Einstein: scienziato e saggio, fratello dell’atomo-universo

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Parte I

Prefazione dell'Autore

Einstein era la scienza.
Einstein divenne la filosofia.
Einstein donò la letteratura.

Albert Einstein, saggio-scienziato

Albert Einstein, saggio-scienziato!
La meraviglia suprema di un tripudio di visioni.
Una torre di potere in una minuscola cornice.
Energia e massa si divertono al loro gioco
Di unità-pienezza, perfezione-altezza.
Einstein, ovunque è la tua luce che mai si spegne.
Nel tuo più grande ruolo di rivoluzione
È l’obiettivo evolutivo più veloce del mondo.

— Sri Chinmoy

Einstein Scienziato

Scienziato Einstein, Scienziato Einstein, Scienziato!
Il dono della tua visione è ciò per cui eravamo affamati da secoli.
O coraggiosa mente pensante,
O santificato cuore cercatore,
Tu sei il pioniere
Di un grande inizio di progresso.
O buon amante di Dio,
O vero servitore della verità,
O puro risvegliatore della Terra,
O certo portatore del Paradiso!

— Sri Chinmoy

Einstein, la tua teoria della relatività

Einstein, la tua teoria della relatività,
Il dono supremo per l'umanità.

— Sri Chinmoy

Parte II: Aneddoti

1.

1. Il mattino non necessariamente anticipa il giorno. La giovinezza di Einstein non annunciava in alcun modo la piena promessa del suo giorno più luminoso. Quando il padre di Einstein chiese al preside di suo figlio quale direzione avrebbero dovuto prendere gli studi del giovane Albert, il preside rispose: “Non importa; non riuscirà mai a far niente!”

2.

2. Qual è la differenza tra la semplicità del cuore e il genio della mente? Non solo essi sono uno, ma hanno un’enorme simpatia l’uno per l’altro. La vita di Einstein ne è un esempio radioso. In lui il mondo ha scoperto un cuore di bambino e un cuore di realizzazione dell’unità.

Una vigilia di Natale alcuni bambini passarono da casa sua per fare dei canti natalizi. Nessuno fu più sorpreso di loro quando lo scienziato chiese loro di poter andare con loro in altre case, accompagnandoli col suo violino. I cuori dei bambini accolsero la sua offerta con piena gioia.

3.

Einstein ha sottolineato la necessità della sincerità e della verità nella coscienza in fiore delle anime che sbocciano. Una volta una bambina andò a casa di Einstein per chiedergli aiuto con i compiti, perché un amico le aveva detto che lui era molto bravo in aritmetica. Non sapeva chi fosse Einstein. L’immortale scienziato fu molto gentile con la bambina e la invitò a parlare del suo problema. Dopo un po’ le disse che avrebbe dovuto imparare a fare i calcoli dal suo maestro, che sapeva essere molto bravo, oppure a farli da sola, disse che non poteva fare i compiti per lei perché questo non l’avrebbe aiutata a imparare. Il giorno dopo la bambina andò dalla sua maestra e ammise con coraggio di non saper risolvere il problema. Le raccontò del suo incontro con Einstein e aggiunse che la sua maestra doveva essere davvero molto brava, dal momento che nemmeno il signor Einstein poteva risolvere il problema.

4.

Fu un cuore di simpatia! La sua è stata una vita di unità. Il 3 gennaio 1943 Einstein ricevette una lettera da una ragazza che aveva difficoltà con la matematica nei suoi studi. Einstein la consolò ben oltre la sua immaginazione quando in risposta alla sua lettera scrisse: “Non preoccuparti delle tue difficoltà in matematica. Posso assicurarti che le mie sono ancora più grandi!”

5.

L’incredulità è a dir poco veleno. Pertanto, è meglio credere ed essere ingannati che non credere affatto: si può sembrare stupidi ma è meglio che soccombere all’incredulità. Sapendo questo perfettamente, se si vive nel mondo della speranza, non si potrà mai essere divorati dal drago della frustrazione.

Un giorno, quando Einstein diede dei soldi a un mendicante, sua moglie gli disse: “Albert, hai di nuovo dato dei soldi a qualcuno! Son sicura che è un truffatore!”

Einstein rispose: “Lo so… tuttavia dev’essere davvero nel bisogno: non si implora per il piacere di farlo. Ed è più semplice credere ed essere ingannati ogni tanto, che vivere in uno stato di incredulità.”

Qui lo scienziato illumina la mente di sua moglie e insegna qualcosa di nuovo al mondo in generale. Quando si dona, si deve dare incondizionatamente se si spera di trarre vera gioia e vero beneficio. Non c’è altro modo.

6.

Madre Terra è abbastanza compassionevole da abbracciare ogni singolo individuo. Non esclude mai nessuno, nemmeno un essere umano grossolanamente insensibile e deplorevolmente rozzo. Una sera, mentre Einstein stava tenendo un concerto di violino, notò che diverse signore tra il pubblico stavano lavorando a maglia. Smise subito di suonare e ripose il violino. Quando le signore gli chiesero perché si fosse fermato, spiegò: “Non mi sognerei mai di disturbare il vostro lavoro!”

7.

Einstein il professore a volte voleva godersi il suo ruolo di musicista più che il suo ruolo di conferenziere. Voleva distribuire ciò che aveva dentro. Ciò che aveva dentro era gioia, e voleva anche dare gioia. A volte il musicista in lui era inondato da un’estasi divinamente illuminante. Perciò sentiva che la musica sarebbe stata la cosa giusta da offrire ai suoi studenti, che avevano un disperato bisogno di gioia. Una volta, invece di tenere la sua conferenza programmata all’Università di Ginevra, sorprese e deliziò il suo pubblico dando invece un concerto di violino. Spiegava Einstein: “Forse è più piacevole e comprensibile suonare il violino, invece che fare un discorso.”

8.

La musica ha un fascino universale, eleva la coscienza umana. La musica glorifica l’umano nel divino e il divino nell’umano. L’umano è l’eterna sete; il divino è l’eterna soddisfazione. Einstein musicista ha consolato, energizzato, armonizzato, beneficiato e universalizzato Einstein scienziato. La musica non solo accendeva in lui la fiamma dell’aspirazione, ma anche illuminava il suo mondo di pensiero umano. Disse: “Penso spesso in musica. Vivo i miei sogni ad occhi aperti, in termini di musica.”

9.

Einstein era distratto anche da giovane. Ma dobbiamo sapere che, sebbene la distrazione di oggi possa incorrere nel ridicolo offensivo, la nuova e appagante realizzazione di domani reclamerà la più alta ammirazione e la più profonda gratitudine. Una volta, quando Einstein era giovane, pernottò a casa di un amico. Quando uscì la mattina dopo, dimenticò la valigia. I genitori dell’amico dissero ai genitori di Einstein: “Quel giovane non varrà mai nulla, perché non riesce a ricordare nulla!”

10.

Anche quando il nome e la fama mondiale lo toccarono, sembra che il suo amico Distrazione non lo lasciò. Poco dopo che Einstein si trasferì a Princeton, l’ufficio del preside ricevette una telefonata, e il chiamante chiese dove abitasse il dottor Einstein. Quando l’ufficio disse che loro non fornivano queste informazioni, per proteggere lo scienziato da visitatori curiosi, il chiamante disse a bassa voce: “Per favore, non dirlo a nessuno, ma io sono il dottor Einstein. Sto tornando a casa e ho dimenticato dov’è!”

Cosa impariamo da questo? La mente è così profondamente assorbita in una realtà altamente illuminante e appagante, che trova estremamente difficile, quasi impossibile, scendere alla coscienza della vita umana, orientata sulla materia.

11.

Lo scienziato-saggio valutava due cose con ardore: la semplicità e la riservatezza. La semplicità accelera il nostro viaggio verso il cielo; la riservatezza è il nostro rifiuto di sperperare la nostra fede interiore spontanea. Il mondo ammirava il suo cuore di semplicità e la sua riservatezza. Per citare Einstein: “Non voglio che nessuno passi attraverso la mia vita.”

12.

La morte precede la nascita, la nascita precede la morte. La morte è un fatto innegabile. La morte è anche un mistero. Più cerchiamo di capirlo con le nostre capacità umane, più questo mistero ci sconcerta. Per le anime stanche che hanno combattuto insonni contro la morte, quando finalmente essa arriva è un supremo sollievo. Una volta, in un’intervista con Albert Einstein, I. B. Cohen commentò che “La morte è sia un fatto che un mistero.” Einstein aggiunse: “E un sollievo.”

13.

Quando arriva l’ultima ora, nessuno può negare la sua chiamata. Il cuore di unità di Einstein, che era tutt’uno con il Pilota Supremo, lo sapeva. Perciò era contrario all’uso di qualsiasi trattamento artificiale per prolungare la vita. Era semplice, naturale, spontaneo. Aveva sempre rifiutato ogni artificio. La sua era una realtà schietta che apriva la vita, e una divinità che appagava la verità e che pervadeva il mondo intero. Quando a Einstein fu detto che la chirurgia avrebbe potuto curare la sua malattia, rispose solo: “Non credo nel prolungare artificialmente la vita.”

14.

La vita di Einstein è stata un canto di semplicità dall’inizio alla fine. Quando lo scienziato morì, pochissime persone vennero al suo funerale, anche meno del numero presente alla sua nascita. Aveva chiesto di essere cremato e che non ci fosse nulla a segnare la sua scomparsa. Anche quest’ultimo desiderio fu esaudito.

Parte III: Filosofia di vita

1.

Ogni essere umano è una realtà unica in se stessa e ha un proprio livello di sviluppo. Sebbene sia parte di una realtà integrale, è opportuno permettergli di portare avanti la propria maturità secondo la sua ricettività interiore e la sua capacità esteriore. Uniformare le persone sarebbe un errore deplorevole.

L’individualista che è in Einstein illumina le nostre menti: “L’uniformazione priva la vita del suo sapore.” Il pensatore che è in Einstein ci dice qualcosa di molto significativo: chi è, e chi non è qualificato per la vita. Il pensatore-scienziato, che è un convinto sostenitore della verità, risveglia l’umano in noi e soddisfa il divino in noi quando dice: “L’uomo che considera la vita […] come insignificante non è semplicemente sfortunato, ma quasi squalificato per la vita.”

2.

Per avere successo nella vita, la devozione è necessaria e la pazienza è necessaria. La devozione dev’essere spontanea. La pazienza dev’essere incessante. Non c’è altro modo per avere successo nella vita.

Grandezza e devozione sono perfettamente in rima. La pazienza è a dir poco forza; la devozione è grande quanto l’Eternità. Sia la devozione che la pazienza sono di suprema importanza. La devozione vuole correre veloce, veloce, veloce. La pazienza dice alla devozione: ‘Corri più veloce! Supererò per te tutti gli ostacoli sulla strada.’ Per citare Einstein: “Se una persona si dedica a qualcosa che poi non lo lascia più andare –cioè, se qualcuno dedica tutto se stesso ad un lavoro importante– cos’altro è necessario? Pazienza! E poi ancora un po’ di pazienza.”

3.

Ciò di cui abbiamo bisogno è una mente lucida. Ciò di cui abbiamo bisogno è un cuore puro. Solo una mente chiara e un cuore puro possono far nascere il coraggio. E cos’è il coraggio? Il coraggio è ciò che supera la paura che tormenta e distrugge

“Quando saremo lucidi nel cuore e nella mente, solo allora troveremo il coraggio di superare la paura che perseguita il mondo”, disse Einstein.

4.

Evitare il pericolo, per insicurezza o paura, non è la risposta. Come ha mostrato Einstein nella sua stessa vita, il pericolo dovrebbe essere evitato solo a favore di un nobile principio o di una grande realizzazione. Altrimenti, si dovrebbero abbandonare i pensieri di pericolo e la vita di insicurezza, perché una vita di paura è il risveglio del drago della morte. “Se un uomo pensa costantemente all’elusione del pericolo, il risultato non può che essere insicurezza e paura.” Un ideale viene prima di tutto. Il piacere della vita, la soddisfazione della vita, la perfezione della vita possono venire dopo.

5.

Einstein vedeva la divinità in tutti gli esseri umani, non importa quanto piccola fosse la loro conquista sulla Terra o quanto deplorevole e priva di significato la loro vita umana. Anche quando affrontò raffiche di critiche, non rinunciò mai a questa convinzione. Il povero Einstein fu persino criticato per aver parlato una volta ad una donna delle pulizie come se ella fosse il rettore della sua università!

6.

La fede è una benedizione, si rese conto Einstein. Questa suprema benedizione accelera il viaggio interiore, in avanti e verso l’alto, dell’uomo. Ogni individuo crede in qualcosa in un modo unico e realizza qualcosa che è anche unico. Qual è il suo successo? Il sentimento di unità.

Quando gli fu chiesto se c’è qualcosa in cui una persona può credere, l’amante supremo in Einstein offrì questo messaggio speciale a tutto il mondo: “Credo nella fratellanza dell’uomo, nell’unicità dell’individuo.” Quando gli fu chiesto di dimostrare la sua convinzione, Einstein dichiarò: “La mente può procedere solo fino a un certo punto su ciò che sa e che può dimostrare. Arriva un punto in cui la mente fa un salto, chiamatela intuizione o come volete, e arriva su di un piano di conoscenza superiore, ma non potrà provare come ci sia arrivata. Tutte le grandi scoperte hanno comportato un tale salto.”

7.

Il cercatore-scienziato sapeva che l’immaginazione è una realtà. Questa realtà è un mondo a sé stante. Lentamente e costantemente questa realtà entra nella vita umana per ispirare il mondo con una nuova creazione. L’immaginazione è infatti foriera di una nuova creazione. Nelle parole di Einstein: “La conquista dell’uomo sulla propria ignoranza deve poggiare sull’intuizione. È l’immaginazione che rende l’uomo capace di parlare alle stelle!”

Ci meravigliamo della trasformazione mentre il saggio-scienziato è diventato il cercatore-veggente e ha offerto la verità esoterica e suprema in modo visibile e tangibile: “Non pretendo alcun merito. Tutto è determinato, l’inizio come la fine, da forze sulle quali non abbiamo nessun controllo. È determinato sia per l’insetto che per la stella. Uomini, piante o polvere cosmica, tutti danziamo su una melodia misteriosa, intonata in lontananza da un musicista invisibile.”

Parte IV: Scienza, religione e spiritualità

1.

Ciò che abbiamo lo vogliamo perfezionare. Ma non siamo consapevoli di dove sia la meta, che aspetto abbia o cosa rappresenti. Non siamo nemmeno consapevoli che esista. Quindi, naturalmente, la confusione ci assale quando pensiamo alla meta. Cerchiamo di perfezionare gli strumenti che usiamo, ma per cosa li stiamo usando, per non parlare di quale sia la nostra amata meta, non lo sappiamo. Disse Einstein: “La perfezione dei mezzi e la confusione degli obiettivi sembrano caratterizzare la nostra epoca.”

La scienza ci dà i mezzi; la religione ci mostra la meta. Nelle parole dello scienziato: “Sebbene la religione possa essere ciò che determina la meta, ha tuttavia appreso dalla scienza, nel senso più ampio, quali mezzi contribuiranno al raggiungimento della meta che si è prefissata.” Quindi scienza e religione sono interdipendenti.

La scienza vede; la religione sente. La scienza dice alla religione: “Vedo solo per darti quello che vedo.” La religione dice alla scienza: “Sento solo per darti quello che sento.” Il beneficio della scienza è riconosciuto prima nel mondo mentale, poi nel mondo fisico. Il beneficio della religione è riconosciuto prima nel mondo psichico, poi nel mondo fisico.

La scienza dice: “La scoperta della verità è padronanza della vita.” La religione dice: “La padronanza della vita è scoperta della verità.” La scienza cammina lungo la strada che porta dalla perfezione alla soddisfazione. La religione cammina lungo la strada che porta dalla soddisfazione alla perfezione.

All’interno della mente della scienza, Dio la Creazione si espande. Nel cuore della religione, Dio il Creatore si espande. La mente della scienza sorride quando scopre la verità. Il cuore della religione piange quando scopre la verità. La scienza dice alla sua scoperta: “Sono felice perché ti ho conquistato.” La religione dice alla sua scoperta: “Sono felice perché alla fine mi hai conquistato.”

Lo scienziato-saggio in Einstein ha scoperto la vera verità: “La scienza senza religione è zoppa; la religione senza scienza è cieca.” Ha anche rivelato un’altra verità: “L’esperienza religiosa cosmica è la forza trainante più forte e più nobile per la ricerca scientifica.”

In un’altra occasione disse: “La cosa più bella che possiamo sperimentare è il misterioso. È l’emozione fondamentale che sta alla base della vera arte e della vera scienza. Colui che non sa questo e che non può più meravigliarsi, non provare più stupore, è come morto… È stata l’esperienza del mistero… che ha generato la religione.”

Le cose materiali non potevano piacere ad Einstein; neppure le cose politiche potevano piacergli: i tesori della spiritualità: la semplicità della vita, la sincerità del cuore e la luminosità dell’anima, gli piacevano in modo speciale. Disse: “La base di tutto il lavoro scientifico è la convinzione che il mondo sia un’entità ordinata e comprensiva, il che è un sentire di tipo religioso. Il mio sentimento religioso è un umile stupore per l’ordine rivelato nel piccolo pezzo di realtà in cui esiste la nostra debole intelligenza.”

Le Vie di Dio sono imperscrutabili. La mente umana è sconcertata quando cerca di misurare Dio l’Insondabile. Ma ciò non significa che Dio ne tragga un piacere malizioso. No, il Dio ‘sottile’ vuole che godiamo delle divinità e delle realtà ‘sottili’, che sono infinitamente più belle, più significative, più piene di sentimento e più feconde delle divinità e delle realtà esteriori. Dio sente che anche noi possiamo vivere i mondi interiori in modo più palpabile e convincente diventando ‘sottili’ come Dio stesso. In poche parole profetiche, Einstein insegna al mondo: “Il Signore Dio è ‘sottile’, ma non è malvagio.”

Una volta Einstein scrisse a un amico qualcosa sull’esistenza di Dio. Ciò che disse illumina coloro che amano non solo Dio la Creazione ma anche Dio la Legge Universale, che custodisce la perfetta armonia travestita da apparente disordine: “Tu credi in un Dio che gioca a dadi, mentre io credo in leggi perfette in un mondo di cose esistenti, in quanto reali, che cerco di comprendere con libere speculazioni.”

Ogni credente, crede in Dio secondo le sue capacità interiori e la sua fiducia esteriore. Osserviamo in che tipo di Dio Einstein credeva e rivelava al mondo in generale: “Credo in un Dio che si rivela nell’armonia di tutti gli esseri.”

L’amante della vita e colui che realizza la vita, in Einstein, non avevano il tempo per preoccuparsi né dell’inizio né della fine della vita. Nascita, morte e vita provengono dalla stessa fonte, la Fonte Perenne, la Dimora dell’Immortalità. Pertanto, la vita non poteva confonderlo e la morte non poteva distoglierlo. “Mi sento così tanto parte di tutta la vita che non mi preoccupo minimamente dell’inizio o della fine dell’esistenza concreta di una persona particolare in questo flusso senza fine” disse.

Per il cercatore spirituale, il momento fugace è molto importante. Un momento fugace ha la capacità di conquistare il Respiro dell’Eternità se il Supremo può utilizzarlo a Suo Modo in e attraverso un Suo strumento prescelto. Questo è vero per qualsiasi campo dell’attività umana. Pertanto si dovrebbe sempre cercare di essere vigili e consapevoli, e aspirare più profondamente alla propria carriera, valutando non solo il calendario storico ma anche il momento individuale. In questo modo si può diventare uno strumento cosciente del Supremo e trasformare la propria vita in una conquista suprema, di cui sia il Paradiso che la Terra possano essere orgogliosi.

Nessuno è più consapevole di un fotografo, dell’importanza suprema del momento fugace. Einstein una volta ha commentato che un fotografo è come un chirurgo: “Hai una vita nelle tue mani ogni volta che usi la tua macchina fotografica e stai fotografando qualcuno, perché la foto che scatti oggi potresti non ottenerla domani, quindi devi stare molto molto attento.” In effetti, potrebbero volerci solo pochi secondi per scattare una foto, ma quella fotografia potrebbe essere apprezzata da qualcuno per tutta la vita.

In tutto ciò che facciamo c’è il modo esteriore e il modo interiore. La via esteriore è la via della possibilità. La via interiore è la via dell’inevitabilità. Il cercatore porta in primo piano le inevitabilità e le manifesta in maniera solida e concreta. Un individuo comune, che non è un cercatore, non ha libero accesso alla fonte interiore. Di solito trasforma la possibilità in inevitabilità con il duro lavoro, combinato con la Grazia dall’Alto, di cui è totalmente inconsapevole.

È la nostra libertà di scelta che alla fine ci aiuta a migliorare sia la nostra vita esteriore che interiore. La vita esteriore ci dice: “Diventa e dona.” La vita interiore ci dice: “Dai. Dai quello che hai e quello che sei. Nel processo del tuo dono di te stesso, con tua grande sorpresa vedrai che sei diventato non solo ciò che desideri, ma qualcosa di infinitamente di più.”

L’osservazione di Einstein su come la libertà sia collegata allo sviluppo spirituale e alla perfezione della natura è allo stesso tempo ispiratrice e illuminante: “Solo se la libertà esteriore ed interiore sono costantemente e consapevolmente perseguite, c’è una possibilità di sviluppo spirituale e perfezione, e quindi di migliorare la vita esteriore ed interiore.”

Parte V: Umanitarismo

O Diritti Umani

O Divini Diritti Umani!
Nel mondo dell’armonia risplendete.
Siete la Voce della Luce
e l’Altezza di Perfezione blu.
Vostro è il ruolo supremo
di far cessare il dolore universale.
Siete l’unica forza
della vasta Visione del Paradiso.
Il destino dei legami della divisione
non più —
Tutto sarà una fioritura dell’unità.

— Sri Chinmoy

L’uguaglianza è di fondamentale importanza. Nessuna uguaglianza, nessuna pace della mente. Nessun individuo dovrebbe diventare vittima di pregiudizi razziali. Non c’è bianco o nero. Un’anima, una meta, una Divinità e un’Immortalità regneranno sempre supreme sulla mente devota e sul cuore abbandonato [a Dio] dell’umanità. La vita di Einstein lo sapeva. Il cuore di Einstein lo sentiva. L’anima di Einstein era più che desiderosa di condividere questa sublime verità con l’umanità.

Nel sostenere la causa dei neri in America, Einstein fu coraggioso sia nelle azioni che nel parlare. Qui lo scienziato divenne un servitore di Dio, completamente devoto e dedicato all’uomo, e amante dell’uomo in Dio. “Credo che chiunque cerchi di riflettere onestamente sulle cose, riconoscerà presto quanto indegno e persino fatale sia il pregiudizio tradizionale contro i negri… Cosa può fare l’uomo di buona volontà per combattere questo pregiudizio profondamente radicato? Deve avere il coraggio di dare l’esempio con le parole e con i fatti, e deve stare attento che i suoi figli non vengano influenzati da pregiudizi razziali.”

Servendo l’umanità, si realizza il proprio vero destino. Ma chi si aspetta un risultato dalle sue azioni è un vero mendicante. Suo è il cuore che manca di magnanimità. Suo è il cuore che manca di unità con l’Infinito. Per citare Einstein: “Perché un uomo dovrebbe ricevere una ricompensa maggiore di un altro, per il suo lavoro? E non è dovere dell’uomo servire il suo prossimo senza pensare in termini di ricompensa?”

La scienza è davvero un grande strumento, ma se non viene data, prima di tutto, importanza all’umanità o alle realtà umane, nessun dato scientifico potrà mai elevare o illuminare la coscienza terrestre. Solamente l’uomo deve cambiare il destino dell’uomo. Solamente l’uomo deve trasformare il volto dell’uomo. Non c’è altro modo. Poi, una volta fatto, l’uomo può invocare la scienza per aggiungere più significato e più fecondità all’umanità. Einstein disse: “Naturalmente la scienza sta soffrendo per i terribili effetti della guerra, ma è l’umanità che dovrebbe essere considerata per prima.”

Parte VI: La luce dell'educazione

1.

Tutto ha la sua origine. Einstein sentiva che il mondo dell’istruzione inizia con la madre. In modo inconfondibile indica la responsabilità della madre e dichiara che la madre può offrire qualcosa di eternamente appagante: la pace. “L’educazione dovrebbe iniziare nella culla. Le madri di tutto il mondo hanno la responsabilità di seminare i semi della pace nelle anime dei loro figli.”

Educazione significa imparare o disimparare. Normalmente quando usiamo il termine ‘educazione’, intendiamo che impareremo qualcosa. Ma questo non è sempre il caso. Una corretta educazione offre sia l’apprendere che il disimparare. Ciò che impariamo con la mente legata alla Terra non è altro che una conoscenza limitata. Questa conoscenza non è e non può essere la nostra eterna amica. Non può aiutarci sempre; non può salvarci dal grave pericolo; non può illuminare le nostre realtà subcoscienti e incoscienti radicate. Il commento di Einstein sull’educazione è estremamente illuminante: “L’educazione è ciò che rimane quando si ha dimenticato tutto ciò che si ha imparato a scuola.”

Non è la conoscenza, ma la saggezza, il nostro costante aiuto e costante salvatore. Questa saggezza sorge quando superiamo le barriere della mente umana. Questa saggezza sorge quando vinciamo la preoccupazione, l’ansia, la meschinità e la gelosia prodotte dalla mente. Questa saggezza sorge solo quando disimpariamo i messaggi non necessari della mente malsana, critica, cinica e soffocante.

2.

Il modo di insegnare di Einstein era molto speciale. L’umorismo ha giocato a volte un ruolo gigantesco nel suo approccio. Ha insegnato ai suoi studenti non solo come pensare, ma anche cosa pensare. “Pensa di più. Sii totalmente assorbito. La risposta è destinata a sorgere” era la sua filosofia. La memorizzazione, sentiva, non è e non può essere la risposta definitiva. Ha sottolineato questo fatto innegabile con veemenza e senza riserve. Solo il pensiero corretto di oggi porterà il Sole di soddisfazione di domani.

3.

Le esperienze che ha avuto dal mondo dell’insegnamento, personali e non, sono allo stesso tempo stupefacenti e illuminanti. “Le cattedre accademiche sono molte, ma gli insegnanti saggi e nobili sono pochi” disse. Poiché il povero Einstein era estraneo alle formalità, perse il posto di insegnante in un collegio nel 1902. Sembra che i genitori dei bambini ricchi trovassero troppo difficile sopportare la sua informalità inondata di saggezza. Ma ancora una volta, c’erano anime altamente avanzate che non trovavano nulla di sbagliato nel suo approccio informale allo svelamento delle realtà nascoste. Al contrario, a Princeton e in altri luoghi la gente in seguito ha apprezzato e ammirato il suo approccio indipendente.

4.

La gioia è di fondamentale importanza: gioia dentro, gioia fuori, gioia in tutte le sfere della vita. Come si ricava la gioia? Si trae gioia da un’arte suprema, che un maestro possiede. Quando il maestro offre a un individuo questa arte suprema, quel particolare individuo diventa il possessore della gioia. Questa offerta è fatta attraverso un risveglio, il risveglio nello studente di una creatività che si esprime da sé. Importante è l’espressione profetica dell’imperatore-scienziato: “È l’arte suprema dell’insegnante risvegliare la gioia nell’espressione creativa e nella conoscenza.”

Parte VII: L'umorismo di Einstein

1.

Dov’è la felicità? Nella vita da single? La maggior parte degli scapoli e delle zitelle sono dell’opinione che le persone sposate siano felici. Ancora una volta, le coppie sposate saranno le prime a dichiarare che la felicità può essere trovata altrove, ma non dentro di loro. Sentono che per loro non è neanche possibile.

L’amore non è negativo. È divino. Può elevare l’umanità in alto, più in alto, altissima. Ma quando è abusato, è destinato a discendere insieme a coloro che gli stanno intorno.

Chi ami, come ami e perché ami? Se puoi rispondere correttamente a queste domande e utilizzare le risposte nella tua vita quotidiana, allora non può esserci discesa, c’è solo un’ascesa costante. Altrimenti, chi può negare l’innegabile realtà gravitazionale, specialmente nel mondo della coscienza, che è il respiro dell’anima della Creazione di Dio?

Una volta Einstein ricevette una lettera piena di idee sbagliate sulla fisica. Il mittente aveva inteso che a causa della gravità una persona è a volte in posizione verticale, a volte capovolta e a volte ad angolo retto rispetto alla Terra. Chiese ad Einstein se era mentre stavano a testa in giù, che le persone si innamoravano e facevano altre cose avventate. Einstein non rispose, ma scrisse sulla lettera: “Innamorarsi non è affatto la cosa più stupida che fanno le persone, ma la gravitazione non può essere ritenuta responsabile di ciò.”

2.

L’autorità umana in realtà non esiste. L’autorità umana non è altro che il fallimento della coscienza e il nutrimento della fame d’ignoranza. Nel mondo della verità c’è solo unità, che è un altro nome per la soddisfazione che tutto illumina, tutto guida e tutto appaga.

L’autorità umana e l’irresistibile risata di Dio sono inseparabili. Einstein scrisse una volta che sull’ingresso dell’Istituto Marx-Lenin di Mosca dovrebbero essere incise queste parole: “Nel regno della verità non c’è autorità umana. Chiunque tenti di fare l’autocrate incorre nelle risate degli Dei.”

3.

La meraviglia delle meraviglie è la sua teoria della relatività. Questa scoperta ha aperto all’umanità una visione che tutto illumina e che tutto appaga. È una scoperta così seria, supremamente importante e supremamente appagante per la Terra. Eppure a un certo punto lo stesso Einstein la prende in modo divertente e leggero: “Quando un uomo si siede con una ragazza carina per un’ora, gli sembra un minuto. Ma se è seduto su una stufa accesa, un solo minuto è più lungo di un’ora. Questa è la relatività!”

4.

Quando qualcuno diventa importante, il suo nazionalismo si trasforma in internazionalismo e ogni nazione rivendica quella persona come appartenente a sé. Ma ahimè, quando si reca discredito alla propria nazione, quella nazione, anche se è la propria patria, non esita a rinnegare suo figlio o sua figlia.

Einstein disse: “Se la mia teoria della relatività avrà successo, la Germania mi rivendicherà come tedesco e la Francia dichiarerà che sono cittadino del mondo. Se la mia teoria dovesse rivelarsi falsa, la Francia dirà che sono tedesco e la Germania dichiarerà che sono ebreo.”

5.

Einstein l’anima immortale, trovava difficile apprezzare gli onori terreni. Uomo del silenzio, faceva tesoro della vita-silenzio infinitamente più della vita-suono che l’umanità gli aveva imposto. Quando qualcuno gli chiese chi avrebbe partecipato a un banchetto universitario per la raccolta di fondi, che si sarebbe tenuto in onore del suo settantaquattresimo compleanno, osservò: “Cento ospiti illustri, e mi aspetto che includeranno l’ambasciatore di Marte!”

6.

Per la nostra gioia, l’umorismo di Einstein non si ferma agli esseri umani. Include anche il povero Dio. Una volta, quando Einstein era andato a trovare un amico in ospedale, una grande folla si era radunata fuori dalla stanza dell’ospedale solo per vedere lo scienziato. Un rabbino tra la folla fu abbastanza coraggioso da avvicinarsi personalmente ad Einstein, e lui disse semplicemente: “Hai dei diritti, dopotutto lavori per un capo molto importante!”

7.

Chi può stare sullo stesso piano di Einstein nel divorare le critiche velenose dei suoi avversari e offrire in cambio un sorriso raggiante che apprezzava i loro insulti? Una volta, quando a Berlino fu costituita un’organizzazione con l’unico scopo di denunciare Einstein e le sue teorie, Einstein stesso andò alla loro riunione e si sedette in prima fila, applaudendo persino diversi oratori che parlavano contro di lui.

8.

Lo scienziato Einstein si divertiva con l’umorista Einstein ben oltre la nostra immaginazione. A volte, anche prima di offrire il suo mondo umoristico agli altri, se lo godeva così tanto da esserne completamente catturato. Naturalmente questo produceva una soddisfazione e una gioia illimitate nei suoi ascoltatori.

Lo scrittore francese Romain Rolland, che divenne molto amico di Einstein, raccontò al mondo qualcosa di molto significativo sul suo amico. Estrema serietà ed estremo divertimento erano reciprocamente felici e perfettamente al sicuro nella casa della mente e del cuore, dello scienziato: “È molto vivo e ama ridere. Non può fare a meno di dare una svolta divertente ai pensieri più seri.”

9.

Chi può descrivere Einstein l’umorista, meglio di lui stesso? Egli rimane impareggiabile nella sua vita umoristica. Lo scienziato-umorista una volta scrisse la seguente lettera a sua nipote di otto anni, che era triste per non poterlo vedere quando era in città:

“Ho sentito da Elsa che sei scontenta perché non hai visto tuo zio Einstein. Lascia che ti dica quindi che aspetto ho: viso pallido, capelli lunghi e un piccolo inizio di pancia. Inoltre, un’andatura goffa e un sigaro in bocca (se gli capita di avere un sigaro) e una penna in tasca o in mano. Ma non ho le gambe storte e le verruche, e quindi sono piuttosto di bell’aspetto, inoltre non ho peli sulle mani come spesso si trovano sugli uomini brutti. Quindi è davvero un peccato che tu non mi abbia visto!

Un saluto affettuoso da tuo zio Einstein.”

Parte VIII: Guerra e pace

1.

Einstein era un uomo di pace. La pace è il compimento divino della vita-suono illuminata. In questa affermazione profetica, Einstein placa le doglie dell’umanità, allevia le frustrazioni dell’umanità e risveglia nell’umanità una nuova alba di speranza e un nuovo mezzogiorno di compimento: “L’umanità si sta avvicinando a un’era in cui i trattati di pace non saranno solo registrati su carta, ma anche scolpiti nel cuore degli uomini.”

In un’altra occasione, l’espressione profetica di Einstein era quasi diametralmente opposta. Anch’essa era fondata sulle sue esperienze mentre viaggiava lungo le strade della Terra verso le mete celesti. Lo scienziato frustrato, sconcertato e con il cuore in pezzi ci offre questa deplorevole, devastante ma innegabile affermazione: “Finché ci sarà l’uomo, ci saranno guerre.”

Questo mondo non fa mai mancare critiche. Alcuni critici, saccenti e sciocchi, accusarono Einstein di aver creato il problema dell’energia atomica. Ma lui lo negò con veemenza: “Non mi considero il padre dell’energia atomica. Il mio contributo ad essa è stata piuttosto indiretto. Non avevo, infatti, previsto che essa sarebbe stata utilizzata durante la mia vita. Credevo solo che fosse teoricamente possibile.” Il veggente-scienziato disse al mondo, inoltre, che la semplice scoperta del mondo del nucleare non poteva causare distruzione. “La scoperta della reazione nucleare a catena non deve necessariamente portare alla distruzione dell’umanità, non più di quanto abbia fatto la scoperta dei fiammiferi… Per avere sicurezza contro le bombe atomiche… dobbiamo prevenire la guerra.”

Mai previde che la sua grande scoperta sarebbe stata usata così male da creare una perdita indelebile per il mondo. Se dovessi scegliere tra una dittatura mondiale e la più potente bomba di distruzione, ha rivelato Einstein, “temo di più la bomba.”

Il donatore di saggezza e l’amante dell’umanità in Einstein andava ben oltre i pensieri e le idee umane. “La prima bomba atomica ha distrutto più della città di Hiroshima. Ha anche fatto esplodere le nostre idee politiche ereditate e obsolete” ha affermato.

Parte IX: America e Israele

1.

La coscienza corporea di Einstein invocava la libertà; la sua coscienza vitale, la tolleranza; e la sua coscienza mentale, l’uguaglianza. Si rese conto che queste qualità divine non si trovavano nel suo Paese natale, la Germania, ma in America. Pertanto, adottò la cittadinanza americana.

Era assolutamente coraggioso. Dalle sue coraggiose dichiarazioni sull’America e sulla Germania, il nostro mondo di idee contrastanti e pensieri confusi può imparare molto: “Finché avrò scelta in materia, vivrò solo in un Paese dove prevale la libertà civile, la tolleranza e l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. La libertà civile implica la libertà di esprimere le proprie convinzioni politiche, a parole e per iscritto; la tolleranza implica il rispetto delle convinzioni degli altri, qualunque esse siano. Queste condizioni non esistono attualmente in Germania. Vi sono uomini perseguitati, tra i quali artisti di spicco, che hanno dato un contributo particolarmente grande alla causa dell’intesa internazionale.”

Voleva la libertà; ricevette la libertà in larga misura dall’America. Mentre godeva della libertà in America, l’ammirazione dell’America sovraccaricava la sua. Era ammirato non solo da coloro che lo capivano o cercavano di capirlo come uomo di scienza, ma anche da coloro che lo ignoravano totalmente. Era ammirato, adorato e amato a causa della visione cosmopolita del suo cuore e del tesoro-universalità della sua vita.

Einstein ha reso l’America estremamente felice e l’America lo ha reso eternamente felice. Qui vediamo una felicità reciproca. Sentiva che la sua visione si fosse trasformata in realtà appagante, grazie al suo soggiorno in America. La coscienza americana lo compiacque a tal punto che disse con gioia e intrepidamente: “Lavoro qui nelle migliori condizioni di lavoro immaginabili, e non sono mai stato così felice. Preferirei vivere qui anziché in qualsiasi altra parte del mondo.”

Lo scienziato-saggio era molto commosso dall’atteggiamento lungimirante dell’America. L’America, grazie alla sua coscienza divinamente infantile, vuole sempre diventare più potente, più piena d’anima, più generosa e più appagante. Vuole crescere e progredire, andare avanti e immergersi profondamente. Qui movimento significa progresso e progresso significa soddisfazione. Come Einstein ha giustamente espresso: “L’americano vive ancor più per i suoi obiettivi, per il futuro, dell’europeo. La vita per lui è sempre divenire, mai essere.”

Essendo lui stesso un uomo di grandi aspirazioni, Einstein apprezzò molto le elevate idee, gli ideali più alti e gli obiettivi più alti del presidente Wilson. Einstein, la nobiltà incarnata, disse qualcosa di molto illuminante su Wilson. Disse che non è il successo ma il tentativo stesso che merita apprezzamento. “Che Wilson non sia riuscito a realizzare le sue idee è irrilevante. L’entusiasmo con cui è stata salutata la sua predicazione ha dimostrato che il pubblico americano ha una mentalità internazionale.”

La preminenza dell’America è stata chiaramente riconosciuta da Einstein. Con vera visione ha visto come l’America sia all’avanguardia del successo e del progresso umani. Per citare lui: “Questo paese ha raggiunto, attraverso un duro ma pacifico lavoro, la posizione di indiscussa preminenza tra le nazioni del mondo. Oggi si erge come la cittadella degli antichi, elevati ideali di una democrazia politica.”

Einstein era estremamente grato all’America. Solo chi possiede un’anima grande può avere un cuore di gratitudine e una vita di gratitudine: gratitudine dentro e gratitudine fuori. Il cuore di gratitudine e la vita di gratitudine di Einstein dichiararono: “Il mio compleanno mi offre la gradita opportunità di esprimere i miei sentimenti di profonda gratitudine per le condizioni di vita e di lavoro ideali che sono state messe a mia disposizione negli Stati Uniti.”

La politica esteriore in quanto tale non era il forte di Einstein. La sua politica non implicava la supremazia di un partito su un altro, ma piuttosto la manifestazione dell’unità del cuore di unità dell’umanità.

Niente di esterno avrebbe potuto elevare le sue altezze interiori. Niente di esterno poteva aggiungere qualcosa alle sue glorie interiori. Pertanto, è stato così facile per lui rifiutare anche la suprema distinzione di diventare il secondo presidente di Israele. Quando gli è stato offerto il posto, ha detto: “Sono profondamente commosso dall’offerta del nostro stato di Israele e allo stesso tempo rattristato e dispiaciuto di non poterla accettare. Per tutta la vita mi sono occupato di questioni oggettive; quindi mi mancano sia l’attitudine naturale che l’esperienza, per trattare adeguatamente con le persone e per esercitare funzioni ufficiali. Solo per queste ragioni non sarei adatto ad adempiere ai doveri di quell’alto ufficio, anche se l’avanzare dell’età non stesse corrompendo le mie forze.”

Il suo amore per Israele può essere sentito, meglio che descritto. Il suo amore-unità per Israele non gli consentì di governarlo. Il suo amore era fondato sulla soddisfazione interiore e sulla realizzazione dell’unità. In effetti, l’ultimo discorso che scrisse prima della sua morte, sebbene non fosse mai stato pronunciato, era a sostegno di Israele:

“Vi parlo stasera come cittadino americano e anche come ebreo e come essere umano che si è sempre sforzato di considerare le cose in modo obiettivo. Quello che sto cercando di fare è semplicemente servire la verità e la giustizia con la mia modesta forza.

Potreste pensare che il conflitto tra Israele ed Egitto sia un problema piccolo e senza importanza. Abbiamo preoccupazioni più importanti, potreste dire. Questo non è il caso. Quando si tratta di verità e giustizia non c’è differenza tra piccoli e grandi problemi. Chi non prende sul serio le piccole cose con spirito di verità, non può esser preso sul serio riguardo a cose più grandi…”

Parte X: Internazionalismo

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1.

La sua convinzione era che la risposta non fosse il nazionalismo, ma l’internazionalismo. Disse Einstein: “Il nazionalismo è una malattia infantile. È il morbillo dell’umanità.”

Solo l’internazionalismo può salvare e salverà il mondo. Alcuni pensano che sia dal nazionalismo che alla fine si dovrebbe entrare nell’internazionalismo. Sentono che prima si deve sapere cosa si è nel proprio piccolo sé, e solo poi uno sarà in grado di sapere cosa si è nel proprio sé più grande. Ma lo scienziato sentiva che dovremmo pensare solo al nostro sé superiore, al nostro sé migliore, al nostro sé più illuminante e più appagante, perché solo là risiede la nostra permanente soddisfazione. Non pensare a cosa sei, ma a cosa potresti diventare alla fine: questa è la sua filosofia. Egli dice: “Credo sia della massima importanza che chiunque sia consapevole che la necessità, per non parlare di considerazioni idealistiche, esiga nella presente condizione del mondo una maggiore unità di cooperazione materiale e spirituale. Non si dovrebbe mai più chiedere: ‘Cosa si può fare per il mio Paese?’ ma piuttosto: ‘Cosa deve fare il mio Paese per rendere possibile l’esistenza dell’entità più grande?’”

Einstein credeva fermamente che fosse essenziale raggiungere l’unità: “Ritengo che sia di estrema importanza che ovunque si presenti la possibilità, uomini di lingue diverse, di idee politiche e culturali diverse, debbano entrare in contatto tra loro, al di là delle loro frontiere, non con il sentimento che qualcosa possa essere spremuto dall’altro per il bene loro e del loro Paese, ma con uno spirito di buona volontà per colmare il divario tra i gruppi spirituali in sfere relativamente indipendenti. Solo così possiamo sperare di realizzare un’unità politica […] che ci dia la certezza di poter sopravvivere economicamente e salvaguardare la nostra esistenza spirituale. Solo allora la vita sarà degna di essere vissuta.”

Lo scienziato-profeta, amante dell’umanità e servitore della verità, illumina i membri della sua famiglia mondiale con la sua amorevolmente completa saggezza-autorità. In una lettera aperta a Sigmund Freud, Einstein disse: “La ricerca della sicurezza internazionale implica la resa incondizionata da parte di ogni nazione, in una certa misura, della sua libertà d’azione, della sua sovranità cioè, ed è chiaro al di là di ogni dubbio che nessun’altra strada possa portare a tale sicurezza.”

La Società delle Nazioni

Lo scienziato in Einstein era così grande che trascendeva di gran lunga la nazionalità. Pertanto fu facilissimo per la Società delle Nazioni invitarlo a diventare membro del suo Comitato per la cooperazione intellettuale anche mentre la sua nazione chiedeva l’adesione alla Lega. I pensieri illuminanti che ha offerto riguardo a questo grande avvenimento risvegliano la vita addormentata e illuminano la mente sospettosa dell’umanità.

Il Comitato cercava di riallacciare i contatti interrotti dalla guerra, di riferire alla Lega le misure da adottare per facilitare gli scambi intellettuali, in particolare scientifici, tra le nazioni. Einstein era d’accordo con questo alto obiettivo. “Considero mio dovere accettare il vostro invito. A mio parere nessuno, in tempi come questi, dovrebbe rifiutarsi di partecipare a qualsiasi sforzo compiuto per realizzare la cooperazione internazionale” affermò.

In seguito scrisse: “Questi uomini molto illuminati possono dare un contributo importante al grande compito di rilanciare le società internazionali mantenendosi in stretto contatto con uomini e donne che la pensano allo stesso modo in tutto il mondo, nonché sostenendo fermamente la causa dell’internazionalismo nelle proprie sfere di influenza. Il vero successo richiederà tempo, ma alla fine arriverà senza dubbio… Sono estremamente fiducioso nel progresso di un’organizzazione internazionale generale.”

Quando esprimeva qualcosa, lo faceva senza riserve. Quando rifiutava qualcosa, la rifiutava con veemenza. La sincerità ha sempre regnato sovrana nella sua vita. Se vedeva qualcosa di buono, illuminante e appagante, offriva immediatamente il suo cuore e la sua anima per manifestare quella cosa particolare. Ma se vedeva qualcosa che non era all’altezza della sua promessa, allora anche la sua indifferenza era notevole. Quando si dimise dal Comitato per la Cooperazione Intellettuale della Lega alcuni mesi dopo la sua prima riunione nell’agosto del 1922, Einstein disse: “Mi sono convinto che la Lega non possiede né la forza né la buona volontà necessarie per svolgere il suo compito. Da pacifista convinto non mi sembra bene avere alcun rapporto con la Lega.”

In seguito sottolineò: “Mi sono ritirato perché la Società delle Nazioni, così come funziona attualmente, non solo non incarna l’ideale di un’organizzazione internazionale, ma in realtà scredita tale ideale… L’ho fatto, tuttavia, con grande riluttanza , perché la speranza non è ancora del tutto morta in me che, all’interno del guscio della Società delle Nazioni come esiste oggi, un’istituzione migliore possa svilupparsi nel tempo.”

Poi di nuovo, quando Einstein vide che la sua convinzione non era stata fondata, che gli era sfuggito il punto, fu più che disposto a correggersi e a cercare di manifestare la costante verità della Società delle Nazioni. Quando gli fu chiesto di tornare al Comitato come segno di riavvicinamento dopo le sue dimissioni di protesta, Einstein accettò l’invito: “Io stesso sono arrivato lentamente a sentire di essere stato influenzato più da uno stato d’animo passeggero di disillusione che da un pensiero chiaro. È vero, finora la Lega ha fallito spesso; ma in un momento così triste come questo, deve ancora essere considerata come l’istituzione che offre la migliore promessa di azione efficace a coloro che lavorano onestamente per la riconciliazione internazionale.”

Le Nazioni Unite (O.N.U.)

In modo chiaro, acuto e illuminante, Einstein disse al mondo qual è il vero ruolo delle Nazioni Unite: “Le Nazioni Unite ora, e il governo mondiale alla fine, devono servire un unico obiettivo: la garanzia della sicurezza, della tranquillità e del benessere di tutta l’umanità.” Qui lo scienziato ha dimostrato di essere qualcosa di più di uno scienziato, più di un filosofo, più di un intellettuale: un vero possessore di altissima saggezza. Le speranze e i sogni che aveva per le Nazioni Unite diventeranno sicuramente realtà, un giorno.

Il suo cuore di cercatore dichiarò: “Siamo convinti che le Nazioni Unite potranno svilupparsi in un governo mondiale solo quando l’Assemblea non sarà più composta da delegati nominati dai governi, ma invece, da rappresentanti eletti direttamente dal popolo. Solo in questo modo i delegati serviranno gli interessi dell’ordine e della sicurezza sovranazionali secondo il loro miglior giudizio.”

Ancora: “L’allargamento delle Nazioni Unite, che voglia includere possibilmente tutti i Paesi, creerà una base migliore per i negoziati sul disarmo; quindi gli sforzi per aumentare l’adesione dovrebbero precedere qualsiasi tentativo di risolvere il problema del disarmo.”

Presto apprezzò la bontà e la saggezza degli altri. Nel suo viaggio verso la meta suprema dell’unità, apprezzò e ammirò tutti i suoi compagni di viaggio che sognavano un mondo, una casa e un cuore. A Trygve Lie, Segretario Generale delle Nazioni Unite, Einstein scrisse: “Lei è uno dei pochissimi che, in mezzo allo smarrimento e alla confusione del nostro tempo, sia riuscito a mantenere chiara la sua visione, e il cui bisogno di essere di aiuto costruttivo rimane imperterrito nonostante ostacoli e strette alleanze… Io sono uno dei tanti i cui pensieri la accompagnano con gratitudine e speranza.”

In Einstein il mondo ha visto un uomo di spontaneità, un uomo di sincerità che si preoccupava del progresso mondiale più di ogni altra cosa. Non era chi aveva fatto qualcosa, ma colui attraverso il quale era stata fatta quella cosa, che considerava di fondamentale importanza. Di nuovo, quando vedeva colui che agiva, lo ammirava senza riserve per il suo successo senza pari. Dopo aver ascoltato un discorso del Segretario generale delle Nazioni Unite Dag Hammarskjold, Einstein scrisse: “Non posso fare a meno di esprimere la mia sincera ammirazione per il suo discorso in occasione della celebrazione del bicentenario della Columbia University. Sulla scia di tanta menzogna e ipocrisia, i suoi commenti lucidi e onesti sono stati un gradito sollievo. Considero una fortuna che a un uomo come lei sia stata affidata la posizione più importante e difficile.”

Dag Hammarskjold rispose: “Era mia intenzione presentare una dichiarazione vigorosa e inequivocabile a nome di quegli ideali e principi che costituiscono l’unico sfondo possibile e l’unica atmosfera possibile per il lavoro di un uomo che, come lei, è uno dei pionieri dell’umanità… È per me una soddisfazione davvero profonda sapere che non solo lei comprende ciò che ho cercato di comunicare al vasto pubblico… ma che lei approvi anche ciò che ho detto. Tale comprensione, specialmente proveniente da lei, ha un significato per me che va oltre le parole.”

Queste due persone immortali navigavano sulla stessa barca. La loro ammirazione non era mera ammirazione, ma la manifestazione della vita-unità dalla loro anima-unità.

Parte XI: Riflessioni su Einstein

1.

Analizzare, è giudicare male un’anima. Amare, è sondare la profondità di un’anima. L’analisi si svolge nel mondo mentale, spesso frequentato dai ‘teppisti’ dubbio e inganno.

Un genio sta sempre ben oltre la portata della comprensione comune. È molto al di sopra di noi, eppure è sempre per noi. La moglie di Einstein, Elsa, offrì un mondo di illuminazione sia ai critici di suo marito, sia ai suoi cari, quando disse loro: “Non puoi analizzarlo, altrimenti lo giudicherai male. Un tale genio dovrebbe essere irreprensibile sotto ogni aspetto. Ma no, la natura non si comporta così! Dove essa va in modo stravagante, ha un effetto stravagante. Devi vederlo nell’insieme. Non puoi catalogarlo in un modo o in un altro, altrimenti avrai una sorpresa sgradita. Dio gli ha dato tanta nobiltà ed io lo trovo meraviglioso, anche se la vita con lui è faticosa e complicata, e non solo in un modo, in vari modi.”

Senza precedenti è stato il servizio di Elsa al marito scienziato. Lei merita giustamente il più alto apprezzamento per la sua devozione infinita e costante per lui. Non c’è da stupirsi che un loro amico abbia espresso amorevolmente: “La tua Elsa custodisce il mortale affinché l’immortale possa vivere.” Inutile dire che Einstein concordava senza riserve con il suo amico.

A volte è abbastanza difficile per un individuo ottenere apprezzamento dai suoi cari e dai membri più stretti della sua famiglia, a causa della loro natura esigente e delle loro aspettative, fondate sulla familiarità. Ma con nostra grande gioia, la nuora di Einstein, la moglie di Hans, racconta al mondo ciò che ha visto nello scienziato: “Il dr. Einstein è stato il suocero più dolce, gentile e comprensivo che una donna possa avere, è un uomo buono e meraviglioso.”

2.

Lo scienziato-saggio aveva un amore genuino per l’India. Aveva anche una grande ammirazione per i leader indiani che fecero il destino dell’India, come Gandhi e Nehru. Einstein apprezzò profondamente e ammirò profondamente il movimento nonviolento di Gandhi. Nel suo studio amava un disegno di Gandhi, un sorprendente promemoria del fatto che il potere dell’anima è infinitamente superiore al potere militare. Alla sua famiglia lesse ad alta voce l’autobiografia di Gandhi. Il potere dell’anima, che è libertà interiore, alla fine determina anche la libertà esteriore. Il cuore e la mente di Einstein erano pienamente convinti di questa suprema verità.

L’India è foriera di pace interiore. L’India è il pioniere dell’unità interiore del cuore interiore. Lo scienziato lo sentiva nel profondo del suo cuore. Lui stesso era un convinto sostenitore della pace. Lui stesso aveva a cuore la pace più di ogni altra cosa, sia nella vita nazionale che in quella internazionale. La porta del suo cuore e la porta della sua casa erano spalancate agli indiani. Questo gesto singolare non era per tutte le altre nazionalità.

Una volta ebbe luogo un’intervista tra Einstein e l’ambasciatore dell’India negli Stati Uniti, Gaganvihari Mehta. Fin dall’inizio l’ambasciatore disse allo scienziato: “Sono venuto per invitarla a partecipare a una conferenza scientifica in India come ospite d’onore del nostro Paese.”

La risposta immediata di Einstein fu sia dolorosa che piena di sentimento: “Sia a causa della mia salute che della mia età devo declinare, ma è con rammarico, perché ho un profondo rispetto per il popolo indiano e per il Primo Ministro Nehru.”

Durante l’intervista a un certo punto l’ambasciatore indiano scorse una nota di somiglianza tra Gandhi ed Einstein. Dolcemente, umilmente, senza esitazione e sagacemente lo scienziato disse: “Per favore, non mi paragoni a Gandhi. Egli ha fatto tanto per l’umanità. Io cosa ho fatto? Non c’è niente di insolito nello scoprire alcune formule scientifiche!”

3.

Due immortali: Tagore ed Einstein. Durante la loro memorabile intervista a casa di Einstein a Berlino, entrambi purtroppo hanno dovuto accettare una divergenza di opinioni. Infatti vero è il detto ‘Molte menti, molti modi’.

“Questo mondo” disse Tagore “è un mondo umano. La visione scientifica di esso è solo quella dell’uomo scientifico. Quindi il mondo separato da noi umani non esiste, è un mondo relativo, dipendente per la sua realtà dalla nostra coscienza. C’è uno stato della ragione che gli dà verità, quello dell’uomo eterno, le cui esperienze sono rese possibili attraverso le nostre esperienze.”

Il commento di Einstein: “Sono d’accordo con la concezione della bellezza come inseparabile dall’uomo, ma non sono d’accordo con questa concezione come pertinente alla verità.”

“Perché no?” chiese Tagore “La verità si realizza attraverso l’uomo.”

Dopo una lunga pausa, Einstein rispose con molta calma e dolcezza: “Non posso dimostrare che la mia concezione è giusta, ma questa è la mia religione.”

Alla fine, alla chiusura del viaggio, ogni individuo ha il diritto di raggiungere la sua destinazione secondo le sue esperienze interiori e manifestazioni esteriori. Gli approcci alla realtà, di questi due individui unici al mondo, erano sorprendentemente diversi. Ma, inutile dirlo, entrambi, da due diverse angolazioni, alla fine arriveranno allo stesso obiettivo: unità-soddisfazione e soddisfazione-perfezione.

4.

Solo un’anima illuminata conosce un’altra anima illuminata. Sulla base della loro consapevolezza interiore, unità interiore ed anelito interiore per la meta dell’umanità, rivelano al mondo cos’è la vera saggezza, chi la incarna e come può essere raggiunta. Il primo ministro indiano Nehru vide che l’imperatore-scienziato era l’uomo più saggio e più grande. Quando Einstein morì, Nehru rifletté tristemente: “L’uomo più saggio e più grande tra noi è morto. Per molti anni non apprezzeremo pienamente quella saggezza e grandezza. Ma egli ha cercato di indicarci la strada. Coloro che hanno la responsabilità della guida delle nazioni hanno la tendenza a pensare solo alle proprie società. Ma Albert Einstein ci ha detto che non possiamo più vivere in mondi separati. È quel concetto di mondo unificato che tutti noi, leader e cittadini, dobbiamo ora creare e servire.”

L’altezza suprema di Einstein è stata espressa in modo eloquente e inequivocabile da un suo collega a Berlino, il professor Ladenburg, che disse: “C’erano due tipi di fisici a Berlino. Da una parte c’era Einstein, dall’altra tutto il resto.” Infatti Einstein aveva un’imbarcazione enorme, mentre altri scienziati dovevano accontentarsi delle zattere.

Il presidente Eisenhower, l’anima indomita nata in un Paese amante della libertà, ha offerto francamente, senza riserve e in modo convincente la sua opinione personale sul fondatore dell’era atomica: “Nessun altro uomo ha contribuito così tanto alla vasta espansione della conoscenza del ventesimo secolo.”

La morte fisica di Einstein ha ispirato questa espressione immortale del supremo violoncellista Pablo Casals: “Dopo la morte di Einstein è come se il mondo avesse perso una parte della sua sostanza.” Pablo Casals offrì nuovamente i suoi fiori di gratitudine al supremo scienziato quando disse: “Gli sono stato perennemente grato per la sua protesta contro l’ingiustizia a cui è stata sacrificata la mia patria.”

Ciò che il supremo drammaturgo George Bernard Shaw disse dello scienziato supremo dovrebbe essere impresso in lettere d’oro nel cuore di tutti gli esseri umani amanti della creazione e che realizzano il Creatore: “Ci sono grandi uomini che sono grandi tra i piccoli uomini. Ci sono grandi uomini che sono grandi tra i grandi uomini, e questo è il tipo di uomo che onoriamo stasera. Napoleone e altri grandi uomini del suo genere furono artefici dell’Impero. Ma c’è un ordine dell’uomo che va oltre. Sono creatori di universi…”

5.

Albert Einstein, saggio scienziato!
La meraviglia suprema di un tripudio di visioni.

Canti dedicati ad Albert Einstein

Albert Einstein, saggio scienziato

Albert Einstein, saggio scienziato!
La meraviglia suprema di un tripudio di visioni.
Una torre di potere in una minuscola cornice.
Energia e massa si divertono al loro gioco
Di unità-pienezza, perfezione-altezza.
Einstein, ovunque la tua luce insonne.
Nel tuo più grande ruolo di rivoluzione
La meta evolutiva più veloce del mondo.

/ — Sri Chinmoy/

Einstein scienziato

Scienziato Einstein, Scienziato Einstein, Scienziato!
Il dono della tua visione è ciò per cui eravamo affamati da secoli.
O coraggiosa mente pensante,
O santificato cuore cercatore,
Tu sei il pioniere
Di un grande inizio di progresso.
O buon amante di Dio,
O vero servitore della verità,
O puro risvegliatore della Terra,
O certo portatore del Paradiso!

/ — Sri Chinmoy/

Einstein, la tua teoria della relatività

Einstein, la tua teoria della relatività,
Il dono supremo per l'umanità.

/ — Sri Chinmoy/

Non sono solo un pacifista

Non sono solo un pacifista, ma un pacifista militante.
Sono disposto a combattere per la pace.

Io nacqui

Io nacqui, e questo è tutto ciò che è necessario.

Il lavoro migliore

Il miglior lavoro non è fatto dalle regole ma dall'immaginazione.

Non penso mai al futuro

Non penso mai al futuro; esso arriva abbastanza presto.

Io sono raramente entusiasta

Raramente sono entusiasta di ciò che la Società delle Nazioni ha fatto o non ha fatto, ma sono sempre grato che essa esista.

Niente ch’io possa fare o dire

Niente che io possa fare o dire cambierà la struttura dell’universo. Ma forse, alzando la voce, posso aiutare la più grande di tutte le cause: la buona volontà tra gli uomini e la pace sulla Terra.

La perfezione dei mezzi

La perfezione dei mezzi e la confusione dei fini sembrano caratterizzare la nostra epoca.

Il vero progresso umano

Il vero progresso umano dipende non tanto dall'ingegnosità inventiva quanto dalla coscienza.

Fare una pace

Fare una pace che non nasconda una guerra futura.

Sempre lavoro

Sempre lavoro a qualcosa di nuovo.

Dio è uno scienziato

Dio è uno scienziato, non un mago.

I credo

Credo in un Dio che si rivela nell'armonia di tutti gli esseri.

Cerca di diventare

Non cercar di diventare un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore.

ooo Revisione della traduzione: agosto 2023 ooo

Traduzione di questa pagina: Russian
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