare Dio?"

"Tre veloci incarnazioni."

"Ti ci sono volute tre incarnazioni per realizzare Dio? Sei un così grande Maestro! Com'è possibile che ti ci siano volute tre incarnazioni?"

"Cosa c'è di sbagliato in questo, figlio mio?"

"Niente, Maestro… ma tre intere incarnazioni? Ad ogni modo, sono molto contento che il mio Maestro abbia realizzato Dio in sole tre incarnazioni, mentre il suo Maestro ci ha impiegato sette incarnazioni.

"Sei quindi orgoglioso del tuo Maestro?"

"Certo che lo sono! Sono certo che tu hai superato di gran lunga il tuo Maestro. Pertanto, dovrei essere più orgoglioso di te di quanto non lo sia!

Il Maestro rivolse al suo discepolo un dolce sorriso e disse: "Amo la tua saggezza innocente!"

"Maestro, questa è la mia terza domanda: quante incarnazioni ci vorranno perché io realizzi Dio?"

"Solo una breve incarnazione."

"O Maestro, ora hai perso di nuovo tutta la tua serietà! Come posso realizzare Dio in una sola incarnazione, quando a te ci sono volute tre incarnazioni e al tuo Maestro ci sono volute sette incarnazioni? È impossibile!"

"Perché, figlio mio? Perché?"

"Maestro, non ti ho mai capito e non ti capirò mai."

"Non devi capirmi. Devi solo credermi. Lascia che ti renda la mia filosofia più semplice e chiara. Prendiamo il mio Maestro come un abitante del villaggio. L'abitante di un villaggio non ha tante opportunità di studiare come uno della città. Con grande difficoltà va a scuola. Con grande difficoltà impara, e diventa un uomo di conoscenza. Questo è stato il caso del mio Maestro. Ma io ero come un cittadino. Naturalmente ho avuto più opportunità di studiare, del mio Maestro. Quindi non ho avuto tante difficoltà come lui, a studiare e diventare un uomo di conoscenza. Ora, tu sei mio figlio spirituale. Sei come un cittadino. Hai tutte le opportunità possibili per andare a scuola e diventare un uomo colto. Quindi per te sarà facile acquisire conoscenza.

"Ma Maestro, continuo a non capirti."

"Non mi capirai mai. Ho deciso d'ora in poi di capire tutto per te al posto tuo.

"Maestro, non voglio davvero eguagliarti in spiritualità!"

"Figlio mio, voglio che tu non solo mi eguagli in spiritualità, ma che mi superi."

"Maestro, da parte tua questo è un desiderio molto gentile e benedetto, e da parte mia il pensiero non è altro che pura stupidità e assurdità."

"Figlio mio, il mio Maestro ha realizzato Dio, io ho realizzato Dio, e tu realizzerai Dio. Ora, io ho superato il mio Maestro. E come io ho superato il mio Maestro, anche tu supererai me."

"Ma Maestro, come oserò benedirti? Sai perfettamente che un figlio non ha il diritto di benedire suo padre, per quanto grande diventi e per quanto ignorante e analfabeta sia suo padre."

"Figlio, mi stai dando la saggezza terrena. Io voglio darti la saggezza Celeste. Quando un figlio realizza Dio, può perfettamente benedire suo padre, poiché è in costante contatto con l'Altissimo. Quando benedice suo padre, in quel momento è proprio come se Dio stesso stesse benedicendo suo padre."

"Ma Maestro, se sia il figlio che il padre sono ugualmente realizzati, come può il figlio benedire il padre?"

"Perché no? Possono benedirsi a vicenda. E come ho detto prima, non dovresti solo eguagliarmi, ma superarmi. Quindi, senza la minima esitazione possibile, posso dire che avrai il diritto di benedirmi."

"O Maestro, ti ho soddisfatto in migliaia di modi, centinaia di volte. Certo, è stata la tua compassione che mi ha fatto avere successo ogni volta. Mi hai reso un tuo discepolo incondizionato. Sarà mai possibile per me, Maestro, chiederti di diventare incondizionato verso di me, anche solo una volta in questa vita?"

"Figliolo, sono sempre stato incondizionato. Se non fossi stato incondizionato da quando ti ho accettato come mio vero discepolo, a questo punto mi avresti lasciato. E questo vale non solo per te, ma per tutti i miei figli spirituali. Sono sempre stato un Maestro incondizionato per i miei discepoli. Dio stesso mi ha insegnato questa lezione suprema e segreta. Se non fossi stato incondizionato, nessun discepolo sarebbe stato o sarebbe potuto rimanere con me nemmeno per un giorno."

"Maestro, questa volta ti credo davvero. Ma esaudirai la mia ultima preghiera sulla Terra?"

"Certo che lo farò."

"Allora, Maestro, non permettermi mai di essere tuo pari, e neanche sognare di superarti. Io desidero essere sempre ai tuoi piedi. Desidero baciare per sempre la polvere dei tuoi piedi. Mi hai ripetutamente detto che sei venuto al mondo per rendere tutti felici. Stando così le cose, per favore rendimi felice. Per favore, attieniti alla tua filosofia secondo cui stiamo tutti progredendo incessantemente verso l'Aldilà sempre-trascendente. Proprio come ora sei molto più avanti di me, vorrei che tu rimanessi sempre molto più avanti di me. Tu canti il canto della tua più alta autotrascendenza dalla tua stessa altezza, e lascia che io canti costantemente il canto della mia autotrascendenza dalla mia stessa altezza."

"Figlio, in questo mondo, quando due persone non sono d'accordo, per creare un compromesso è sempre consigliabile che uno si arrenda. Quindi mi arrenderò alla tua filosofia massimamente affascinante, dal momento che non sei disposto ad arrenderti alla mia Realizzazione massimamente illuminante."


MSR 1. 11 gennaio 1974

Sri Chinmoy, Il Maestro si arrende, Vishma Press, New York, 1974