Poco prima della morte di mio padre, quando avevo dieci anni, un musulmano di mezza età si conficcò un osso in gola. Andò da tanti medici e tutti dicevano che doveva subire un'operazione seria. Non poteva mangiare nulla ed era in agonia assoluta, ma aveva paura di essere operato. Il musulmano scoprì che mio padre aveva la capacità di rimuovere le ossa dalla gola delle persone, così venne a trovare mio padre insieme a due o tre dei suoi amici. A quel punto il musulmano era diventato molto, molto debole perché non riusciva a mangiare da così tanti giorni, e stava gridando e piangendo per l'agonia.
Di solito, quando i musulmani venivano a casa nostra, non potevano oltrepassare il cortile, che distava sessanta o settanta metri dalla casa principale. Quindi a questo musulmano fu detto di aspettare nel cortile. A quel tempo mio padre era costretto a letto ed era prossimo alla morte. Tutti erano infastiditi dal fatto che in quel momento fosse dovuto venire un musulmano a disturbarlo.
Mio fratello e mio zio pensavano che forse perché mio padre era sul letto di morte, avesse perso la capacità di rimuovere le ossa dalla gola delle persone. Così gli chiesero casualmente se avesse ancora la capacità. Lui disse: "Sì, ne ho la capacità. C'è qualcuno che soffre di questo problema in famiglia?"
Dissero: "Non c'è nessuno nella famiglia, ma qualcun altro, un musulmano." Mio fratello e mio zio erano assolutamente contrari al fatto che lui usasse la sua capacità per aiutare l'uomo. Dissero: "Non vogliamo che un musulmano entri nella tua stanza."
Mio padre disse: "Può stare nel cortile e io lo curerò dal mio letto. Chiedigli solo di sdraiarsi."
Mio padre si è massaggiò la gola tre o quattro volte, respirò pesantemente un paio di volte e tossì. Poi disse: "Vai a vedere!" Quando i membri della famiglia uscirono nel cortile, scoprirono che l'osso nella gola del musulmano era scomparso. Il musulmano piangeva di gioia. Voleva dare dei soldi a mio padre, ma mio padre non li accettò.
Quello è stato l'ultimo atto di mio padre per un musulmano. Non conosceva il musulmano; e questi non conosceva nemmeno mio padre. Ma proprio perché soffriva, mio padre lo aiutò.
Due o tre giorni dopo mio padre morì.From:Sri Chinmoy,Mio padre Shashi Kumar Ghosh: vita di affetto, cuore di compassione, mente di illuminazione, Agni Press, 1992
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