Parte III - Canti devozionali indiani

Invocazione

"Agne naya supatha raye asman...
  Agni! Guidaci per il sentiero di buon auspicio verso la prosperità;
  Tu Dio che conosci tutte le nostre opere...
  (Dal Rig Veda: I.189.1)"

Un canto devozionale ha un fascino universale. Fa appello all'anima che aspira ed eleva la coscienza. Fa appello anche ai nostri cuori e alle nostre menti. Un canto devozionale esprime un'emozione spirituale universale, un'esperienza personale che si eleva come una fiamma verso Dio.

Vorrei dire una parola sull'Invocazione che ho appena cantato. I Veda sono la più antica, la più ispiratrice e la più importante delle scritture indiane. La quintessenza della Verità Vedica è il concetto del Viaggio. Questo è il Viaggio dell'Anima lungo il Sentiero della Verità e dell'Ordine Eterno. I Veda traboccano di amore per la vita ed energia per l'azione; invocano il Supremo con fede implicita per la Guida e l'Ispirazione Divina.

I Veda sono in numero di quattro, ogni libro contiene diverse migliaia di inni. I quattro Veda sono il Rig Veda, lo Yajur Veda, il Sama Veda e l'Atharva Veda. L'inno che ho appena cantato è tratto dal Rig Veda, da quella parte di esso dedicata all'adorazione di Agni, il Dio dell'Eterno Fuoco Divino. La 'Prosperità' menzionata nell'inno non è semplicemente una prosperità terrena, ma è una prosperità interiore e che tutto appaga, una pienezza sia dello Spirito che della vita esteriore.

Sri Chinmoy, Il Respiro dell'Eternità, Sri Chinmoy Lighthouse, 1972