I veggenti Vedici osservarono la paura nel mondo esteriore, sentirono la libertà nel mondo interiore. Volevano rivelare la libertà del mondo interiore attraverso l'aspirazione. Nell'Atharva Veda, i veggenti ci hanno offerto una preghiera significativa: "Possiamo noi non avere paura sia di coloro che non conosciamo che di quelli che conosciamo."
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La paura dell'oscurità è la paura dell'ignoto.La paura della luce è la paura del conosciuto.
La paura dell'ignoto è stupidità.La paura del conosciuto è assurdità.
```Quello di cui abbiamo bisogno è la volontà dell’anima, che è la Libertà di Dio.
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Uru nastanve tanUru ksayaya naskridhi
Uru no yandhi jivase```
L'ardente espressione del Rig Veda significa: "Libertà per il nostro corpo. Libertà per la nostra casa. Libertà per la nostra vita."Il modo di vivere Vedico non può essere separato dal rituale. Nei tempi Vedici, i rituali erano parte integrante della vita. I cercatori nell'era Vedica compirono notevoli progressi eseguendo i rituali. Nel Rig Veda, tuttavia, vediamo più enfasi sulla filosofia mentale e interiore che sul rituale. Questa combinazione di rituale e saggezza filosofica è la ricchezza della cultura Vedica. La devozione e la dedizione si manifestano nel rituale. L'aspirazione e la meditazione si espandono nella saggezza filosofica. In quei tempi il rituale disciplinava e regolava la vita. La filosofia interiore ha illuminato e liberato la vita. Nel cuore della filosofia si scopriva la Luce. Nel corpo del rituale si manifestava la Luce.
I Veda parlano specificamente di tre mondi: Prithivi - la terra, Antariksha - il cielo, Dyaus - la regione celeste, il Paradiso. Sulla terra, la materia è tutto. Nel cielo, l'attività divina è tutto. In Paradiso, la coscienza è tutto.
Poesia e filosofia corrono fianco a fianco con i Veda. La filosofia illuminò le menti dei veggenti vedici. La poesia immortalò i loro cuori. Il filosofo è un poeta nella mente. Il poeta è un filosofo nel cuore. Il filosofo ama la religione esteriore e la scienza interiore. Il poeta ama l'arte esteriore e la letteratura interiore. Il filosofo dice al poeta: "Ti do la mia preziosa ricchezza: la saggezza, che è lo strumento costante e consapevole dell'intuizione." Il poeta dice al filosofo: "Ti do la mia preziosa ricchezza: la mia devota unione con la vita della Luce."Molti veggenti hanno visto la Verità, ma quando rivelano la Verità, molto spesso le loro rivelazioni non sono identiche. Ciò che è veramente deplorevole è che in diverse occasioni, in circostanze diverse, le loro rivelazioni della stessa Verità si mostrano tutt'altro che identiche. Qui dobbiamo sapere che le differenze esistono solo nella realizzazione e rivelazione della Verità. Non può esserci differenza nella Verità stessa. Perché si verificano le differenze? Le differenze si verificano perché l'individualità e la personalità umane non vedono la Verità come deve essere vista. Quando la personalità umana e l'individualità sono dissolte, la Verità rimane una nella realizzazione e una nella rivelazione. Inutile dire che i Veda sono la rivelazione diretta dell'illuminazione dei veggenti, e non doni dall’alto dei cieli sconosciuti.
Ci sono persone che pensano che i Veda trattano solo di spiritualità, e non di scienza, si sbagliano. Cercatori avanzati e Maestri spirituali sono dell'opinione che nello Yajur Veda ci siano molte verità scientifiche che la scienza moderna non ha ancora scoperto o riconosciuto. La conoscenza scientifica dell'Atharva Veda non può essere guardata dall'alto in basso. I veggenti Vedici erano consapevoli del processo di formazione delle nubi. Erano pienamente consapevoli delle diverse stagioni. Conoscevano la scienza dell'aritmetica e lavoravano con cifre di milioni, miliardi e trilioni. Nello Yajur Veda c'è qualcosa di ancora più sorprendente. Lì vediamo prove dell'esistenza di aeroplani. I veggenti Vedici erano soliti fare veri e propri voli non-stop per centinaia di miglia. Sapevano anche i segreti della geologia, della medicina e di altre scienze. Tutto questo, quattromila anni fa!
I Veda sono stati tradotti in molte lingue e ammirati e apprezzati da molti stranieri. Il grande filosofo tedesco Schopenhauer considerava le Upanishad la consolazione e l'illuminazione della sua vita. Sappiamo che le Upanishad sono i figli più potenti e illuminanti dei Veda, ma c'è molta verità nel dire che una traduzione non può rendere piena giustizia all'originale. Nel caso dei Veda questo è sicuramente vero. Molte persone hanno tradotto i Veda, ma per quanto sinceramente o devotamente abbiano lavorato, è stata persa una notevole quantità della bellezza Vedica.Ci sono quattro Veda: il Rig Veda, lo Yajur Veda, il Sama Veda e l'Atharva Veda. Il Rig Veda si occupa principalmente delle forme di preghiera. Lo Yajur Veda si occupa di formule sacrificali. Il Sama Veda si occupa di musica. L'Atharva Veda si occupa di medicina, scienza e formule magiche. Nel Rig Veda inizia il messaggio dell'evoluzione umana. Il Rig Veda ci dice il significato dell'esistenza e del contributo dell'uomo al mondo. Lo Yajur Veda ci insegna come eseguire correttamente i sacrifici e come controllare l'universo. Questo Veda dà più importanza al lato meccanico dei sacrifici che al loro aspetto spirituale. Il Sama Veda ci insegna come la musica divina può elevare la nostra aspirante coscienza nel regno supremo della Beatitudine e come renderci canali coscienti di Dio il Musicista Supremo per la trasformazione dell'oscurità umana in Luce divina, dell'imperfezione umana nella Perfezione divina, dell’impossibilità umana in divina Inevitabilità e dei sogni umani in Realtà divine. L'Atharva Veda ci insegna come controllare gli spiriti e le divinità minori e come proteggerci dagli spiriti maligni e dagli esseri distruttivi.
VI-it 3. Vassar College, Poughkeepsie, N. Y., 15 Novembre 1972↩
From:Sri Chinmoy,I VEDA: La prima chiamata dell’Immortalità, Agni Press, 1972
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