I Miei Petali di Rosa, parte 3

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Fallimento1

Si dice che il docente si alza, parla e tace. Qui il cercatore in me sta in piedi per offrire il suo amore divino all'uditorio. Il cercatore in me sta parlando per stabilire l'unità spirituale con il pubblico. E infine, il cercatore in me si zittirà quando scoprirà di aver stabilito la sua unità interiore con l'aspirazione del pubblico.

Desidero parlare del fallimento dal punto di vista spirituale. Non c'è un solo essere umano sulla terra che non si senta un fallito. Per il suo fallimento incolpa molti altri: incolpa il mondo, incolpa i suoi amici e conoscenti, incolpa i suoi nemici. Ma trova difficile incolpare se stesso. Qui siamo tutti cercatori, quindi siamo tutti amanti di Dio. Per i veri cercatori, per gli amanti di Dio, per i sognatori dell'unità, non esiste il fallimento; non ci può essere alcun fallimento. Per i trasformatori della terra, per i realizzatori di Dio sulla terra non ci può essere fallimento.

Ci sono due vite: la vita umana e la vita divina. La vita umana canta il canto del fallimento. La vita umana fallisce, ma la vita divina riesce e procede. La vita divina riesce sempre e procede continuamente. La vita umana fallisce proprio perché non rivendica come proprie l'Eternità, l'Infinito e l'Immortalità di Dio. La vita divina riesce proprio perché rivendica come proprie l'Eternità, l'Infinito e l'Immortalità di Dio. La vita divina non solo li reclama, ma sente anche che è sempre dell'Immortalità e sempre per l'Eternità e l'Infinito.

L'umano in noi si lega; il divino in noi si espande. L'umano in noi vuole crogiolarsi nei piaceri del finito, a volte inconsciamente e a volte consapevolmente e deliberatamente. Il divino in noi vuole volare nel firmamento di Luce di Libertà e Beatitudine. L'umano in noi e il divino in noi entrambi vogliono la felicità. Entrambi sentono che se raggiungono la felicità, allora non ci può essere fallimento. Ma l'umano in noi sente che la felicità risiede nel godimento dei sensi o nella ricerca del piacere, mentre il divino in noi sente che la felicità risiede nell'aspirazione, nella realizzazione, nell'autotrascendenza e nella manifestazione di Dio.

L'aspirazione è il nostro anelito interiore per raggiungere l'apice più alto di Verità, Luce e Beatitudine. L'aspirazione è l'unica chiave che può aprire la Porta di Dio. Proprio ciò che è l'aspirazione oggi, domani è la realizzazione. Il successo è conquista; l'autoconquista è autocontrollo. L'autocontrollo e la scoperta di Dio sono la stessa cosa. Nella scoperta di Dio, di profila la trasformazione della terra; nella trasformazione della terra, sorge il Sorriso di Soddisfazione di Dio.

La realizzazione è la nostra unità universale cosciente, costante e inseparabile. L'auto-trascendenza è la nostra ricettività sempre luminosa e in continua espansione che ci permette di ospitare la Verità infinita di Dio, la Luce eterna e la Vita immortale. La manifestazione di Dio è la nostra promessa realizzata. Prima di entrare nell'arena mondiale, abbiamo fatto una solenne promessa al Signore Supremo che Lo avremmo manifestato qui sulla terra. Quando Lo manifestiamo sulla terra, adempiamo la nostra promessa.

Vorrei raccontarvi un episodio divertente su Oscar Wilde. Oscar Wilde una volta andò ad una festa dopo aver visto una delle sue opere teatrali. I suoi amici gli chiesero dello spettacolo. La sua risposta fu che lo spettacolo era stato un successo ma il pubblico era stato un fallimento. Nel gioco cosmico, stiamo giocando con il Supremo. Egli ha assegnato un ruolo specifico a ciascuno di noi. Se svolgiamo il nostro ruolo in modo soddisfacente, allora questo è il nostro successo. L'apprezzamento e l'ammirazione del mondo non possono elevare la nostra coscienza. È solo nell'espansione e nell'accrescimento della nostra coscienza che possiamo vedere il Volto di Dio e crescere fino all'Immagine stessa di Dio.

Nella vita spirituale prima dobbiamo essere risvegliati. Poi dobbiamo aspirare e poi dobbiamo arrendere la nostra volontà alla Volontà del Supremo. Chi è risvegliato non può mai fallire. Chi aspira non può mai fallire. Colui che arrende la sua volontà legata alla terra alla libera Volontà del Cielo non può mai fallire.

Abbastanza spesso i cercatori della Verità ultima sono fraintesi da persone senza aspirazione. Le persone senza aspirazione sono molto spesso rumorose ed enfatiche nella loro insistenza sul fatto che la realizzazione di Dio non serve a nulla. Senza la perfetta conoscenza di Dio si può facilmente esistere: questa è la loro scoperta. Sebbene non siano atei, non si preoccupano del Dio vivente. Ma un cercatore piange per il Dio vivente. Poiché siamo tutti cercatori, stiamo piangendo per un Dio che è vivente; in ogni momento cerchiamo di vederLo, di sentirLo e di parlarGli faccia a faccia. Le persone senza aspirazione avanzano molte argomentazioni tenui, ma noi offriamo loro il nostro sorriso compassionevole perché sappiamo che si sbagliano totalmente. Quando queste persone diventano rumorose e altezzose, in quel momento dobbiamo offrire loro la nostra arma del perdono. Con la nostra arma del perdono possiamo conquistarli nei recessi più intimi del nostro cuore aspirante. Dio è vivente e può anche vivere per noi. Cosa lo fa vivere per noi? È il nostro pianto interiore, la nostra aspirazione. Possiamo sentirlo costantemente. Quando? Quando la fiamma interiore dentro di noi brucia costantemente.

Siamo cercatori, ma anche lavoriamo; facciamo servizio dedicato. Quando lavoriamo dobbiamo chiederci se lavoriamo e serviamo con devozione, allegria e incondizionatamente. Se serviamo Dio nell'uomo con devozione, tutta l'anima e incondizionatamente, allora il successo è destinato a sorgere. Il successo lo otteniamo solo attraverso il nostro servizio dedicato, solo offrendo il nostro servizio con gioia.

Quando offriamo il nostro successo all'umanità, possiamo offrire il nostro successo come ispirazione, come qualcosa per aumentare l'aspirazione del mondo. Ma molto spesso offriamo il nostro successo al mondo in generale solo per l'esaltazione del nostro ego. Vogliamo che il mondo apprezzi il nostro successo e ci lodi fino al cielo. Se offriamo il nostro successo per l'esaltazione dell'ego, commettiamo un errore himalayano. Siamo tutti attori cosmici nel Gioco divino di Dio. Giochiamo nel modo in cui è stato ordinato dal Signore Supremo. Offriamo il nostro successo al mondo nel modo giusto, nel modo divino. Altrimenti, alla fine del nostro viaggio, falliremo miseramente.

Solo perché siamo cercatori, dobbiamo sapere che il successo non è il nostro obiettivo. Il progresso è il nostro obiettivo. Il successo è legato alla terra. È evidente soprattutto nella nostra vita vitale, la vita che lotta e colpisce e ottiene soddisfazione quando nota un briciolo di successo. Nella nostra vita di aspirazione, il progresso è di fondamentale importanza. Se facciamo progresso, automaticamente stiamo riuscendo nella nostra aspirazione, nella nostra realizzazione, nella nostra manifestazione di Dio.

In ogni momento un cercatore dovrebbe sentirsi come un fiume che mormora e scorre. Alla fine entrerà nel vasto mare di Conoscenza, Luce, Pace e Beatitudine. In questo mare di infinita Pace, Luce e Beatitudine, sentirà un continuo progresso. Il risultato di oggi sarà solo il punto di partenza di domani. Un cercatore è uno scalatore divino: si arrampica sull'albero dell'evoluzione lentamente, costantemente e infallibilmente e raggiunge l'Altissimo. Ma quando raggiunge l'Altissimo, si rende conto che questa altezza è solo il punto di partenza per qualcosa di ancora più alto. Si rende conto che sta crescendo nell'Aldilà sempre trascendente.

Quando un cercatore assimila la sua realizzazione, sente che non può esserci fallimento. Nella sua vita celeste di aspirazione e nella sua vita terrena di dedizione, la sua vita diventa una vita di continuo progresso nella manifestazione di Dio sulla terra.


MRP 32. Riverside Lounge, Cambridge University Centre, Cambridge University, Cambridge, Inghilterra, 12:30, 24 giugno 1974.

Amore Divino2

Vorrei fare un breve discorso sull'amore. Come tutti sapete, non c'è niente sulla terra così importante come l'amore. Anche in Paradiso non c'è niente di importante quanto l'amore. Io e i miei discepoli stiamo seguendo un sentiero. Questo sentiero è chiamato 'amore, devozione e resa'. L'amore è la radice; l'amore è il fondamento del nostro sentiero. Sentiamo che Dio ci è più caro non perché è onnisciente, onnipresente e onnipotente, ma solo perché è tutto Amore.

Essere amati è una buona cosa. Amare gli altri è una cosa migliore. Ma amare Dio e l'uomo nel Modo di Dio è di gran lunga la cosa migliore. Quando siamo amati, la nostra vita diventa significativa. Quando amiamo, la nostra vita diventa piena d'anima. Quando amiamo Dio e l'uomo nel Modo di Dio, la nostra vita diventa fruttuosa.

Nella vita umana comune diamo valore all'amore e facciamo tesoro dell'amore proprio perché temiamo che l'oggetto del nostro amore possa essere perso in qualsiasi momento. Nella vita spirituale diamo valore all'amore perché sentiamo che l'amore è l'unica cosa che può offrirci una soddisfazione duratura. Nella vita spirituale l'amore che sperimentiamo, l'amore che offriamo, è amore divino. L'amore umano è il canto della possessione. Ma prima di possedere gli altri, ci accorgiamo con grande dispiacere che noi stessi siamo malamente posseduti. L'amore divino è il canto dell'emancipazione. Quando cerchiamo di emancipare gli altri attraverso l'amore divino, vediamo che possiamo emancipare gli altri solo dopo che noi stessi siamo stati totalmente liberati.

L'amore è coraggio. Il coraggio è dono di sé. Il dono di sé è l'edificazione di Dio, e nell'edificazione di Dio ha luogo la manifestazione di Dio. La totale manifestazione di Dio è oggi un sogno. Domani il sogno si trasformerà in speranza, e dopodomani questa speranza si trasformerà in una certezza interiore. Quando otteniamo la certezza interiore, la nostra coscienza legata alla terra ascolta il messaggio della coscienza libera del Cielo. In quel momento il finito in noi consapevolmente, devotamente e con tutta l'anima si arrende all'Infinito e diventa inseparabilmente tutt'uno con l'Infinito.

L'amore è la migliore forma di preghiera; l'amore è la migliore forma di adorazione. C'è una notevole differenza tra amore e adorazione. Amiamo perché sentiamo il bisogno di espansione, il bisogno di unità. Quando amiamo Dio, l'amante e l'Amato alla fine diventano uno. L'amante perde la sua individualità, la sua personalità, la sua altezza, il suo 'io' egocentrico e lui e il divino Amato diventano uno e inseparabile. Ma quando adoriamo, spesso manteniamo la nostra individualità e personalità. Sentiamo di essere ai piedi dell'albero mentre il nostro Salvatore è in cima all'albero. C'è sempre un timore reverenziale. A causa di questo timore reverenziale, troviamo difficile fonderci totalmente nella coscienza del nostro Salvatore. Ma l'amante divino, a causa della sua unità interiore, si tuffa in profondità nel mare della Coscienza del suo Amato e diventa il mare stesso. Come una piccola goccia, entra nel possente oceano e diventa il possente oceano stesso.

Nella vita spirituale più progrediamo, più sentiamo la necessità dell'amore. Dio ha Potere infinito, Pace infinita, Luce infinita e Beatitudine infinita. Ha tutto in misura infinita, ma sentiamo che anche un briciolo del Suo Amore può placare la nostra sete di tutta la vita. Lui può darci e ci darà tutto ciò che ha e tutto ciò che è, ma non saremo soddisfatti se e finché non ci avrà donato il Suo Amore. Inutile dire che il Suo Amore divino abbraccia tutti gli altri suoi 3 attributi: Pace, Luce, Delizia e così via. In questo mondo tutto può fallire; potremmo anche fallire noi stessi, ma l'amore divino dentro di noi non può mai deluderci, perché questo amore ha una casa e una Fonte permanenti. Quella Fonte è Dio l'infinita Premura, Dio l'infinita Compassione, Dio l'infinito benedicente Orgoglio nell'umanità. L'amore alla fine ci dà la felicità trascendentale. Questa felicità non è qualcosa di cui parliamo o che vediamo intorno a noi, ma è qualcosa che possiamo sperimentare nelle nostre molteplici attività quotidiane. Possiamo crescere in questa felicità interiore nell'Ora scelta da Dio.

Come cercatori, dobbiamo essere estremamente cauti quando affrontiamo l'Amore divino. Molto spesso l'amore umano cerca abilmente di svolgere il ruolo dell'amore divino. Come possiamo dire se qualcosa è Amore divino o amore umano? Possiamo facilmente conoscere il momento in cui osiamo esaminare noi stessi. Questo amore è per la verità dentro di noi, è per la luce dentro di noi? Se la risposta è affermativa, allora possiamo facilmente sapere che è Amore divino. Desidero raccontarvi un avvenimento accaduto nella vita del presidente americano Abraham Lincoln. Un certo funzionario gli disse che Dio sarebbe stato dalla sua parte. Lincoln disse che non era preoccupato per questo. La sua preoccupazione era di essere lui dalla parte di Dio. Era preoccupato solo per la sua accettazione della Luce di Dio. Il problema non era se Dio si schierasse o meno dalla sua parte. Disse che Dio sarà sempre dalla parte giusta ed era suo dovere vincolante stare dalla parte di Dio. Ecco qui il vero cercatore, il vero amante nelle parole di Lincoln.

Attraverso la nostra preghiera, meditazione e dedizione, possiamo anche avere Dio dalla nostra parte. Ma questo non ci soddisferà. Se amiamo veramente Dio, offriremo il nostro amore, devozione, resa, aspirazione e dedizione a Dio; allo stesso tempo, la nostra fervente preghiera e la meditazione più profonda sarà quella di compiacere Dio incondizionatamente a Modo Suo – di prendere le parti di Dio. Se compiaciamo Dio in un modo o nell'altro, naturalmente Egli ci accontenterà; ma la nostra sincerità un giorno si manifesterà e noi soffriremo miseramente perché non abbiamo compiaciuto Dio a Modo Suo. Non dobbiamo aspettarci che Dio ci accontenti a modo nostro, anche se può farlo facilmente. Se vogliamo avere qualcosa, Lui può darcelo; ma prima o poi quella cosa non ci soddisferà. Il nostro cuore sincero non sarà mai soddisfatto se e finché non avremo soddisfatto Dio a Modo Suo. Ma se ci dà ciò che aveva inteso darci, allora il cercatore in noi è destinato a essere felice e questa felicità sarà eterna.

Possiamo compiacere Dio a Modo Suo solo quando abbiamo scoperto e sviluppato in noi un amore incondizionato per il nostro Supremo Amato. Il nostro amore per Dio è il nostro anelito più intimo. Il Suo Amore per noi è il Suo Sorriso che trasforma la vita, illumina la vita e appaga la vita. Quando piangiamo per Lui, gli offriamo il nostro amore; quando Egli ci offre il Suo Sorriso di Soddisfazione, non è altro che il Suo Amore che si esprime.

Amore, devozione e resa. Offriamo amore a Dio solo perché sappiamo che non c'è niente e non può esserci nulla, non c'è nessuno e non può esserci nessun altro che Dio che può giustamente rivendicare il nostro amore. Offriamo la nostra devozione a Dio perché Egli è l'unico che può utilizzare la nostra devozione per un giusto scopo. Offriamo la nostra devota resa a Lui non perché siamo Suoi schiavi, ma perché sentiamo che Dio e l'uomo sono tutt'uno. Egli è la nostra parte più illuminata, mentre la parte che in questo momento rappresentiamo ha bisogno di illuminazione. È nostro obbligo interiore, nostro dovere vincolante essere totalmente illuminati dalla pianta dei nostri piedi fino alla sommità del nostro capo. Dentro e fuori dobbiamo essere sovraccarichi della Luce infinita di Dio. Quando ci arrendiamo al Supremo, dobbiamo sapere che ci stiamo arrendendo alla nostra parte più alta, che è completamente illuminata. Quando la parte inferiore entra nella parte superiore, quando il finito in noi entra nell'Infinito, in quel momento diventiamo inondati di Luce, Pace e Beatitudine infinite.


MRP 33. Sala Conferenze, University College, London University Union, 15 Gordon Street, Londra WC 2, Inghilterra, 20:00, 24 giugno 1974.

MRP 33,6. Nell'originale, questa parte della frase era pubblicata come 'I suoi attributi esteriori'.

Fiducia4

Cari fratelli e sorelle, cari cercatori della Verità e della Luce infinite, desidero parlare della fiducia dal punto di vista spirituale. Ora siamo all'Università di Oxford. Il cercatore in me sente che Oxford prima incarna e poi rappresenta l'arte, la cultura e la gloria non solo della Gran Bretagna, ma dell'intera coscienza europea. Oxford rappresenta la cultura e la storia del mondo nella più alta forma di luce mentale, conoscenza e saggezza nel mondo esteriore. Oxford è fiducia. È nella fiducia di Oxford che tutte queste qualità superne giocano i loro rispettivi ruoli.

Sappiamo tutti che ci sono due tipi di fiducia: umana e divina. La fiducia umana è molto spesso fondata sul nostro piccolo 'io', il nostro ego. Ego significa piacere dell'ignoranza e godimento dei sensi. Questo piccolo ego ci lega, ci imprigiona. Ma la fiducia divina è fondata sul nostro Sé trascendentale: il Sé che ci libera, il Sé che ci porta il messaggio della Coscienza universale, il Sé che ci aiuta a trascendere la nostra coscienza legata alla terra ed entrare nell'Infinito. Desidero parlare della fiducia divina.

La fiducia è l'unificazione di Dio la Compassione e l'uomo la fiducia. La fiducia è l'espressione e la rivelazione della Volontà di Dio attraverso il cuore, la mente, il vitale e il corpo umani. La fiducia è la Bellezza di Dio in noi. La fiducia è verità-unità e verità-molteplicità in noi. La fiducia è il riconoscimento della verità in noi, la visione del Cielo da parte nostra e la Decisione di Dio per noi. La fiducia è la nostra accettazione e trascendenza della vita, la nostra trasformazione della terra e la manifestazione di Dio.

La fiducia non è orgoglio; è la consapevolezza cosciente della nostra altezza e profondità. La fiducia non è l'esaltazione del nostro ego; è la consapevolezza della nostra forza in via di sviluppo nel campo di battaglia della vita. La fiducia non è il precursore della distruzione; è il precursore della conquista, dell'abbondante conquista divina per l'Assoluto Supremo.

La fiducia è la nostra contentezza divina che sa di cosa gioire, come gioire, dove gioire e perché gioire. Cosa gioire? Del Sorriso di Dio. Come gioire? Attraverso il servizio disinteressato, attraverso l'offerta di sé. Dove gioire? Nella pura coscienza; nei recessi più intimi dei nostri aspiranti cuore, mente, vitale e fisico. Perché gioire? Perché abbiamo bisogno dell'espressione del Sé interiore.

Nel mondo interiore sentiamo che la fiducia divina è racchiusa nella nostra aspirazione. L'aspirazione è foriera di Pace, Luce e Beatitudine in misura infinita. Colui che incarna l'aspirazione nel senso più puro del termine può rivelare e manifestare luce, verità e delizia. Secondo la ricettività del mondo, il mondo riceve queste qualità dal cercatore supremo che incarna la fiducia sotto forma di aspirazione.

La fiducia è come un muscolo divino. Può essere sviluppato lentamente, costantemente e infallibilmente se conosciamo il segreto per disciplinare il nostro corpo, vitale, mente e cuore. Per disciplinarci ciò di cui abbiamo bisogno è un pianto interiore, il pianto che porta tutto il nostro essere nel regno più alto del Silenzio. In questo modo sviluppiamo fiducia e con questo muscolo di fiducia possiamo essere forti, più forti, fortissimi.

Ogni essere umano rappresenta il mondo fisico, il mondo vitale, il mondo mentale e il mondo psichico. Nel mondo fisico cerca il piacere. Ottiene un piccolo piacere e sente che il suo successo è la sua fiducia. Nel mondo vitale porta il messaggio di Giulio Cesare. Dichiara, Veni, vidi, vici: "Venni, vidi, vinsi." Nel mondo mentale, se la sua mente è illuminata in una certa misura, sente che attraverso la luce della sua mente la terra può essere illuminata, perfezionata e liberata. Sente che la terra può essere un ricettacolo cosciente della divinità, che la divinità può essere ospitata nella coscienza terrestre. E quando è nel mondo psichico o del cuore, offre con tutta l'anima questo messaggio unico al mondo in generale: "Sono venuto nel mondo per amare Dio nell'umanità e per essere al servizio incondizionato di Dio nell'umanità."

Nella nostra vita spirituale il credo è importante, ma dobbiamo sapere se questo credo è mentale o psichico. Se il credo viene alla ribalta da un regno interiore della coscienza, allora è un tipo superiore di credo, il credo psichico. Questo tipo di credo dimora nella casa silenziosa della luce della nostra anima ed è sinonimo di fiducia divina. È potente e inattaccabile. Questo tipo di credo, questa fiducia divina, ci ispira e ci stimola a lottare per la verità, per la luce, per l'armonia del mondo, per la pace nel mondo e per la salvezza del mondo. Ma la convinzione mentale può essere maltrattata e distrutta in un attimo dal dubbio, dal sospetto e da altre forze ostili del mondo.

Nella vita spirituale abbiamo due amici giganti: la fede e la fiducia. La fede può ascoltare il messaggio del più alto Silenzio. La fede può guidarci e condurci alla meta delle mete della nostra anima. La fiducia può ascoltare il messaggio del Suono cosmico. La fiducia può agire come un eroe-guerriero nel campo di battaglia della vita. Può cambiare il mondo odierno di oscurità, imperfezione e schiavitù in un mondo di luce, perfezione e libertà.


MRP 34. Oxford University, Oxford, Inghilterra, 12:30, 25 giugno 1974.

Spiritualità come arte5

Cari cercatori, cari fratelli e sorelle, desidero fare una conferenza sulla spiritualità come arte. La spiritualità non è solo un'arte, ma un'arte divina, illuminante e appagante. Il lavoro di un artista umano esprime molto spesso la sua individualità, la sua personalità e la sua coscienza terrena. L'opera di un artista divino esprime Dio la Bellezza, Dio la Divinità e Dio la Realtà. L'artista umano o si arrende al destino o si ribella al destino. L'artista divino accetta il destino e alla fine trasforma il destino.

L'arte è creazione; la creazione è arte. L'arte umana è spesso una creazione forzata. Nell'arte umana comune, il fisico, il vitale, la mente e il cuore sono spesso costretti a cercare di creare qualcosa di bello, duraturo e immortale. Ma nell'arte spirituale nulla è forzato. Nell'arte spirituale l'essere psichico viene in primo piano e cerca di offrire l'arte interiore, che è già immortale. L'essere psichico ispira il corpo, il vitale, la mente e il cuore a partecipare e collaborare alla creazione dell'opera d'arte.

Il grande filosofo americano Emerson disse una cosa molto significativa a proposito dell'arte. Disse che nell'arte la mano non può mai eseguire nulla di più alto di quanto il cuore possa ispirare. Nell'arte spirituale si applica la stessa regola. Ma qui dobbiamo anche dire che il cuore non può mai eseguire nulla di più alto di quanto l'anima possa ispirare. Nell'arte umana comune notiamo spesso un abisso spalancato tra l'ispirazione più alta del cuore e la capacità limitata della mano. Ma nell'arte spirituale non c'è abisso tra la capacità dell'anima e la ricettività del cuore. Il cuore diventa uno strumento cosciente della capacità dell'anima e la capacità dell'anima opera dentro e attraverso la ricettività del cuore. L'aspirante ricettività del cuore e la capacità illuminante dell'anima si completano a vicenda.

Ogni artista ha dentro di sé un artista umano e un artista divino. L'artista divino e l'artista umano giocano a nascondino all'interno della sua creatività. Quando l'artista umano in lui viene alla ribalta, la persona esibisce la sua arte con la speranza di ricevere apprezzamento e ammirazione. Vuole che i critici e gli estimatori dell'arte esaltino la sua arte fino al cielo. Ma quando l'artista divino viene alla ribalta, l'artista non ha bisogno né vuole apprezzamento; vuole solo elevare la coscienza terrestre attraverso la sua arte divina, energizzare e rendere immortale la coscienza terrestre attraverso la sua arte divina.

Sia l'arte spirituale che l'arte umana comune hanno a che fare con la bellezza. L'artista umano è arrivato a sentire e realizzare che la bellezza nella sua arte è profonda. Ma l'artista divino ha scoperto qualcosa di completamente diverso. Ha scoperto che la bellezza è profonda. Quando si scopre l'arte profonda, si è ispirati a immergersi più a fondo. Quando ci si immerge più a fondo, si scopre Dio l'Arte. Dio l'Arte è allo stesso tempo la rivelazione e la manifestazione della coscienza sempre trascendente dell'Eterno Ora. L'arte profonda dell'anima conduce e guida costantemente la coscienza terrestre verso la Realtà sempre trascendente.

L'arte spirituale è scoperta divina. Si rende conto che la scoperta suprema può essere fatta solo dentro e attraverso la spiritualità. La scoperta suprema è la realizzazione di Dio. Lo scopo ultimo dell'arte spirituale è la realizzazione di Dio. La realizzazione di Dio arriva solo attraverso il duro lavoro. Niente di duraturo può essere ottenuto dall'oggi al domani. Possono volerci parecchie incarnazioni, parecchi secoli, prima che si veda Dio faccia a faccia o ci si fonda con le infinite Pace, Luce e Beatitudine. Nel mondo umano comune sappiamo quanto hanno lavorato duramente Hillary e Tenzing per scalare l'Everest. L'arte spirituale, la scoperta divina, significa anche salire fino alla vetta più alta. Il motto di questa augusta università è molto significativo: "Attraverso il duro lavoro verso l'alto." Questo motto è il messaggio universale, l'insegnamento universale, di tutta l'arte spirituale.

Si dice che si può semplificare tutto, che tutto può essere reso facile. Ma se l'arte suprema, l'arte della realizzazione di Dio, potesse essere facilitata attraverso il potere del denaro o qualche altro potere, allora ogni giorno migliaia o milioni di esseri umani sarebbero in grado di realizzare Dio, l'Artista supremo. Ma questo non è vero. Per l'arte della realizzazione di Dio abbiamo bisogno dell'aspirazione. Questa aspirazione alla fine busserà alla Porta di Dio e Dio aprirà la Porta all'aspirazione di ogni artista divino. Se vogliamo scoprire l'Arte suprema o l'Artista supremo, dobbiamo rafforzare la nostra amicizia con due nostri amici divini: l'aspirazione e la pazienza. Con l'aspirazione e la pazienza alla fine raggiungeremo l'Altezza trascendentale di Dio.

Proprio di fronte a me c'è un armonium. Se provassi a disegnare o dipingere questo armonium, se cercassi di offrire tutto il mio talento artistico per rivelare e manifestare l'essenza di questo armonium, la divinità che offrirei al mondo sarebbe molto limitata e insignificante. Ma se metto davanti a me un'immagine del Cristo Salvatore e cerco di disegnarlo, se con la mia massima aspirazione interiore uso le mie doti e capacità artistiche per cercare di rivelare la quintessenza della Coscienza Cristica, allora se riuscissi a rivelare solo un briciolo di questa Coscienza, la mia conquista diventerebbe un tesoro unico di Madre Terra. Se la nostra pittura rivela di più la potenzialità dell'anima e facilita l'assimilazione di questa potenzialità, allora abbiamo portato in primo piano l'essenza della divinità onnipervadente.

C'è una massima molto comune che dice: 'L'arte per l'arte'. Ma vorrei dire che l'arte spirituale non può essere solo per amore dell'arte. L'arte spirituale può essere solo per l'amor di Dio. Quando la manifestazione di Dio può aver luogo in misura abbondante, l'arte spirituale sta svolgendo il suo ruolo consapevolmente, con tutta l'anima e devotamente. Nell'arte umana c'è un motivo creativo e un prodotto finito. La causa è seguita dall'effetto. Nell'arte spirituale non c'è motivo o causa; tutto è spontaneo. Il risultato, che è già là, è solo aspettare che si manifesti l'Ora scelta da Dio. Nell'arte spirituale l'artista dipende interamente dal risveglio della sua anima, dal pianto interiore crescente del suo cuore, dalla ricerca cosciente e costante della sua mente della Verità più alta, dall'approccio dinamico del suo vitale alla Realtà ultima e dal servizio incondizionato del suo corpo all'altezza della Divinità.

Nell'arte comune molto spesso l'artista e il critico dentro di lui vanno insieme. Ciascuno deve svolgere il proprio ruolo; in caso contrario, l'artista penserà sempre che la sua arte sia di gran lunga la migliore e che trascende ogni critica. Ogni volta che un artista crea qualcosa, se anche il critico in lui svolge un ruolo significativo, allora l'artista può raggiungere uno standard soddisfacente. Ma ancora una volta, se il critico recita costantemente e senza pietà il suo ruolo, allora l'artista potrebbe non sopravvivere: potrebbe morire per la propria autocritica.

Quando un cercatore spirituale entra nel campo dell'arte, non critica la sua arte. Non interpreta il ruolo di critico; interpreta solo il ruolo di uno strumento consapevole, costante, risvegliato e incondizionato del suo Pilota Interiore, l'Artista supremo. Non è colui che agisce; è solo lo strumento cosciente di Chi agisce dentro di lui. Sente che l'Artista supremo in lui è il supremo Ispiratore, il supremo Rivelatore, il supremo Liberatore e il supremo Appagatore della Coscienza divina che si manifesterà attraverso la sua arte.

Qui siamo tutti cercatori; siamo tutti artisti spirituali. Immergiamoci nel profondo e scopriamo l'Artista supremo dentro di noi, che ci fornisce costantemente ispirazione e aspirazione infinite per rivelare la Luce, la Delizia e la Perfezione suprema attraverso la nostra arte spirituale. La nostra arte spirituale è la scoperta del Sé. La scoperta di sé e la scoperta di Dio sono la stessa cosa. Oggi la scoperta di sé è la nostra meta. Domani la manifestazione di Dio sarà la nostra meta. Oggi immergiamoci nel profondo per la realizzazione di Dio. Domani ci addentreremo più a fondo per la manifestazione di Dio, che è l'Arte suprema, sempre trascendente, eterna.


MRP 35. Università di Birmingham, Birmingham, Inghilterra, 19:30, 25 giugno 1974.

Coscienza6

Cari fratelli e sorelle, cari membri della mia famiglia spirituale, qui siamo tutti cercatori, cercatori della Verità infinita. Quando dico mia famiglia, lo intendo letteralmente. Poiché siamo tutti cercatori, affermo di essere un vostro fratello spirituale, un vostro fratello indiano. Andiamo nel profondo e cerchiamo di realizzare ciò che ci ha spinto o ispirato a essere cercatori.

Ci sono milioni di persone sulla terra che non hanno l'impulso interiore di condurre una vita spirituale. Com'è che stiamo piangendo per la Luce, la Delizia, l'Amore e la Compassione dall'Assoluto Supremo? Com'è che stiamo cercando di condurre una vita migliore, una vita più illuminante e appagante, una vita spirituale? È perché siamo stati risvegliati dalla Grazia infinita del Supremo.

Nel momento in cui siamo risvegliati, la nostra coscienza gioca il suo ruolo più significativo. Il termine sanscrito per coscienza è viveka. La coscienza è la voce interiore. È la voce della luce interiore. La differenza tra luce interiore e luce esteriore sono sicuro che tutti noi la sappiamo. La luce esteriore ci espone immediatamente. Se facciamo qualcosa di sbagliato, ci esporrà e verremo immediatamente scoperti, ma la luce interiore agisce in modo diverso. La luce interiore non ci esporrà mai, mai. Al contrario, la luce interiore ci illuminerà. Se commettiamo un errore, se commettiamo anche il peggior errore himalayano possibile, la luce interiore verrà in nostro soccorso. Ci illuminerà in modo che non faremo più la stessa cosa.

La luce interiore ci dice cosa dire, cosa fare e cosa diventare. Cosa dire? Dio è per tutti. Dio non è solo per me, ma è anche per voi, per tutti. Cosa fare? Ama Dio in ogni essere umano. Cosa diventare? Strumenti di Dio coscienti, costanti e incondizionati. Quando facciamo la cosa giusta, Dio ci benedice. Quando diciamo la cosa giusta, Dio ci sorride. Quando diventiamo la cosa giusta, Dio ci abbraccia.

La luce interiore ci ispira costantemente e, allo stesso tempo, ci avverte di non tornare alla nostra vita animale. Veniamo tutti dal regno animale. Anche adesso le tendenze animali regnano spesso sovrane nella nostra coscienza umana. Ma la luce interiore ci avverte di non tornare alla vita animale. Ci dice di rimanere almeno nella vita umana vera e propria. Ci sono persone sulla terra che litigano e combattono e conducono una vita animale. Poiché siamo cercatori, abbiamo già trasceso quella vita. Ora è nostro dovere vincolante trascendere la vita umana ed entrare nella vita divina. Nella vita umana la coscienza animale e la coscienza divina svolgono entrambe il loro ruolo. Ma la coscienza animale svolge il suo ruolo in modo più potente e più veementemente, mentre il ruolo della coscienza divina è molto insignificante. Solo in misura infinitesimale notiamo il ruolo della vita divina. Ma poiché siamo tutti cercatori, siamo ben determinati a eliminare la nostra vita animale, a trasformare totalmente la nostra vita umana e ad entrare nel dominio della vita divina - la vita della luce e della delizia.

Diventa più facile per noi illuminare la vita animale a condizione che sappiamo quale fosse la vita animale. La vita animale era distruzione; la vita umana che stiamo conducendo ora è a dir poco frustrazione; la vita divina a cui miriamo è la vita della dedizione disinteressata. È per compiacere il nostro Pilota Interiore che siamo entrati nell'arena mondiale. Se ci dedichiamo totalmente, disinteressatamente e incondizionatamente al Pilota Interiore, allora scopriamo il senso della vita. La vita non è una nebbia chimerica, un sogno fantastico. La vita è una solida realtà in attesa di trasformazione; e siamo noi che possiamo far scendere il Regno dei Cieli nell'immediatezza di oggi per trasformare la coscienza terrena.

La luce interiore è la nostra evoluzione creativa e consapevole. Chi si sta effettivamente evolvendo in noi? Dio l'uomo si sta evolvendo. Vale a dire, l'uomo sta salendo verso l'altezza più alta, il pinnacolo. E Dio Salvatore, Dio Liberatore, sta scendendo nell'abisso per trasformare l'oscurità dell'ignoranza di millenni con la sua Luce superna, infinita.

Quando siamo nel processo di evoluzione creativa, notiamo che Dio è costantemente in piedi di fronte a noi e ci supplica di entrare nella Sua Barca in modo che Egli possa portarci alla Sponda d'Oro dell'Aldilà. Quando siamo nel processo di evoluzione consapevole, vediamo Dio costantemente dentro di noi e fuori di noi, che ci guida nelle nostre molteplici attività quotidiane.

Quando la luce interiore della coscienza ci guida, non ci interessa il successo; ci preoccupiamo solo del progresso. Il successo è sempre limitato, ma il progresso è illimitato. Il successo gioca molto spesso il suo ruolo nel mondo vitale, ma il progresso gioca sempre il suo ruolo nel mondo psichico, nel mondo interiore. Quando facciamo progresso dobbiamo sapere che il fallimento non esiste; il successo si manifesta sempre. Se miriamo al successo, allora saremo vincolati dalla nostra visione molto, molto limitata. Ma se miriamo al progresso, allora miriamo a qualcosa che è sempre trascendente - una realtà sempre trascendente dell'Aldilà.

La coscienza è la nostra fiducia: fiducia interiore e fiducia esteriore. La fiducia interiore ci dice che siamo di Dio. La fiducia esteriore ci dice che siamo per Dio. Questa fiducia non è un'aggressione vitale. Questa fiducia è la rivelazione della luce della nostra anima nel cuore. Questa fiducia è la perfezione nella vita, e la perfezione è la trasformazione della nostra coscienza legata alla terra. Quando la nostra coscienza legata alla terra viene trasformata nella Coscienza libera del Cielo, in quel momento sorge la soddisfazione di Dio sia in Cielo che sulla terra.

Senza la coscienza evoluta e trasformata non possiamo realizzare l'Altissimo. La consapevolezza è proprio come una minuscola goccia, mentre la coscienza è l'oceano più potente. La coscienza è sempre presente nella vita spirituale; coscienza e vita spirituale sono sinonimi. La coscienza precipita e la coscienza sale. Quando la coscienza è bassa, significa che la luce interiore non sta operando. Quando la coscienza è alta, significa che la luce della coscienza sta operando in modo molto significativo in quell'individuo.

L'uomo che desidera trae soddisfazione dalla sua vita di piacere. L'uomo che aspira trae soddisfazione dalla sua dedicata e arresa vita di aspirazione. Per il vero cercatore non esiste un compromesso tra queste due vite. Un essere umano comune cercherà sempre di fare un compromesso. Al mattino presto ha bisogno di Dio. Ma quando cala la sera, incontra tutte le forze della tentazione e del desiderio. In quel momento brama i limiti legati alla terra. Vuole il cinquanta per cento di Dio e il cinquanta per cento di ignoranza. Ma un cercatore della Verità suprema non può farlo; deve essere totalmente intransigente. Per lui c'è solo Dio e Dio solo.

Ci sono alcuni esseri umani che sono molto furbi. Vogliono rimanere neutrali, né per Dio né per ignoranza. Ma se entri nei recessi più intimi dei loro cuori, ti accorgerai che si sono già schierati da una parte; tuttavia, poiché temono le conseguenze della scelta di una parte, non supportano alcun percorso. Non si schierano dalla parte di Dio; non si schierano dalla parte dell'ignoranza. Nella vita umana comune, apprezziamo la persona che è neutrale. Ma nella vita spirituale non c'è posto per una persona con un sentimento neutro. Se non riesci ad accettare Dio con tutto il cuore, sei destinato a crogiolarti nei piaceri dell'ignoranza. Milioni e milioni di persone si crogiolano nei piaceri dell'ignoranza. Puoi anche aggiungerti alla loro ignoranza; puoi offrire il tuo contributo. Ma se sei veramente affamato di Luce, di Verità dell'Aldilà, allora accetta Dio con tutto il cuore. Vedrai come Egli soddisfa il tuo desiderio: non la tua tentazione, non la tua vita di desiderio, ma la tua vita di aspirazione.

Quando un cercatore diventa esso stesso sincerità, Dio l'Infinito svolge il Suo ruolo all'interno della coscienza finita del cercatore. In questo caso il finito ospita l'Infinito e il finito diventa il canale cosciente, lo strumento scelto attraverso il quale l'Infinito opera qui nella coscienza terrestre. È la ricettività del cercatore che permette a Dio di manifestarsi in lui e attraverso di lui e che permette a Madre Terra di essere inondata di Pace, Luce e Beatitudine infinite.

So che ci sono parecchi insegnanti qui che insegnano Hatha Yoga. Questo è estremamente buono. L'Hatha Yoga è il primo passo nella nostra vita spirituale. Nella forma più alta di spiritualità, l'Hatha Yoga è come l'asilo. Non è necessario iniziare all'asilo, ma non possiamo saltare tutti i livelli e aspettarci di ottenere la nostra laurea. Questo è impossibile. D'altra parte, se uno pensa che può completare il suo corso d'asilo e non andare più in alto, non fare nessun corso superiore, allora sta commettendo un errore deplorevole. Alla fine deve andare al liceo e all'università e seguire il corso più alto. Nella vita spirituale il corso più alto è la realizzazione di Dio. La disciplina fisica è importante nella vita spirituale. Ma se ci aspettiamo la realizzazione di Dio dall'Hatha Yoga, allora saremo molto delusi. In ogni villaggio indiano troverete centinaia di esperti di Hatha Yoga. Ma per la maggior parte di queste persone, la realizzazione di Dio è un pianto lontano.

Nessuno può negare la necessità della disciplina fisica. Ma oltre il fisico c'è lo spirituale. Dobbiamo elevare la nostra coscienza allo spirituale. È all'interno dello spirituale che la Divinità, l'Infinito, l'Eternità e l'Immortalità cantano e danzano costantemente. Dobbiamo arrampicarci sull'albero di mango, cogliere i manghi e poi scendere e mangiare. Se rimaniamo ai piedi dell'albero e non ci arrampichiamo, come prendiamo i manghi?

Non sto gettando in alcun modo acqua fredda su coloro che insegnano e praticano Hatha Yoga, ma per favore sentite la necessità di andare al corso superiore. Vale a dire, dovete andare al liceo interiore, al college e all'università. Il corso all'università si compone di tre materie: concentrazione, meditazione e contemplazione. Questi tre argomenti sono i più importanti. Vengono insegnati attraverso la coscienza interiore risvegliata e sviluppata. Per prima cosa dobbiamo imparare a concentrarci. Poi dobbiamo imparare a meditare. Infine, dobbiamo imparare a contemplare.

Quando ci concentriamo non dobbiamo permettere che nemmeno un briciolo di pensiero entri nella nostra mente. Dobbiamo focalizzare la nostra concentrazione su un particolare oggetto o soggetto e nient'altro. Poi dobbiamo entrarci dentro e andare oltre. Quando andiamo oltre, sentiamo di aver raggiunto l'anima. Siamo partiti dalla nostra esistenza fisica. Quando raggiungiamo il piano dell'anima vediamo che la coscienza dell'anima osserva la coscienza del corpo e la coscienza del corpo entra nella coscienza dell'anima. Quando la coscienza corporea entra nella coscienza dell'anima, il corpo realizza l'Altissimo. Quando l'anima si concentra sul corpo, l'anima manifesta nella coscienza fisica la Luce dell'Aldilà. Questa è concentrazione.

Il passo successivo è la meditazione. Nella meditazione la prima cosa che facciamo è rendere la mente assolutamente calma e tranquilla. Quindi svuotiamo il cuore in modo che Dio possa riempirlo con il Suo messaggio di Luce e Delizia. Quando meditiamo, diventiamo l'ascoltatore e Dio diventa l'oratore. Dio ci offrirà un messaggio dall'Altissimo e noi ascolteremo il Suo messaggio. Ma per ricevere questo messaggio dobbiamo rendere la nostra mente assolutamente calma e tranquilla; dobbiamo rendere la nostra mente vasta come il cielo o l'oceano. Lo scopo della meditazione è di far scendere l'Infinito nel finito e portare il finito nell'Infinito. Il finito entra nell'Infinito per la sua più alta realizzazione, e l'Infinito entra nel finito per la sua manifestazione suprema.

Il terzo passo è chiamato contemplazione. Questo viene fatto solo quando il cercatore è molto avanzato. Abbiamo iniziato i nostri studi con la concentrazione. Quando siamo diventati esperti nella concentrazione, abbiamo iniziato a meditare. Ma la contemplazione richiede anni e talvolta incarnazioni per impararla perché la contemplazione può essere fatta correttamente solo quando il cercatore è in procinto di realizzarsi. Qui il cercatore si fonde totalmente con il Supremo. L'amante divino diventa totalmente uno, inseparabilmente uno con l'Amato Supremo. Il finito perde totalmente la sua separatività e diventa tutt'uno con l'infinita Pace, Luce e Beatitudine. In quel momento Pace, Luce e Beatitudine infinite sono alloggiate perfettamente in un essere terreno.


MRP 36. Sherwood Hall Boys' School, Stuart Avenue, Forest Town, Nottinghamshire, Mansfield, Inghilterra, 26 giugno 1974.

Morte7

Cari cercatori della Verità trascendentale, desidero fare un discorso sulla morte. Cos'è la morte? La morte è il breve riposo del pellegrino immortale lungo la strada dell'Eternità. La morte è un'esperienza necessaria per gli esseri umani allo stato attuale della loro coscienza in evoluzione. La morte è un colpo devastante per gli esseri umani che desiderano e, allo stesso tempo, è una mano che risveglia gli esseri umani che aspirano.

Ci sono due tipi di esseri umani che desiderano. Un tipo considera la morte una forza malvagia, poiché l'arrivo della morte impedisce che tutti i suoi brulicanti desideri vengano esauditi sulla terra. Per questo considera la morte un nemico, un ospite sgradito. Il secondo tipo è arrivato a rendersi conto che il desiderio stesso è doloroso. Quando esercita le sue capacità e i suoi talenti per soddisfare un desiderio, vede che proprio questo processo è doloroso e penoso. Quando il risultato arriva, si presenta sotto forma di fallimento o sotto forma di successo. Se si presenta sotto forma di fallimento, è destinato alla delusione. E se arriva sotto forma di successo, anche allora non è del tutto felice, perché pensava che il successo sarebbe stato qualcosa di più illuminante e appagante di quanto non si riveli. Purtroppo, non ottiene il tipo di successo che si aspettava dai suoi instancabili sforzi. Quindi né il desiderio né il risultato del desiderio sono soddisfacenti; entrambi sono estremamente scoraggianti, deludenti e dolorosi. Questo tipo di uomo desideroso accoglie la morte; la desidera. Poiché non può rimanere sulla terra nemmeno per un giorno senza desiderio e frustrazione, vuole lasciare la terra. Ma ancora, quando la morte bussa alla sua porta, tutto il suo essere va in frantumi; piange per la vita. In quel momento, non vuole accogliere la morte. Quando la vita del desiderio si rivela insoddisfacente, vuole la morte; ma quando la morte bussa davvero alla sua porta vuole qualcos'altro; vuole restare sulla terra.

Poiché ci sono due tipi di persone che desiderano, ci sono anche due tipi di esseri umani che aspirano. Un tipo desidera sempre il Regno dei Cieli sulla terra. Per lui, il Regno dei Cieli non è una nebbia chimerica; è qualcosa nel suo cuore che aspira. Vuole portarlo alla ribalta e manifestarlo qui sulla terra. Ma lo può fare solo vincendo la morte. Deve vincere la morte per sempre; solo allora gli sarà possibile portare in primo piano il Regno dei Cieli o farlo scendere dall'Alto.

Il secondo tipo di aspirante vuole offrire un altro messaggio. Dice che senza dubbio dobbiamo vincere la morte, ma non è il corpo fisico o umano che vincerà la morte; è la coscienza all'interno della struttura fisica che vincerà la morte. La coscienza legata alla terra deve godere della Luce e della Delizia libere del Cielo. Restando soltanto sulla terra per un lungo arco di tempo — quattrocento o cinquecento anni — non realizziamo nulla di significativo. Se andiamo in alcuni villaggi indiani, vediamo che ci sono molte persone che sono sulla terra da più di cento anni. Ma quando si tratta di esperienza interiore, crescita interiore, sviluppo spirituale, realizzazione divina, non hanno ottenuto quasi nulla. Stanno conducendo una vita umana comune, se non una vita per metà animale. Non è del semplice prolungamento della vita fisica di cui abbiamo bisogno. La coscienza della realtà dentro di noi deve essere espansa, ampliata, energizzata e resa immortale. È vero, per raggiungere una coscienza divina e immortale, dobbiamo rimanere sulla terra per parecchi anni. Ma questo non è allo scopo della vita di piacere del corpo, ma per l'espansione e l'allargamento della coscienza all'interno del corpo.

I veggenti vedici dell'antico passato offrono una preghiera molto significativa: "Signore Supremo, concedici gli occhi per vederTi per cento anni. Donaci le orecchie per ascoltare il Tuo divino Messaggio per cento anni. Donaci il cuore per servirTi per cento anni." Quindi dicono non solo per cento anni, ma ben oltre cento anni. Come mai? Solo per servire Dio, appagare Dio e manifestare Dio qui sulla terra. Vogliono vivere sulla terra per la manifestazione divina. Vogliono da Dio un periodo infinito di vita affinché possano realizzarLo, rivelarLo e manifestarLo. Questo è il loro scopo. Il corpo alla fine morirà, ma l'Immortalità della coscienza divinizzata deve essere offerta a Madre Terra affinché Madre Terra ottenga qualcosa di unico, senza precedenti, immortale e supremo.

Le persone spirituali hanno scoperto qualcos'altro. Sono dell'opinione che chi non aspira sia un'anima morta. Non si deve morire fisicamente per essere considerati morti. No! Chi non aspira è morto perché fa poco o nessun progresso. Quando facciamo progresso, ci dirigiamo verso una nuova realtà. Ogni volta che entriamo in una nuova realtà, una nuova vita sorge sulla terra e ne siamo utilizzati. Un momento usato in modo non divino aumenta la portata delle mani della morte. Un momento usato divinamente prolunga e arricchisce la nostra vita.

Se vogliamo vivere nell'eterno Ora, dobbiamo sentire che il passato è polvere, che il passato è un'esperienza morta. Dobbiamo cancellarlo dalla nostra coscienza. Ogni secondo che sta scomparendo dalla nostra vita è morto. Se ci identifichiamo con il secondo che passa e con esso entriamo nel passato, allora sperimentiamo la morte. Ma se utilizziamo ogni secondo per uno scopo divino, allora esso ha nuova vita. Il futuro non lo conosciamo, ma vogliamo crescere nel futuro o vogliamo far discendere la vita del futuro nell'immediatezza del presente.

I veggenti vedici si resero conto che il movimento è vita, che se non ci muoviamo nella vita spirituale, allora la morte bussa alla nostra porta. Ma ancora, c'è vita nel profondo silenzio, nei recessi più intimi della Vita di Silenzio. Nella Vita di Silenzio, il corpo di suono viene costantemente in esistenza. Ma questa è la scoperta più profonda e significativa: bisogna raggiungere il regno più alto della Coscienza per vivere nel Vita di Silenzio trascendentale. Allora si può creare coscientemente in ogni momento il corpo di suono che è necessario per la manifestazione di Dio sulla terra.

La morte è preparazione; la morte è rilassamento. Fino al momento di prepararci ancora una volta per entrare nel campo di battaglia della vita, ci rilassiamo per un breve periodo nella morte. La vita è prima di tutto un'esperienza, l'esperienza che ci libererà dal mare dell'ignoranza e ci ispirerà a nuotare nel mare della Luce di Saggezza. Allora la vita diventa soddisfazione di Dio; nella soddisfazione di Dio sperimentiamo l'altezza del Sogno sempre trascendente di Dio e la profondità della Realtà sempre appagante di Dio.

L'uomo che desidera pensa che la morte sia distruzione. Un cercatore principiante sente che la morte è un mistero supremo. Un cercatore avanzato sa che la morte è un breve riposo. Una persona realizzata in Dio ha scoperto inequivocabilmente che la morte è uno strumento di Dio. La morte è uno strumento di Dio quando spaventa l'uomo che desidera affinché non si crogioli nei piaceri dell'ignoranza, così che pianga per una vita più elevata, più illuminante e più appagante. La morte è anche uno strumento divino quando svolge il suo ruolo aumentando l'aspirazione del cercatore. Prima dell'arrivo della morte, un cercatore vuole compiere alcune cose per Madre Terra e Padre Cielo, quindi invoca dall'alto Pace, Luce e Beatitudine con aspirazione sempre crescente, perché vuole inondare il suo essere terreno con queste qualità in misura infinita molto prima dell'arrivo della morte alla porta della sua vita.

Qui siamo tutti cercatori. Alcuni di noi stanno inconsciamente crescendo verso la Vita immortale o stanno scorrendo con il fiume della Vita immortale; altri stanno invocando consapevolmente la Luce infinita dell'Aldilà sempre trascendente, la Luce della Vita immortale che utilizziamo per la manifestazione totale, completa e perfetta di Dio sulla terra. Ogni cercatore è un creatore. Ogni cercatore è un salvatore. Ogni cercatore è un liberatore. Ogni cercatore è il rappresentante cosciente dell'Assoluto Supremo proprio perché nella sua creazione, nella sua aspirazione e nella sua realizzazione scopre una vita che trascende costantemente la propria altezza. In questo movimento in continua trascendenza, la morte svolge il ruolo di uno strumento devoto, arreso e onnicomprensivo dell'Assoluto Supremo.

Quando si viveva la vita del desiderio, la morte era un ostacolo, una forza dell'ignoranza. Ma quando uno è diventato un cercatore, ha visto che la morte è solo uno strumento d'amore, che la morte non è altro che il fratello minore della vita. Come fratello minore, la morte sente che è suo dovere obbligato aiutare il suo fratello maggiore, la vita. Lo fa offrendo alla terra la Luce dell'Immortalità, l'Altezza dell'Eternità, il Sorriso dell'Infinito e la Soddisfazione della Perfezione.


MRP 37. Curtis Auditorium, Physics Building, University Precinct, University of Newcastle, Newcastle-upon-Tyne, Inghilterra, 27 giugno 1974.

Divina speranza8

Cari cercatori, cari fratelli e sorelle, desidero parlare della speranza dal punto di vista spirituale. Dal momento che siamo tutti cercatori, è nostra profonda aspirazione che un giorno la nostra divina speranza si adempia. E qual è questa speranza? Quella speranza è la realizzazione di Dio.

Cos'è la speranza? La speranza è la preparazione dell'uomo allo sconosciuto. La speranza è l'aspirazione dell'uomo per l'inconoscibile. Lo sconosciuto in questo momento è la definitiva conquista dell'uomo; l'inconoscibile è l'eterno Ora di Dio.

La speranza è lo sforzo interiore dell'uomo. Un uomo comune non è consapevole di questo sforzo interiore, ma un cercatore della Verità più alta ne è pienamente consapevole. Questo sforzo interiore ispira il cercatore a vedere qualcosa di nuovo, a sentire qualcosa di nuovo, a dire qualcosa di nuovo, a fare qualcosa di nuovo e, infine, a diventare qualcosa di nuovo.

Quando sorrido, vedo qualcosa di nuovo intorno a me. Quando piango, sento qualcosa di nuovo nel mio cuore. Quando prego, dico qualcosa di nuovo ai mondi superiori. Quando medito, faccio qualcosa di nuovo per il mondo interiore ed esteriore. Quando mi arrendo, divento qualcosa di nuovo: lo strumento scelto di Dio.

Nella vita spirituale, la speranza è novità. In questa novità c'è la nostra autotrascendenza. La nostra autotrascendenza è l'Orgoglio di Dio, il Suo superno Orgoglio in noi. E l'Orgoglio di Dio vive nella nostra consapevole e costante gratitudine.

La speranza e la fede sono due intime sorelle; vanno sempre insieme. La speranza nutre la fede e la fede custodisce la speranza. La speranza sogna la Bellezza di Dio nella Realtà di Dio. La fede sogna la Realtà di Dio nella Bellezza di Dio. La speranza attira il cuore di domani nel corpo di oggi. La fede spinge il corpo di oggi nel cuore di domani. Quando il cuore di domani entra nel corpo di oggi, l'aspirazione dell'uomo è coronata dal successo. Quando il corpo di oggi entra nel cuore di domani, la visione del Cielo è coronata dal successo. Il successo dell'uomo è la vittoria della Luce di Compassione di Dio. Il successo del Cielo è la vittoria dell'Altezza di Realizzazione di Dio.

Sperare è vedere con l'occhio del cuore. Sperare è fare del cuore il capitano della mente, del vitale e del corpo. Sperare è mandare in esilio la notte d'oscurità. Sperare è sentire la presenza del sole interiore. Il sole interiore è; il sole esteriore diventa. Quando viviamo nella coscienza del sole interiore, raggiungiamo la più elevata Altezza della Luce-Silenzio di Dio. Quando viviamo nella coscienza del sole esteriore, diventiamo tutt'uno con la vita di suono della manifestazione di Dio sulla terra.

Nella vita spirituale, la speranza è la luce dell'umiltà. Allo stato attuale dell'evoluzione, l'umiltà umana è un'umiltà forzata. Ma l'umiltà divina è un'umiltà piena d'anima, spontanea. L'umiltà è la Barca di Sogno di Dio che raggiunge la Sua Sponsa della Realtà. L'umiltà è la Bellezza di Dio nella realtà dell'uomo.

Quando un pellegrino spirituale inizia a camminare lungo la strada dell'Eternità, la sua speranza non è altro che la luce dell'umiltà. Alla fine si trasforma nel diritto di primogenitura della divinità. Poi, finalmente, il diritto di primogenitura della divinità si trasforma nel Sorriso dell'Infinito, nella Luce dell'Eternità e nella Vita dell'Immortalità.

La speranza divina è la promessa della nostra anima all'eterno Supremo che qui sulla terra Lo realizzeremo pienamente, Lo riveleremo pienamente e Lo manifesteremo completamente e perfettamente. Di nuovo, ci sono speranze mondane o speranze non divine. Vogliamo diventare multimilionari dall'oggi al domani. Vogliamo dominare sul mondo e vedere la supremazia del nostro intrepido vitale. Vogliamo che il mondo intero sia ai nostri piedi e accetti la luce dalla nostra mente. Il mondo è nelle tenebre; noi soli stiamo facendo il bagno nel mare della luce: questa è la nostra ferma convinzione. Pertanto, sentiamo di essere in grado di offrire luce al mondo in generale. Sentiamo di avere tutto e di essere tutto; la nostra unica speranza è che il mondo sia ai nostri piedi. La speranza mondana non è come la speranza divina. È un desiderio senza luce che ci lega. Questo desiderio alla fine porterà alla frustrazione, che è immediatamente seguita dalla distruzione totale.

Nella nostra vita spirituale quella che ora chiamiamo speranza, centinaia e migliaia di anni fa l'abbiamo chiamata la promessa della nostra anima al Supremo Assoluto: per realizzare Lui, per rivelare Lui, per manifestare Lui sulla terra. A quel tempo la nostra speranza divina era la promessa della nostra anima che saremmo entrati nella scena del mondo e avremmo partecipato al Gioco Cosmico di Dio come attori consapevoli. Quando siamo entrati nella vita spirituale, lentamente, costantemente e infallibilmente questa promessa è venuta alla ribalta dall'interno. A poco a poco nella nostra coscienza risvegliata il potere e la luce di questa promessa cominciarono a profilarsi. Ora non vediamo la speranza come una promessa; la sentiamo come una preparazione necessaria per la nostra manifestazione di Dio sulla terra.

Nel mondo comune e privo di ambizioni, la speranza spesso non è altro che costruire castelli in aria. Ma nella vita spirituale, la speranza interiore e l'anelito interiore che chiamiamo aspirazione vanno sempre insieme. Qui la nostra speranza gioca il ruolo di un presagio divino. La speranza è come il sogno che è sempre un passo indietro rispetto alla realtà. Dio sta usando le Sue Mani che ci invitano a guidare e condurre l'aspirazione del cercatore alla Meta destinata. Dio naviga con la Sua Barca di Sogno verso la Sponda d'Oro dell'Aldilà sempre trascendente.

La speranza di un bambino umano è di ottenere la massima laurea o diploma. La speranza o l'aspirazione ascendente di un bambino divino è ricevere e raggiungere la Pace, la Luce e la Beatitudine in misura infinita. La speranza di un cercatore è la sua luce di aspirazione e la speranza del Pilota Interiore è la Delizia della Perfezione. Ogni cercatore individuale rappresenta una promessa consapevole e costante al suo Pilota Interiore. Allo stesso modo, il Pilota Interiore rappresenta una promessa cosciente e costante al cercatore individuale. Con la sua luce di aspirazione, il cercatore entra nel Sogno cosmico del Supremo per svolgere il suo ruolo unico nel Dramma di Dio e manifestare Dio nel Modo di Dio. Attraverso la Sua Delizia di Perfezione, Dio entra nella luce di aspirazione del cercatore per dargli ciò che ha eternamente e ciò che è eternamente. Quello che ha è la Barca d'Oro che porta i tormenti atroci dell'umanità; ciò che Egli è, è la Sponda d'Oro dell'Infinito, dell'Eternità e dell'Immortalità. Ancora una volta, Lui Stesso è il Pilota e Lui Stesso è la Barca che trasporta le atroci sofferenze dell'umanità e le brulicanti ignoranza, imperfezioni, limitazioni, schiavitù e morte alla Sponda d'Oro del Suo Aldilà sempre trascendente.


MRP 38. Faculty Room South, David Hume Tower, University of Edinburgh, George Square, Edimburgo, Scozia, 28 giugno 1974.

La Via, la Verità, la Vita9

Cari fratelli e sorelle, cari cercatori della Verità e della Luce infinite, desidero fare un breve discorso su 'La Via, la Verità, la Vita'. Questo è il motto della vostra università. È un motto elevato; perciò parlerò di questo argomento dal punto di vista spirituale.

Duemila anni fa il Cristo proclamò: "Io sono la Via; Io sono la Meta." La sua aspirazione rivelata era la Via; la sua realizzazione manifestata era la Meta. La prima e più importante conquista dell'umanità è la Via. L'ultimo e più glorioso traguardo dell'umanità è la Meta. C'è un metodo per abbreviare la Via. C'è un metodo per avvicinare la Meta. Come abbreviare la Via? Aumentare la nostra ricettività. Come avvicinare la Meta? Abbandonare la nostra volontà incondizionatamente alla Volontà di Dio. Aumentiamo la nostra ricettività attraverso un'offerta di noi stessi piena d'anima, devota e incessante. Facciamo la nostra resa incondizionata rendendoci conto che la nostra soddisfazione risiede solo in Dio e che solo Dio è la nostra soddisfazione suprema. Se abbiamo scoperto questa alta verità, solo allora possiamo fare un tentativo di crescere nella resa incondizionata alla Volontà di Dio.

Dio ha infiniti figli. Nella famiglia di Dio, la Verità è il figlio maggiore. Subito dopo la Verità c'è la Pace. Verità e Pace sono estremamente vicine l'una all'altra; si completano a vicenda. Cercano costantemente di compiacersi a vicenda. La Verità offre la sua altezza trascendentale alla sua sorella Pace, e la Pace offre la sua profondità eterna alla sua sorella Verità.

Il loro Padre, il Signore Supremo, osserva questo atto di offerta reciproca da parte delle Sue due devote figlie. Dio dice loro che sono estremamente indispensabili nella Sua creazione. Dio dice alla Verità: "Verità, figlia mia, la terra ha successo grazie a te. Se tu non esistessi, la terra non potrebbe mai riuscire in nulla." Dio dice alla Pace: "Pace, figlia mia, proprio grazie a te la terra può ricevermi. Se tu non rimanessi sulla terra, la terra non potrebbe ricevermi né raggiungermi."

Sia la Verità che la Pace dicono al loro Padre onnipotente: "Padre, è vero che ti siamo di qualche servizio, ma non siamo indispensabili. Mai! Siamo la Tua creazione. Tu sei il Creatore e Tu solo sei indispensabile. Ti siamo estremamente grati per averci concesso l'opportunità di essere al Tuo servizio. Desideriamo diventare; desideriamo essere. Desideriamo diventare i Tuoi messaggeri. Desideriamo essere i portatori delle sofferenze della terra alla Delizia del Cielo. Desideriamo far discendere la delizia del Cielo nelle atroci pene della terra. Ti preghiamo di permetterci di svolgere questo compito affinché attraverso di noi Tu possa realizzare Te stesso, Padre."

Questa è la loro speranza e desiderio. Vogliono essere costantemente ai Piedi del loro Signore Supremo. Sentono che se stanno ai Piedi del loro Amato Supremo, allora soltanto la terra saprà valutare l'Altezza suprema e l'eterna Profondità dell'Assoluto Supremo. Verità e Pace sentono di poter agire come intermediarie o rappresentanti per mostrare alla terra chi è il Supremo e come può essere avvicinato. Come può essere avvicinato? Può essere avvicinato solo attraverso la devota resa dell'aspirante all'altezza trascendente della Verità e alla profondità illuminante della Pace.

La Verità è l'anello di congiunzione tra la Via e la Vita. La Verità dà energia e illumina la Via che percorrono i cercatori dell'Infinito: la strada dell'Eternità. È la Verità che alimenta la Vita divina. È la Verità che aiuta la Vita divina nella sua totale manifestazione sulla terra. La Verità è l'anello di congiunzione tra il sentiero verso la Meta e la Meta stessa, che è la Vita divinamente perfetta sulla terra.

Vita umana e Vita divina. La vita umana è la vita della terra. Ciò di cui abbiamo bisogno sulla terra è la trasformazione della nostra natura, la trasformazione della nostra coscienza limitata, la trasformazione della nostra necessità e realtà terrestre. La Vita divina è la vita in cui manifestiamo la Realtà più alta. Il il Canto della Realtà l'abbiamo già imparato, ma non abbiamo ancora iniziato a cantarlo qui sulla terra.

La realizzazione della vita umana è questa:

Un mare di Pace, Gioia e Luce
Al di là della mia portata, lo so.
In me la piangente notte agitata dalla tempesta
Trova spazio per infuriare e fluire.

Sono una zattera sul mare del tempo,
I miei remi sono stati spazzati via.
Come posso sperare di raggiungere la regione
Dell'eterno giorno di Dio?

Ma la realizzazione della vita divina è questa:

Ma ascolta, odo il Tuo Flauto d'oro.
Le sue note fanno discendere il Sommo.
Ora sono al sicuro, o Assoluto!
Passata è la morte! Passato è il duro cipiglio della notte!

La vita umana e la responsabilità non devono necessariamente andare insieme; la vita umana e il dovere non vogliono andare insieme. La maggior parte degli esseri umani trova molto sgradevole accettare responsabilità e doveri. Non vogliono essere responsabili nemmeno delle proprie azioni, per non parlare delle azioni degli altri. La vita umana ha paura della responsabilità. La vita umana ha paura del dovere. Ma la vita divina si assume la responsabilità come un'opportunità d'oro. La vita divina assume il dovere come un'opportunità d'oro. La vita divina si rende conto che possiamo accelerare il nostro viaggio verso il Cielo adempiendo alle nostre responsabilità ordinate da Dio, poiché questo è ciò che soddisfa Dio. E la vita divina sa che la soddisfazione può sorgere nella nostra vita solo quando Dio è soddisfatto. Se non soddisfiamo Dio, non importa cosa diciamo, cosa facciamo o cosa otteniamo, la nostra vera soddisfazione rimarrà sempre lontana.

I cercatori che stanno camminando lungo la strada dell'Eternità sentono sempre che è loro dovere di fare prima la cosa prioritaria. La prima cosa è la realizzazione di Dio. La soddisfazione di Dio sboccia nella realtà solo quando è avvenuta la realizzazione di Dio. Se possiamo soddisfare Dio anche in misura infinitesimale attraverso il nostro amore divino, la devozione divina e la resa divina, allora la nostra vita di insufficienza, desiderio e frustrazione si trasformerà in una vita di notevole soddisfazione. Ma se Dio manca nel nostro successo, non ci sarà un briciolo di soddisfazione là. Così i cercatori della Verità infinita si sono resi conto che è in Dio e solo in Dio che risiede la soddisfazione suprema.

La verità umana ci dice che Dio è in Cielo o altrove, ma non dentro di noi. È uno straniero o un estraneo per noi. Egli è nel più alto dei Cieli e noi sguazziamo nei piaceri dell'ignoranza sulla terra. Come può l'Esistenza di Dio profilarsi nella nostra vita di impurità, nella nostra vita di incoscienza, nella nostra vita di morte? Questo è ciò che dice la verità umana. Ma la Verità divina ci dice in termini pieni d'anima e inequivocabili che Dio è destinato ad essere dentro di noi. Ci dice che il Paradiso di cui stiamo parlando non è da qualche altra parte, non nel piano più alto della coscienza immaginaria. Il Paradiso non è un luogo; il Paradiso è un piano di coscienza all'interno del nostro cuore illuminato. Questo piano di coscienza che è completamente illuminato vive per l'illuminazione della terra, l'illuminazione della coscienza umana. Se sappiamo cos'è il Paradiso e dove si trova, allora è estremamente facile per noi condurre una vita divina, poiché vediamo che il Cielo è parte integrante di noi stessi.

Dio è più vicino a noi dei nostri occhi e del nostro naso, solo che non abbiamo la visione per vederLo. Quando teniamo chiusi gli occhi umani, non possiamo vedere nulla; non possiamo vedere nemmeno le cose che ci stanno vicino. Allo stesso modo, se teniamo chiuso l'occhio interiore, allora non possiamo vedere Dio. Quando apriamo questo occhio interiore, questo terzo occhio, possiamo vedere il passato, possiamo vedere il futuro, possiamo vedere l'altezza di Dio, possiamo vedere la profondità di Dio.

Sfortunatamente, il nostro terzo occhio dorme profondamente proprio perché non sentiamo il bisogno di quell'occhio. La maggior parte degli esseri umani ha paura di vedere il proprio passato e il proprio futuro perché sanno cosa erano in passato. Sanno che tipo di vita animale hanno condotto e non vogliono rivederlo. Inoltre, se vedono l'enormità del futuro, la vastità dell'Infinito, dell'Eternità e dell'Immortalità, saranno spaventati a morte. Ancora una volta, alcune persone sono ansiose di aprire il loro terzo occhio, ma l'Ora di Dio non è scoccata per loro. Meditano per alcuni anni per aprire il terzo occhio, ma non si apre. Ma se il terzo occhio non si apre nell'arco di cinque anni, dovrebbero sentire che non stanno pregando e meditando bene o che questo dono non è destinato a loro.

Nella vita spirituale l'aspirazione è di fondamentale importanza, ma anche la pazienza è di fondamentale importanza. Dobbiamo aspettare l'Ora di Dio. L'aspirazione è come il punto di partenza del corridore. Poi, quando lo starter spara con la pistola, corre alla sua massima velocità. Questa è la sua aspirazione. La meta è l'Ora di Dio. Deve correre veloce, molto veloce per raggiungere la meta. La distanza che deve correre per raggiungere la meta è fissata da Dio. Se Dio vuole che il cercatore corra per cento metri, e se il cercatore percorre solo settanta metri e poi sente che dovrebbe aver raggiunto la meta, di chi è la colpa? Il cercatore deve coprire l'intera distanza; deve correre tutti i cento metri. Solo allora vedrà l'Ora di Dio che lo aspetta. Nella vita spirituale l'aspirazione è il punto di partenza e la pazienza è l'Ora di Dio. Se il cercatore inizia il suo viaggio con l'aspirazione e continua con l'aspirazione più la pazienza, allora è destinato a raggiungere la sua Meta.

La vita umana oscura, priva di luce, ignorante e legata alla terra può ottenere la sua realizzazione, liberazione e salvezza solo quando entra nelle Benedizioni, nell'Amore, nella Compassione e nella Premura coscienti e costanti del Cielo. Come scopriamo il Paradiso? Nell'offerta di sé, nell'offerta di sé secondo la Volontà di Dio e non la nostra volontà. Nello stile di vita umano, l'offerta della comprensione reciproca o dell'incomprensione è all'ordine del giorno. Io do a te e tu restituisci a me. ti colpisco; mi colpisci. parlo bene di te; parli bene di me Questo è il modo umano. Ma la via divina è totalmente diversa. Se è Volontà di Dio, senza la minima esitazione ti do ciò che ho e ciò che sono. Quello che ho è il pianto interiore di salire in alto, più in alto, altissimo. Quello che sono è una dedizione costante a voi e al mondo in generale, senza aspettarmi nulla in cambio. La nostra vita di aspirazione è la vita di costante consapevolezza, costante dono di sé, costante sentimento di inseparabile unità con Dio e l'umanità. Questo è il modo divino.

A volte diamo noi stessi e ci sentiamo generosissimi. Ma può succedere che la nostra offerta vada alla persona sbagliata, a una che non ne ha bisogno o lo desidera in questo momento, a una che dorme profondamente. Per noi è suonata l'ora di alzarci e di andare nella scuola interiore per imparare, ma i nostri amici potrebbero essere ancora profondamente addormentati. Riteniamo che stiamo facendo loro un favore svegliandoli, ma a loro potrebbe non piacere l'idea di alzarsi a quest'ora presto. Possono essere irritati e arrabbiati. La nostra offerta di noi stessi dovrebbe essere alla Divinità nell'umanità, ma non a ciascun individuo in quanto tale. Faremo un errore himalayano se offriamo la nostra dedizione a qualcuno che è ancora profondamente addormentato nel mondo interiore. Egli non vuole il nostro aiuto in questo momento. Se obbediamo alla Volontà di Dio, aiuteremo la persona giusta, la persona che è pronta a uscire dal suo sonno d'ignoranza e correre con noi alla Sponda d'Oro. Quando seguiamo la vita divina, quando conduciamo una vita divina, mettiamo sempre Dio al primo posto in tutte le nostre attività. Eseguiamo la sua Volontà. È Lui che sceglie la persona o le persone in cui Lo serviremo.


MRP 39. Queen Margaret Union, University Gardens, Glasgow University, Glasgow, Scozia, 29 giugno 1974.

La fame interiore 10

Cari fratelli e sorelle, cari cercatori della Verità infinita, qui siamo tutti seduti su una barca. Il nome di questa barca è la Barca di Sogno di Dio. Questa Barca di Sogno è gestita dal nostro Pilota Interiore. In essa siamo al sicuro e ci porterà alla Sponda d'Oro dell'Aldilà.

C'è qualcuno sulla terra che non ha mai avuto fame? No! C'è un'anima in Paradiso che non ha mai avuto fame? No! Ogni essere umano sulla terra soffre di fame interiore. Ogni anima in Paradiso soffre pure di fame interiore. Qui siamo tutti cercatori. Un cercatore è affamato della realizzazione di Dio. Un'anima in Paradiso ha fame della manifestazione di Dio.

Come essere umano comune, un essere privo di aspirazione, abbiamo già saputo cos'è la fame terrena. Per soddisfare la fame terrena abbiamo bisogno di cibo materiale e beni materiali; abbiamo bisogno di una distinta individualità e personalità e abbiamo bisogno dell'orgoglio della supremazia. Questo è ciò che notiamo nella nostra fame terrena senza aspirazione, la nostra fame umana normale. Ma quando diventiamo cercatori spirituali, abbiamo una fame diversa. In quel momento abbiamo fame della Luce, della Verità, della Bellezza divina, della Pace e della Beatitudine di Dio. Abbiamo fame di Infinito, Eternità e Immortalità.

Quando abbiamo fame terrena, molto spesso adottiamo mezzi ripugnanti per soddisfare la nostra fame. Cerchiamo di nutrirci nel nostro modo umano senza conoscere, senza sentire e senza diventare la luce interiore. Ma quando cerchiamo di soddisfare la nostra fame divina, cerchiamo di soddisfarla compiacendo Dio a Modo Suo. Siamo in grado di soddisfarLo solo compiacendo il Supremo a Modo Suo. Diventiamo il canto della resa incondizionata, della resa divina alla Volontà adamantina di Dio. Questa Volontà è anche la Sua Volontà che tutto ama.

Un bambino umano ha fame. Ha fame dell'affetto e dell'amore dei suoi genitori, ma la sua fame non è illuminata. La sua fame è oscura. Dentro ogni cercatore umano c'è un figlio divino. Chiamatela anima o qualsiasi altra cosa voi vogliate. Questo figlio divino ha bisogno anche dell'Affetto, dell'Amore, della Premura e della Compassione di Dio Padre e di Dio Madre. Ma c'è una differenza sorprendente tra questi due bambini. Quando il bambino umano vede che i suoi genitori mostrano affetto e amore per gli altri, cade immediatamente vittima della gelosia. Si sente triste e infelice. Il bambino divino è contento solo quando i suoi Genitori divini e trascendentali offrono uguale Amore, Affetto, Premura e Compassione a tutti i suoi amici, parenti e conoscenti. Questo bambino non sarà mai soddisfatto in modo egoistico. Sarà contento solo se tutti avranno le stesse cose che ottiene lui. Questo bambino è contento solo quando vede soddisfazione dentro e soddisfazione fuori.

Ogni singola anima è affamata del Sorriso di Dio. Sa che non c'è niente di importante quanto la Luce di Dio nella vita di aspirazione e dedizione. Anche Dio è affamato, affamato del sorriso del cercatore. Questa è l'unica cosa che vuole da noi. Egli aspetta millenni per ottenere un volto sorridente dai suoi figli della terra.

Preghiamo Dio per milioni di cose; preghiamo Dio di soddisfare i nostri innumerevoli desideri. Ma quando diventiamo cercatori sentiamo che c'è solo una cosa che ci soddisferà ed è il Sorriso di Dio. Se un cercatore non è avanzato, se non è sul punto di realizzare il Sé, trova difficile sentire che Dio gli sorride costantemente dalla Sua Altezza trascendentale di Premura e Compassione divina. Poiché questo cercatore non si immerge nel profondo, trova difficile credere che Dio gli stia sorridendo mentre trasforma la sua ignoranza secolare in eterna Luce di Saggezza.

È stato detto che nessun orologio è più regolare del sole. Questa verità è innegabile. Ma nel mondo spirituale possiamo dire che nessun orologio è più regolare del crescente pianto interiore del nostro Cuore. Questo pianto interiore vuole salire in alto, più in alto, altissimo e raggiungere l'apice della perfezione. Questo pianto è costante in ogni fugace secondo, e la sua fiamma ascendente è senza nascita e senza morte.

Quando diventiamo cercatori dell'anima, diventiamo consciamente consapevoli del pianto interiore dell'aspirazione. Prima di allora, questo pianto interiore restava nascosto dentro; non lo sentivamo. Ma una volta che iniziamo ad aspirare consapevolmente, sentiamo il bisogno di qualcosa di eterno e perpetuo; una volta che sentiamo che le cose terrene non ci piacciono, in quel momento otteniamo il pianto interiore per qualcosa che possa soddisfarci in modo permanente.

In questo momento siamo principianti nella vita spirituale, ma non rimarremo principianti per sempre. Non si resta all'asilo per tutta la vita. Uno ha fame di saggezza sempre crescente fino a quando non arriva il momento in cui ottiene la sua laurea e dottorato di ricerca. Allo stesso modo, i principianti non saranno condannati alla delusione. Ognuno interpreta il ruolo di un principiante a volte. Ma alla fine il principiante diventa avanzato e raggiunge l'altezza più alta.

Il corpo ha una fame propria. Il vitale ha una fame propria. La mente ha una fame propria. Il cuore ha una fame propria. La fame del corpo può essere soddisfatta dal cibo materiale o sguazzando nei piaceri dell'ignoranza. Ma alla fine la stessa coscienza corporea arriva a rendersi conto che nella vita di piacere non c'è e non può esserci alcuna soddisfazione permanente. La vita di piacere è alla fine seguita da un senso di tremenda frustrazione, e all'interno della frustrazione ciò che si profila è un senso di totale distruzione.

La fame del vitale può essere soddisfatta dal dominio. Dominare il mondo come Napoleone o Giulio Cesare è il suo desiderio. Ma anche il vitale alla fine arriva a rendersi conto che nel dominio non c'è soddisfazione permanente. C'è solo una brama sempre crescente e una frustrazione sempre crescente che custodisce la distruzione nel suo petto.

La fame della mente può essere soddisfatta dubitando del mondo. Se può dubitare dell'intera creazione e annullare o annientare il mondo intero, la mente fisica ottiene un'enorme soddisfazione. La mente sente di essere il membro più alto della famiglia umana e che solo essa può illuminare l'intero essere. A volte la mente arriva al punto di sentire che è in grado di aumentare la luce dell'anima, sebbene questa idea sia molto ridicola. L'anima è la guida e il rappresentante del Signore Supremo. L'anima ha infinitamente più luce della mente anche al suo massimo. Tuttavia, la mente ama questo tipo di assurdità. Frustrazione e distruzione incombono nella fame della mente.

La fame del cuore umano è amare ed essere amati. Quando il cuore ha fame d'amore, il cuore non vede in sé la luce dell'anima. Questo perché si mescola consciamente o inconsciamente al vitale, oppure possiamo dire che il vitale entra nel cuore. Piuttosto che ispirare, il vitale istruisce o istiga il cuore umano a reclamare amore dagli altri, e il cuore cerca di farsi strada con la forza negli altri. Questo è assolutamente sbagliato! Quando il cuore umano gioca al gioco del possesso, che non è una qualità positiva o divina, non trova soddisfazione perché la persona che possiede è un fascio di ignoranza. Ancora una volta frustrazione e distruzione giocano il loro ruolo. Quando il cuore stesso diventa un fiume di sincerità, vede i suoi errori e si sente infelice che la realizzazione sia ancora lontana.

Quando non siamo sinceri, sentiamo non solo di aver raggiunto l'obiettivo, ma anche di essere pronti ad offrire l'obiettivo al mondo in generale. Quando siamo sinceri, tutte le nostre imperfezioni vengono alla ribalta e ci rendiamo conto di quanto siamo lontani dal nostro obiettivo. Quando preghiamo e meditiamo, il nostro cuore diventa sincero. Quando questa sincerità parla, il nostro cuore si sente infelice e corre immediatamente dall'anima, la sua divina sorella maggiore, per avere guida e illuminazione. Allora l'anima guida il cuore. Quando il cuore stabilisce un libero accesso all'anima, il cuore è al sicuro. Il cuore umano in quel momento diventa lo strumento perfetto per la manifestazione di Dio sulla terra.

La terra ha una fame, una fame speciale. La Terra ha fame di vedere il volto del Cielo. La Terra ha avuto la visione del volto del Cielo solo in silenzio durante il suo piano più alto di vigile coscienza. Ma la terra vuole vedere il volto del Cielo dentro le sue molteplici attività ventiquattro ore al giorno. La Terra vuole vedere la realtà del Cielo non in un sogno ma nelle sue ore di veglia. La Terra sente che il Cielo abbraccia tutta la Gloria, la Divinità, l'Infinito, l'Eternità e l'Immortalità dell'Assoluto Supremo. La Terra sente che stabilendo una profonda amicizia con il Cielo sarà in grado di ottenere la Grazia, la Compassione, l'Amore e la Benedizione di Dio in un batter d'occhio.

Anche il Paradiso ha una fame speciale. Il Cielo ha fame di nutrire il cuore della terra. Sente che il cuore della terra è semplice, sincero, genuino, puro e amorevole. Il Cielo sente che il suo sogno può essere manifestato solo attraverso il cuore aspirante di Madre Terra. Il Cielo cerca di fare amicizia con il cuore della terra perché sente che questo è l'unico modo in cui può manifestare e trasformare il suo sogno in realtà.

La Terra sente che, compiacendo e diventando tutt'uno con la coscienza del Cielo, sarà in grado di far discendere la Luce di Dio immediatamente. Il Cielo sente che stabilendo una profonda amicizia con il cuore della terra potrà realizzare il suo sogno al più presto. Questo sogno era la promessa del Cielo all'Assoluto Supremo che, con la cooperazione della terra, avrebbe manifestato la Luce di Dio, la Bellezza di Dio, la Verità di Dio, la Pace di Dio e tutte le Sue qualità divine qui sulla terra.

La fame umana inizia con "io", ma quando diventa spirituale diventa "noi". Quando diventa assolutamente divina, questa fame diventa a dir poco "l'Esistenza di Dio." Quando abbiamo fame di raggiungere e appagare Dio la Radice, solo allora possiamo iniziare a realizzare i rami dell'Albero di Dio. Se non abbiamo fame per la Sorgente, la nostra fame non sarà perpetua, eterna e immortale. Un cercatore della Verità più alta arriva a rendersi conto che con la fame umana non ci sarà soddisfazione. Solo se siamo affamati della Luce infinita sorgerà nella nostra vita una vera soddisfazione. La soddisfazione umana di rivendicare gli altri la negheremo per la soddisfazione divina del dono di sé. Non rivendicando gli altri come nostri, ma soltanto offrendo costantemente noi stessi al mondo in generale raggiungiamo una soddisfazione duratura. Quando ci offriamo totalmente e incondizionatamente al nostro Pilota Interiore, la nostra fame di unità per tutta la vita con la nostra Fonte è soddisfatta per l'Eternità.


MRP 40. Graduates' Memorial Building, Trinity College, Dublino, Irlanda, 1 luglio 1974.

La paura nella vita spirituale11

Cari fratelli e sorelle, qui siamo tutti cercatori, cercatori della Verità e della Luce infinite. Siamo tutti seduti nella Barca di Sogno di Dio. All'Ora scelta da Dio, raggiungeremo la Sponda Dorata dell'Aldilà. Desidero fare un breve discorso sulla paura, la paura della vita interiore e la paura della vita esteriore.

Cos'è la paura? La paura è un'esperienza della vita finita. La paura è un'esperienza della coscienza legata alla terra. Dov'è la paura? La paura è nel cuore della vita che non procede. L'uomo ha paura della vita animale perché sente che la vita animale lo distruggerà. L'uomo ha paura della vita umana perché sente che la vita umana gli verrà meno a lungo termine. L'uomo ha paura della vita divina perché sente che la vita divina esporrà le sue brulicanti debolezze.

L'uomo ha ragione quando sente che la vita animale lo distruggerà. Ha perfettamente ragione quando sente che la vita umana alla fine lo deluderà. Ma si sbaglia completamente quando sente che la vita divina lo esporrà.

La vita divina è la vita di Dio la Divina Madre. Pensiamo a una madre umana e a un bambino umano. Quando una madre umana nota i difetti, le imperfezioni e le debolezze di suo figlio, cosa fa? Li nasconde con cura e di nascosto. Non penserà mai di esporre suo figlio al mondo. Così la Madre Divina, che è infinitamente più amorevole e compassionevole della madre umana, non potrà mai esporre Suo figlio. Come la madre umana, nasconde agli altri le brulicanti imperfezioni di suo figlio; poi fa conoscere al figlio le sue mancanze perché non vuole che suo figlio ripeta lo stesso errore. Se ripete lo stesso errore ancora e ancora, la realizzazione di Dio rimarrà sempre un pianto lontano per lui. Quando lo rende consapevole dei suoi errori, della sua ignoranza, lo fa con le migliori intenzioni affinché possa conoscere la differenza tra una vita di ignoranza e una vita di saggezza. La Madre Divina non tarda. Porta il bambino un passo avanti. Trasforma l'ignoranza del bambino in luce di saggezza. Lei trasforma la sua debolezza in forza. Lei trasforma la sua vita oscura in una vita di luce.

Non può esserci paura quando siamo consapevoli della nostra unità universale. Sappiamo che un bambino umano è molto piccolo, limitato, debole e ignorante. Ma il padre umano è alto, forte e pieno di conoscenza. Il padre potrebbe essere comandante in capo di un vasto esercito: migliaia di soldati hanno paura di lui e anche la nazione ha paura di lui. Ma guarda suo figlio! Il bambino corre da suo padre e fa tutto ciò che vuole. Lo fa proprio perché ha stabilito un'unità interiore con suo padre. Dove c'è unità interiore, non può esserci paura. Una minuscola goccia ha paura del potente oceano finché conserva la sua individualità e personalità. Ma quando la stessa goccia sente la sua unità con il vasto oceano, entra semplicemente nel potente oceano e sente non solo che l'intero oceano gli appartiene, ma anche che è effettivamente diventato l'intero oceano. Quando abbiamo un senso di separatività, siamo destinati a soffrire di paura. Ma quando stabiliamo l'unità o l'unione, non può esserci paura.

Migliaia di anni fa i veggenti vedici dell'antico passato ci hanno offerto un messaggio significativo: "L'anima non può essere conquistata dal debole." Una persona debole è colui che ha sempre paura di qualcosa. Ha persino paura della propria vita. Ieri aveva paura di oggi. Pensava che oggi avrebbe cercato di ingannarlo o imbrogliarlo. Ieri ha fatto un sogno e ha pensato che l'oggi non gli avrebbe permesso di realizzare il suo sogno. Oggi ha paura del domani. Ha paura del domani perché sente che il domani è un estraneo. Non può avere fede in un estraneo; non può fidarsi di un estraneo, perché un estraneo può causargli tremendi guai.

Ora noi siamo cercatori; ma c'è stato un tempo in cui non eravamo cercatori. Una volta vivevamo una vita di desiderio, ma ora viviamo la vita dell'aspirazione. Quando conducevamo una vita di desiderio, avevamo paura della vita di aspirazione. Pensavamo che la vita di aspirazione, che è la vita di Dio, non ci avrebbe reso felici. Abbiamo pensato che ci avrebbe ispirato ad entrare nelle grotte himalayane per trascorrere il resto della nostra vita in isolamento. Sfortunatamente, abbiamo coltivato una credenza sbagliata. Ora possiamo facilmente vedere che, sebbene abbiamo accettato la vita spirituale, non dobbiamo entrare nelle grotte himalayane. Possiamo praticare la vita dell'aspirazione qui nel mondo di tutti i giorni.

Abbiamo paura che la realizzazione di Dio non sia destinata a noi; sentiamo che è solo per pochi eletti, quindi a volte abbiamo paura di quello che stiamo facendo. Ma se siamo sinceri, allora sappiamo che ci sono state persone sulla terra che hanno realizzato Dio. E se abbiamo lo stesso anelito interiore, allora un giorno realizzeremo anche Dio.

Nel mondo occidentale, purtroppo, esiste un tipo particolare di cercatore che sente che se accetta la vita spirituale propugnata dai Maestri indiani, dovrà rinunciare alla sua religione cristiana. Questo è un errore deplorevole. Non è necessario rinunciare alla propria religione per praticare la spiritualità insegnata dai Maestri indiani. Il cuore della spiritualità è lo Yoga. Yoga significa unità cosciente con Dio. Lo yoga è la via che conduce a Dio. La religione è una casa. Devi vivere nella tua casa come cristiano, io devo vivere nella mia casa come indù e qualcun altro deve vivere nella sua casa come buddista. Ognuno deve vivere nella propria casa, ma ognuno ha il diritto di camminare lungo la stessa strada, che porta alla sua scuola dove apprende le sue conoscenze. La strada è di tutti. Ma le case non sono di tutti. Se è casa tua, ti appartiene. Se è casa mia, mi appartiene. Ma la strada è di tutti. Nella vita interiore possiamo percorrere la stessa strada, non importa in quale casa abitiamo; perché la destinazione finale è sempre la stessa.

Di nuovo, non dobbiamo percorrere la stessa strada. Ci possono essere molte strade che ci porteranno alla stessa destinazione. Ma dobbiamo essere saggi. Una strada può essere breve e illuminata dal sole, un'altra può essere molto lunga e un po' oscura. Se seguiamo la strada del cuore, allora stiamo camminando lungo la strada breve e illuminata dal sole. Ma se camminiamo lungo il sentiero della mente, allora stiamo camminando lungo la strada lunga e buia.

Dobbiamo dare il giusto valore e importanza al tempo. Se riusciamo ad arrivare prima a destinazione, allora possiamo proseguire verso la nostra prossima destinazione. Quando raggiungiamo la nostra destinazione, realizziamo Dio; ma questa non è la fine del nostro cammino. Una volta che realizziamo di Dio, dobbiamo rivelarLo. Dopo aver rivelato Dio, dobbiamo manifestare Dio qui sulla terra. La realizzazione di Dio è il nostro primo obiettivo, la rivelazione di Dio è il nostro secondo obiettivo e la manifestazione di Dio è il nostro terzo obiettivo. Prima possiamo raggiungere la nostra prima destinazione, meglio è per noi. Sono venuto da New York in Europa. Sono venuto in aereo, ma sarei potuto venire in nave. Solo perché sono venuto in aereo, mi ci sono volute solo poche ore per fare il viaggio. Questa è la scorciatoia. Se fossi venuto in nave, ci sarebbero voluti alcuni giorni o una settimana per arrivare. Il mio primo obiettivo era venire in Europa e sono arrivato nel modo più veloce e più breve. Poiché ho preso la via più veloce, ora sono in grado di raggiungere il mio secondo obiettivo. Il mio secondo obiettivo è tenere discorsi e offrire il mio servizio dedicato qui alle persone che aspirano. Il mio terzo obiettivo sarà tornare a New York, la mia fonte, dove devo fare molte cose.

La paura provoca preoccupazione. Ci preoccupiamo sempre del nostro corpo fisico. Ci preoccupiamo perché il nostro fisico sta dormendo o perché soffre di disturbi. Ci preoccupiamo del nostro vitale. Sentiamo che il nostro vitale distruggerà noi o gli altri. Abbiamo paura della nostra mente e ci preoccupiamo della nostra mente. Sentiamo che la nostra mente può diventare piena di dubbi; allora non potremo credere a nessuno. Oppure sentiamo che la nostra mente potrebbe non avere abbastanza dubbi e la gente ci chiamerà stupidi. Abbiamo paura del nostro cuore e ci preoccupiamo per il nostro cuore. Sentiamo che se il nostro cuore non sente la sua unità con tutti, allora soffriremo molto. Siamo preoccupati che se il nostro cuore non accetta la luce dell'anima, allora rimarremo sempre nelle tenebre.

Infine, abbiamo paura della morte e ci preoccupiamo della morte. Abbiamo paura della morte perché la morte ci è sconosciuta. Tutto ciò che ci è sconosciuto crea in noi una paura terribile. Ma non sappiamo che anche la morte ha paura di noi. La morte ha paura di noi quando diventiamo cercatori della Verità trascendentale. La morte ha paura di noi quando diventiamo tutt'uno con l'Amore di Dio. Quando diventiamo tutt'uno con l'Amore trascendentale e universale di Dio, in quel momento cresciamo nella Vita eterna. Questa Vita eterna è sempre inconoscibile fino alla morte. Prima di crescere nella Vita eterna, abbiamo paura della morte. Dopo che siamo diventati la Vita eterna, la morte ha paura di noi.


MRP 41. Biblioteca Comunale, Piazzale Accursio, Milano, Italia, 3 luglio 1974.41. Biblioteca Comunale, Piazzale Accursio, Milano, Italia, 3 luglio 1974.

Nota del redattore alla prima edizione

Questo libro è una raccolta dei primi dieci discorsi nelle università che Sri Chinmoy tenne durante il suo terzo giro di conferenze in Europa nell'estate del 1974. I restanti undici discorsi di quel giro costituiranno il quarto volume di questa serie. Le precedenti lezioni europee del Maestro sono raccolte in I miei Petali di Rosa, Parte 1 (conferenze del 1970) e Parte 2 (conferenze del 1973).