Sri Chinmoy risponde, parte 30

Parte I

SCA 1013-1024.-it Sri Chinmoy rispose a queste domande a Rio de Janeiro, Brazil il 18 Dicembre 1999.

Domanda: Come posso sviluppare interesse per la qualità dell'entusiasmo?

Sri Chinmoy: Devi usare l'immaginazione. Pensa a qualcosa di dolce come il miele o qualcos'altro; oppure puoi pensare al nettare divino, che è certamente dolce e immortale. Diciamo che tu voglia assaggiare qualcosa di dolce nella tua vita, nei tuoi anima, cuore, mente, vitale, e corpo. Ora, se ti lecchi le dita, non sono dolci! Se assaggi qualunque parte del tuo corpo, non troverai il dolce. Ma puoi prendere l'entusiasmo come una cosa dolce nella tua vita. Ti piacciono certamente le cose dolci, che sia zucchero, miele, o qualcos'altro. Non c'è alcuno che possa affermare di non apprezzare per nulla le cose dolci, è impossibile! Fai finta che l'entusiasmo sia una cosa dolcissima ed immagina di gioire di quella dolcezza. Non prendere mai l'entusiasmo come qualcosa di cui tu non possa gioire, o che sia al di là della tua portata, no, no! Quando pensi all'entusiasmo, usa la parola 'dolcezza', invece di entusiasmo: il tuo cuore gioirà della dolcezza, oppure la tua mente gioirà della dolcezza, oppure il tuo vitale gioirà della dolcezza, oppure il tuo corpo gioirà della dolcezza. Riuscirai ad accrescere il tuo entusiasmo se sostituisci la parola dolcezza alla parola entusiasmo. Mentre osservi un fiore, se senti di ricevere dolcezza, quella dolcezza ti darà entusiasmo.

Domanda: Qual è il modo migliore per far sì che il mio corpo, vitale, mente, e cuore, tutte le parti del mio essere, siano irresistibilmente attratte dal Supremo?

Sri Chinmoy: Pensa al Sole, e pensa a te stessa come ad una pellegrina che stia correndo oppure volando verso il Sole. O puoi immaginare un Sole dentro di te, che sia estremamente, estremamente bello, infinitamente più bello e potente del Sole esteriore. Senti di essere una pellegrina e che stai correndo più che puoi, e quanto più corri veloce, tanta più bellezza, forza, luce, affetto, amore, tenerezza, vedi nel Sole interiore. Più veloce corri verso il Sole, più le sue qualità divine si accrescono, ed allo stesso tempo ti accolgono e ti abbracciano. Il Sole interiore possiede tutte queste qualità divine: amore, affetto, dolcezza, tenerezza, attenzione premurosa, e così via. Se puoi vedere te stessa come una pellegrina che corre verso il Sole, riuscirai a fare il progresso più veloce. Quando guardi il Sole del mattino, l'oscurità sparisce. All'inizio il Sole può essere coperto dalle nuvole, ma poi ne viene fuori: allo stesso modo, la nostra natura umana, la nostra intera esistenza, deve venir fuori dall'oscurità. Solo allora potremo fare il progresso più veloce.

Domanda: Dove possiamo trovare la determinazione? In quale parte del nostro essere dobbiamo lavorare per trovare la determinazione? Nella mente o nel cuore?

Sri Chinmoy: La determinazione può essere trovata nella mente. Con la determinazione puoi cercare di fare molte cose. Puoi avere la determinazione che ti dice: "Farò qualcosa di positivo. Farò qualcosa di molto significativo. Mi disfarò di tutte le cose negative." Ma ad ogni istante la determinazione che proviene dalla mente può essere attaccata dal dubbio, specialmente dal dubbio di sé; al che la nostra determinazione si disfa.

Se vuoi diventare una persona migliore, una persona speciale, o se vuoi fare qualcosa di speciale, c'è un altro modo, che è quello dell'unità. Se riesci ad identificare te stesso con qualcosa di molto forte, molto potente, e molto vasto, dentro la tua unità troverai tutte le qualità positive. Quando usi la determinazione o forza di volontà, stai entrando in qualcuno o in qualcosa. Come un pugnale, stai perforando e penetrando in qualcosa; ma con l'unità semplicemente ti tuffi nella vastità. Dico sempre che quando una goccia entra nell'oceano diventa infinita, illimitata, non vedi più quella goccia.

I problemi possono venire risolti permanentemente solo identificandosi con qualcosa di molto forte, molto potente, molto vasto. Guarda il cielo: quanta vastità! Guarda l'oceano: quanto potere! Semplicemente lanciati nella vastità o nel potere. Questo è il modo più saggio, ed è anche il modo permanente.

Domanda: Tra le qualità spirituali, parli molto raramente della lealtà. È qualcosa a cui attribuisci importanza?

Sri Chinmoy: La lealtà arriverà quando c'è l'obbedienza. Se ti dico: "Fai questo!" se tu sei obbediente la lealtà è automaticamente inclusa. Cos'altro è la lealtà, se non obbedienza? Quando un servitore è leale verso il suo padrone, significa che è obbediente. Se il padrone dice: "Fai questo per me", il servitore va alacremente, ma l'obbedienza è infinitamente più profonda della lealtà. Quando obbedisci al tuo Maestro spirituale, o quando obbedisci al tuo datore di lavoro, in quel momento c'è un sentimento di unità. Ami il tuo Maestro, o hai rispetto o ammirazione per il tuo datore di lavoro. La tua obbedienza ti sta portando vicino e più vicino. Ma quando sei meramente leale verso qualcuno resta un senso di separazione, quando sono leale verso qualcuno vuol dire che non lo ingannerò, non lo tradirò, ma c'è un senso di separazione. Qualcuno è in una certa posizione ed io gli sono inferiore, è per questo che sono leale; ma quando c'è l'obbedienza, tra te e l'altra persona c'è amore. Io amo il mio Maestro, il mio Maestro mi ama. Per questo, lui mi comanda ed io gli obbedisco.

L'obbedienza è infinitamente più importante della lealtà; di nuovo, se si ha obbedienza essa conterrà la lealtà. Il Maestro non dirà ai suoi discepoli "Non siatemi sleali": è sottinteso. Se amo il mio Maestro, se obbedisco al mio Maestro, come posso essere sleale verso di lui? Immediatamente il mio cuore si spaccherebbe; se lo tradissi anche solo per un secondo, il mio cuore sanguinerebbe. È per via della mia obbedienza che io non posso fare ciò che voglio; sento che la mia libertà è nella mia obbedienza; l'obbedienza ospita la libertà; e se hai libertà dentro la tua obbedienza, sarai anche leale.

La lealtà è molto, molto inferiore rispetto all'obbedienza. Nella vita esteriore, un servitore può essere molto leale verso il suo padrone, o un lavorante può esserlo verso il suo capo; ma l'obbedienza è come l'oceano: comprende assolutamente tutto. Se sei obbediente, sarai anche leale. La lealtà è sul livello fisico, o possiamo dire sul livello pratico, mentre l'obbedienza è su di un livello molto più alto. L'obbedienza porta immediatamente l'unità.

Domanda: C'è un colore che rappresenti la Beatitudine? Puoi descriverlo?

Sri Chinmoy: Il colore della Beatitudine può essere qualsiasi colore che ti dia gioia. Se ti piace il verde, per te esso rappresenterà la beatitudine. Se a me piace il blu, per me il blu è il colore della beatitudine. Se a qualcun altro piace il rosso, per tale persona il rosso è il colore della beatitudine. Qualsiasi colore ti dia soddisfazione può rappresentare la beatitudine.

Aggiungo, tale colore può cambiare. Gli dei e le dee cosmici incarnano la beatitudine, sul piano più elevato la loro luce è di un certo colore; quando la stessa luce tocca il reame terreno, diviene un colore completamente diverso. Entrambi questi colori possono darci gioia.

Prendiamo Madre Kali, ad esempio. Madre Kali è la Madre della Compassione. Quando la vedi nel piano più alto, è tutta color oro, ma quando discende nell'oscurità e combatte con il vitale impuro del mondo, diventa feroce! Porta una scimitarra nella mano destra ed una ghirlanda di teste! Distrugge tutto. Quando la coscienza di un cercatore raggiunge il piano più elevato, vede che il colore della luce di Madre Kali è l'oro, e questo gli dà grandissima gioia. Di nuovo, sul piano più basso, quando il colore diventa rosso, il cercatore può ricavarne tantissima forza: "La mia Madre Kali sta uccidendo tutte le forze ostili solo per me, per salvarmi, per proteggermi. Mi ama così tanto!" Si tratta della stessa luce, ma su di un piano è oro, e su di un altro è rossa.

Allo stesso modo, l'esperienza della beatitudine dipende dalla nostra altezza interiore. Se ora vado molto in alto, sulla cima dell'albero, dove posso mangiare i manghi a sazietà, mi trovo nella beatitudine; se dopo resto al sicuro ai piedi dell'albero, sono ancora nella beatitudine. Cosicché, la beatitudine dipende dalla diversa coscienza in cui siamo nei diversi momenti.

Domanda: Quando non possiamo essere con te durante momenti speciali e sacri, e poi sentiamo dire che si trattò di un evento che non avremmo dovuto perdere, qualcosa di molto importante, come possiamo non sentirci tristi del fatto che non ci fu possibile essere presenti?

Sri Chinmoy: Se sai che io sto offrendo una meditazione di 7 ore o che ho sollevato 700 pounds [317 kg], se qui a New York è avvenuto qualcosa di molto significativo e tu sei in Svizzera o in Ungheria o in un altro luogo: se in quel momento sei triste di non essere stato presente, che non hai potuto parteciparvi, il voto che raggiungerai è zero! Quando apprendi che ho fatto qualcosa d'importante o che è accaduto qualcosa di speciale, dici immediatamente: "È il 'mio' Guru che l'ha fatto!" Se ne hai gioia sincera, e se la tua gioia è tutt'uno assolutamente con il mio raggiungimento, riuscirai a sentire di essere stata tu a farlo. Se sei sinceramente felice, il mio raggiungimento immediatamente appartiene a te.

Un bambino è sinceramente felice quando suo padre compra un'auto. La considera sua. Dice ai suoi amici: "Questa è la mia auto!" Suo padre non dice: "Quando mai hai avuto i soldi per comprare un'auto? I soldi ce li ho messi io!" No, il padre è tanto felice che suo figlio consideri sua l'automobile. Il padre è contentissimo che il suo bambino sia felice dell'auto come lui, o anche di più.

Nel tuo caso, supponi di essere a San Francisco e che io faccia qualcosa di molto significativo a New York. Non appena odi la novità potrai essere felice, oppure triste di non essere stato presente. Se inizi a pensare che Tizio e Caio erano lì — che fossero i tuoi amici o i tuoi nemici — la tua coscienza discenderà; ma se riesci immediatamente a dire: "Il 'mio' Guru l'ha fatto!" allora istantaneamente sentirai di essere stato tu stesso a farlo.

In moltissime occasioni il Supremo ha fatto qualcosa ed io ho dichiarato di averla fatta io stesso, per via della mia unità; amo così tanto il Supremo! Quando Lui mi dice nel mondo occulto che è accaduto qualcosa, la mia gioia è tale che sento immediatamente di averla fatta io stesso. Esteriormente non ho avuto nulla a che fare con quella cosa, ma la mia unità con Lui è tale che ne sono coinvolto. Lui è l'oceano ed io sono una goccia: come possiamo venir separati!? Se io dico di essere la goccia, allora appartengo all'oceano. Cosicché, se tu sei sinceramente felice, in forza della tua unità, con il mio raggiungimento, puoi ricevere molto più che non quelli che hanno assistito al fatto.

Recentemente ho celebrato il compleanno di mio fratello con una speciale dimostrazione di sollevamento pesi. In quell'occasione diversi discepoli erano molto stanchi. Alcuni dormivano, altri erano in un altro mondo, erano infelici, tristi! Se guardi il filmato, vedrai quanto mi stessi struggendo per sollevare tali grandi pesi, ed alcuni dei discepoli erano così annoiati! Alcuni degli ospiti non discepoli stavano ricevendo interiormente molto di più dei miei discepoli! Ero sconvolto quando ho visto il filmato. Mentre facevo il sollevamento non ho potuto vedere il pubblico. Dopo, quando ho visto il filmato, dissi: "Alcuni dei discepoli sono come del legno senza vita, mentre alcuni degli ospiti sono come bellissimi fiori!" Non puoi immaginare a qual punto alcuni degli ospiti divennero uno con me quella sera. Erano così entusiasti di assistere alla mia performance.

I miei discepoli di tutto il mondo mi prendono come il loro padre spirituale. Se davvero amano loro padre, quando lui fa qualcosa non saranno forse felici? Ovunque ci sia felicità, facciamo progresso; altrimenti, solo dicendo: "Guru ha fatto qualcosa, ma io non c'ero per vederlo", stai solo portando in essere un senso di separazione tra te e me. I migliori discepoli sono coloro che sono felici. Forse sono in un'altra parte del mondo, ma forse stanno ricevendo molto più che non quelli che mi sono vicini. Forse questi ultimi non sono in una coscienza elevata. Se la loro coscienza è bassissima, riceveranno mai qualcosa? Chiunque sia felice dei miei raggiungimenti costruisce la sua unità con me, e riceve molto di più.

Domanda: Come posso accrescere il mio dinamismo?

Sri Chinmoy: Per accrescere il tuo dinamismo, medita sul fuoco. Puoi guardare la fiamma di una candela od ogni altro tipo di fiamma. Le fiamme incarnano il dinamismo. Se guardi una fiamma o la immagini, la tua letargia andrà via. Il fuoco brucerà tutta la nostra letargia o mancanza di entusiasmo. Il fuoco brucerà ogni cosa che sia non-divina in noi. Se il fuoco brucia la nostra letargia, il dinamismo automaticamente verrà in primo piano. Il fuoco possiede dinamismo; è per questo che tiene tutto sotto il suo controllo; ogni cosa si arrende al fuoco: perciò immagina sempre le fiamme o il fuoco. Se immagini il fuoco potresti pensare più alla distruzione che al dinamismo; ma se pensi alle fiamme, fiamme che s'innalzano, la tua mente non penserà alla distruzione. Le fiamme ci portano verso l'alto: come possiamo andare in alto senza diventare dinamici? Se voglio arrampicarmi su un albero, se voglio scalare una montagna, devo essere dinamico. Le fiamme ci mostrano come. Esse vanno su, su, su, e toccano il cielo! Cosicché, per accrescere il tuo dinamismo, guarda alle fiamme: questo è il modo più facile ed efficace.

Domanda: Su che qualità devo concentrarmi in questo momento per fare il progresso più veloce?

Sri Chinmoy: Per fare il progresso più veloce devi dimenticare il passato. Non restare sui tuoi fallimenti o imperfezioni passati, neanche per un secondo. Devi sentire di non avere un passato con delle imperfezioni, sconfitte, o alcun tipo di negatività scoraggiante, senti che sei appena nata, sei solo una neonata. Ora hai solo alcune ore d'età. Non pensare di avere neanche un anno.

Oppure guarda un fiore che ha appena cominciato a sbocciare. Vedi che sboccerà e presto, petalo dopo petalo, diverrà un bellissimo fiore.

Un altro modo è quello di vedere te stessa come l'alba. Immagina il Sole sorgere pian piano. Quando guardiamo il Sole, non pensiamo mai al Sole di ieri! Non pensiamo mai al Sole dell'altro ieri, o a quello che sorse due anni fa. Guardiamo semplicemente il Sole che si alza sempre più in alto, donandoci la sua luce. Non vediamo il passato del Sole. Vediamo semplicemente che, come un neonato, il Sole sta nascendo e diventando sempre più grande.

Senti sempre di essere appena nata. In tal modo farai il progresso più veloce. Un neonato fa sempre progresso: va carponi, si alza, cammina, marcia veloce, corre! Non pensare mai al passato: i tuoi fallimenti, sconfitte, o imperfezioni. Senti che il passato non esiste. Senti che solo l'oggi, qui ed ora, esiste nella tua vita. Non portare nulla con te dal passato, che sia positivo o negativo. Se puoi sinceramente sentire di essere appena nata, solo da alcune ore, e che sei nel Grembo del Supremo, e che Lui è responsabile di te, potrai fare il progresso più veloce.

Domanda: Sappiamo che è molto importante l'affetto tra te e noi, e tra Dio e noi, ma tra i discepoli, è importante avere affetto?

Sri Chinmoy: L'affetto in se stesso non è negativo. L'affetto è dolce, dolcissimo; ma sfortunatamente confina con l'attaccamento. L'affetto e l'attaccamento sono separati solo da un muro, e in questo muro c'è anche una porta. Devi tener sempre chiusa a chiave da entrambi i lati la porta tra l'affetto e l'attaccamento. Molte volte l'affetto è dolce, dolcissimo, e ancora più dolce. Se porti in primo piano il tuo affetto puoi fare grandissimo progresso, ma dopo un certo tempo esso può diventare attaccamento, dopodiché, nell'attaccamento, iniziano i problemi. Arrivano tante aspettative emozionali: "Sono stato così gentile con te: perché mi hai dato un dispiacere?" oppure: "Perché non mi hai coinvolto in ciò che hai fatto?"

Una madre è piena di affetto per il suo bambino. Quando quest'ultimo fa qualcosa da solo, se la madre usa il suo affetto sarà molto felice, ma se usa l'attaccamento dirà: "Perché non me l'hai detto? Perché l'hai fatto senza dirmi niente?" Nell'attaccamento c'è aspettativa, mentre l'affetto dirà solamente: "Mio figlio ha fatto tale cosa?! Sono così felice, così felice!"

Dobbiamo tener separati l'affetto e l'attaccamento. L'affetto è assolutamente necessario — è dolce, dolcissimo, e ancor più dolce! Ma se arriva l'attaccamento, ci creeremo solo problemi.

Io sono tanto affezionato al mio cane. Quando devo andare all'ONU o altrove, se gli fossi attaccato cercherei di portarlo con me, e questo creerebbe problemi. Esattamente allo stesso modo, quando sono attaccato a qualcuno, cercherò di tenere quella persona con me in modo forzato. Ma l'affetto dirà: "Ora c'è bisogno di me altrove. Tu resta qui." L'affetto contiene saggezza, ma non così l'attaccamento. Cosicché, l'affetto è molto, molto buono, ma devi tenerne fuori l'attaccamento.

Domanda: Perché gli Avatar devono soffrire tanto?

Sri Chinmoy: Più vai in alto, più hai a cuore il mondo. Più vai in alto, più devi soffrire, perché divieni uno con Dio. Da un lato, Dio è al di là di tutta la sofferenza; dall'altro, Dio soffre infinitamente più della Sua Creazione. Quando un bambino è malato, tutto il mondo della madre crolla, ma quando è malata la madre, il bambino va a giocare a pallone! La madre abbandona ogni cosa finché il figlio è malato, ma se lei ha lo stesso malanno, cosa può farci il bambino? Quando un bambino piange, la madre vuol prendere il suo male su di sé, ma quando lei ha male allo stomaco o mal di testa, il bambino se ne rattrista per un minuto, e poi va fuori a giocare.

Gli Avatar devono provare di amare Dio la Creazione. Quando Realizziamo Dio, Realizziamo prima Dio il Creatore. Poi, dentro Dio il Creatore, vediamo Dio la Creazione. Prima andiamo sù e poi vediamo che 'sù' include 'tutt'attorno'. In quel momento diveniamo tutt'uno sia con Dio il Creatore che con Dio la Creazione. Ora, se al Creatore non interessa la Creazione, a chi mai potrebbe interessare? Più in alto si va, più ci si identifica con Dio il Creatore, più responsabilità bisogna prendersi.

Alcuni Maestri spirituali vogliono solamente restare sulla cima dell'albero. Lì attendono tra i frutti più squisiti, dicono: "Vieni. Sono pronto per te. Ho i frutti." Questo è l'aspetto Paterno di Dio. L'aspetto Paterno è molto severo. L'aspetto Paterno dice: "Devi imparare a salire sull'albero: solo allora ti darò i frutti"; ma l'aspetto Materno è diverso: anche se il figlio è forte, anche se sa come salire, la Madre scende per dare i frutti al bambino.

L'aspetto Paterno è come l'intera mucca, mentre quello Materno è come la mammella, dove c'è il latte. La Madre guiderà il bambino dicendo: "È qui che troverai il latte." L'aspetto Paterno dirà: "Sei tu che devi cercare il latte!" Quindi cercherai presso le zampe, le orecchie o la testa, troverai che lì non c'è latte. Quando un Avatar assume l'aspetto di Dio la Madre, è il momento in cui tutto ricade sulle sue spalle; ma quando assume l'aspetto di Dio il Padre, dice ai cercatori: "Sei tu che devi cercare".

Da un lato l'aspetto Materno è lento e costante. Esso dice: "Il mio bambino è così debole! Vada pure piano." L'aspetto Paterno dirà: "No! Sii severo, sii severo, sii severo!" Ma la Madre possiede un altro aspetto, che incarna intensità, intimità, e affetto. La Madre vuole che il figlio vada carponi, cammini, e corra, il più presto possibile."

Perché gli Avatar devono soffrire così? Perché Dio ama gli Avatar. Chiunque sia amato da qualcuno, immediatamente riceve della responsabilità, che lo voglia o no, consciamente o inconsciamente. Gli Avatar immediatamente sentono: "Siamo responsabili." Le persone ordinarie diranno: "No, non siamo responsabili." Aggiungo, Dio non rende nessuno indispensabile; una cosa è essere responsabili, un'altra è essere indispensabili. Puoi essere responsabile di fare qualcosa, ma se non la fai, non pensare di essere indispensabile.

Se qualcuno dice di essere un Maestro spirituale ed anche Dio afferma, in e attraverso alcuni esseri umani, che quella persona è un Maestro spirituale, allora egli deve giocare quel ruolo: come si può essere un Maestro spirituale se non si porta il peso del mondo? Quale saggezza, quale unità con Dio, sono più genuine e più solide di quelle di un Maestro spirituale? Più in alto andiamo, più responsibilità dobbiamo prendere; poi, quando prendiamo più responsibilità, Dio dice: "Non pensare di essere indispensabile!" A volte quando un Maestro spirituale prende la responsabilità, può sentire di essere indispensabile, dato che si sta prendendo cura di migliaia di discepoli. Se qualcuno sente di essere indispensabile, Dio si mette a ridere!

Prima di Cristo il mondo esisteva, prima di Sri Krishna il mondo esisteva, prima di chiunque altro il mondo esisteva. Ma quando un Maestro spirituale prende la responsabilità con felicità e gioia, Dio dice: "Tu sei uno con Me. Io mi porto dietro un fardello pesante. Ora porta anche tu più peso che puoi". Ma nel momento in cui la responsabilità diviene orgogliosa o superba: "Sono responsabile e sono orgoglioso di essere responsabile", poi viene: "Sono indispensabile."

Dio può lavorare solo in e attraverso individui che pensano sempre di non essere indispensabili. Essi fanno il progresso più veloce. Il padrone di una fabbrica pensa di essere indispensabile. Il direttore di una banca sente di essere indispensabile. Il direttore di un supermercato sente di essere indispensabile. Ma supponiamo che uno di loro muoia oggi stesso! Qualcun altro verrà a prenderne il posto. Le persone spirituali, se sono consapevoli, prendono la responsabilità come una benedizione. Dicono: "Dio sarà molto compiaciuto di me perché mi sto prendendo cura di centinaia di persone, mi chiederà di prendermi cura di 2000 persone, e poi di 5000, mi chiederà di prendermi cura del mondo intero!" Prendersi la responsabilità in questo modo è cosa molto buona; ma quando abbiamo il sentimento dell'orgoglio: "Senza di me la banca non funzionerà, la fabbrica, l'ufficio, non funzionerà" allora questa sarà la nostra caduta spirituale. I Maestri spirituali si prendono la responsabilità, ma poi restano molto attenti. Non devono dire: "Il mio Centro o la mia Missione esistono perché io esisto!" Questo sarebbe stupido. Dio ne riderebbe.

Più in alto andiamo, più dobbiamo soffrire, ma di nuovo, più Gioia sentiamo. Forse Dio mi ha dato la capacità di essere di servizio a 4000 o 5000 persone. Più persone riesco a servire, più gioia ricevo.

Per tornare alla tua domanda, la sofferenza di un Maestro spirituale è assolutamente reale; ma di nuovo, nel mio caso quando soffro, vedo che ho preso la sofferenza nel modo giusto. Quando vedo che il mio Supremo è molto felice perché ho preso la mia sofferenza con la giusta attitudine, ricevo illimitata Gioia.

Domanda: Se sono i discepoli che creano la sofferenza, hanno essi il potere di riparare ed eliminarla?

Sri Chinmoy: Sì: non facendo di nuovo la stessa cosa sbagliata. Sono le forze negative entrate nei discepoli, a creare sofferenza per il Maestro spirituale. Se i discepoli vogliono disfare la sofferenza, non devono permettere a queste forze di entrare di nuovo in loro. Diciamo che oggi hai colpito qualcuno; se domani non lo rifai, quella persona riacquisterà la sua forza. Quando i discepoli commettono un errore, è come se qualcuno mi colpisse. Io soffro, ma Dio mi rifornisce sempre di nuova luce, nuova visione, nuova energia, nuove qualità divine. Poi, se non sono colpito dall'oscurità, non manterrò forse queste qualità divine? Dio è come un rifornimento sempre-nuovo, un fiume che scorre mormorando verso l'oceano. Se vi metti una chiusa o qualche ostruzione, il fiume è bloccato; ma di nuovo, se la rimuovi, il fiume ricomincia a scorrere verso l'oceano. Se i discepoli non ripetono l'azione sbagliata, il Maestro non soffrirà.

Domanda: Se tutti noi potessimo essere sinceramente felici, tutti i tuoi problemi finirebbero?

Sri Chinmoy: La felicità è di tipi differenti. A volte la chiamiamo felicità ma non lo è: è piacere. Abbiamo moltissima difficoltà a tenerli separati.

Al mattino dovresti alzarti alle sei per meditare, supponiamo che ti alzi alle sei ed inizi a guardare il sorgere del Sole; così diventi felice, pensi: "Sono così felice! Ora Guru sarà anch'egli felice!" Ma in realtà stai vivendo la tua vita di piacere: alle sei dovresti pregare e meditare. Se ti fossi alzata e avessi pregato e meditato, quella felicità mi avrebbe davvero aiutato, ma invece hai trovato la tua cosiddetta felicità nel piacere. Poi forse vorrai dormire ancora cinque minuti, dieci minuti, mezz'ora, dall'amicizia con la tua letargia senti di ricevere gioia, ma non realizzi che stai solo facendo una vita di piacere. In modo furbo stai nutrendo la tua letargia, dicendo di essere molto felice. Sei andata lontanissimo da me. Io voglio che ti alzi alle sei e che preghi e mediti. Quella felicità mi avrebbe davvero aiutato, perché saresti divenuta tutt'uno con la mia volontà, ma invece divieni felice dal nutrire la tua letargia. Ti alzi due ore dopo, e senti di essere molto felice. Se vedo che stai perdendo la tua capacità interiore, sarò io felice?

Cosicché, vedi come gli esseri umani possono essere furbi! Identifichi la tua vita-di-piacere con la tua vera vita-di-felicità. La vera vita di felicità può esser trovata solo nella tua unità con la Volontà del tuo Maestro. È molto difficile separare la vita di piacere dalla vera felicità innocente. La tua felicità innocente certamente mi aiuta. I buoni discepoli vengono da me con pura felicità, felicità innocente. Alcuni buoni discepoli vengono da me come fiori sbocciati. Altri vengono con felicità forzata. Nella loro mente pensano: "Guru sarà dispiaciuto se non gli mostro un volto felice." Questa felicità non mi aiuta per niente.

Mi colpite come delle frecce quando non siete sinceramente felici. Di nuovo, quando dei buoni discepoli vengono da me con un sorriso innocente e dolce, certamente mi stanno aiutando. Alcuni vengono con la felicità solo nella mente, mentre altri vengono con un cuore aperto. Ed io non vedo forse la differenza? Nella fila alcuni mi danno moltissima gioia, mentre altri mi danno moltissimo dolore. Dopo di te forse arriva qualcuno che mi offre solo un falso sorriso, ma se qualcuno mi offre un vero sorriso, questo si porta via moltissima della mia sofferenza. Il vostro sorriso è la sola cosa che mi aiuti. In quel momento non aggiungete niente ai miei problemi, al contrario, state condividendo la mia sofferenza attraverso la vostra felicità.

Per tornare alla tua domanda, dobbiamo sempre separare il piacere dalla felicità. Se sei sincera, se sei severa con te stessa, puoi distinguere molto facilmente le due cose, altrimenti, moltissime volte la vita di piacere prende il posto della nostra felicità innocente.

Parte II

SCA 1025-1032.-it Estratti da un'intervista per Hessischer Rundfunk (radio nazionale tedesca). Francoforte, 28 ottobre 1991.

Intervistatore: Potrebbe dirci qualcosa di lei?

Sri Chinmoy: Sono uno studente di pace. Prego Dio e medito su Dio per la pace nel mondo.

Intervistatore: Come è diventato 'studente di pace'?

Sri Chinmoy: Pregando e meditando. Ognuno sulla Terra può fare quello che più gli piace. Nel mio caso ho pregato Dio per la pace, cosicché Lui mi ha dato ampie opportunità di offrire il mio servizio all'umanità.

Intervistatore: Come si fa ad imparare la meditazione?

Sri Chinmoy: Si può andare da un insegnante o si può pregare Dio e piangere-anelare come un bambino perché Dio ti insegni a pregare e meditare. La prima persona che iniziò a pregare e meditare, migliaia di anni fa, per certo ricevette quest'insegnamento dal di dentro. Nel mondo esteriore vediamo che ci sono molte persone alquanto erudite che non sono andate a scuola. Il nostro Rabindranath Tagore, il più grande poeta dell'India, ed il grande drammaturgo e filosofo George Bernard Shaw, non andarono a scuola, ma entrambi furono uomini di sapere e di cultura. Allo stesso tempo moltissime persone hanno frequentato l'università per diventare erudite. Allo stesso modo, per imparare la meditazione, si deve andare da un insegnante oppure si deve impararla da soli.

Intervistatore: Lei non fa solo la meditazione: fa sport, crea canti, poesie, e dipinti. Dove trova il tempo di far tutto questo?

Sri Chinmoy: Quando uso la mente, è impossibile anche solo immaginare di fare tutte queste cose; ma quando uso il cuore, sento che è tutto possibile, perché so di essere un mero strumento della Compassione di Dio, e in misura della mia ricettività Dio fa ogni cosa in e attraverso di me. Dipende interamente dalla mia ricettività. La Grazia di Dio è come il Sole. Se tengo aperte tutte le porte e finestre, naturalmente la luce del Sole entrerà nella stanza in misura abbondante, mentre se lascio aperta solo una piccola finestra, potrà entrare pochissima luce. Esattamente allo stesso modo, se riusciamo ad aprire completamente la porta del nostro cuore, la Grazia di Dio entra in noi.

Intervistatore: Potrebbe riassumerci la sua filosofia?

Sri Chinmoy: a mia filosofia è molto semplice: ama e servi. Noi amiamo Dio il Creatore e serviamo Dio la Creazione. Dio è al contempo il Creatore e la Creazione. Quando prego e medito amo Dio il Creatore, e quando servo l'umanità, in quel momento sto servendo Dio la Creazione.

Intervistatore: In che modo i suoi concerti portano pace nel mondo?

Sri Chinmoy: Ognuno ha un modo per donare ciò che possiede. Supponga di avere amore, e di voler offrire questo amore all'umanità, o di avere gioia e di voler offrire la sua gioia all'umanità. A questo punto ha bisogno di trovare un modo speciale di dare ciò che ha e ciò che è. Nel mio caso, sento che quando suono musica 'soulful' e quando canto i miei canti spirituali, posso offrire all'umanità tutta la pace che ho. Questo è il mio modo di offrire. Ci sono molti altri che stanno offrendo pace all'umanità. Il loro modo di farlo è differente, ma ugualmente efficace.

Intervistatore: Conduce delle meditazioni due volte a settimana alle Nazioni Unite a New York: pensa di potere in questo modo cambiare il mondo? Vuole cambiare il mondo?

Sri Chinmoy: Non son venuto in questo mondo per cambiarlo. Sono venuto solo per amare il mondo, in modo che lei ed io ed ognuno di noi possiamo lavorare insieme. Prego Dio di darmi la capacità di essergli di servizio. Una sola persona non potrà mai e poi mai cambiare il mondo, ma tutti dobbiamo lavorare insieme. Insieme, con un cuore di unità abbiamo la speranza di portare in questo mondo la pace.

Intervistatore: Le viene l'ansia da palcoscenico quando offre un concerto?

Sri Chinmoy: Sri Chinmoy: Per niente! Ho stabilito l'unità con il pubblico. Quando suoni per la tua famiglia, non hai paura. Sono i tuoi genitori, i tuoi fratelli, le tue sorelle, i tuoi cugini: perché dovresti aver paura? Anche se fai degli errori, non ci faranno caso. È questa l'unità che ho stabilito con il cuore dei miei ascoltatori. Non mi propongo come un grande musicista che debba suonare tutto alla perfezione. Mi definisco solamente uno studente di pace. In quanto tale, sento nel mio caso che questo sia il modo più efficace per offrire pace. Dico ai miei ascoltatori: "Vi amo e desidero offrirvi pace. Posso farlo in questo modo. Se sentite di voler vedere cosa faccio, e se sentite di poter ricavare dei benefici da questo, venite."

Parte III

SCA 1033-1038.-it Intervista concessa da Sri Chinmoy, a New York il 13 Luglio 2000, alla rivista italiana "Armonia".

Domanda: Quali qualità spirituali ha sviluppato l'umanità, a questo punto della sua evoluzione?

Sri Chinmoy: Per esser sincero, il mondo si trova nella presente miserevole condizione perché non ha sviluppato delle qualità spirituali apprezzabili. Se devo dire quali sono le qualità spirituali che il mondo ha sviluppato finora, direi: compromesso, comune accordo, e fame profonda per la pace nel mondo.

Domanda: Come può l'umanità fare più progresso interiore?

Sri Chinmoy: Per fare più progresso interiore, l'umanità deve ricorrere alla spiritualità. Preghiera e meditazione quotidiane sono d'importanza capitale.

Domanda: Qual è il contributo che ognuno di noi può offrire a Madre Terra?

Sri Chinmoy: Ognuno deve dare il suo personale contributo. Non c'è una regola per cui tutti debbano dare lo stesso contributo. Ognuno deve contribuire a Madre Terra, per la felicità di essa, a seconda della propria capacità interiore.

Domanda: Perché ti dedichi a tante attività esteriori?

Sri Chinmoy: Per me, il mondo interiore ed il mondo esteriore procedono assieme, come il profumo e la bellezza di un fiore. Possiamo anche pensare ad un seme e all'albero… Il seme è sottoterra: lì germina ed alla fine diviene un albero, poi nel corso del tempo quest'albero produce nuovi semi, allo stesso modo le attività interiori e quelle esteriori devono procedere fianco a fianco, altrimenti non ci sarà equilibrio tra le due.

Domanda: Può la musica trasformare la nostra coscienza?

Sri Chinmoy: Sicuramente la musica può trasformare la nostra coscienza, a patto che sia musica 'soulful', devozionale, e non quella che stimola il vitale, quest'ultimo tipo di musica non potrà mai trasformare la nostra coscienza. C'è un tipo di musica che è tutta illuminazione interiore e progresso esteriore. Essa è spirituale, devozionale, e che dona se stessa. Essa può risvegliarci dal profondo sonno dell'ignoranza.

Domanda: Hai un desiderio speciale per il nuovo millennio?

Sri Chinmoy: Il mio solo desiderio in questo nuovo millennio è quello di vedere tutti felici: felici nel guardare al mondo, felici nell'aiutare il mondo, felici nel diventare autentici cittadini del mondo, per la grandissima evoluzione e progresso dell'umanità.

Parte IV

Question: Domanda: Cosa possiamo fare per vivere al nostro massimo potenziale?4

Sri Chinmoy: Per vivere al nostro massimo potenziale, dovremmo dar valore alla vita di aspirazione. Possiamo avere solo due vite, non tre o quattro: una è la vita di desiderio, l'altra è la vita di aspirazione. L'una ci lega. L'altra ci libera dall'ignoranza.

In ogni istante Dio ci offre la libertà di fare una scelta. Quando Dio ci dà questa libertà, spessissimo se non sempre, facciamo la scelta sbagliata; ma possiamo chiedere a Dio: "Per favore, scegli Tu per me." Poi, quando Dio fa questa scelta, dobbiamo dire immediatamente: "Questa era proprio la decisione che volevo prendere!" In forza della nostra identificazione con la Volontà di Dio, dobbiamo sapere che la Sua è la scelta giusta.

Dobbiamo sempre sentire che c'è Qualcuno più saggio di noi. La nostra difficoltà è che pensiamo sempre di sapere tutto. Sentiamo che nessuno ne sappia quanto noi, specialmente riguardo alle nostre vite. Diciamo: "Dopotutto è la mia vita! Chi altro può sapere come sto soffrendo?"

Ma dobbiamo aver fede in Qualcun altro, e questo Qualcun altro è il nostro Sé più elevato, Dio. Naturalmente questo Qualcuno è solo un'estensione di noi stessi. Egli è il nostro grande Sé. Dobbiamo sempre sentire che c'è Qualcuno che riceve più gioia di noi, dai nostri stessi pensieri e azioni positivi. Se sono azioni divine, Dio ne riceve infinita gioia. Se sono azioni negative, ne riceve solo sofferenza.

Se è per noi difficile identificare il nostro sé più basso con il nostro Sé più alto, cerchiamo almeno di sentire che c'è Qualcun altro che ha infinitamente più conoscenza di noi. Ogni individuo dovrebbe interpretare la parte dello studente. Se io sono uno studente, dovrebbe esserci anche un insegnante. Quest'ultimo ne sa più di me, perciò vado da lui; in caso contrario, se uno studente non studia né con un insegnante privato né con uno della scuola, sarà molto difficile per lui fare progresso: a meno che non aspiri ogni giorno per ore ed ore, e la Guida interiore non gli dia il messaggio di che cosa fare. Per vivere al nostro massimo potenziale, dobbiamo sempre credere in Qualcuno che ci dia la luce che separi la nostra vita-di-desiderio dalla nostra vita-di-aspirazione.

C'è anche un altro modo di vivere al nostro massimo potenziale. La maggior parte delle persone vogliono possedere il mondo. Invece di cercare di possedere il mondo, dovremmo pregare Dio perché Lui possegga noi. Dio è in noi, Dio è con noi, e Dio è per noi. Dobbiamo pregare Dio: "Mio Signore, possiedimi in modo tale che io non possa essere fuori dalla Tua Vista neanche per un secondo. Possiedimi, possiedimi!" Qui la parola 'possiedimi' significa 'considerami Tuo'. Stiamo in realtà dicendo a Dio: "Mio Signore, stai costantemente affermando che sono Tuo, ma purtroppo io non sto facendo lo stesso con Te. Permettimi di affermare che Tu sei mio!" Tutti i nostri problemi possono essere risolti se solo pensiamo che Dio ci abbia dichiarati Suoi fin dall'inizio della Creazione. Lui ci ha creati, ed ora ha tutto il diritto di affermare che Gli apparteniamo. Allo stesso modo, possiamo dire a Dio: "Dato che siamo la Tua Creazione, abbiamo tutto il diritto di considerarti nostro".

Il padre considera il figlio come proprio. Anche il figlio ha il diritto di considerare il padre come suo proprio; ma quando c'è separazione tra le idee del padre e quelle del figlio, sorgono innumerevoli problemi. Cosicché è molto facile vivere al nostro massimo potenziale, se ubbidiamo a Qualcun Altro. Questo Qualcun Altro è il nostro Più Alto Sé, ma è molto difficile identificarci con il nostro Più Alto Sé, se viviamo nella vita di desiderio. Se sentiamo che qualcun altro ci sta dando il messaggio, gli crederemo.

In molti casi, durante l'adolescenza, i giovani non ubbidiscono ai loro genitori: cercano invece di uniformare la loro vita a quella dei loro amici. Se i loro amici fanno qualcosa, loro cercano di fare lo stesso; ma nella vita spirituale cerchiamo di ubbidire a Dio, nostro Padre, e di uniformare la nostra vita alla Sua espressa Volontà. Fintantoché non realizziamo che Dio altri non è che il nostro Più Alto Sé, dovremmo sentire che Lui è Qualcuno che ha infinitamente più conoscenza di noi.

Quando vi guido o vi consiglio di fare qualcosa, dovete sentire che io ho più conoscenza di voi. E poi dovete sentire: "Colui che ha più conoscenza di quanto io ne abbia di me stesso, sarà certamente uno con me nella mia sofferenza." Nella vita ordinaria qualcuno può essere più saggio di te e potrebbe darti consigli, ma non si identificherà con te nella tua sofferenza; ma data l'unità tra il Maestro spirituale e il discepolo, il Maestro si sente estremamente triste quando vede che il discepolo si strugge con problemi mentali, problemi vitali, o altri problemi. Il Maestro sente: "Quest'anima è venuta da me per l'illuminazione! Ha portato con sé i suoi cuore, mente, vitale, e corpo, ed ora questi membri della famiglia sono divenuti disubbidienti." Quando la mente, il vitale, il corpo, o tutti e tre, si comportano male, non è triste solo colui che li ha portati, ma anche colui che dovrebbe illuminare il cuore, la mente, il vitale e il corpo è impossibilitato ad agire in ed attraverso quella persona.

Per raggiungere il nostro più alto potenziale dobbiamo reclamare Il Più Alto come nostro proprio. Se sono un cittadino ordinario ed il re mi considera come suo, allora davvero mi inonderà con il suo amore, attenzione premurosa, benedizioni, gratitudine, e orgoglio. Se sono il principe, avrò ancora diù diritto di considerare mio padre, il re, come mio proprio. Esattamente allo stesso modo, dovremmo pensare alla nostra relazione con Dio come alla relazione tra principe e re.

Cosicché, cerca sempre di identificarti con Qualcuno che sei sicuro abbia più conoscenza di te. Nella vita obbediamo sempre a qualcuno, che stia dentro in profondità, o fuori di noi. C'è forse un momento in cui non facciamo come ci dice qualcuno? Tale 'qualcuno' può essere una persona fisica, o può essere la mente o il vitale o il cuore.

Quando riceviamo un messaggio da dentro di noi, non abbiamo tempo di pensare da dove venga. Può darsi che esso venga dall'anima, oppure può arrivare dal cuore, dalla mente, o dal vitale. Il messaggio arriva così velocemente, che lo prendi come una tua scoperta: non vedi che forse è la tua mente che te lo sta fornendo, invece che il cuore o l'anima.

Quindi devi fare delle distinzioni. Hai ricevuto un messaggio, ed ora affermi che esso è 'tuo'. Anche se il messaggio è venuto dalla tua mente, vitale, o cuore, pensi sia una tua idea. Se è un pensiero negativo, devi sentire di avere un coltello o una pistola o una spada nella forma di pensiero. Dopodiché cosa farai? Il tuo cuore dirà: "Gettalo via! Non ne hai bisogno. Non devi ammazzare nessuno con la tua spada o con la tua pistola!" La mente dirà: "Tienilo! Se qualcuno vorrà ammazzarti, potrai allora usarlo!" Ma devi sapere che il modo di fare della mente non è il modo giusto: guardando al lato negativo, la mente ha già invitato le forze negative, le forze anti-divine, le forze distruttive. Dobbiamo guardare solo al lato positivo, il lato puro della vita. Non appena arriva un desiderio, dobbiamo sentire che si tratta di una spada, un coltello, una pistola, o una bomba atomica, e dobbiamo buttarlo fuori immediatamente.

Per appagare il tuo potenziale più alto devi essere il giudice dei tuoi stessi pensieri. Dato che sei il giudice, userai il tuo discernimento. Poi dirai: "Sono solo un giudice. Un giudice deve obbedire al presidente della corte suprema". In questo caso il Presidente è Dio. Dio cercherà sempre di modellarci rendendoci i migliori strumenti possibile, per compiacerlo nel Suo proprio Modo. Ci sono miliardi di persone sulla Terra: perché Dio sceglie chi seguirà la vita spirituale? Ci sono innumerevoli persone che non hanno accettato la vita spirituale, perché allora Dio si è preso il disturbo di portare te nella vita spirituale?

Nella vita spirituale, proprio come in una scuola, alcuni vanno bene mentre altri no. Se studio una materia, non userò forse il mio genio per cercare di diventare un ottimo studente? Non cercherò forse di diventare il primo della classe? Per diventare un cercatore eccellente, pensa ai giorni migliori della tua vita: quanto amore, devozione, e abbandono avevi per il Supremo! e poi cerca di andare oltre. Pensa sempre alle cose positive che hai fatto per Dio, per il Supremo, per il tuo Maestro, e non permettere alle nuvole della depressione di impedire al tuo Sole interiore di venire in luce.

Se resti nella vastità, non sarai influenzato da nulla. Il tuo nome significa 'acqua'. L'acqua simboleggia una vasta distesa di coscienza. Dobbiamo vivere in quella vastità. Senz'acqua non possiamo vivere: il corpo umano ha una grande percentuale d'acqua! il resto del nostro corpo è poca cosa a confronto. In Bengala diciamo che l'acqua ha un secondo nome, 'vita', perché senz'acqua non si può vivere: allo stesso modo, come cercatorì spirituali dobbiamo sentire che senza la vastità della spiritualità non possiamo vivere.

Dobbiamo prendere la vita spirituale nel modo più serio possibile. Se prendiamo molto sul serio la nostra vita spirituale ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, non faremo nulla di sbagliato inconsciamente. È proprio perché i cercatori non prendono la vita spirituale seriamente, che entrano nel mondo vitale, il mondo romantico, il mondo di desiderio; ma se prendiamo seriamente la nostra vita spirituale, non possiamo fare cose anti-divine, anti-aspirazione, non ispirative, nemmeno per un secondo.

È assolutamente necessario prendere sul serio la vita spirituale. Dio ci ha creati, noi viviamo qui sulla Terra per sessanta o settant'anni o anche più. Ogni individuo è un Sogno di Dio. Quando il giardiniere pianta un seme nel terreno, non si aspetta forse che dopo alcuni mesi il seme cresca? Dopodiché avrà una pianta, poi un alberello, ed infine un albero banyan. Esattamente allo stesso modo, quello di crearci è stato il Sogno di Dio. Ora Lui vuol vedere quel Sogno fiorire in una realtà. Se noi non diamo valore a quel Sogno, come potrà Dio mai vederne la realtà?

Pensa sempre a te stesso come ad un Sogno d'oro del Supremo. Dio vuole che quel Sogno sia manifestato come realtà. Perché questo avvenga, dobbiamo offrirci a Dio. Come cercatore, tu hai fatto tantissime cose notevoli. Compila una lista di tutte le cose che hai fatto; ne sarai sorpreso, dirai: "Quante cose positive ho fatto, e quante poche cose negative!" Quando le metterai a confronto, riderai della tua stessa stupidità per aver sentito di essere un cercatore di nessun valore. Potrai dire: "Ho fatto tal cosa per il mio Guru, ho fatto tal altra cosa per il mio Guru." Anche se hai fatto cento cose negative, il fatto stesso che tu abbia seguito la via spirituale è infinitamente più importante delle tue cento cose negative. Dalla vita del desiderio sei venuto alla vita dell'aspirazione. Che salto! È un salto di livello. Non è come un salto in lungo olimpionico di nove o dieci metri: è come aver coperto centinaia di miglia! Una volta che entri nella vita spirituale, devi sentire di aver coperto centinaia, migliaia di miglia. Per questo grande salto che hai fatto, Dio ti perdonerà centinaia di errori.

In aggiunta al grande salto, nel corso degli anni, quante cose positive hai fatto! Molte volte ho apprezzato qualcosa che hai fatto, o ti ho offerto un sorriso. Sappi che si trattava del mio sorriso sincero. Quando ti guardo in modo concentrato e ti offro un sorriso molto potente, tale sorriso possiede solida forza che dura per tre o quattro settimane, o anche un mese. Devi prendere tale sorriso come qualcosa di molto prezioso, come un'arma molto potente contro la tua depressione, frustrazione, ed ogni tipo di sentimento negativo.

Tutti hanno problemi, tutti lottano. Per quanti anni un mio discepolo ha sofferto di depressione! Ora, partecipando ai nostri 'play' ha conquistato la depressione in larga misura. Come? Prendendo il lato positivo. Restando depresso, stava solo indebolendo la sua vita interiore. Allo stesso modo, ogni volta che pensiamo a cosa abbiamo fatto di male, dobbiamo sentire che di già ci stiamo indebolendo. Ogni volta che vogliamo fare qualcosa di buono, dobbiamo sentire l'energia, il dinamismo, e la capacità di un leone ruggente.

Dobbiamo sempre prendere la vita in questo modo. Se ciò che hai fatto è scoraggiante, dimenticalo. Hai fatto moltissime cose positive. Portale in primo piano. Dopodiché sarai sorpreso, sarai stupefatto. I tuoi sbagli non sono nulla, nulla, nulla, a paragone delle cose positive che hai fatto nel corso degli anni.

Come puoi raggiungere il tuo massimo potenziale? Pensando al Più Alto e meditando sul Più Alto. Se voglio arrampicarmi fino alla cima dell'albero, devo dar valore all'albero. Devo dar valore alle foglie, ai fiori, e ai frutti dell'albero. Dopodiché, se do valore all'albero, cercherò di divenire ciò che vedo nell'albero. E poi riuscirò a salire.

Dobbiamo sempre dar valore a ciò che vogliamo divenire. Solo se do valore a qualcosa vi presterò attenzione. Se do valore alla mia forza fisica e alla mia salute, al mattino farò il mio allenamento. Anche qui, se diamo valore alla vita spirituale, faremo ciò che è necessario. Ogni volta che do valore a qualcosa, lo faccio. Se do valore alla corsa, non importa quali siano le condizioni atmosferiche, uscirò ad allenarmi. Se do valore alla mia vita spirituale, farò sempre la preghiera e la meditazione, e farò le cose necessarie nella vita spirituale.

In ogni momento della nostra vita dobbiamo dar valore a qualcosa, apprezzare a fondo qualcosa, in modo da poter crescere in quella realtà, altrimenti la nostra vita sarà soltanto un atto di aspettativa. L'aspettativa dev'essere attivamente e dinamicamente appagata attraverso l'esercizio: esercizio fisico, esercizio mentale, esercizio vitale, esercizio spirituale.

Per tornare alla tua domanda, pensa solo a quante cose positive hai fatto. Scrivile e rileggile, studiale, dopodiché dirai: "Mio Dio, ero proprio così! Che c'è ora che non va in me? Perché mai mi sono auto-creato questo problema mentale?"

Una volta, Swami Vivekananda divenne molto triste perché non aveva le più alte esperienze interiori che aveva prima. Cosicché meditò e si concentrò solo sulle sue più elevate esperienze. Io dico sempre che l'immaginazione è una realtà in se stessa, ma in un altro mondo. Se riusciamo ad entrare coscientemente in quel mondo, da lì la realtà discende. In forza della sua immaginazione, Swami Vivekananda entrò nel mondo della sua più alta esperienza. Poi andò al di là di essa.

Anche tu puoi cercare di ricordare quante volte hai avuto la tua più alta meditazione; tra quelle volte, scegli una sola meditazione che fu assolutamente la più alta. Poi vai su e su e su. Vedrai che lì sei davvero divenuto ciò che vuoi divenire. Dov'è il tuo più alto potenziale? Non qui sul piano fisico, ma sulla cima dell'albero. In forza della tua più alta meditazione, una volta raggiungesti una determinata altezza, così sublime! Tutte le tue qualità e capacità sublimi sono state mantenute, su quel livello. Ora devi portarle qui giù. Finché non le porti giù non riuscirai a dire di aver appagato il tuo più alto potenziale.

Ti ripeto di nuovo di pensare a quante cose positive hai fatto. Nella vita spirituale non esiste il 'sacrificio'. Puoi dire: "Ho fatto tali grandi sacrifici per il mio Guru." Anche solo dicendo la parola sacrificio ricevi gioia ed orgoglio divini; ma, ancora, quando instauriamo la nostra unità con qualcun altro, non esiste alcun sacrificio; prima di aver fatto ciò però, se vuoi mantenere un senso di separazione ("Il mio Guru è fatto così, io in un altro modo"), allora vedi quante centinaia di volte nel corso degli anni hai fatto sacrifici per il tuo Guru. Se pensi a queste cose, anche questo ti darà forza.

Dal punto di vista più elevato il sacrificio non esiste. C'è solo unità, unità; ma se non riesci a restare nella tua coscienza più elevata, usa la parola sacrificio. Scrivi tutti i diversi sacrifici che hai fatto. Dirai: "Ho fatto così tanto per il mio Maestro!" Questo ti darà immensa gioia. Questa gioia è la tua forza.

Di nuovo, puoi dire: "Ahimé, il mio Maestro non ha fatto nulla per me. Io ho fatto così tanto per lui, per mesi e mesi." E così l'umano in te sarà depresso, dirai: "È ingrato!" A quel punto, puoi dire: "Ok, che non mi dia nulla. Non sono un mendicante. Io darò e darò e darò solamente". Quest'attitudine si presenta quando c'è amore. Quando c'è vero amore, diamo e diamo e diamo.

Hai fatto molti sacrifici. Se senti che io non ti stia dando nulla o che la tua anima non ti stia dando nulla in cambio, dici a te stesso: "Il mio ruolo sarà di dare soltanto." Infine verrà il tempo in cui realizzerai che la capacità di fare ciò che hai fatto è in realtà arrivata da Qualcun Altro, dal tuo Più Alto Sé, dal tuo Guru, dal Supremo. Per ora, se vuoi mantenere la tua volontà individuale, trasforma tale volontà individuale in una volontà divina, finché non verrà il tempo in cui tale volontà divina diventerà completamente uno con la Volontà immortale del Supremo.

Per usare il tuo potenziale assoluto, guarda sempre al tuo albero della vita nel suo insieme. Cerca di vedere quante volte tu abbia osservato bellissimi fiori e frutti squisiti. Se una volta li vedesti, come mai non puoi vederli di nuovo ora? Quando li avevi, certamente davi loro valore. Devi dare grandissimo valore a tutte le cose positive che hai fatto nel corso degli anni. Guarda quante cose positive hai fatto, e quanti sacrifici hai fatto! Vedrai una lista senza fine di quello che hai compiuto. Le cose negative a cui stai pensando, le cose che non aspirano, le cose legate al desiderio, vedrai che non ci sono più. Dato che stai dando valore al Reale in te, il Reale in te ti farà vedere che l'irreale a paragone è completamente insignificante.

Più diamo valore al Reale in noi, più diamo valore alle buone cose che abbiamo fatto, più forti diventiamo. Quando diventiamo forti, più forti, ancora più forti, allora le cose legate al desiderio, non ispirative, che abbiamo fatto o che stiamo pensando di fare, diverranno insignificanti. Quando pensi alle cose positive che hai fatto, stai invocando la luce del Sole. Le altre cose sono come una piccola grotta. La luce del Sole è vasta, vastissima, illumina il mondo intero. A chi importa della piccola, oscura, buia grotta, quando puoi gioire del Sole radiante?

La vita è un costante braccio di ferro. Uno è il lato dell'oscurità, l'altro è quello della luce. In questo braccio di ferro sarai sorpreso di vedere quante volte sei stato dal lato della luce, mentre spingevi la tua ignoranza verso la sua trasformazione. Forse senti di aver preso a volte le parti dell'oscurità. No, pensa sempre a quante cose positive hai fatto, e a quante ne stai per fare. Quelle cose positive sono come l'oceano, e le cose negative sono alcune gocce.


SCA 1039.-it Domanda posta a New York l'11 febbraio 2001.

From:Sri Chinmoy,Sri Chinmoy risponde, parte 30, Agni Press, 2001
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