Impotenza21

Qual è la cosa che mi piace di più di me oggi? La mia totale impotenza. Non ho mai saputo che la vera impotenza potesse essere così pura, così piena d'anima, così utile e così fruttuosa. Finora pensavo che il mondo intero fosse ai miei ordini. Pensavo che potevo avere tutto a mia richiesta, che tutto fosse a portata di mano. Come Napoleone, pensavo che l'impossibilità non fosse nata nella mia vita. Come Giulio Cesare, pensavo di poter dire: "Sono venuto, ho visto, ho vinto." Ma ahimè, ora vedo che la mia idea su me stesso era completamente sbagliata.

Quando ho studiato la storia del mondo, mi sono identificato con tutti gli eroi supremi del mondo e la mia completa identificazione con l'immaginazione mi ha fatto sentire uno di loro. Sentivo di appartenere alla galassia delle grandi anime contemporanee. È così che la mia immaginazione, che non è altro che un'allucinazione mentale, si è scatenata. Ma ora, ahimè, vedo che l'impotenza è il mio nome, interiore ed esteriore.

Cosa imparo dalla mia impotenza? Imparo una lezione molto significativa: arrendermi a un Potere superiore — il Potere che agisce dentro e attraverso di me e dentro e attraverso tutto, il Potere che fa e il Potere che è eternamente.

Volevo ottenere soddisfazione dominando il mondo, diventando qualcosa. Ma ora vedo che la soddisfazione duratura può essere raggiunta solo con una resa costante, consapevole e allegra alla Volontà di Dio.

Mi rendo anche conto che devo accettare sinceramente e genuinamente il mondo e non aspettarmi nulla dal mondo, perché l'aspettativa non è altro che frustrazione e frustrazione è sinonimo di distruzione. Nessuna aspettativa, nessuna frustrazione e nessuna distruzione. La disponibilità, la volontà costante di servire Dio il Creatore e Dio la creazione incondizionatamente devono essere il mio nuovo nome. Se posso servire Dio la creazione e amare Dio il Creatore con tutta l'anima, insonne e incondizionatamente, solo allora posso avere soddisfazione e pace infinite. L'orgoglio deve essere bandito dal mio territorio mentale e l'umiltà deve sovraccaricare il mio cuore. Dentro questa umiltà devo sentire insonne la mia totale impotenza, che non è altro che la mia consapevolezza cosciente del mio Pilota Interiore Supremo. Per servirLo a Modo Suo sono venuto in questo mondo: questo è ciò che devo ricordare in ogni momento, perché questa è la chiave della perfezione della mia vita e della costante soddisfazione del mio cuore.


HPO 21. Arie Crown Theatre, Chicago, Illinois, 20 luglio 1989.