Il potere illimitato della resa

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Cosa significa veramente la resa?

Resa significa unità, unità inseparabile con la nostra vita infinita, eterna, immortale. Senza arrenderci, non sapremo di essere infiniti, eterni e immortali. Non appena entriamo nel mare, sperimentiamo la coscienza del mare stesso. Possiamo nuotare solo in un punto particolare, ma la coscienza del vasto mare diventa nostra. Qui il finito entra coscientemente nell'Infinito. Arrendersi significa unità cosciente del nostro vero Sé con l'Infinito. Quando ci arrendiamo, diventiamo tutt'uno con l'infinita Eternità, che è un diritto di nascita di un cercatore. In questo momento non perdiamo la nostra individualità finita; invece ora diventiamo possessori dell'Infinito divino. La natura imperfetta diventa totalmente uno con la natura perfetta. La nostra resa è diventata il nostro adempimento, il nostro appagamento.

Non giochiamo con la parola 'arrendersi'. È una parola molto significativa e piena d'anima nella vita dell'aspirante. Un aspirante può usare la parola a proposito o a sproposito, ma quando arriva la realtà della resa, l'aspirante sarà pronto a tutto tranne che alla resa. La difficoltà è una cosa; l'impossibilità è un'altra. È impossibile per un aspirante arrendersi a meno che non comprenda il significato di arrendersi. Deve stare attento a non profanare l'assoluta purezza della parola 'arrendersi'.

Nella resa umana lo schiavo si arrende al padrone e noi siamo scioccati perché questo è al di sotto della nostra dignità. Qui lo schiavo compiace il padrone per paura, non per amore. Nella normale resa umana, perdiamo la nostra personalità e la nostra individualità. Quando diciamo: "Mi arrendo a te," temiamo che colui a cui ci arrendiamo possa dominarci. Quando dice "Alzati," dobbiamo alzarci. Se dice "Siediti," dobbiamo sederci. Siamo ai piedi di questa persona.

La resa spirituale non è la resa di uno schiavo a un padrone. La resa spirituale è la nostra assoluta unità con la nostra parte più alta, con il Supremo. Non ci arrendiamo a qualcuno che non siamo noi stessi. No! Quando il nostro Maestro sta davanti a noi e si inchina, a chi si inchina? Si sta inchinando al Supremo in noi. E quando ci inchiniamo con le mani giunte al Maestro, ci inchiniamo al Supremo in lui. Il Suo Altissimo e il nostro Altissimo non possono mai essere due cose diverse; loro sono la stessa cosa.

Per comprendere il significato più vero della resa, dobbiamo ricordare che deve essere costante e incondizionata. Nel momento in cui chiediamo al Supremo il significato della Sua Volontà o il motivo dietro la Sua azione, non c'è resa. Nella vera resa non ci chiediamo cosa o perché. Arrendersi significa tuffarsi nel mare dell'ignoto. Oggi ci troviamo nel mare dell'inconoscibile; domani, nel mare dell'ignoto; dopodomani, nel mare del conosciuto. Il giorno seguente siamo diventati l'inconoscibile, l'ignoto e il conosciuto.

Quando mi sono arreso

Quando mi sono arreso
    Alla luce del mattino,
Gli Occhi di Bellezza di Dio
    Mi hanno benedetto.

Quando mi sono arreso
    Alla luce del mezzogiorno,
Il Cuore di Bellezza di Dio
    Mi ha benedetto.

Quando mi sono arreso
    Alla luce della sera,
Le Mani di Bellezza di Dio
    Mi hanno benedetto.

Quando mi sono arreso
    Alla luce interiore,
Dio l'Eterna Bellezza
    Mi ha benedetto.
    Mi ha abbracciato,
    Mi ha rivendicato.

La necessità della resa

Come possiamo arrenderci alla Volontà di Dio? Per prima cosa chiediamoci se possiamo realizzare qualcosa di utile non seguendo la Volontà di Dio. Possiamo essere veramente felici non arrendendoci alla Volontà di Dio? La risposta è 'No'. Non possiamo essere felici senza arrenderci alla Volontà di Dio. Perché ci arrenderemo alla Volontà di Dio? Ci arrenderemo a Dio solo perché siamo impotenti? Se siamo molto sinceri, dovremo rispondere 'No'. Non ci arrendiamo a Dio perché siamo impotenti o perché Dio ci fa sentire impotenti. Non siamo impotenti e Dio non ci sta facendo sentire impotenti. Consegneremo la nostra volontà alla Volontà di Dio perché non siamo soddisfatti di ciò che abbiamo e di ciò che siamo.

Arriva un momento nella nostra vita spirituale in cui ci rendiamo conto che non siamo soddisfatti di ciò che abbiamo, che si tratti di ricchezza materiale o ricchezza interiore, o di ciò che siamo. In quel momento siamo pronti per la resa. Come ci si arrende? È molto facile. Quando sentiamo il bisogno di arrenderci, automaticamente arriveranno i mezzi. Se abbiamo un disperato bisogno di arrendercsi, se sentiamo l'impulso interiore dell'anima, se tutto il nostro essere vuole arrendersi alla Volontà di Dio, allora automaticamente ci sarà dato più della necessaria capacità, sicurezza, compassione e luce dall'alto e dall'interno. Quando ci arrendiamo, svuotiamo tutta la nostra impurità in Dio e Lui la sostituisce con la Sua Purezza e la Sua Divinità.

La resa alla Volontà di Dio dipende interamente dalla nostra necessità. Se sentiamo che la nostra vita non ha senso, che non saremo soddisfatti o realizzati senza abbandonare la nostra esistenza terrena alla Volontà di Dio, allora la resa sarà possibile per noi.

Il messaggio di Cristo era: "Sia fatta la tua volontà." Il Figlio ha detto che siamo tutti figli di Dio e che la Volontà di Dio deve essere adempiuta. Ciò di cui parla la Bibbia è ripetuto nel nostro messaggio di resa. Dice anche lo stesso ma in una forma diversa. Tutti i Maestri spirituali sono venuti nel mondo con un messaggio: ama Dio e dentro Dio guarda e ama l'umanità; poi consegna la volontà individuale alla Volontà del Supremo.

Tutte le verità sono uguali. La verità non è il monopolio di nessuno. Prima del Cristo, venne il Signore Rama, venne Sri Krishna e venne il Signore Buddha. Anche loro hanno parlato di amore, devozione e resa. Tutto ciò che riguarda l'amore, la devozione e la resa è scritto nella Bhagavad-Gita. Quando Sri Krishna divenne tutt'uno con Dio, disse ad Arjuna, il suo discepolo più caro: "Affida tutto a me." Anche il Cristo ha detto: "Arrendete tutto. Si compia la Volontà del Padre Onnipotente." Nel Buddha possiamo vedere la sua Compassione e ciò che ha fatto per l'umanità. Era pronto a sacrificare la sua vita solo per un uccellino. Era tutto Compassione e Amore. Sri Ramakrishna è sempre stato Amore: "Ama la madre, ama la verità."

Prima di poterci preparare alla resa, dobbiamo acquisire la capacità di amare e la devozione. Se non proviamo amore e devozione, allora dove è la necessità di arrendersi? C'è qualcosa che può costringerci ad arrenderci a qualcuno? No. Ci arrendiamo solo perché amiamo, solo per la nostra devozione. Dio non può mai obbligarci ad arrenderci; siamo noi che dobbiamo sentire la necessità di amare Dio e di dedicarci a Dio ogni secondo.

Iniziamo con l'amore. Anche nella vita normale, quando amiamo qualcuno, cosa facciamo? Solo perché amiamo quella persona, ci arrendiamo volentieri a lei, anche se è una persona ignorante. Se amo davvero qualcuno, allora devo dedicare la mia vita e tutto il mio essere a quella persona o alla sua vita. Anche nella vita spirituale, se amiamo davvero Dio, che è tutta Luce e Sapienza infinita, allora dobbiamo dedicarci alla vita interiore, a Dio. Sentiremo che senza dedicarci veramente a Dio, è impossibile amare Dio. Quindi amore e devozione devono sempre andare insieme.

Amiamo e ci dedichiamo al Supremo. Ma quando sentiamo che questo non basta, dobbiamo arrenderci alla Volontà del Supremo. Quando ci dedichiamo a qualcosa o qualcuno, possiamo avere un'ambizione o un desiderio per un modo personale di ottenere la Verità. Alcuni diranno al Supremo: "Sto facendo questo per Te; Ho dedicato tutta la mia vita a Te e mi aspetto che tu mi dia qualcosa in cambio." Questo è del tutto naturale, ma nella vita spirituale più elevata è sbagliato. Altri diranno: "Darò ciò che ho e ciò che sono a Dio. Se a Dio non piaccio o non mi vuole, allora non può darmi nulla; spetta a Lui. Il mio dovere è servirLo con ciò che ho e ciò che sono; è Suo Dovere darmi o non darmi, utilizzarmi o non utilizzarmi. Tutto ciò di cui ho bisogno per compiacere me stesso, Dio me lo darà. Se ha in mente qualcos'altro per la mia vita, va bene. 'Sia fatta la tua volontà'."

Un vero cercatore cercherà di compiacere Dio a modo Suo. Un vero cercatore dirà che se Dio vuole che rimanga nel mare dell'ignoranza, vi rimarrà. Questo si chiama resa.

La resa è fraintesa nel mondo occidentale. Dobbiamo stare molto attenti quando usiamo la parola 'arrendersi'. Non è la resa di uno schiavo al padrone. Non siamo schiavi; siamo figli di Dio. Il mondo occidentale è un mondo di libertà in cui nessuno sarà schiavo di nessun altro. Ma con una resa reale non stiamo cedendo la nostra esistenza a un essere umano o a una personalità umana. No! Stiamo cedendo la nostra esistenza alla Volontà infinita dentro la persona che chiamiamo nostro Maestro. Mentre una minuscola goccia rimane separata dall'oceano infinito, è solo una minuscola goccia; ma nel momento in cui entra nel potente oceano, diventa l'oceano stesso. Una piccola goccia avrà paura dell'oceano se mantiene la sua individualità. Dirà: "Sarò completamente perso. È un oceano così vasto." Ma se la minuscola goccia ha un po' di intelligenza, dirà: "Se entro nel potente oceano, allora diventerò l'oceano." E non appena entra nell'oceano, otterrà la massima soddisfazione.

Il nostro sentiero di amore, devozione e resa condurrà allo stesso obiettivo del sentiero jnana, la saggezza. Ma sentiamo che il sentiero dell'amore è più facile. La stessa parola 'Dio' conquista il nostro cuore, non perché Dio abbia una Potenza infinita, ma proprio perché Dio è tutto Amore. Dio è il più potente sulla terra. Ma se ci concentriamo su Dio come Potere infinito, la nostra natura umana è così debole che non saremo in grado di avvicinarci a Lui. Se diciamo 'Dio' e subito sentiamo che Egli è tutto Amore, Amore infinito, allora abbiamo ragione. Il Suo Amore è il Suo Potere. Se ci avviciniamo a Dio attraverso l'amore, questo è il modo più semplice e veloce per arrenderci.

Arrenditi e basta!

Non concludere,
    Sta 'a guardare!
Ecco, Dio ti sta benedicendo.

Non guardare,
    Senti!
Ecco, Dio ti sta amando.

Non sentire,
    Basta che ti arrenda!
Ecco, Dio ti sta abbracciando.

La Grazia di Dio e la resa

La resa è la nostra ultima conquista. Non c'è differenza tra la Grazia di Dio e la nostra resa incondizionata. La Grazia di Dio e la nostra resa incondizionata sono come il dritto e il rovescio della stessa medaglia. Se Dio non ci ha dato quel tipo di Grazia, allora non potremmo avere una resa incondizionata. Ricevere la Grazia di Dio è un vero traguardo. Anche la resa incondizionata è un vero traguardo. Dio ci sta mostrando Compassione, non perché la resa sia qualcosa di inferiore, ma perché la resa è qualcosa che Dio ha a cuore e di cui fa tesoro.

Ci sbagliamo se sentiamo che la nostra resa è come un bambino indifeso nell'oscurità. Dovremmo piuttosto sentire che la nostra resa è come un leone ruggente. Possiamo dire a noi stessi: "Mi arrendo a Colui che è infinitamente più potente. Mi arrendo a Colui che si prende davvero cura di me." È meglio sentire che non c'è nessun altro sulla terra: nessun padre, nessuna madre, nessun fratello, nessuna sorella, nessun marito, nessuna moglie. Non possiamo rivendicare gli altri e nemmeno noi stessi. Il Supremo è l'unica persona qui sulla terra e là in Cielo che possiamo rivendicare come nostro.

Anche toccare i Piedi di Dio è una forma di resa. Quando tocchiamo i Piedi di Dio sentiamo che stiamo facendo assolutamente la cosa giusta; non siamo gonfi di orgoglio che la Grazia sia scesa e ci abbia dato la possibilità di toccare i Piedi di Dio. Ma quando tocchiamo i piedi di un essere umano, sentiamo che lo stiamo facendo per forza, non per gioia. Se ci arrendiamo agli esseri umani e non al Divino, oltre alla stupidità, la nostra resa diventa una specie di schiavitù.

Ma quando ci arrendiamo all'Uno in noi che è illuminato, che è realizzato, allora la nostra resa va alla nostra Fonte, al nostro Più Alto.

Perché qualcuno dovrebbe ottenere il potere della resa quando qualcun altro non lo ottiene? Se il cercatore ha un disperato bisogno di Dio, allora solo la resa è destinata a venire. Ma se sente di doversi arrendere come uno schiavo, perché Dio è infinitamente più potente di lui, allora si arrenderà solo alla sua stupidità e alla sua ignoranza. Nel momento in cui offre la sua ignoranza, ottiene la saggezza da Dio. Dice a Dio: "Dio, ti do quello che ho." Dio dice: "Dallo a me, figlio mio, a condizione che tu non lo riprenda." Se diamo a Dio senza chiedergli di restituirci qualcosa, allora Dio ci darà ciò che ha. Dirà: "Va bene, perché dovrei rimanere in debito con te? Mi hai dato quello che hai; ora lascia che Io ti dia quello che ho." Se diamo a Dio e poi riprendiamo il nostro dono, Dio non ci deve nulla. Ma se gli diamo incondizionatamente, ci darà ciò che ha: la Sua Ricchezza. La Ricchezza di Dio è la Sua Divinità, il Suo Amore e la Sua Visione.

Pensiero, volontà, resa

O faccia del pensiero,
    Sei la mia abissale disgrazia.
O cuore della volontà,
    Tu sei il mio splendore supremo.
O anima di resa,
    Sei il mio orgoglio sempiterno.

Sforzo personale e Grazia di Dio

Per fare il progresso più veloce, è richiesta la Grazia di Dio più lo sforzo personale, l'autoimpegno. Alcuni cercatori dicono: "Se abbiamo a cuore la Grazia di Dio, allora qual è la necessità di uno sforzo personale qui sulla terra?" Si sbagliano perché lo sforzo personale non ostacolerà mai la Grazia discendente di Dio; lo sforzo personale accelera la discesa della Grazia di Dio sulla terra.

La resa non è qualcosa che possiamo offrire improvvisamente a Dio. La resa totale richiede uno sforzo personale; ancora una volta, la resa totale può svolgere la parte dello sforzo personale. Dio può darci tutto ciò che vuole senza nemmeno un briciolo di sforzo personale da parte nostra. Dice: "È per la tua soddisfazione che ti chiedo di fare questo piccolo sforzo personale." Quando potremo fare questo sforzo personale, tutta la nostra vita sarà sovraccaricata dall'orgoglio divino: "Vedi cosa ho fatto per Dio?" La nostra cosciente unità con Dio, che è Infinito, che è eternamente Immortale, ci spinge a fare qualcosa per il nostro più Caro e non per il nostro ego.

Ma se qualcuno chiede: "Che cosa hai fatto per Dio?" Quale sarà la nostra risposta? Silenzio. Possiamo essere gonfi di orgoglio e dire: "Dio ha fatto questo per me, Dio ha fatto quello per me, Dio ha fatto tutto per me!" Oppure possiamo essere consapevolmente e spontaneamente orgogliosi che Dio ci abbia accettati come Suoi, che ci sta aiutando e ci benedice.

Se facciamo uno sforzo personale sinceramente, allora Dio è destinato a essere contento di noi. Come mai? Perché può dire al mondo: "Figlio mio, il mio strumento scelto ha fatto molte cose per Me." Possiamo dimostrarci degni della nostra esistenza sulla terra e allo stesso tempo possiamo rendere Dio orgoglioso del nostro sforzo personale. Ma mentre facciamo il nostro sforzo personale, dobbiamo sapere che in Dio c'è la Grazia infinita. Quando la Grazia scende, non c'è più sforzo personale; è solo una resa dinamica di sé. Quando offriamo i risultati della nostra aspirazione e del nostro anelito interiore a Dio, questo si chiama vera resa. Se non offriamo i risultati a Dio e giaciamo come un cadavere ai Suoi Piedi, lasciando che Lui lavori per noi, in noi e attraverso di noi, è sbagliato. Dio non vuole un corpo inattivo, un'anima morta. Vuole qualcuno che sia attivo, dinamico e che aspiri; qualcuno che vuole essere energizzato in modo da poter fare qualcosa per Dio; qualcuno che vuole realizzare Dio e manifestare tutte le qualità divine qui sulla terra.

Colui che si arrende

Colui che vede
    Esita.

Colui che crede
    Non solo sa, ma fa.

Colui che si arrende
    Non solo è diventato,
    Ma eternamente è.

Resa e forza di volontà

La resa divina, dal punto di vista spirituale, viene dalla forza di volontà. Se abbiamo una volontà adamantina, allora otterremo la capacità di attuare una resa incondizionata. Di nuovo, se possiamo arrenderci incondizionatamente a Dio, allora otterremo la capacità di sviluppare la forza di volontà. La forza di volontà interiore, che è la luce dell'anima, e la resa, che è l'unità del nostro cuore con l'Assoluto, vanno sempre insieme. Sono inseparabili. Non può esserci differenza tra la forza di volontà dell'anima e la resa incondizionata di tutto il nostro essere alla Volontà del Supremo. Entrambi sono ugualmente forti. Se possiamo arrenderci incondizionatamente alla Volontà del Supremo, è il risultato della nostra forza di volontà interiore, la luce della nostra anima.

Nella vita spirituale il vero Guru è il Supremo. In ogni momento dobbiamo sentire che il nostro stesso Guru, che rappresenta il Supremo, sa infinitamente meglio di noi. Dobbiamo quindi arrenderci alla sua volontà, non alla nostra cosiddetta convinzione. Il Maestro e Dio faranno qualcosa per noi e in cambio noi faremo qualcosa per loro. C'è un reciproco sentimento di resa tra l'aspirante e l'Altissimo. Per arrendersi incondizionatamente a qualcuno, abbiamo bisogno di un'enorme forza di volontà. Accettiamo la resa solo teoricamente, perché quando si tratta della vita pratica, non possiamo obbedire ai nostri superiori per più di uno o due secondi. Anche se diciamo: "Lui è il mio superiore," ci ribelliamo immediatamente perché sentiamo di sapere meglio di lui.

Se possiamo avere una straordinaria forza di volontà dell'anima, saremo in grado di arrenderci alla Volontà del Supremo. Non c'è differenza tra la volontà dell'anima e la devota resa della vita.

Non puoi arrenderti?

O mente dell'uomo,
Non dormire più.
Non riesci a sentire Dio
Bussare e bussare
    Alla tua porta?

    O cuore dell'uomo,
Non puoi arrendere
La tua goccia-insicurezza
All'oceano di Dio
    E
Diventare l'anima dell'oceano,
    Il corpo dell'oceano
    E la soddisfazione di Dio?

Resa umana, resa divina

La resa divina alla Volontà di Dio è una resa dedicata, una resa devota, una resa amorosa e una resa incondizionata. Nella resa spirituale non c'è costrizione. È il nostro impulso interiore che ci costringe a raggiungere l'altezza più alta. Nella resa umana notiamo una forza tremenda perché sentiamo di essere costretti a offrire la nostra resa al nostro superiore, al nostro capo. Sappiamo che la nostra esistenza qui sulla terra è l'esistenza di imperfezione, limitazione e schiavitù. Ma abbiamo un'altra esistenza tutta nostra che è perfezione, pienezza e infinito. Là noi siamo divini.

È come la cima e la base di un albero. Alla base siamo imperfetti, non siamo ciò che vogliamo essere; ma sulla cima possiamo essere e saremo quello che vogliamo essere. Ai piedi siamo non divini, litighiamo e combattiamo e ci comportiamo come animali. Ma lì in cima all'albero c'è un'armonia sconfinata, la sensazione di unità, estasi, pace e luce. Così, quando diamo consapevolmente la nostra esistenza inferiore alla nostra esistenza superiore, è la resa dell'unità. Questa resa la facciamo alla nostra massima altezza; offriamo la nostra vita dedicata all'Altissimo Supremo, che è nostro. Offriamo i nostri vari limiti alle nostre perfezioni. Non ci sentiamo dispiaciuti, imbarazzati o vergognosi. Cediamo una parte che è di nostro possesso, ad un'altra parte che è pure di nostro possesso.

Quando offriamo la nostra devota e incondizionata resa alla Volontà del Supremo, sentiamo di essere diventati veri, scelti e perfetti strumenti del Supremo. In questo momento il Supremo si manifesta in noi e attraverso di noi a Suo modo.

Volontà umana, Volontà Divina

Alla mattina
    La volontà umana è una foresta-confusione.
Alla sera
    La volontà umana è un mare-contraddizione.
Di notte
    La volontà umana è un cielo-contesa.

Alla mattina
    La Divina Volontà è realizzazione dell'amore.
Alla sera
    La Divina Volontà è manifestazione della verità.
Di notte
    La Divina Volontà è perfezione di Dio.

Arrenditi in meditazione

La resa sorge per la prima volta al momento della nostra meditazione. Poi questa resa permea l'intero essere dell'aspirante. La nostra meditazione deve essere completamente cosciente perché ciò di cui abbiamo bisogno è una resa cosciente. La resa cosciente è il modo più semplice ed efficace per realizzare la nostra aspirazione più profonda.

Prima che la resa diventi sincera, genuina e profonda, la prima cosa che è richiesta è la pace della mente o, in termini spirituali, la calma della mente. Ci sono molti tipi di mente: la mente quieta, la mente silenziosa e la mente tranquilla; ma la mente calma è la più necessaria. La mente calma crea in noi un'energia nuova e divina. Quando sentiamo coscientemente questa nuova energia fluire dalla sommità della nostra testa alla pianta dei nostri piedi, in quel momento avremo uno sguardo all'Infinito nel finito. Ciò che rappresentiamo in questo momento è il finito, ma dentro di noi c'è l'Infinito che rappresenteremo consapevolmente nel prossimo futuro o nel lontano futuro. Quando siamo consapevoli dell'energia divina che scorre attraverso di noi, allora possiamo arrenderci senza alcuno sforzo personale. La natura stessa di questa energia divina è di trascinarci nella forza della resa. L'energia stessa è già forza, ma serve ad intensificare la forza della resa dentro di noi. Questa resa è la nostra unità con il nostro Supremo. Quando siamo nel fisico, ci arrendiamo all'anima a poco a poco, goccia a goccia. Ma quando siamo nell'anima, arrendiamo tutta la nostra vita interiore ed esteriore alla Pace infinita.

La resa umana, che è la resa cosciente dell'aspirante, è qualcosa di dinamico, progressivo e appagante. Se la nostra meditazione è cosciente, allora la resa arriva facilmente. Nella resa, tutto il nostro essere vede la Luce e vuole crescere nella Luce. Quindi, quando meditiamo, dovremmo sempre cercare di sentire che siamo ispirati e che cercheremo consapevolmente di arrenderci. Solo durante la meditazione possiamo fare lo sforzo cosciente di arrenderci. Poi verrà il giorno in cui il nostro sforzo cosciente durante la meditazione inizierà a dare i suoi frutti. Vedremo che la nostra stessa esistenza piangerà ogni giorno per ventiquattro ore con un'aspirazione consapevole.

Quando mi arrendo

Quando prego
Scopro la mia altezza divina perduta da tempo.

    Quando medito
Scopro la mia profondità divina perduta da tempo.

    Quando mi arrendo
Scopro la mia Soddisfazione di Dio a lungo cercata.

Amore, devozione e resa

Amore, devozione e resa non possono essere separati. Se una goccia d'amore viene tolta dal vaso, anche se il vaso è pieno fino all'orlo di amore, la devozione e la resa spariranno immediatamente. Sono divinamente interconnessi. È l'amore che contiene devozione e resa. Una madre ama suo figlio. Anche se il bambino prende a calci la madre, la madre si diverte perché il bambino sta prendendo a calci lei e nessun altro.

Il nostro fondamento è l'amore. Se possiamo amare veramente il Supremo, allora devozione e resa ci saranno sempre. Ma quando l'amore se ne va, niente rimane. L'amore è la radice e la devozione è l'albero che si diffonde. Se non c'è radice, come possiamo avere l'albero e i rami? Se abbiamo vero amore per il Supremo, allora non dovremo combattere, non dovremo lottare per la devozione e la resa; sono obbligate a venire e verranno spontaneamente. È l'amore che obbliga tutti a dedicarsi. Se abbiamo amore, allora siamo devoti. Se uno è devoto, allora si arrende coscientemente e volentieri.

Devozione e resa vanno insieme. La devozione è il primo passo e la resa è il secondo o l'ultimo passo. Quando mostriamo devozione la mostriamo all'Altissimo in noi stessi. La resa è un po' diversa. Quando ci arrendiamo, diventiamo immediatamente tutt'uno con la persona a cui ci siamo arresi. Nella devozione ci inchiniamo, a poco a poco, centimetro dopo centimetro, goccia dopo goccia, ed entriamo nel Supremo. La devozione è meravigliosa nella vita interiore e nella vita esteriore. Se ci dedichiamo a qualcosa o qualcuno, prima o poi raggiungeremo il successo in qualunque cosa aspiriamo. Se è devozione spirituale, allora può essere molto intensa. Ma sfortunatamente, la nostra devozione potrebbe non essere pura perché abbiamo migliaia di desideri. Qualcuno è devoto al suo Maestro ma allo stesso tempo può essere assalito da migliaia di desideri. Ogni desiderio è come una goccia di veleno. È meraviglioso che venga dal suo Maestro con devozione, ma porta anche del veleno.

Quando ci avviciniamo a Dio con devozione, devozione piena d'anima, Dio viene e sta proprio di fronte a noi con tutta la Sua Premura. La Premura è il potere dell'Anima di Dio. Quando ci avviciniamo all'umanità con devozione, vediamo la nostra totale unità con l'umanità. Ma finché non ci dedichiamo senza riserve alla causa dell'umanità, non potremo mai osare di essere tutt'uno con l'umanità.

Nella devozione di un cercatore, c'è una specie di dare e avere. Il cercatore dice: "Dedico tutta la mia vita a te, ma devi darmi la realizzazione interiore, l'illuminazione o qualcos'altro." Questa è un'offerta di sé condizionata.

Dopo la devozione arriva lo stadio che possiamo chiamare amore disinteressato. L'amore disinteressato è quando amiamo e non ci preoccupiamo di nulla in cambio; diventiamo tutt'uno con l'oggetto della nostra adorazione. In questo amore c'è una sottile sensazione che l'Amato ci darà i frutti migliori perché non lo disturberemo con problemi o desideri emotivi sciocchi, con "Dammi questo" o "Dammi quello." Nell'amore disinteressato, quella fase è stata eliminata. Il cercatore sa che il Supremo gli darà qualcosa di carino, qualcosa che vale la pena possedere; non deve chiedere nulla. Questo è amore disinteressato.

La resa è l'ultima fase. Nella resa sentiamo l'assoluta accettazione del Divino e del Supremo. Se arrendiamo totalmente la nostra vita e diciamo: "Dio, metto la mia vita interamente ai Tuoi Piedi," allora tutta la nostra esistenza entra in Dio. Dio è Onnisciente, Dio è Onnipotente, Dio è Infinito, quindi la nostra resa diventa immediatamente l'Onnisciente, l'Onnipotente e l'Infinito. La resa è la strada più veloce verso l'unità con Dio. Se saltiamo nell'oceano di Pace e Beatitudine, allora diventeremo tutt'uno con Dio.

Quando diciamo 'resa', non è come la resa di un esercito a un altro. Se un esercito si arrende sul campo di battaglia, è immediatamente alla mercé del vincitore. La vittima non può mai aspettarsi di essere potente come il vincitore, quindi i soldati sconfitti dicono: "Siamo ai tuoi piedi." Ma nella resa spirituale, nel momento in cui un discepolo si arrende completamente al suo Maestro, diventa tutt'uno con la Coscienza, la Luce e la Beatitudine del Maestro. In quel momento il Maestro comincia a vedere attraverso gli occhi di un discepolo particolare, sente attraverso il discepolo e fa tutto attraverso quel discepolo perché lui e il discepolo sono diventati una cosa sola.

Quando un devoto si arrende completamente a Dio, grazie alla sua resa, diventa assolutamente uno con Dio. Dio sta a braccia aperte e lo abbraccia e dice: "Vieni nel mio cuore." Nel mondo ordinario, se mi arrendo a te o se tu ti arrendi a me, ti renderò il mio schiavo permanente e dirò: "Fai questo, fai quello." Ma nel mondo spirituale, nel mondo di Dio, se ci arrendiamo a Dio, allora Egli ci mette semplicemente nella Sua Anima.

Nella resa il discepolo dirà: "Non mi interessa il Cielo. Non mi interessa l'inferno. Mi preoccupo solo del mio Maestro spirituale." È l'atteggiamento spirituale che ci spinge a dire: "Non importa quello che Dio vuole darmi, non importa quello che vuole fare della mia vita, io sono pronto. Mi arrendo completamente con il mio stesso respiro, la mia stessa esistenza. Anche se Dio non vuole il mio aiuto, la mia vita o la mia esistenza, sarò felice." In quel momento il discepolo vuole solo la Volontà di Dio, il Supremo. Questa è la vera resa.

È molto facile dire: "Sia fatta la tua volontà." Ma quando diciamo questo, dobbiamo identificarci con la Volontà di Dio. Come? Attraverso la resa. Se ci arrendiamo davvero, allora diventiamo tutt'uno con la Volontà di Dio. Nella vita spirituale , non ci può essere risultato migliore e arma più potente della resa.

Amore, devozione e resa

L'Amore
È la chiave della vita.

    La Devozione
È la cassaforte del cuore.

    La Resa
È il tesoro dell'anima.

    L'Amore
È il Sorriso divino di Dio.

    La Devozione
È il Pianto eterno di Dio.

    La Resa
È l'Orgoglio assoluto di Dio.

La resa e i chakra

Non c'è relazione tra la resa a Dio e il progresso interiore nell'apertura dei chakra. È meglio concentrarsi su Dio, meditare su Dio e pregare Dio per l'autorealizzazione. Quando avremo realizzato Dio, scopriremo che Egli è infinitamente superiore ai Suoi Poteri. Egli Stesso è nei poteri; di nuovo, Egli è al di là dei poteri. Egli è sia nel Suo potere occulto che nel Suo normale potere fisico. Egli è nella Sua Manifestazione; Egli è al di là della Sua Manifestazione. Dio è in tutte le sfere. Se Lo cerchiamo solo nella Sua Manifestazione, allora è là che Lo troveremo. Ma se Lo cerchiamo nell'Altissimo, allora Lo troviamo non solo nel campo della manifestazione, ma anche ben oltre il campo della manifestazione.

Coloro che si preoccupano veramente della realizzazione di Dio si preoccupano solo della realizzazione di Dio. Danno tutta l'importanza all'aspirazione, all'amore, alla devozione e alla resa. Se uno accetta Dio attraverso l'amore, la devozione e la resa, allora non deve dare molta importanza all'apertura dei centri spirituali. Cosa vuole l'aspirante? Vuole Dio o vuole poteri infinitamente inferiori a Dio stesso? Se vuole solo Dio, allora deve accettare la via dell'aspirazione, della concentrazione, della meditazione e della contemplazione.

Ci sono due tipi di resa. Uno è chiamato resa oziosa o sottomissione impotente. Quando qualcuno si crogiola nei piaceri dell'ozio, accetta qualunque cosa accada nella sua vita; questa non è affatto una resa. L'altra resa è la vera saggezza interiore. Con la forza dell'aspirazione, un cercatore ha realizzato che se può arrendere la sua volontà finita alla Volontà Assoluta, allora può ottenere tutto ciò che vuole e di cui ha bisogno.

Arriva il momento in cui i centri possono essere aperti dal Divino, dal Supremo. Quando aspiriamo sinceramente e faticosamente da molto tempo ad aprire i centri e vediamo che non c'è speranza di riuscire, in quel momento offriamo la nostra aspirazione al Supremo. Poiché abbiamo fatto tutto il possibile per aprire i centri, lasciamo il resto alla Volontà del Supremo. Se è soddisfatto di noi, in un batter d'occhio può aprire tutti e sei i chakra principali e anche il centro che è nel cervello: il Sahasrara o loto dai mille petali.

C'è un sentiero particolare nella vita spirituale chiamato Raja Yoga, lo Yoga Reale, il sentiero del misticismo dinamico. Nel Raja Yoga quando si sale la scala del progresso spirituale, i centri si aprono automaticamente. Ogni centro ha il suo potere e il suo modo di esprimere il potere occulto. Ci sono molti cercatori spirituali che prima o poi aprono questi chakra o centri, ma che non realizzano Dio. Di nuovo, ci sono Maestri spirituali che hanno realizzato Dio ma che non hanno sentito la necessità di aprire tutti i centri. Molte persone che stavano progredendo spiritualmente e che volevano sinceramente realizzare Dio incontrarono la tentazione di aprire i chakra. In molti casi hanno aperto questi centri, ma Dio è rimasto altrove. Questi individui non solo sono ostacolati nel loro progresso verso la realizzazione di Dio, ma sono tentati di usare quel poco potere che hanno per sfidare l'infinito Potere di Dio. Se sentiamo che aprendo i centri sarà più facile arrenderci a Dio, allora faremo un terribile errore. Aprendo i chakra, agiremo solo come un mago. Rallenteremo la nostra velocità e il nostro progresso sarà molto più lento. Quindi la cosa migliore è essere molto umili e arrendersi al Maestro. Quando siamo arresi, siamo pronti a diventare totalmente uno con il Supremo nel Maestro.

Ad un grande Maestro spirituale, Sri Ramakrishna, è stato chiesto da un suo giovane ammiratore di pregare Madre Kali per il potere occulto; vale a dire, il potere occulto che viene dai chakra. Sri Ramakrishna pregò la Madre come un bambino. Quando entrò nella sua meditazione, una meditazione molto alta, vide una donna sporca, inimmaginabilmente sporca. Immediatamente collegò il potere dei chakra con la donna. Disse: "Questo è potere occulto? No, non posso chiedere questo potere; Non posso utilizzare questo potere."

Come la nostra natura umana può essere purificata, così anche i poteri occulti possono essere purificati. Possono essere utilizzati divinamente. Quando? Solo quando la realizzazione spirituale è completa. Quindi, se Dio vuole che una persona spirituale sia coinvolta con i poteri occulti che provengono dalla piena apertura dei chakra, può usare questi poteri occulti in modo più divino ed efficace.

Ubriaco di resa

Ubriaco di potere
Sono venuto dal mio Signore.
    Egli ha ignorato il mio potere.

    Ubriaco di bellezza
Sono venuto dal mio Signore.
    Egli ha ignorato la mia bellezza.

    Ubriaco di resa
Sono venuto dal mio Signore.
    Egli mi ha offerto il Suo Trono di Luce,
    La Sua Corona di Delizia,
    Il Suo Palazzo di Verità,
    Il Suo Regno d'Amore.

Capire il Maestro

Alcuni discepoli sentono di avere un cuore infinitamente più grande del Maestro perché a volte il Maestro può sembrare molto scortese. Dio vuole che il Maestro dia un'esperienza a un individuo perché dando quell'esperienza, Dio sarà in grado di portare quella persona lontano dal fisico e più vicino a Lui sul piano interiore. Esteriormente il Maestro può essere totalmente indifferente al discepolo; può essere estremamente scortese e il discepolo può fraintenderlo. Ma il Maestro conosce la Volontà di Dio; Il modo di operare di Dio non deve necessariamente essere come il nostro. Dio può dire al Maestro di non guardare una persona per qualche tempo perché poi esaminerà se stesso per vedere cosa non va.

Nel caso di Vivekananda, Sri Ramakrishna come lo trascurò per mesi. Lo fece perché aveva ricevuto il messaggio da Madre Kali di guardare Vivekananda ed esaminarlo. Se Vivekananda lo sapeva, lo imparò dall'interno. Non si comportò come un uomo normale che dice: "Non ti importa di me, quindi anche a me non interessa di te." Si arrese incondizionatamente alla volontà di Ramakrishna. Indipendentemente dal fatto che Ramakrishna gli sorridesse e gli mostrasse affetto, gli offrisse dolci o lo ignorasse completamente, Vivekananda andò da lui ancora e ancora. Questa fu una vera resa.

Dedizione arresa

Imperfezione dannosa:
Questo è quello che ero.

Aspettativa piangente:
Questo è quello che sono.

Dedizione arresa:
Questo è ciò che sarò.

La Volontà del Supremo

La resa incondizionata è pensata per coloro che saranno totalmente uno con Dio. Ci sono milioni e miliardi di persone sulla terra, ma solo pochi si sono arresi incondizionatamente a Dio. Le persone che si arrendono incondizionatamente sentiranno sempre che la loro parte illuminata sa molto di più della loro parte non illuminata. Si sono arresi incondizionatamente alla loro anima o al Supremo nel loro Maestro, che vuole solo il meglio per loro.

Ci si può arrendere condizionatamente: "Ti ho dato tutto, mio ​​Signore; dovresti anche tu darmi qualcosa in cambio." Questo può succedere e succede molto spesso. Ma quando c'è resa incondizionata, in quel momento non c'è aspettativa: "Ti ho dato quello che ho, o Signore; prendilo, senza alcuna condizione. Non devi sorridermi, non devi far scendere la Tua Grazia, non devi darmi la Tua Luce. Niente del genere! Qualunque cosa Tu voglia fare con la Tua Pace, Luce, Beatitudine e Potere, fallo. Il mio unico compito è di arrendermi incondizionatamente a Te, o Signore."

Se uno può fare questo tipo di resa, allora è destinato a ottenere una pace interiore costante, una gioia interiore. Sentirà il mondo esterno dentro il suo stesso cuore, non intorno o davanti a lui. L'aspirante sentirà che il mondo esterno sta progredendo verso una vita migliore, una vita più appagante, a causa della propria aspirazione. Qui la sua aspirazione non è basata sull'ego; è fondata sulla Volontà di Dio. Come lui fa progresso, così anche, qualunque cosa è dentro di lui deve fare progresso. Un aspirante sentirà che il suo progresso significa il progresso del mondo intero. Questo è ciò che si può vedere nel campo della manifestazione quando lui può fare la più alta resa incondizionata al Pilota Interiore, al Supremo.

Quando la resa è completa, incondizionata e permanente, in quel momento diventiamo tutt'uno con la Realtà, la Realtà per cui abbiamo pianto e che abbiamo cercato.

Quando diventiamo tutt'uno con la Realtà, otteniamo un nuovo occhio. Questo nuovo occhio ci permette di vedere Dio e l'uomo come partner eterni, come due uguali. Gradualmente questa visione trascende se stessa e nella sua trascendenza il cercatore si rende conto di essere sempre stato ciò che Dio è eternamente.

Non è facile per un principiante conoscere la Volontà di Dio. Supponiamo di essere su una barca e qualcuno sta annegando. Se siamo molto avanzati, ci basta un fugace secondo per sapere se è Volontà di Dio che la persona che sta annegando abbia questa esperienza o se un attacco ostile lo abbia fatto cadere dalla barca. Ma se non siamo un cercatore avanzato, potrebbero volerci tre ore per andare dentro e scoprire se Dio vuole che questa persona sia salvata; nel frattempo, la persona annegherà. Se siamo sulla riva, una parte di noi ci dirà di andare ad aiutarlo. Un'altra parte è molto intelligente. Con un tremendo senso di riluttanza dice: "Chissà, il tempo è pessimo, le onde sono alte. Forse annegherò anch'io. Quindi la cosa migliore è che io non vada." Siamo persone molto intelligenti. Tutto ciò che facciamo lo possiamo giustificare. Anche se sbagliamo tutto, possiamo giustificarci.

Dio sarà veramente contento solo se noi adempiamo la sua Volontà. Ma per la maggior parte di noi, secondo il nostro standard in questo momento, sappiamo che se qualcuno sta morendo, dovremmo andare ad aiutarlo. Qui abbiamo la più grande opportunità di usare la nostra discrezione. Dovremmo salvare la persona che sta annegando; Dio non ci biasimerà per aver interferito con la Sua Volontà.

Se è una cosa seria e abbiamo un Maestro spirituale, non dobbiamo aspettare di conoscere la Volontà del Supremo perché il nostro Maestro saprà dircelo immediatamente. Altrimenti, se aspettiamo un mese o due o tre mesi per conoscere la Volontà del Supremo, a quel punto possono entrare in noi molte forze sbagliate. Supponiamo di aspettare solo sedici giorni per approfondire e conoscere. Oggi stiamo cercando di scavare un po' e di andare in profondità, ma domani le forze che ci circondano non ci permetteranno affatto di concentrarci su quella particolare questione. Oggi siamo più sinceri, ma non otteniamo la vera risposta dall'interno. Quindi è sempre meglio, con una faccenda molto seria, chiedere al nostro Maestro. Così otterremo il risultato immediato.

Il passo successivo è avere fede nella decisione del Maestro, sentire che questo è ciò che Dio vuole. Altrimenti, a che serve avere un vero Maestro se dobbiamo aspettare tutto il tempo per conoscere da soli la Volontà del Supremo? Chi non ha un vero Maestro spirituale dovrà naturalmente aspettare; non c'è altro modo per loro. Ma i discepoli di un Maestro hanno il più grande vantaggio perché il Maestro può dire loro qual è la Volontà di Dio. Non è che il Maestro dice la cosa giusta ai suoi discepoli e poi la sua parte è finita. Lungi da ciò! Se il Maestro vede che il discepolo ha ascoltato la sua volontà e poi cerca di seguirla, emette una forza enorme. Ma se vede che la persona ha ascoltato ciò che è la Volontà divina, ma lascia volentieri che il vitale o la mente prendano la propria decisione, possono volerci almeno due mesi o tre mesi. In quel momento il Maestro non si schiera.

La Volontà del mio Dio

La volontà della mia anima:
"Lotta per la libertà della terra."

La volontà del mio corpo:
"Desidera la discesa del Paradiso."

La Volontà del mio Dio:
“Figlio, sono stanco.
    Rimpiazzami!"

Gioia nella resa

Quando un aspirante è totalmente arreso alla Volontà di Dio, riceverà abbondante gioia. Sentirà tutta la gioia nel suo cuore e vivrà in una gioia costante. Non sarà in grado di spiegarlo o dargli alcun significato. Al mattino presto, quando si alza per la prima volta, proverà un sentimento o una sensazione molto dolce. Se tocca un muro, proverà gioia; se tocca uno specchio, proverà pure gioia. La sua stessa gioia entra in tutto ciò che vede. A volte può vedere che un muro solido è pieno di gioia: un albero sarà pieno di gioia. Se passa un taxi, vedrà un'intensa gioia nell'autista, anche nell'auto stessa. La sua gioia interiore entrerà in ogni persona, in ogni oggetto; e pervaderà tutto.

Se c'è resa totale, allora non ci può essere fallimento. La resa significa la gioia più grande, la gioia più profonda, la gioia più colma d'anima, anche nel cosiddetto fallimento. Anche il successo porta la stessa gioia. Quando abbiamo successo in qualcosa, traiamo immediatamente gioia dal nostro successo. Allo stesso modo, se la nostra vita interiore ed esteriore è sovraccarica di Luce arrendevole, allora in ogni momento riceviamo pura Gioia pura dalla Sorgente più alta. Se abbiamo questo tipo di gioia interiore spontanea, allora possiamo sentire che deriva solo dalla nostra totale resa al Pilota Interiore, al Maestro, al Guru, a Dio.

A volte l'aspirante fa una resa completa e totale, ma l'essere esteriore non è abbastanza ricettivo per sentire la Verità. Oppure può accadere che un aspirante si senta infelice e dispiaciuto perché sta piangendo per qualcosa e ha ancora desideri. In questo momento, nonostante si sia completamente arreso, non sa se ha completato o meno la resa. Finché tutto il suo essere non sarà consapevole della sua resa, la sua mente non sarà convinta. Se ha un Maestro spirituale, può imparare dal suo Maestro se si è completamente arreso o meno. Il Maestro potrà sentire la verità anche se l'essere esteriore del discepolo può dire tutto il contrario. Il Maestro non può mai dire una bugia. Se il Maestro dice: "Ti sei arreso totalmente," allora anche se non proviamo una gioia interiore costante, possiamo essere certi che ci siamo arresi nella misura più completa.

Perché la resa è così grande?

Perché la resa è così grande?

La resa è fantastica
Perché accetta
    Allegramente
Quello che non capisce
    Remotamente.

Anche,
Ad essa non interessa capire
    Vagamente
qualsiasi cosa.
Soltanto crede e obbedisce,
    E
Obbedisce e crede.

La resa è di gran lunga la più grande
    Perché essa solo è l'ascesa luminosa
    Del cuore che aspira
    E
    L'orgogliosa discesa
    Dell'Assoluto.

Resa totale e realizzazione

La resa totale non è autorealizzazione; la resa totale è la cosa più importante per la scoperta di sé. Quando ci arrendiamo, dobbiamo sentire che siamo diventati totalmente uno con l'Altissimo e che non abbiamo alcun sentimento separativo di coscienza. La resa totale è l'ultimo gradino di una scala con tre gradini: amore, devozione e resa. Non basta toccare l'ultimo gradino; dobbiamo essere ben radicati nella nostra resa.

La resa totale non arriva in un batter d'occhio o durante la notte. Ci vogliono lunghi anni di pazienza. Quando la resa finalmente arriva e inizia a svolgere il suo ruolo, dobbiamo sapere se si tratta di resa condizionale o incondizionata. La resa condizionale significa che se ti do qualcosa, allora posso chiederti un favore e tu me lo farai. Questo tipo di resa può durare solo cinque minuti; il resto della giornata potremmo ribellarci contro la nostra natura più elevata. Questa non è resa totale. Se, durante la meditazione, ci siamo arresi a Dio per cinque o dieci minuti in modo molto sincero e devoto, abbiamo ricevuto gioia, pace e beatitudine interiori. Ma se non siamo arresi per il resto della giornata, non è ancora una resa totale. Quando avviene la resa totale, avviene la totale trasformazione della nostra natura. Quando la resa totale è completa, lo è per sempre. E questa resa totale dell'unità non è a nessun re o tiranno, ma a Dio, per l'Eternità.

Quando ci siamo completamente arresi al nostro Essere più elevato, al nostro Pilota Interiore, in modo permanente e cosciente, allora in quel momento la realizzazione è arrivata ed è permanente. Altrimenti, ci sono molti che ascoltano solo momentaneamente il loro Maestro. Se il Maestro dice di fare qualcosa, loro possono farlo. Molti si arrendono al Maestro per cinque minuti, ma poi la loro resa viene totalmente ritirata. Possono arrendersi venti volte, ma dobbiamo vedere che la resa totale sia permanente e costante.

Un giovane aspirante disse a Swami Vivekananda: "Voglio essere tuo discepolo." Vivekananda disse: "Se vuoi essere mio discepolo, allora devi saltare dal tetto." L'uomo stava per saltare ma Vivekananda lo tirò indietro. Questa persona era pronta a soddisfare la richiesta del suo Maestro con gioia e consapevolezza, anche per vedere Dio prima di quanto si aspettasse. Ma come possiamo aspettarci questo tipo di resa totale da un principiante che vede il Maestro per la prima volta? Questo atteggiamento di resa viene dall'interno. Quando realizziamo pienamente Dio, dobbiamo arrenderci a Dio, al Maestro, all'Infinito. Allora la nostra volontà diventa una con l'Altissimo. In quel momento il nostro Maestro spirituale non può avere volontà propria. Se è un vero Maestro, deve adempiere Dio servendo il Supremo in noi in ogni momento.

Ognuno deve sentire che può essere un'anima realizzata divina. Deve sentire che la sua resa permanente e totale, la sua resa costante ed eterna, si traducono nella sua realizzazione.

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Resa incondizionata

Se la mente non è tutt'uno con la luce dell'anima o con la volontà dell'anima, allora la resa non può essere definita incondizionata. Il corpo, il vitale, la mente e il cuore, tutto ciò che un aspirante ha ed è, devono individualmente e collettivamente diventare tutt'uno con la luce dell'anima, la volontà dell'anima. La volontà dell'anima è la Volontà del Supremo; la luce dell'anima è la Luce del Supremo. Ci può essere resa incondizionata solo quando queste parti dell'essere sentono che ciò che l'anima sta facendo per loro viene direttamente da Dio.

Se sentono di avere la loro saggezza separata, anche se inferiore alla saggezza dell'anima, stanno facendo un grave errore. Solo quando la mente si arrende totalmente alla luce dell'anima, la mente può avere una luce infinita, che si chiama saggezza. Nel momento in cui la mente è separata dall'anima, non ha saggezza interiore; ha solo capacità esteriori, informazioni mentali. Solo l'anima ha saggezza eterna.

La resa incondizionata arriva solo quando il corpo, il vitale, la mente e il cuore hanno offerto le loro limitate capacità, tutto ciò che hanno e tutto ciò che sono, alla Volontà del Supremo. Affinché il cercatore abbia capacità infinite e cresca nell'Infinito, la sua resa incondizionata deve essere costante.

La persona comune si arrende incondizionatamente quando l'essere emotivo e vitale si fa avanti. Quando le persone vivono nell'amore emotivo, nell'amore romantico, allora in uno scoppio di emozione saltano in una sorta di resa. La ragazza salta subito nell'incertezza della vita del ragazzo o il ragazzo entra nell'incertezza della vita della ragazza. Non guardano né avanti né indietro, né a destra né a sinistra.

Nella vita spirituale, quando il Maestro o il Supremo decide che l'aspirante si arrenda incondizionatamente a Dio, al Divino, al Maestro, ciò significa che all'aspirante è già stata data la forza per attuare la sua resa incondizionata e costante.

Quando ci avviciniamo a Dio con la resa del nostro corpo, vitale, mente, cuore e anima, vedremo Dio in piedi proprio di fronte a noi con tutto ciò che è e tutto ciò che ha. Egli è costretto a diventare veramente lo schiavo della nostra resa assoluta e senza riserve. La Sua stessa Esistenza è per compiacerci in ogni modo possibile. È solo attraverso la nostra resa, la nostra costante offerta di noi stessi, che cresciamo nel Grembo di Dio, nel Cuore di Dio e nel cuore dell'umanità.

La tua libertà

La tua libertà fisica
ti ha legato;
Eppure tu vuoi la libertà fisica.

La tua libertà vitale
ti ha crocifisso;
Eppure tu vuoi la libertà vitale.

La tua libertà mentale
ti ha rovinato;
Eppure tu vuoi la libertà mentale.

La tua libertà psichica
sta piangendo per te;
Eppure tu non vuoi la libertà psichica.

La tua Libertà di Dio
ti sta chiamando;
Ah, ti sto vedendo nella tua libertà di Dio!

La forza della resa

Il mondo di oggi vuole l'individualità. Richiede la libertà. Ma le vere individualità e libertà possono respirare solo nel Divino. La resa è il respiro instancabile dell'anima nel Cuore di Dio.

L'individualità umana piange nel buio. La libertà terrena piange nei deserti della vita. Ma la resa assoluta universalmente canta dell'Individualità e della Libertà divine nel grembo del Supremo.

Nell'arrendersi scopriamo il potere spirituale attraverso il quale possiamo diventare non solo i veggenti ma anche i possessori della Verità. Questa Verità è il Potere onnipotente. Se possiamo arrenderci al silenzio più assoluto, diventeremo noi stessi la Realtà del Reale, la Vita dei Viventi, il Centro del vero Amore, Pace e Beatitudine. Diventeremo una benedizione incomparabile per noi stessi.

Un bambino adorabile attira la nostra attenzione. Lo amiamo perché conquista il nostro cuore. Ma gli chiediamo qualcosa in cambio? No! Lo amiamo perché è l'oggetto dell'amore; è amabile. Allo stesso modo possiamo e dobbiamo amare Dio, perché Egli è l'Essere più amabile. L'amore spontaneo per il Divino è resa, e questa resa è il dono più grande della vita. Perché quando ci arrendiamo, il Divino in un istante ci dà infinitamente più di quanto avremmo chiesto.

La resa è un miracolo spirituale. Ci insegna a vedere Dio con gli occhi chiusi, a parlargli con la bocca chiusa. La paura entra nel nostro essere solo quando ritiriamo la nostra resa dall'Assoluto.

La resa è uno sviluppo. È lo sviluppo del nostro corpo, mente e cuore nel Sole della divina Pienezza dentro di noi. Arrendersi a questo Sole interiore è il più grande trionfo della vita. Il cane del fallimento non può raggiungerci quando siamo in questo Sole. Il Principe del Male non riesce a toccarci quando abbiamo realizzato e fondato la nostra unità con questo Sole eternamente vivificante.

Resa e sincerità giocano insieme, mangiano insieme e dormono insieme. Loro è la corona della vittoria. Calcolo e dubbio giocano insieme, mangiano insieme e dormono insieme. Loro è il destino condannato alla delusione, destinato al fallimento.

L'India è la terra della resa. Questa resa non è una cieca sottomissione, ma piuttosto la dedizione del proprio sé limitato al proprio Sé illimitato. Ci sono molte storie nel Mahabharata che trattano della resa. Tutte hanno in sé una grande verità spirituale. Lasciate che vi racconti una storia breve ma molto stimolante e rivelatrice su Draupadi, che era la regina dei Pandava. Mentre il malvagio Duhshasana stava tentando spietatamente di spogliarla, pregava il Signore di salvarla. Eppure per tutto il tempo teneva saldamente i suoi indumenti con i pugni. La sua resa non era completa e la sua preghiera non fu esaudita, Duhshasana continuò i suoi sforzi per togliere le vesti della sfortunata regina. Ma venne il momento in cui Draupadi lasciò la presa sulle sue vesti e iniziò a pregare il Signore con le mani alzate. "O Signore del mio cuore, o Barcaiolo della mia vita, si compia la tua Volontà," pregava. Ecco, la forza della sua resa assoluta! Il silenzio di Dio è rotto. La Sua Grazia è piovuta su Draupadi. Mentre Duhshasana cercava di toglierle il sari, scoprì che era infinito. Il suo orgoglio dovette baciare la polvere.

La Grazia che tutto appaga di Dio discende solo quando ascende la resa incondizionata dell'uomo.

La nostra resa è una cosa preziosissima. Dio solo la merita. Possiamo offrire la nostra resa a un altro individuo, ma solo per realizzare Dio. Se quell'individuo ha raggiunto la sua meta, può aiutarci nel nostro viaggio spirituale. Se, tuttavia, ci offriamo a qualcuno solo per soddisfare quella persona, allora stiamo commettendo un errore enorme. Quello che dobbiamo fare è offrirci senza riserve al Signore in lui.

Ogni nostra azione dovrebbe essere quella di compiacere Dio e non di ottenere applausi. Le nostre azioni sono troppo segrete e sacre per essere mostrate agli altri. Sono pensate per il nostro progresso, risultati e realizzazione.

Non c'è limite alla nostra resa. Più ci arrendiamo, più dobbiamo arrenderci. Dio ci ha dato capacità. Secondo la nostra capacità Egli esige da noi la manifestazione. Dio non ha mai richiesto e non richiederà mai una manifestazione al di là delle nostre capacità.

Nella resa completa e assoluta dell'uomo c'è la sua realizzazione: la sua realizzazione del Sé, la sua realizzazione di Dio l'Infinito.

Introduzione dell'editore alla prima edizione

Il potere più potente dell'uomo è la sua resa amorosa alla Volontà del Supremo. Attraverso i Suoi strumenti completamente arresi, non c'è nulla che il Supremo non possa ottenere qui sulla terra.

In questo libro Sri Chinmoy, il Maestro spirituale realizzato in Dio, ci mostra il potere della resa in ogni aspetto della nostra vita di ricerca.

Traduzione di questa pagina: Czech
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