I veggenti dell’antico passato hanno visto la Verità e hanno rivelato la Verità. I cercatori di tutte le età sentono la Verità e usano la Verità. La maggior parte degli studiosi, però, non si cura della realizzazione della Verità, essi si preoccupano solo della manifestazione della Verità. Si preoccupano più per la forma che per lo spirito dei Veda. La maggior parte degli storici evidenzia le verità minori menzionate nei Veda, quelle relative al sistema delle caste e le formule magiche, nel corso delle loro discussioni, e prestano poca attenzione alla più alta Verità, la Conoscenza del Brahman. Non hanno il tempo di conoscere in modo profondo e devoto i messaggi che energizzano e appagano la vita, che i Veda in realtà contengono. I messaggi dei Veda che danno la vita e rivelano la vita non sembrano soddisfarli. La nascita dei Veda, la crescita esteriore dei Veda e il declino dell'influenza Vedica sull'India sono più che sufficienti per soddisfarli.
I Veda sono pensati per gli amanti del Tempo eterno, non per gli amanti del fugace tempo terrestre. I Veda sono pensati per coloro che amano Dio, la Verità, e non per coloro che amano semplicemente il corpo di una storia oscura, che incarna la vita di complicazioni e confusione.
Il professor Max Müller ha indubbiamente amato l'India. Egli scrisse molto sulle scritture indiane, ma c'era qualcosa in lui che non può essere accettato da chi ama veramente l'India. Coloro che sentono che l'amore di Max Müller per l'India ha un motivo segreto hanno perfettamente ragione. Nella massima segretezza, nei recessi interiori del suo cuore sembrava che volesse convertire l'India, la mente indiana e il cuore indiano, al cristianesimo. Ad esempio, scrisse al Segretario di Stato per l'India, il Duca di Argyl, nel 1868:
> L'antica religione indiana è condannata e se il cristianesimo non interviene, di chi sarà la colpa?
E a sua moglie nel 1886, scrisse:
> Spero di finire il lavoro, e mi sento convinto, anche se non vivrò per vederlo, che questa mia edizione e la traduzione dei Veda da qui in poi racconteranno in larga misura sul destino dell'India e sulla crescita di milioni di anime in quel Paese. È la radice della religione e per mostrare loro qual è la radice, ne sono certo, l'unico modo è sradicare tutto ciò che è emerso negli ultimi 3000 anni.
Quando esaltava l'India fino al cielo, era sincero nel suo elogio. Veniva dal profondo del suo cuore, ma il suo desiderio di convertire l'India al cristianesimo era altrettanto sincero. Anche quel sentimento, ne sono certo, veniva dal profondo del suo cuore. La sua era una vita di complessità.
Se Max Müller non avesse studiato le Upanishad, se non fosse stato illuminato dalla Luce delle Upanishad, non sarebbe stato acclamato dal mondo intero. Il suo nome sarebbe rimasto sconosciuto nella letteratura mondiale. Se è vero che ha portato le Upanishad al mondo in generale, allora è altrettanto vero che il tocco della Luce delle Upanishad lo ha portato alla fama.
I Veda e gli inni vedici sono inseparabili. Ogni inno è un'invocazione a un particolare dio o divinità. Ogni inno è una scoperta di un kavi, rishi o vipra: un poeta Vedico, un veggente Vedico o un saggio Vedico. Ogni scoperta Vedica è un dono di Dio. Ogni dono è una scintilla di Luce. Ogni scintilla di Luce è una realizzazione di Dio nell'uomo e una realizzazione dell'uomo in Dio. Il risultato finale dell'uomo è la trasformazione della natura umana. L'ultimo traguardo di Dio è la perfezione della coscienza terrestre.
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La vita è un'ideaLa vita è un ideale
La vita ha un'animaLa vita ha una meta.
```L'idea Vedica della vita è l'idea della Verità. L'ideale Vedico della vita è l'ideale della Beatitudine. L'anima Vedica è l'anima della molteplicità nell'unità. L'obiettivo Vedico è l'obiettivo dell'unificazione dell'ampiezza della terra e dell'abbondanza del Cielo.
L'India ha avuto i veggenti Vedici della Verità. L'India ha i cercatori della Verità. Il compito supremo dei veggenti era di portare gli dei e le divinità cosmiche nella coscienza terrestre. Hanno eseguito il loro compito. Ora è compito dei cercatori mantenere gli dei e le divinità qui sulla terra e aiutarli nel loro gioco cosmico. Il Supremo vide le Sue infinite potenzialità e possibilità nei veggenti. Il Supremo vede la Sua Realtà che si manifesta e la Sua Perfezione che appaga nei cercatori.
VI-it 7. Bryn Mawr College, Bryn Mawr, Pennsylvania, 29 Novembre 1972↩
From:Sri Chinmoy,I VEDA: La prima chiamata dell’Immortalità, Agni Press, 1972
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