Cingo il Supremo tra le braccia della mia totale impotenza. Egli mi cinge tra le braccia della Sua Protezione che tutto ripara. Io sperpero le Sue Benedizioni e la Sua Compassione. Egli accresce la Sua Speranza in me e mi nutre della Sua Promessa.
La mia volontà è l'apertura del mio cuore che aspira al Supremo. Medito non perché voglio che Egli sappia che medito su di Lui, ma perché voglio rendermi capace di riceverLo in misura infinita. Durante la mia meditazione, quando fluttuo nel mare dell'amore e della devozione, Egli scende da me. Durante la mia meditazione, quando il sole della saggezza e della pace sorge dentro di me, Egli mi solleva verso di Lui.
In silenzio io prego. In segreto Egli ascolta. La fiamma ascendente del mio cuore si innalza e tocca il Trono della Sua Compassione.
Il Supremo non chiede mai la mia fede in Lui prima di avermi dato prove, infinitamente più numerose del necessario, su cui posso fondare la mia implicita fede. Se voglio dubitare di Lui, mi ha dato ampie opportunità per farlo. In verità, in questo sta la magnanimità della Sua Luce di Compassione per me.
La mia volontà e la Volontà di Dio. Quando la mia volontà è approvata dalla Volontà di Dio, il mio cuore puro non sperimenta una costante beatitudine interiore. Ma quando il mio cuore obbedisce senza riserve e con tutta l'anima alla Volontà di Dio ed io la accetto come mia volontà, la gioia infinita cresce nel mio cuore e la gioia eterna fluisce attraverso il mio cuore.From:Sri Chinmoy,Canti dell'anima, Agni Press, 1971
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