Emozione e imitazione52

Tagore scrisse in uno dei suoi libri immortali che il popolo giapponese non è emotivo. Io lessi il suo libro e anch'io mi ero formato quella convinzione. Poi, quando andai in Giappone, vidi i bambini che mi salutavano mentre ero a scuola. Come stavano esprimendo la loro gioia emotiva! Anche in altri posti vidi quel tipo di espressione. Tagore diceva che i giapponesi non sono emotivi, ma nel mio caso sento che è esattamente l'opposto.

I giapponesi hanno mostrato un enorme rispetto e amore per Tagore. Una volta stava bevendo il tè con loro. Altri stavano usando la loro tazza, ma Tagore fu ispirato a versare un po' di tè sul piattino. Poi i suoi amici giapponesi allo stesso tavolo iniziarono a bere alla maniera di Tagore. Alla fine qualcuno chiese a Tagore: "Perché bevi così?" Egli disse: "Questo è il mio modo, il mio modo tradizionale. Ma perché dovete seguire il mio modo?" Dissero: "Perché sei così grande!"

Quando bevo o mangio in modo insolito, non credo che i miei discepoli mi imiteranno. Molte volte uso le mani per mangiare. Non credo che i miei discepoli useranno le mani invece di coltello e forchetta. Questo è il nostro modo indiano. Le dita fanno parte del corpo. Quando le dita toccano la bocca o la lingua, sappiamo immediatamente che una parte del corpo, un arto, ne tocca un altro. Se mangi con le mani, quando ti tocchi la bocca provi una sensazione così familiare, una sensazione di unità. Ma quando usi una forchetta o un cucchiaio, sai che non è a livello umano. Questi strumenti ci servono. Sono a livello minerale, quindi il loro standard è piuttosto basso; ma ne abbiamo bisogno in ogni momento. Quando un cucchiaio mette il cibo in bocca, è come un elemento estraneo.

In India non proviamo da un cucchiaio o da una forchetta la stessa sensazione che proviamo dalle nostre mani. Io stesso non ho la sensazione. L'oggetto di metallo mi toglie la gioia. Quando possiamo usare le nostre mani per mangiare, proviamo una gioia enorme.


GLC 46. 7 dicembre 2005, Isola di Pangkor, Malesia