Mio fratello Mantu ed io avevamo un insegnante privato oltre alle nostre lezioni scolastiche. Il tutor era solito darci le nostre lezioni vicino a un piccolo tempio che avevamo per la dea Lakshmi. Con la coda dell'occhio vedevo mio padre andare al tempio per le benedizioni e poi iniziare a camminare verso il piccolo molo per prendere il traghetto. Diverse volte cercai di seguirlo di nascosto. Lo guardavo per due isolati e poi gli correvo dietro. Volevo farlo di nascosto, ma mio fratello e il tutor mi urlavano contro, quindi venivo sempre catturato.
Quando mio padre mi vedeva, iniziavo a piangere che non volevo studiare. Diceva: "Come posso portarti sempre con me? Devi andare a scuola!" Mio fratello raccontava a mia madre cosa era successo. Sentiva anche che avrei dovuto studiare, ma sapeva che ero un caso senza speranza. Quindi avrebbe mandato una domestica con vestiti extra da farmi indossare in città, dal momento che avrei indossato solo pantaloncini e una maglietta.
Così, molte volte andavo in città invece di andare a scuola. Chi vuole studiare? Per sette o otto anni, molto spesso non sono andato a scuola. Imparavo da mio fratello e dal mio tutor. Poi, quando arrivavano gli esami, ero sempre il primo. Ovviamente anche il mio insegnante era molto, molto indulgente con me perché mio padre era un pezzo grosso del villaggio!
Quando ero in città, vagavo per tutto il giorno. Ero affascinato dai ladri, quindi andavo in tribunale a guardarli. Mi piaceva anche andare al fiume Karnaphuli per vedere le barche e le navi.
Mio zio materno viveva in città e anch'io sarei rimasto con lui. Sua moglie era un'eccellente cuoca e sapeva preparare pasti deliziosi con il nulla. Spesso ci trascorrevo un'intera settimana. Ma se insistevo per restare in città per più di una settimana, o mia madre veniva in città lei stessa, oppure mandava qualcun altro a riportarmi indietro. Quando andavo a trovare le mie zie nei villaggi, mia madre non mi permetteva di restare per più di due giorni alla volta. Non le piaceva quando stavo via troppo a lungo. Ero il suo figlio più caro, e senza di me si sentiva infelice. Ma parecchie volte mi permise di stare a casa di mio zio per una settimana.
Piangevo sempre quando dovevo tornare a casa. Perché? Ero molto affezionato a mia madre, ma a casa dovevo studiare. Studiare era troppo, troppo!From:Sri Chinmoy,Alle scorrenti lacrime del cuore di mia madre e ai traboccanti sorrisi dell'anima di mia madre, Agni Press, 1994
Sourced from https://it.srichinmoylibrary.com/stm