Parte I — Storie
Il primo incontro di Shyama Charan con Babaji
Una sera, nel trentatreesimo anno della sua vita, Shyama Charan Lahiri stava vagando per l'Himalaya quando sentì una voce che diceva: "Shyama Charan, Shyama Charan." Fu sorpreso di vedere un giovane sadhu che lo chiamava da lontano. Il sadhu gli si avvicinò e gli disse: "Non mi riconosci, figlio mio, figlio mio?" Poi pronunciò i nomi del padre e del nonno di Shyama Charan. Anche allora Shyama Charan non riuscì a riconoscerlo.Il sadhu mostrò a Shyama Charan grande affetto e lo condusse in una grotta. Lì gli mostrò un tridente, un vaso d'acqua sacro, una pelle di tigre e alcune perline. Il sadhu disse: "Non riesci a riconoscerli? Sono tutti tuoi." Ma Shyama Charan non riusciva a riconoscerli.
Il sadhu posò quindi la mano sulla spina dorsale di Shyama Charan. Immediatamente Shyama Charan si rese conto che quelli erano, in effetti, i suoi averi.
Il sadhu gli disse: "Mi chiamo Babaji, figlio mio. Eri mio caro discepolo nella tua precedente incarnazione. Hai lasciato il corpo a uno stadio molto alto di sviluppo spirituale. Ho aspettato molti anni che tu tornassi da me. Voglio che tu completi la tua vita spirituale in questa incarnazione. Ecco perché ho occultamente disposto che tu venga trasferito qui per alcuni giorni."
Shyama Charan si inchinò al suo Maestro e pianse e pianse. Disse che non sarebbe tornato da sua moglie e dalla sua famiglia, ma Babaji disse: "No, tu devi tornare da loro. Dio vuole che tu conduca una vita familiare e, allo stesso tempo, rimanga nella tua più alta coscienza e guidi i i padri di famiglia a condurre una vita migliore, più elevata e più pura. Ti inizierò tra pochi giorni. Finché rimarrai vicino all'Himalaya, vieni a trovarmi ogni giorno."
Shyama Charan era felicissimo che il suo Maestro lo avesse iniziato. Con un cuore pieno di gratitudine e gioia, se ne andò.
Questo incontro molto significativo ebbe luogo nel 1861 sul monte Dronagiri.
Commento spirituale
Dire che ogni anima è benedetta con una sola incarnazione significa commettere un errore himalayano. Ogni anima attraversa molte, molte incarnazioni prima di incarnare, rivelare e manifestare la Verità ultima. Partiamo da un punto e alla fine arriva il momento in cui raggiungiamo la Meta. Ogni incarnazione aiuta l'anima ad andare avanti verso la Meta Destinata. Se iniziamo qualcosa in questa incarnazione e non la completiamo, allora nella prossima incarnazione dovremo completarla, perché se non lo facciamo, non avremo soddisfazione duratura.
Ogni incarnazione significa percorrere qualche passo in più mentre si cammina lungo la Via dell'Eternità. Se continuiamo a camminare, marciare e correre in avanti, ogni incarnazione diventerà senza dubbio un movimento verso una realtà più illuminante e più appagante.