Ego e libertà

Supponiamo che tu abbia un negozio e che nel negozio tu stia impiegando parecchi lavoratori. Paghi uno stipendio ai tuoi lavoratori, ma uno di loro vuole più soldi, quindi si ribella. Questo è ciò che accade nel mondo comune. Anche nel mondo spirituale è così, ma in un senso diverso. Dio ci sta usando e la libertà che ci dà è il nostro stipendio. Qui non otteniamo denaro o contanti, otteniamo la nostra libertà. Egli ha dato a ciascuno una libertà limitata. Ora noi che facciamo? Non creiamo in noi la capacità di aumentare quella libertà. No, lottiamo per ottenere più libertà con le buone o con le cattive, adottando mezzi disonesti. Dio ci ha dato una libertà limitata e un giorno Dio ci darà la libertà infinita, ma per questo dobbiamo prepararci. Dobbiamo andare in profondità, dobbiamo pregare, dobbiamo meditare. La libertà qui significa libertà dall'ignoranza, libertà dalla schiavitù, dalla limitazione, dall'imperfezione e dalla morte.

Tuttavia noi non esercitiamo la nostra libertà in quel modo. Usiamo la limitata libertà che Dio ci ha dato per colpire qualcuno, per punire qualcuno. La nostra libertà è proprio come un coltello che qualcuno ci ha regalato. Con quel coltello possiamo tagliare la frutta e condividerla con gli altri, oppure, possiamo usare quel coltello per pugnalare qualcuno. Possiamo abusare della nostra libertà, e ogni volta che abusiamo della nostra libertà, entra l'ego.

Ora, una libertà limitata non è negativa, ma noi non siamo mai soddisfatti di ciò che abbiamo. Da un possesso andiamo a due, da due andiamo a tre e così via. Cerchiamo sempre con le buone o con le cattive di ottenere di più. Abbiamo migliaia di desideri. Esercitiamo il nostro potere di libertà in modo distruttivo, non in modo creativo. Sebbene il desiderio voglia diventare ricco dall'oggi al domani, diciamo, il desiderio ha anche paura. Il ladro-desiderio in noi vuole essere vasto come l'oceano, ma quando qualcuno lo trasporta o lo trascina di fronte all'oceano e gli dice di saltare nell'oceano, si spaventa a morte. Il desiderio vuole vastità, e allo stesso tempo è spaventato a morte quando altri vengono e gli dicono: "Diventa vasto".

Tuttavia se aspiriamo, in quel momento nessuno dovrà mai portarci di fronte al mare. Noi stessi verremo e salteremo nel mare e inizieremo a nuotare. Per prima cosa l’ego è venuto e ci ha fatto desiderare di diventare qualcosa di vasto, ma non avevamo il coraggio interiore. Quando abbiamo l'aspirazione, in quel momento abbiamo il coraggio interiore. Sappiamo che non affogheremo, ma al contrario saremo illuminati.

Il desiderio viene dalla nostra autorità auto-imposta e auto-designata. Possiamo farcela, possiamo dire questo, ma nel momento in cui diciamo: "No, siamo solo strumenti, non siamo noi i responsabili," l'ego svanisce. Quando diciamo: "Dio è Colui che agisce. Io sono solo il suo strumento," l'ego scompare, ma se sentiamo di essere noi coloro che agiscono, l'ego prende vita. Dato che siamo cercatori spirituali, dobbiamo sentire continuamente che esiste una realtà superiore che agisce dentro e attraverso di noi. Quindi non può esserci ego.

Una volta che si realizza l'anima, non si avrà il cosiddetto ego umano. Dirà: "Sono il figlio di Dio. Come posso fare qualcosa di sbagliato? Sei il figlio di Dio. Come puoi fare qualcosa di sbagliato?" Sta dicendo che è al di sotto della sua dignità e della dignità degli altri fare amicizia con l'ignoranza. Qui il suo ego non sta parlando. È la sua personalità divina, non la sua personalità umana. È la sua consapevolezza divina, la sua unità universale che si sta facendo avanti. Quando dice "tu", in quel momento sente che parla della sua stessa vita e quando parla della sua stessa vita, sente che è della tua stessa vita che sta parlando.

Dopo che una persona ha realizzato l'anima, in quel momento diventa una cosa sola con i suoi amici, i suoi parenti, i suoi fratelli e sorelle. In quel momento, non c'è ego. È tutta unità. Quando dice: "Come puoi fare questo? Io non faccio questo genere di cose," non è il suo senso di superiorità. È solo un'iniezione di ispirazione e incoraggiamento. Sta solo cercando di convincerti che sei qualcosa di veramente divino, qualcosa di veramente grande, qualcosa di immortale.

Il Cristo disse: "Io e mio Padre siamo uno." Le persone ignoranti diranno: "Oh, guarda che tipo di ego aveva," ma Egli divenne un tutt'uno con il suo Padre Onnipotente, ecco perché lo ha detto. Quando realizziamo la nostra anima, in quel momento è solo la nostra unità con gli altri a parlare. Non c'è ego lì. È solo il canto dell'unità in infinite forme e figure.

From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy parla, parte 03, Agni Press, 1976
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