Non possiamo considerare come Vibhuti Napoleone, ma quello che Napoleone compì nel mondo materiale, Vivekananda lo fece nel mondo spirituale. In Vivekananda agì il più potente e dinamico potere in forma umana. La vera missione di Vivekananda fu quella di diffondere il messaggio del suo Maestro, Sri Ramakrishna. Ramakrishna realizzò, ma non poté manifestare molto. Non si occupò delle conquiste mondane, ovvero del cosiddetto sviluppo globale. Il mondo d'oggi giorno ha bisogno della mente, non è nemmeno necessaria una mente intellettuale, può essere solo una mente comune, che possa afferrare le cose basilari, ma Sri Ramakrishna non si occupò nemmeno di questa mente comune. Così Vivekananda raccolse i frutti dell'albero che era Sri Ramakrishna e li offrì al mondo. Egli arrivò in Occidente all'età di trent'anni e vi portò moltissima luce.
Al momento della morte di Sri Ramakrishna, Vivekananda dubitava ancora dell'altezza spirituale del suo Maestro e interiormente disse: "Se tu mi dici che sei un grande Avatar, ti crederò." Sri Ramakrishna lesse nella sua mente e disse: "Naren dubiti ancora di me? Colui che è Rama, colui che è Krishna, in una sola forma in questo corpo è Ramakrishna." Rama era un Avatar, Krishna era un Avatar e il Maestro di Vivekananda li incarnava entrambi.
Vivekananda non era un Avatar, non poteva essere messo allo stesso livello di Sri Ramakrishna. Io nutro un grande amore ed ammirazione per Vivekananda, la mia connessione con lui nel mondo interiore è molto stretta. Sfortunatamente, qui in occidente, ho incontrato alcune persone spirituali e alcuni swami che sottovalutano Vivekananda e le sue conquiste, e osano dire che egli non era realizzato. Tutto quello che posso dire è che coloro che lo denigrano, non sono degni di lavargli i piedi. Sicuramente aveva realizzato Dio, era molto avanzato.
L'altezza di un Avatar non può essere giudicata da persone comuni, sarebbe come se un nano cercasse di salire all’altezza di un gigante, sarebbe ridicolo. Ora non pensiamo più all'altezza di un Maestro spirituale, pensiamo invece alla sua presenza nel nostro cuore. Quando sentiamo la sua presenza nel profondo del nostro cuore, egli può essere il nostro soccorritore, la nostra guida, la nostra ispirazione, la nostra aspirazione, il nostro viaggio e la nostra Meta.From:Sri Chinmoy,L’apice della vita divina: SAMADHI e SIDDHI, Agni Press, 1974
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