Perfezione

Un bambino cresce. All'inizio non riesce nemmeno a gattonare. Poi arriva il momento in cui può gattonare. In quel momento, sente di aver raggiunto la perfezione. Quando inizia a camminare, sente di nuovo di aver raggiunto la perfezione. Finalmente corre veloce, più veloce, velocissimo, e ancora una volta questa è la sua perfezione. La vera perfezione non è un obiettivo statico. No, la vera perfezione è il progresso, il progresso continuo. Nella vita spirituale, il giorno in cui iniziamo a meditare, anche se solo per un fugace secondo, quel giorno è l'inizio del nostro progresso. Ogni volta che usciamo dall'ignoranza e sorge una nuova visione, è la perfezione. Tutto ciò che eleva la nostra coscienza è la nostra perfezione. La perfezione è un progresso continuo, un progresso interiore e superiore.

In questo momento siamo legati alla terra. Ma non vogliamo restare legati; vogliamo diventare liberi. Vogliamo essere nell'Infinito, con l'Infinito e per l'Infinito. A poco a poco, o all'improvviso, entreremo nell'Infinito stesso. Quando entriamo nell'Infinito, vedremo che l'Infinito non ha fine. Nell'Infinito sentiremo che il Supremo Stesso trascende costantemente la Sua stessa Realtà; il Supremo Stesso è in continuo progresso. Se diciamo che Dio è tutto, che Dio è infinito, questa è solo un'idea mentale. Ci stiamo limitando a una concezione limitata di Dio. Ma se diciamo che trascende sempre Se stesso, allora non Lo leghiamo. Se sta andando oltre, oltre, come possiamo legarLo?

La perfezione è un progresso continuo — progresso nella vita interiore e nella vita esteriore. Quando componiamo musica, sentiamo che la nostra creazione è la perfezione. Ma se meditiamo, allora possiamo aggiungere qualcosa alla nostra creazione o andare ben oltre. Il problema è che la mente umana, la vita umana, ha sempre difficoltà a continuare. Non ha abbastanza perseveranza per andare oltre, oltre, oltre. Quando ha ottenuto qualcosa che sa che il mondo apprezzerà, vuole fermarsi. Si guarda intorno e vede che nessuno gli è vicino, e sente di aver fatto abbastanza. Ottiene una sorta di soddisfazione esteriore ed è soddisfatto.

Ma se cerchiamo la soddisfazione reale, divina, la soddisfazione interiore, allora non vogliamo fermarci. C'è sempre l'impulso interiore di andare oltre la nostra realizzazione. Il giorno in cui ho fatto 16.031 dipinti, per essere assolutamente franco con voi, avrei potuto continuare all'infinito, perché il Supremo stava agendo dentro e attraverso di me. Solo che non volevo raccogliere la sfida. Quando il Supremo è Colui che agisce, non c'è fine alla nostra perfezione.

From:Sri Chinmoy,Semplicità, sincerità, purezza and divinità, Agni Press, 1987
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