Il nostro Amato Supremo[fn:EA67]

Il nostro Amato Supremo è sempre pronto a guidarci, ma siamo noi che dobbiamo coltivare il desiderio di seguirLo. Il nostro Amato Supremo è sempre ansioso, più che ansioso di farci sentire che Egli ci ama costantemente, ma siamo noi che dobbiamo coltivare la buona volontà di crederGli.

Il nostro Amato Supremo è sempre pronto ad aiutarci a combattere contro le tenebre dell'ignoranza, ma siamo noi che dobbiamo sentire la reale necessità di vivere nella luce della saggezza e non nelle tenebre dell'ignoranza. Se vogliamo veramente la luce della saggezza, solo allora accetteremo il Suo Servizio.

Il nostro Amato Supremo è sempre pronto e più che desideroso di piangere per noi per ottenere la più elevata Altezza-Realtà, ma Egli aspetta in cambio da noi semplicemente un piccolo sorriso colmo d'anima. Se non gli offriamo un piccolo sorriso colmo d'anima Egli non potrà creare in noi un calice di ricettività. Se non abbiamo un ricettacolo dentro di noi, quando Egli piange per noi non saremo capaci di vederlo piangere o di sentire il Suo pianto. Quindi ciò di cui abbiamo bisogno quando piange è di un calice di ricettività. Questo calice di ricettività è a dir poco una realtà-eco, poiché il Suo grido deve echeggiare e riecheggiare nei recessi più intimi dei nostri cuori. Questo è ciò che il nostro Amato Supremo desidera da noi, in modo che Egli possa piangere e piangere dalle sue altezze in continua trascendenza solo per la nostra salvezza, liberazione, realizzazione e perfezione: per noi, solo per noi.

[fn:EA67] 18 Luglio 1977, 7:05 di sera — in viaggio verso il Centro Sri Chinmoy nel Connecticut